Portafoglio pigro, consistenza portafoglio e tranquillità (Vol III)

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Stato
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Magari dico cose per te ovvie ma le ricordo per scrupolo... Quella è la redditività passata, nell'arco del periodo di più spettacolare abbassamento dei tassi che si sia mai visto.

Dai un'occhiata al grafico postato qui sotto.

La scheda di EM15 a fine febbraio indicava un rendimento a scadenza di 0,53% e una duration di oltre 18.

Oggi, dopo uno storno di marzo di circa il 7%, a occhio dovremmo stare intorno allo 0,90 di ytm.

Ora, io capisco la decorrelazione e tutto il resto, ma mi guarderei bene da cercare rendimento su questa parte di portafoglio, perché il rischio in caso di ripartenza dell'inflazione è prendersi una legnata notevole. Che non mi parrebbe compensata dalla possibilità di apprezzamento dello strumento. Poi per carità, liberissimo. Ma la duration di un all maturity mi sembra già consistente quanto basta. Euro o globale coperto cambia poco, io personalmente sino più orientato al secondo, ma mettersi in casa uno strumento con duration 18 in questo momento storico... Sicuro?

Ciao, anche io ero molto tentato dalle obbligazioni 15+, come puoi vedere nelle pagine precedenti del thread. Nel frattempo però, studiando un po', mi sono pian piano allineato alla tua visione.

Una riflessione al volo: prendiamo per un attimo AGGH e IBGL (15-30 euro iShares).
USA e EURO hanno i tassi a 0 e immagino che nei prossimi anni questi tassi non potranno fare altro che ritornare a crescere.
Se ciò si verificasse, allora immagino che IBGL perderebbe parecchio a causa della duration elevata, ma perderebbe abbastanza anche AGGH, dato che contiene il 60-70% di USA e EURO e duration non proprio bassissima (7 vs 17).

In ogni caso quindi si andrebbe a perdere, con una leva più o meno grande.
A questo punto, se si volesse un vero cuscinetto ci vorrebbe un global sovereign IG ma short term... che mi pare non esista...

Tornando in un periodo di nuova decrescita dei tassi ci si potrebbe invece tornare a spingere su un long term.

Ecco, secondo me non troviamo la soluzione ottimale perchè semplicemente non esiste, ma "dipende" dal periodo.
Credo che tocchi quindi adattare la strategia obbligazionaria in base al ciclo dei tassi di interesse. Affermazione per niente lazy, me ne rendo conto... :D

Riguardo questi cicli condivido un video del buon Ray che ha parecchio illuminato un neofita come me :)
 
ERNE?! Se stiamo parlando di paperoni ok. Perchè un conto deposito ha garanzia fino a 100K e rendimenti superiori praticamente in ogni condizione di mercato.
La domanda è: perchè?

Si parla di obbligazioni
I conti deposito non c'entrano niente
 
Perdonami ma mi sembra che tu non abbia idea di come funzioni la copertura del cambio. Si basa su contratti forward, il cui costo è rappresentato in sostanza dal differenziale dei tassi nelle due aree valutarie alla scadenza di regolazione (i più esperti mi correggeranno se sono stato impreciso, ma il succo è questo). In certe fasi la copertura tra euro e dollaro è arrivata a costare il 2% annuo. Altro che 0, 05. Se fosse come dici tu sarebbe troppo semplice, si prende il paese I. G. con i tassi più alti e ci si mette il 100%

Devi fare una media dei costi totali di hedging, non si può prendere solo la situazione peggiore e dire "costa così": non sempre sono negativi.
E quello a cui rinunci come rendimento per il costo (ammesso che in tutte le fasi di ciclo sia effettivamente così), lo guadagni come costanza.
Letteratura PIMCO
 
Ultima modifica:
Si parla di obbligazioni
I conti deposito non c'entrano niente

Stiamo parlando di assett allocation di portafoglio.
E quella è gestione di liquidità, tale e quale a un conto deposito. Per i privati.
Per gli istituzionali è un altro discorso.
 
Ecco, secondo me non troviamo la soluzione ottimale perchè semplicemente non esiste, ma "dipende" dal periodo.
Credo che tocchi quindi adattare la strategia obbligazionaria in base al ciclo dei tassi di interesse. Affermazione per niente lazy, me ne rendo conto... :D

Esattamente, si può scegliere di seguire il ciclo economico, di *scommettere* sul rialzo dei tassi o di essere davvero lazy: negli utlimi due decenni quanta gente ha shortato i titoli giapponesi ed alla fine si è sempre e solo scottata??
 
Stiamo parlando di assett allocation di portafoglio.
E quella è gestione di liquidità, tale e quale a un conto deposito. Per i privati.
Per gli istituzionali è un altro discorso.

Il cd non riguarda gli investimenti azioni obbligazioni commodities
Saluti
 
Il cd non riguarda gli investimenti azioni obbligazioni commodities

Permettimi di dire che questo è il tuo pensiero. Non è un dogma.
Io come privato, fino ai 100K considero un deposito alla stregua di un ETF ultrashort o di un fondo monetario, semplicemente liquidità. Remuerata.
 
Esattamente, si può scegliere di seguire il ciclo economico, di *scommettere* sul rialzo dei tassi o di essere davvero lazy: negli utlimi due decenni quanta gente ha shortato i titoli giapponesi ed alla fine si è sempre e solo scottata??

Mi rendo conto che effettivamente sarebbe una scommessa, e che probabilmente anche io sare l'ultimo a farla, più per pigrizia che altro.
Però è anche vero che, prendendo i tassi usa ad esempio, io questa ciclicità ce la vedo molto.. crescite e decrescite praticamente monotone... in teoria si potrebbe pensare di "scommettere" quando raggiunge il picco o se si vuole essere ancora più prudenti, quando inizia una decrescita.

gr-cb-chart-12-1002.jpg


Ovviamente mi riferisco in particolare ai long term, su cui si può pensare di fare una puntatina in fase di picco/decrescita (tra qualche anno).
 
AGGG per le cedole è standard nel mio PTF
AGGH è il rifugio post vendita SWDA a inizio marzo. Lo tengo poco, è pic>>>> hedging

Ecco, quello che ho in mente di fare io quando inizia la discesa dell'azionario in modo poi da mediare al ribasso vendendo obbligazionario.
 
Permettimi di dire che questo è il tuo pensiero. Non è un dogma.
Io come privato, fino ai 100K considero un deposito alla stregua di un ETF ultrashort o di un fondo monetario, semplicemente liquidità. Remuerata.

Anche mangiare la zuppa con il cucchiaio non è un dogma. Non capisco perchè uno debba scrivere su un forum di cucina che utilizza la forchetta per mangiare la zuppa, però
 
Devi fare una media dei costi totali di hedging, non si può prendere solo la situazione peggiore e dire "costa così": non sempre sono negativi.
E quello a cui rinunci come rendimento per il costo (ammesso che in tutte le fasi di ciclo sia effettivamente così), lo guadagni come costanza.
Letteratura PIMCO

Lo so bene, ma dal tuo discorso sembrava invece che il costo fosse minimo, mentre non lo è affatto: è correlato alla differenza tra i tassi a breve termine nelle due aree valutarie, e se questa differenza è grande il costo è grande. Certo, l'hedge può diventare anche una fonte di reddito aggiuntivo, ma per questo occorrerebbe che i tassi si invertissero tra Europa e Usa, mentre oggi c'è ancora una differenza dello 0,70% circa sul mensile.

Comunque, detto questo, sono il primo a voler inserire una componente globale coperta come AGGH nel mio pf, probabilmente intorno al 10/12%, ma non ne farei invece l'unico asset obbligazionario come invece suggerivi. Tutto qui.
 
Ciao, anche io ero molto tentato dalle obbligazioni 15+, come puoi vedere nelle pagine precedenti del thread. Nel frattempo però, studiando un po', mi sono pian piano allineato alla tua visione.

Una riflessione al volo: prendiamo per un attimo AGGH e IBGL (15-30 euro iShares).
USA e EURO hanno i tassi a 0 e immagino che nei prossimi anni questi tassi non potranno fare altro che ritornare a crescere.
Se ciò si verificasse, allora immagino che IBGL perderebbe parecchio a causa della duration elevata, ma perderebbe abbastanza anche AGGH, dato che contiene il 60-70% di USA e EURO e duration non proprio bassissima (7 vs 17).

In ogni caso quindi si andrebbe a perdere, con una leva più o meno grande.
A questo punto, se si volesse un vero cuscinetto ci vorrebbe un global sovereign IG ma short term... che mi pare non esista...

Tornando in un periodo di nuova decrescita dei tassi ci si potrebbe invece tornare a spingere su un long term.

Ecco, secondo me non troviamo la soluzione ottimale perchè semplicemente non esiste, ma "dipende" dal periodo.
Credo che tocchi quindi adattare la strategia obbligazionaria in base al ciclo dei tassi di interesse. Affermazione per niente lazy, me ne rendo conto... :D

Riguardo questi cicli condivido un video del buon Ray che ha parecchio illuminato un neofita come me :)

Video fantastico, praticamente un esame di macroeconomia in 30 minuti. Bollino verde.

Allora, io la penso così. Prima di tutto ci devono essere uno o più obbiettivi e il relativo orizzonte temporale. Nel mio caso questi obbiettivi si collocano, grosso modo, tra una quindicina di anni.

In teoria in un arco di tempo medio-lungo come questo si potrebbero anche fare considerazioni "tattiche" come le tue, in pratica però è difficilissimo e soprattutto non necessario in funzione del raggiungimento dell'obbiettivo, che è quello di un ragionevole rendimento con l'assunzione di rischi sopportabili.

Lo stesso portafoglio "all season" di Dalio nasce come mix che, in almeno una delle sue componenti, possa reagire bene alle variazioni INATTESE, positive o negative, di produttività/crescita e inflazione, mentre le variazioni "prevedibili" sono tendenzialmente incorporate nei prezzi. Altrimenti sarebbe troppo semplice.

Quando Dalio o altri gettavano le basi per i lazy più noti, però, i tassi negli USA sui titoli a lungo termine erano ENORMEMENTE superiori agli attuali. Ecco che aveva molto senso una bella fetta di long term bonds. Oggi, a mio modestissimo giudizio, per il risparmiatore medio che si prefigge obiettivi ragionevoli in archi di tempo "umani" e non biblici, già la duration di un all maturity è molto insidiosa, figuriamoci quella di un IBGL. Già una duration di 8-9 anni vuol dire che ci metti altrettanti anni per essere relativamente certo di non perdere in valore nominale, per maturare cioè l'irrisorio rendimento atteso implicito nei titoli in pancia al fondo al momento dell'acquisto (anche qui i più esperti mi correggeranno, e in particolare non ho mai capito bene quale sia, in rapporto alla duration, il tempo "medio" di recupero della perdita da incremento dei tassi, tenuto conto delle maggiori cedole maturate dai nuovi titoli acquistati dall'etf man mano che vengono a scadenza i vecchi... ma non credo di aver detto uno sfondone eccessivo). E penso comunque che anche su un all maturity sia il caso di entrare gradualmente.

Secondo me bisogna sempre partire dalla funzione che ha l'obbligazionario I.G. in un portafoglio lazy (tralascio qui l'obbligazionario emergenti o high yeld, che ha una logica molto più speculativa).

A mio avviso l'i.g. risponde a tre esigenze, una psicologica e due pratiche: 1) ridurre l'entità del segno "rosso" nelle fasi di crisi, attraverso una decente decorrelazione con l'azionario; per questo occorre che sia di buona qualità e prevalentemente governativo; 2) fornire liquidità per i bilanciamenti, in mancanza di nuovi risparmi da apportare; e quindi consentire di vendere senza realizzare minus (che non sarebbero compensabili), o almeno minus trascurabili; a tal fine, occorre sempre una buona qualità, ma anche una duration non eccessiva per evitare tempi di recupero dai prezzi di carico troppo lunghi; 3) fornire liquidità per il caso sfavorevole che occorra smobilitare una parte del pf per esigenze sopravvenute e imprevedibili all'inizio dell'investimento.

Un all maturity, meglio se acquistato inizialmente in più tranche, è un decente compromesso per soddisfare degnamente queste esigenze, senza sacrificare totalmente il rendimento, a condizione di avere un orizzonte di investimento adeguato (per me, nella situazione attuale, non meno di 10 anni).

Detto ciò, concordo con molti altri, su questo forum, che l'ingresso iniziale oggi sia davvero un problema. Il decennale USA allo 0,60% scoraggia chiunque dall'entrare su un globale. Non parliamo della zona euro. Io stesso avevo iniziato un piano di accumulo in 8 rate su XG7S, 3 le ho prese con un buon pmc (col senno di poi), ma sul proseguire ora con le altre 5 sono molto frenato. Personalmente, all'inizio, cioè a fine 2018, avevo impostato un periodo d'ingresso sull'intero portafoglio in 4-5 anni. L'entrata sugli asset volatili è stata e verrà ancora accelerata, ora che si è aperta una chiara crisi, mentre per quella obbligazionaria i.g. mi sono dato la regola di stare alla finestra e cercare di cogliere qualche ribasso. Purtroppo non sono riuscito a sfruttare i cali di metà marzo perché in quel momento ho privilegiato l'impiego della liquidità per le quote di azionario, ma il concetto è un po' questo. Sta di fatto che nell'arco di un paio di anni intendo completare anche l'entrata su obbligazionario, indipendentemente dal livello dei tassi, e poi aspettare i 10-15 anni del mio orizzonte, senza movimentazioni "tattiche" strada facendo. Come strumenti per l'i.g., andrò su XG7S, EMI (questi due in parte li ho già) e AGGH (che alla fine penso di preferire all'europeo XGLE).
 
Video fantastico, praticamente un esame di macroeconomia in 30 minuti. Bollino verde.

Allora, io la penso così. Prima di tutto ci devono essere uno o più obbiettivi e il relativo orizzonte temporale. Nel mio caso questi obbiettivi si collocano, grosso modo, tra una quindicina di anni.

In teoria in un arco di tempo medio-lungo come questo si potrebbero anche fare considerazioni "tattiche" come le tue, in pratica però è difficilissimo e soprattutto non necessario in funzione del raggiungimento dell'obbiettivo, che è quello di un ragionevole rendimento con l'assunzione di rischi sopportabili.

Lo stesso portafoglio "all season" di Dalio nasce come mix che, in almeno una delle sue componenti, possa reagire bene alle variazioni INATTESE, positive o negative, di produttività/crescita e inflazione, mentre le variazioni "prevedibili" sono tendenzialmente incorporate nei prezzi. Altrimenti sarebbe troppo semplice.

Quando Dalio o altri gettavano le basi per i lazy più noti, però, i tassi negli USA sui titoli a lungo termine erano ENORMEMENTE superiori agli attuali. Ecco che aveva molto senso una bella fetta di long term bonds. Oggi, a mio modestissimo giudizio, per il risparmiatore medio che si prefigge obiettivi ragionevoli in archi di tempo "umani" e non biblici, già la duration di un all maturity è molto insidiosa, figuriamoci quella di un IBGL. Già una duration di 8-9 anni vuol dire che ci metti altrettanti anni per essere relativamente certo di non perdere in valore nominale, per maturare cioè l'irrisorio rendimento atteso implicito nei titoli in pancia al fondo al momento dell'acquisto (anche qui i più esperti mi correggeranno, e in particolare non ho mai capito bene quale sia, in rapporto alla duration, il tempo "medio" di recupero della perdita da incremento dei tassi, tenuto conto delle maggiori cedole maturate dai nuovi titoli acquistati dall'etf man mano che vengono a scadenza i vecchi... ma non credo di aver detto uno sfondone eccessivo). E penso comunque che anche su un all maturity sia il caso di entrare gradualmente.

Secondo me bisogna sempre partire dalla funzione che ha l'obbligazionario I.G. in un portafoglio lazy (tralascio qui l'obbligazionario emergenti o high yeld, che ha una logica molto più speculativa).

A mio avviso l'i.g. risponde a tre esigenze, una psicologica e due pratiche: 1) ridurre l'entità del segno "rosso" nelle fasi di crisi, attraverso una decente decorrelazione con l'azionario; per questo occorre che sia di buona qualità e prevalentemente governativo; 2) fornire liquidità per i bilanciamenti, in mancanza di nuovi risparmi da apportare; e quindi consentire di vendere senza realizzare minus (che non sarebbero compensabili), o almeno minus trascurabili; a tal fine, occorre sempre una buona qualità, ma anche una duration non eccessiva per evitare tempi di recupero dai prezzi di carico troppo lunghi; 3) fornire liquidità per il caso sfavorevole che occorra smobilitare una parte del pf per esigenze sopravvenute e imprevedibili all'inizio dell'investimento.

Un all maturity, meglio se acquistato inizialmente in più tranche, è un decente compromesso per soddisfare degnamente queste esigenze, senza sacrificare totalmente il rendimento, a condizione di avere un orizzonte di investimento adeguato (per me, nella situazione attuale, non meno di 10 anni).

Detto ciò, concordo con molti altri, su questo forum, che l'ingresso iniziale oggi sia davvero un problema. Il decennale USA allo 0,60% scoraggia chiunque dall'entrare su un globale. Non parliamo della zona euro. Io stesso avevo iniziato un piano di accumulo in 8 rate su XG7S, 3 le ho prese con un buon pmc (col senno di poi), ma sul proseguire ora con le altre 5 sono molto frenato. Personalmente, all'inizio, cioè a fine 2018, avevo impostato un periodo d'ingresso sull'intero portafoglio in 4-5 anni. L'entrata sugli asset volatili è stata e verrà ancora accelerata, ora che si è aperta una chiara crisi, mentre per quella obbligazionaria i.g. mi sono dato la regola di stare alla finestra e cercare di cogliere qualche ribasso. Purtroppo non sono riuscito a sfruttare i cali di metà marzo perché in quel momento ho privilegiato l'impiego della liquidità per le quote di azionario, ma il concetto è un po' questo. Sta di fatto che nell'arco di un paio di anni intendo completare anche l'entrata su obbligazionario, indipendentemente dal livello dei tassi, e poi aspettare i 10-15 anni del mio orizzonte, senza movimentazioni "tattiche" strada facendo. Come strumenti per l'i.g., andrò su XG7S, EMI (questi due in parte li ho già) e AGGH (che alla fine penso di preferire all'europeo XGLE).

purtroppo non posso votarti per questo ottimo post :)
 
Per il discorso tassi legato alla valutazione dell'acquisto di bond governativi di più o meno lunga scadenza, bisogna anche tenere conto di quanto ci si possa aspettare essere l'entità di un eventuale aumento. C'è chi dice che a causa degli enormi debiti di molti Stati i tassi alti di un tempo non li vedremo più. E di quanto possa essere diluito nel tempo tale aumento, per valutarne l'impatto sulle quotazioni, considerando anche che io procederei con pac mensile. Troppe incognite forse, quindi un all maturity potrebbe in effetti essere la giusta via di mezzo...
 
Non capisco perchè uno debba scrivere su un forum di cucina che utilizza la forchetta per mangiare la zuppa, però

Perchè devi mangiare una zuppa con il cucchiaio quando forse è meglio un bel risotto?
Guarda filosofo che ti stai incartando da solo. Quello che importa agli investitori è il rapporto rischio/rendimento, minimizzando i rischi e massimizzando il rendimento.
Ti ho chiesto in origine perchè un privato dovrebbe preferire utilizzare un ETF ultrashort al posto di gestire la liquidità con un conto deposito, quando sull'ETF hai dei costi di bollo e di negoziazione e di spread che con un deposito non hai. Risposta?
 
Lo so bene, ma dal tuo discorso sembrava invece che il costo fosse minimo, mentre non lo è affatto: è correlato alla differenza tra i tassi a breve termine nelle due aree valutarie, e se questa differenza è grande il costo è grande. Certo, l'hedge può diventare anche una fonte di reddito aggiuntivo, ma per questo occorrerebbe che i tassi si invertissero tra Europa e Usa, mentre oggi c'è ancora una differenza dello 0,70% circa sul mensile..

Ho capito il tuo punto di vista.
E non volevo dire che il costo è minimo, ma che nel lungo periodo fatto anche di inversione della curva dei tassi tra le nostre zone euro e dollaro, l'hedging comporta dei benefici di diminuzione della volatilità e costanza di rendimenti che senza non sono possibili (che la sa gran lunga più di me sicurmente). E l'autore ne sa molto molto più di me.
 
Per il discorso tassi legato alla valutazione dell'acquisto di bond governativi di più o meno lunga scadenza, bisogna anche tenere conto di quanto ci si possa aspettare essere l'entità di un eventuale aumento. C'è chi dice che a causa degli enormi debiti di molti Stati i tassi alti di un tempo non li vedremo più. E di quanto possa essere diluito nel tempo tale aumento, per valutarne l'impatto sulle quotazioni, considerando anche che io procederei con pac mensile. Troppe incognite forse, quindi un all maturity potrebbe in effetti essere la giusta via di mezzo...

Qualche post fa riportavo l'esempio del Giappone, stato "pilota" di questa situaizone: debito al 200%, popolazione vecchia e PIL stagnante. Bene sono 20 anni che chi shorta il debito giapponese si shorta.

Per quanto si chiedeva @simo78 riguardo la varianza, su un TF ogni punto di incremento dei tassi si riflette di circa un 0,7 sul prezzo del nominale per anno. 1% su un decennale sono 7 punti in meno. Va da se che duration come quelle dei globali adesso sono molto sensibili ad un eventuale rapida salita dei tassi. Si spera che l'aumento dei tassi sia per frenare un'economia in rapida crescita con quindi l'azionario che a ruota faccia un +10 all'anno. :D:D:D:D:D:D
 
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