andiuorol
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Ma meditati "consapevolmente" non compulsivi..
compulCHE??
magari....
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Ma meditati "consapevolmente" non compulsivi..
No sono pericolose le anomalie di tale sistema..e anche i rimedi farmacologici per curarle.. se mal dosati.
Tra questi non dovrebbero rientrare le opere d'arte quindi..vai con gli acquisti!!
Ma meditati "consapevolmente" non compulsivi..
Beh, la farmacia sotto casa mia vende delle ottime imitazioni di Damien Hirst e funzionano benissimo
vogliamo tornare sull'argomento?
Graziet:t:
Direi che collabora al catalogo ragionato , o almeno così dichiara Addamiano in una intervista pubblicata da LiveauctioneersUna precisazione.
Prima di scrivere di Federico Sardella
che personalmente stimo
abbiate la certezza di quanto riportate.
Non mi risulta sia nell'archivio Simeti, per quanto collabori in un evento,
ma del resto lo fa e lo ha sempre fatto, con professionalità.
Grazie
Una precisazione.
Prima di scrivere di Federico Sardella
che personalmente stimo
abbiate la certezza di quanto riportate.
Non mi risulta sia nell'archivio Simeti, per quanto collabori in un evento,
ma del resto lo fa e lo ha sempre fatto, con professionalità.
Grazie
Condivido..... spesse volte si esce da quello che' e' l'argomento per perderci in conversazioni sterili e inutili se pur simaptiche...
Consiglio di aprire una pagina dedicata a battute ecc come una sorta di bar e di rispondere solo a tema alle domande che si fanno.
beh
io starei sul Serpente del 1968 olio su tela
appeso senza cornice sopra
se potessi, però
E un critico ebbe una delicata ed acuta riflessione su di Lui.
“Tra i protagonisti di Forma 1, il più acuto interprete di Kandinsky è Piero Dorazio che mantiene un costante dialogo con la moglie Nina a cui scrive, tra il 1948 e il 1979, in ben 76 occasioni una corrispondenza formata da lettere, cartoline e biglietti postali.
Particolarmente acute anche le sue riflessioni teoriche e Dorazio nel 1950 sottolinea come il problema della forma affrontato da Kandinsky, che già nel 1914 la definisce come espressione materiale del contenuto astratto, appaia assai prossima all’indagine del Gruppo romano.
Ma l’aspetto più interessante della sua analisi è quello nel quale sottolinea come l’artista russo abbia saputo superare la crisi del linguaggio proponendo un rinnovato meccanismo compositivo dove “le forme evocatrici assumono gli aspetti più diversi e affascinanti di un mondo che rivive negli accessi remoti di ogni memoria e presentano come unico attributo sensibile una organicità plastica nuova.”
In questa prospettiva “tutto quanto è stato prodotto e assimilato ritorna come elemento attivo nella nuova unità formale.*“
Alberto Fiz
* Rif. Piero Dorazio, Kandinsky secondo la forma, in Omaggio a W. Kandinsky, “Forma 2-Quaderni tecnico informativi di arte contemporanea, n.1 L’Age d’Or, Roma, maggio 1950.
________________________________________________________
PS: quel Serpente del 1968 è c/o Gallerie d'Italia - Collezione Banca Intesa
...Troppo semplice dire che l'artista Dorazio volendo esprimere la forza nativa dei colori prima sceglie forme geometriche, poi, per non dare una sensazione di eccessiva rigidità, che bloccherebbe la comunicazione del colore, rompe egli stesso queste forme geometriche inserendo superfici apparentemente in disordine o lacerate, recuperando così il senso della vitalità e profittandone per arricchire la danza dei colori con questi inserti? I quali inserti possono mostrare il colore stesso non solo come elemento di "ordine", ma anche come "aspetto complementare", a seconda del rapporto colore/forma che di volta in volta si viene a creare (vorrei risultare ancora più semplice, ma allora ci vorrebbe molto più tempo ).
QUOTE]
ora mi è più chiaro, grazie gino
Hai ragione.
Ma riguardo le conversazioni intendevi dire simpatiche o sinaptiche?
Tornando all'argomento "seriamente" come da te richiesto è da intendersi come un vero investimento un Dorazio tardo o colui per il quale ci sono novita' inerenti la sua produzione?
A parte quell'analisi prontamente censurata dal nostro vaticanesco programma - integro per chiarezza, puoi farlo anche tu - certamente la seconda parte dell'intervento è un tipico esempio di discorso fumoso che non dice nulla in quanto potrebbe applicarsi a qualunque pittore sulla faccia della terra, e ora anche su Marte.
Troppo semplice dire che l'artista Dorazio volendo esprimere la forza nativa dei colori prima sceglie forme geometriche, poi, per non dare una sensazione di eccessiva rigidità, che bloccherebbe la comunicazione del colore, rompe egli stesso queste forme geometriche inserendo superfici apparentemente in disordine o lacerate, recuperando così il senso della vitalità e profittandone per arricchire la danza dei colori con questi inserti? I quali inserti possono mostrare il colore stesso non solo come elemento di "ordine", ma anche come "aspetto complementare", a seconda del rapporto colore/forma che di volta in volta si viene a creare (vorrei risultare ancora più semplice, ma allora ci vorrebbe molto più tempo ).
Quanto a Kandinskij, si può essere meno generici citando un'alternanza tra forme geometriche e forme vagamente organiche in cui si esprime sia un dialogo tra rette e curve, sia, parallelamente, un altro dialogo tra il quasi morto ed il quasi vivente. Senza dimenticare che l'uso "magico" del colore in K., proveniente dalla sua cultura russa, cioè da icone che non volevano rappresentare il reale, ma lo spirituale che nel reale agisce, non può essere ripreso dall'italiano se non come visione che, a confronto, appare addirittura classicheggiante.
Altro che “tutto quanto è stato prodotto e assimilato ritorna come elemento attivo nella nuova unità formale", frase che si può usare da Giotto a Monet senza problemi per tutti i pittori vissuti nel frattempo, e anche dopo.