Piccola premessa : scrivo perché mi è stato richiesto un contributo e se l'ho fatto per anni è perché a me piace confrontarmi su queste tematiche. Sono disponibile a condividere la mia esperienza affinché possa essere utile a me ripercorrerla e ad altri a raggiungere i propri obbiettivi finanziari e di crescita personale, sempre però nel rispetto e nel confronto reciproco.
Se qualcuno non è disposto a fare lo sforzo di interagire civilmente eviti di citarmi, diversamente eviterò io senza troppi problemi.
Hai centrato il punto. Per me dipende da come ti approcci al denaro. Alcuni ricchi ci pensano 1.000 volte prima di spendere 100 euro altri molto meno ricchi si comprano il nuovo iphone ogni anno senza battere ciglio. Bisogna fare delle simulazioni a monte calcolando lo scenario peggiore abbondando di un ulteriore 30%, dato che poi arrivano eventi come il coronavirus che sbriciolano la volatilità negativa del 2008 e per avere paragoni bisogna andare al 1929.
il discorso simulazioni per me è solo in parte sensato, perché la variabile umana con tutte le sue sfaccettature non la puoi prevedere ed inserire in un modello.
se ripenso a marzo credo che la mia gestione del portafoglio sarebbe stata parzialmente diverse se la discesa dei mercati non fosse stata causata da un'emergenza sanitaria che mi ha portato a vivere una situazione che ha impattato pesantemente sulla mia emotività. tolta l'incognita di non capire bene cosa stava succedendo i seguenti fatti mi hanno destabilizzato:
- bambini a casa
- lavoro in struttura socio sanitaria con alto profilo di rischio rispetto al covid
- genitori anziani
- cambiamento dello stile di vita da un giorno all'altro
- rischio cassa integrazione
- aumento dello stress familiare
e ho avuto la fortuna di non avere amici o parenti direttamente coinvolti.
questi fatti hanno fatto si che il mio profilo di rischio, testato ormai da alcuni anni, sia passato da adeguato ad inadeguato.
Appunto! Mi chiedo, da quando frequento queste pagine, quanto influisce l'importo del capitale. In buona sostanza, se esiste una regola che , per quanto empirica, stabilisca, al crescere dell'importo investibile, il numero e la tipologia degli ETF. Ho capito che esiste una proporzionalità diretta ma mi piacerebbe conoscere nel dettaglio la logica di composizione
su di me la dimensione del patrimonio influisce sicuramente.
i loss e i gain di questi anni non mi hanno mai fatto cambiare lo stile di vita, per scelta e non perché non siano stati significativi in entrambe le direzioni.
più che il numero di etf è importante capire la correlazione tra questi e la composizione del portafoglio.
gli elementi che io ho individuato e che sento mi aiutano sono questi:
- i guadagni della parte trading (che è pari al 10%) li reinvesto in global bond hedged in modo da mantenere sempre la stessa cifra per il trading. prima di incrementarla, a prescindere dalla percentuale che rappresenta, il capitale dovrà crescere parecchio. la parte trading deve ridursi all'aumentare del capitale perché quasi sicuramente sarà soggetta a maggiore volatilità e ci sarà l'impatto psicologico delle perdite (che emotivamente sentiamo il doppio delle vincite).
- sulla parte lazy utilizzo pochi strumenti (2-3) perché ho visto per esperienza che più ne ho più sono portato a fare aggiustamenti sull'allocazione.
se all'aumentare del capitale sento il bisogno o l'utilità di introdurre altri asset preferisco considerarli sotto la parte trading per mantenere invariata nella composizione la parte core e lazy del portafoglio. ad esempio domani decido di mettere un 5% in oro e lo considero come trading concedendomi la possibilità di sperimentare questa variazione. quindi riduco l'azionario di un 5% ma il resto rimane uguale.
- se intendo mettere cifre importanti su uno strumento (es azionario globale) scelgo 2 strumenti e divido gli importi.
- per decidere rischio, percentuali e strumenti ragiono cosi:
1. parte "entrate" : distribuzione periodica per migliorare stile di vita e avere possibilità di fare piccoli ingressi aggiuntivi sugli strumenti (perché ho margine di risparmio inesistente sullo stipendio perché troppo basso)
2. parte "crescita" : costituita da una parte lazy e dalla parte trading. serve a raggiungere gli obbiettivi a lungo termine del piano di investimenti (pensione, casa per i figli, studi dei figli, casa al mare, ecc)
3. parte "stabilità" : riduce la volatilità del portafoglio e serve a far fronte a spese impreviste per cui non è sufficiente il cuscinetto di emergenza o a decisioni improvvise che richiedono liquidità rapidamente disponibile senza dover stare troppo a preoccuparsi di smobilitare asset che magari sono in rosso al momento
- cercare di trovare un metodo che permetta di stare fuori dai mercati con la parte trading nelle situazioni come marzo.
io a marzo ero fortemente esposto su strumenti legati all'indice vix e questa operatività nelle settimane calde di marzo richiedeva di essere seguita attentamente per prendere decisioni sulla gestione delle posizioni, tutto questo mentre i margini aumentano, il loss teorico pure e il valore della parte azionaria del lazy diminuiva sensibilmente (ti garantisco che variazioni di 10k o di 100k sul portafoglio non hanno lo stesso impatto emotivamente).
quindi trovare un modo per cui la parte più volatile del portafoglio vada ad alimentare la parte stabilità nei momenti critici permettendo di salvaguardare la parte crescita.
Ci saranno sempre nuovi utenti con visioni diverse ma non mi sembra un buon motivo addirittura per non scrivere più...
Ci sono discussioni in cui partecipo io nelle quali si è in perenne ot ed è quindi diventato impossibile partecipare..
Qui tutto sommato si rimane in tema con utenti più o meno consapevoli che propongono il loro ptf ideale, ci sono confronti su copertura valutaria o meno sulle caratteristiche degli etf ecc...
Secondo me sarebbe più utile utilizzare la tua esperienza per trattare argomenti importanti quali appunto il profilo di rischio e la struttura di ptf più corposi (che a me interessa molto) piuttosto che non scrivere più... Poi liberi tutti ovviamente
Ciao Bob,
le diverse visioni sono tutte legittime e rispettabili, figuriamoci.
Credo però che il trend dei post, anche di questa discussione a cui sono molto legato, sia un indicatore importante della mentalità o dei pensieri di chi si è avvicinato al mercato negli ultimi anni. E vedo poco interesse a condividere gli sbagli fatti e capire il perché, a capire come variabili esterne alle finanze della nostra vita ci condizionano anche in quelle scelte, a ragionare in funzione degli obbiettivi di investimento, ecc.
Se fossi digiuno della materia e capitassi qui mi renderei conto di tutto tranne che del rischio che corro e dell'importanza di stabilire il mio personale livello di rischio.
Ho messo sopra alcuni elementi tratti dalla mia esperienza che possono essere utili solamente in parte perché nelle situazioni bisogna trovarcisi per mettere in discussione le proprie convinzioni.
Riassumo ed integro:
a causa di fattori interni agli investimenti (eccessiva volatilità della parte trading unita ad una importante quota azionaria - 80%) e di fattori esterni legati alla situazione sanitaria mi sono ritrovato con un profilo di rischio inadeguato ed un non sufficiente bagaglio di esperienza emotiva (è la prima vera crisi che mi trovo a vivere con soldi investiti) al punto che sono intervenuto liquidando la parte lazy nel momento peggiore.
è stato di fatto come innescare la miccia di un dispositivo dirompente:
- per gestire i margini delle posizioni sul vix cercando di contenere le perdite ho usato liquidità destinata ad incrementare gli etf lazy
- dato che tale liquidità era in parte vincolata e dovevo aspettare la scadenza dei termini ho smobilitato alcune posizioni trading (avevo 20k di tesla con pmc 350$)
- non ho incrementato la parte lazy ma l'ho smontata (in pareggio e in guadagno) perché le perdite consolidate unite alla perdita virtuale del portafoglio era troppa per reggerla psicologicamente
insomma peggio non potevo fare.
cifre e percentuali non sono importanti perché tutto è relativo e perché non sono state tali da compromettere lo stile di vita e ciò che in futuro potrò offrire ai miei figli, unico fattore che mi avrebbe veramente mandato in crisi.
questo ha fatto si che dopo alcuni mesi di riflessione sono rientrato nuovamente sul mercato con nuove consapevolezze e nuove impostazioni che stanno portando i loro frutti, tutto questo senza la fretta di recuperare quanto perso aumentando il rischio, che sarebbe un errore madornale.
spero il mio contributo sia utile, anche se non è fatto di grafici, numeri, sigle, ecc dei quali onestamente capisco il giusto
buona giornata !