interessante intervista a Vittorio Peruzzi di Chiara Giorgetti
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Chiara Giorgetti: Ciao Vittorio, la tua collezione include le più importanti opere seriali degli artisti informali, concettuali, pop oltre a lavori di Consagra, A.Pomodoro, Bonalumi, Castellani, Munari, Varisco, Anselmo, Boetti, Fabro, Kounellis, Merz, Paolini, Penone, Pistoletto, Prini, Zorio e molti altri senza dimenticare le ultime generazioni con i multipli di Beecroft, Bonvicini, Botto&Bruno, Cattelan, Marisaldi, Perino&Vele, Vitone.Inoltre ne fanno parte una serie di opere di video arte. Come si è trasformata negli anni questa tua importante raccolta?
Vittorio Peruzzi: Quando ho iniziato a acquistare, alla fine degli anni 70, le mie scelte erano molto eclettiche e legate principalmente al mio gusto del momento e all'occasione che mi si presentava. Lo sviluppare il mio progetto di collezione sugli artisti italiani informali, poveri e concettuali, selezionando le loro opere di maggior qualità, è stata una decisione maturata nel tempo e legata alla mia crescita culturale e all’evoluzione del mio gusto sviluppatisi con la frequentazione dei maggiori musei d'arte moderna e contemporanea del mondo (sia per lavoro che per diletto ho viaggiato molto), delle gallerie e delle mostre, con lo studio, unitamente al desiderio di contribuire, seppur modestamente, a valorizzare la nostra arte moderna e contemporanea più significativa.
Gli artisti sono selezionati sulla base della loro effettiva riconoscibilità internazionale e dell'organicità all'area di appartenenza, in modo da soddisfare il progetto di collezione che sto cercando di realizzare: rappresentare in modo esaustivo i movimenti e gli artisti italiani che si pongono ai massimi livelli per originalità e capacità propositiva rispetto al panorama delle avanguardie internazionali della seconda metà del Novecento. Certo, la scelta è inevitabilmente connotata di caratteri soggettivi: per esempio, mancano dalla Collezione movimenti e artisti importanti, come la Scuola Romana e, soprattutto, la Transavanguardia, che non amo e ritengo sopravvalutati. Altrettanto, non tutti gli artisti presenti in Collezione hanno il riconoscimento internazionale di Fontana, Burri, Manzoni, Boetti, Merz, Kounellis, Pistoletto, Paolini, Cattelan, ma sono in ogni caso tra i maggiori artisti del nostro secondo novecento. Altre volte, la poesia di un’opera è tale da farmi soprassedere al rigore del progetto.
Un elemento rimane comunque essenziale per la scelta: l’opera mi deve piacere e, soprattutto, emozionare altrimenti, a dispetto della sua particolarità, rappresentatività dell’artista, tecnica esecutiva innovativa, rarità, fama, conservazione, buon prezzo, non la acquisto. Questo perché, al fondo, al di là del progetto di collezione, io acquisto opere d’arte per vedermi circondato da cose che mi piacciono e continuamente mi suggestionano.
La Collezione è composta da tre nuclei fondamentali: i nostri giganti dell’informale, Burri e Fontana in primis, con le loro più importanti opere seriali, gli artisti dell’Arte Povera, tutti rappresentati con la loro produzione più importante, e le ultime generazioni tra cui spicca tutta l’opera seriale di Cattelan.
La video arte si è aggiunta recentemente.
Chiara Giorgetti: La tua collezione, che ricordiamo è aperta al pubblico su appuntamento, si è trasferita da Milano a Tarquinia. Quali sono i tuoi progetti futuri e che “relazione” hai con questi lavori collezionati nel tempo?
Vittorio Peruzzi: Considero decisamente corretta la tesi di Warburg sulla conservazione della memoria e dei processi storici attraverso la loro archiviazione per immagini. Altrettanto corretta la conseguente tesi dell’ identificazione del collezionista con la sua collezione, come testimonianza complessiva del suo passaggio sulla terra: chi colleziona operando le proprie scelte sulla base del progressivo svilupparsi delle proprie convinzioni e maturazioni culturali - non mi riferisco quindi al collezionista che opera nella mera ottica dell’ investimento finanziario o che fa scegliere da terzi le opere da acquistare - considera effettivamente la collezione come la sua “opera” al punto di preoccuparsi che dopo la propria morte essa rimanga integra, fruibile ed associata alla sua memoria.
Da qui anche la scelta di aprire al pubblico la collezione con visite gratuite su appuntamento: nel corso degli anni molte centinaia di persone hanno visitato la collezione a Milano e ora a Tarquinia.
Chiara Giorgetti: Che consigli daresti ad un giovane collezionista?
Vittorio Peruzzi: Il consiglio per un giovane collezionista è quello di acquistare solamente ciò che piace, relegando in secondo piano l’aspetto dell’investimento finanziario, documentandosi accuratamente sull’opera da acquistare ed accertandosi della sua presenza nel catalogo dell’opera seriale dell’artista e verificando accuratamente la corrispondenza dei dati riportati con quelli dell’opera.
Nota : la Collezione Peruzzi - Località Piane del Marta a Tarquinia (Viterbo) è visitabile gratuitamente su appuntamento