Portafoglio pigro, consistenza portafoglio e tranquillità (Vol IX)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
alla faccia dell'articolo è una vera e propria pubblicazione :D
complimenti!
Sono molto contento che si continui a parlare di portafogli pigri e a fare educazione finanziaria su questo metodo di investimento.
I rendimenti rolling sono secondo me estremamente interessanti come analisi, oltre all'ulcer index. Due parametri fondamentali specie per l'investitore avverso alle perdite che vuole nonostante tutto approfittare delle opportunità offerte dalla finanza sia come guadagni che come decoupling dall'economia interna penosa.
 
Ai miei figli,
quando chiedono qualcosa in malo modo, come se nella loro mente avessero un diritto dovuto ma non ancora goduto, mi limito a dirgli : "Per pia...." e poi loro completano la frase in un attimo. E' chiedere tropp sperare in tanta cortesia anche in questa sede? E' tutto dovuto anche qui? Forse sì. Ottimo.

Comunque, mie considerazioni da "impaziente veterano" a parte, ne ho approfittato per cercare un pò online - attività questa che dovrebbe essere endemica nel nuovo che avanza - qualcosa che fosse diverso dalla solita decina di link che potrai ritrovare nelle pagine indietro, ed ho recuperato questa interessante intervista:

VIDEO: Quando serve coprirsi dal rischio di cambio | Morningstar

Riporto un passaggio che sintetizza molto bene il tema:

Benz: Voi avete quindi deciso di coprire dal rischio di cambio la vostra esposizione obbligazionaria estera, ma non lo avete fatto per la parte equity. Perché?
Jestice: Un’altra ottima domanda. Le azioni sono una classe di attivito piuttosto volatile già di per sé, come misurato dalla deviazione standard. Anche le valute lo sono. Quando guardiamo la volatilità che la moneta aggiunge a un portafoglio azionario, quindi la volatilità della valuta, quella delle azioni e la correlazione dei due, in realtà vediamo che l’esposizione valutaria aggiunge solo un modesto aumento della volatilità totale di un portafoglio azionario.
Quando guardiamo le obbligazioni, la situazione è molto diversa. I bond rappresentano la parte più stabile nella maggioranza dei portafogli. Così, quando si analizzano i loro movimenti, si scopre che la valuta è in realtà molto volatile, mentre i rendimenti obbligazionari sono stabili. Quindi, se si ha un portafoglio di bond globali internazionali senza copertura valutaria, circa i due terzi della volatilità totale proviene delle fluttuazioni delle monete.
A nostro avviso, il ruolo del reddito fisso in un portafoglio è quello di minimizzare la volatilità. Quindi, coprendo l’esposizione obbligazionaria, si torna ad avere bassa volatilità per la parte a reddito fisso, il che pensiamo sia appropriato all’interno di un’esposizione diversificata. Quindi, se i costi della coperura sono gli stessi per azioni e obbligazioni, allora vale più la pena di pagare quel costo per eliminare i due terzi della volatilità del reddito fisso. Non vale invece la pena di sostenere lo stesso costo per eliminare una quantità molto modesta di volatilità nella parte azionaria. Quindi, copriamo solo il reddito fisso.

Specifico che quanto scritto sopra non è la legge. Niente è legge negli investimenti. E' un modo di vedere la questione che mi trova concorde. Tutto qui.

Un'altra cosa sull'intervista linkata: è del 2016 se non sbaglio e Kevin Jestice di Vanguard sta parlando dei LS americani in un'ottica di investitore US, non dell'area euro.

Quindi, quando dice che il rischio di cambio aggiunge poca volatilità alla parte azionaria, il punto di vista è US: per un investitore US il rischio di cambio coinvolge soltanto il 40% circa del portafoglio globale, perché il 60% ha il dollaro come valuta sottostante e non c'è necessariamente bisogno di hedgiare. D'accordissimo, dicevo anche io che hedgerei almeno il 50% dell'azionario, ma riferendomi a un investitore dell'area euro.

Per l'investitore dell'area euro, infatti, il rischio di cambio coinvolge almeno il 90% del portafoglio azionario, perché l'euro è valuta sottostante di un 8-10% dell'azionario globale.

L'impatto è molto più grande e non hedgiare la parte azionaria significa accollarsi una discreta dose di volatilità in più.
 
alla faccia dell'articolo è una vera e propria pubblicazione :D
complimenti!
Sono molto contento che si continui a parlare di portafogli pigri e a fare educazione finanziaria su questo metodo di investimento.
I rendimenti rolling sono secondo me estremamente interessanti come analisi, oltre all'ulcer index. Due parametri fondamentali specie per l'investitore avverso alle perdite che vuole nonostante tutto approfittare delle opportunità offerte dalla finanza sia come guadagni che come decoupling dall'economia interna penosa.

Grazie, sì è un tomo notevole lo ammetto, anche se tante pagine sono occupate da tabelle e grafici. Chi lo legge tutto è un eroe :D

Spero che sia interessante e che porti quanti più investitori a utilizzare i Lazy portfolios e ad abbandonare forme di investimento molto ma molto più costose che sono la principale causa degli scarsi risultati che ottengono.
 
Non vedo l’ora di leggere questo articolone :) spero sia scritto con l’ottica dell’investitore Europeo… sono curioso di leggere il portfolio Warren Buffet con ottica Europea (speriamo)! ;)
 
Mi trova concorde, ovviamente. L'azionario loro non lo hedgiano, io consiglio un hedge almeno al 50%. Sono punti di vista diversi e, ovviamente, non mi permetterei mai di pormi al di sopra di chi la gestione passiva l'ha inventata.

Tra i vari motivi che sono alla base del perché hedgiare un 50% c'è questo: l'andamento dei tassi di cambio è slegato da quello del mercato sottostante ed è imprevedibile. Se un investitore può tollerare un crollo del controvalore del portafoglio in concomitanza del crollo del mercato ed è felice di vedere crescere il valore quando il mercato sale, il tasso di cambio che va nella direzione sfavorevole potrebbe accentuare una discesa, smorzare una salita, causare una discesa in momenti di lateralità. E certi investitori, soprattutto se meno esperti, potrebbero essere colti di sorpresa ed essere spinti addirittura a interrompere l'investimento.

Vorrei soltanto aggiungere qualche considerazione sull'origine del mio punto di vista più generale in merito di rischio di cambio, così mi faccio anche un po' di pubblicità :): negli ultimi (quasi) due anni, ho scritto un articolo sui Lazy portfolios. Era iniziato con l'idea di fare qualche backtest e qualche considerazione generale ma, nel procedere con l'analisi, si è ramificato in più direzioni e alla fine è diventato parecchio vasto.

Ormai sono prossimo alla pubblicazione, che dovrebbe avvenire la settimana prossima (non so esattamente in che giorno) e vorrei approfittarne per condividere l'indice.

L'articolo sarà accessibile gratuitamente (non è nemmeno richiesta la registrazione gratuita) e condividerò il link appena disponibile ma - disclaimer sul conflitto di interessi - ci sarà un servizio di "Lazy portfolios modello" annesso per chi lo desidera (che potrebbe interessare a una minoranza di investitori o consulenti), la cui consultazione sarà accessibile soltanto agli utenti pro.

Come dicevo l'articolo è lungo (non si legge in 10 minuti) ma non è nemmeno necessario leggerlo tutto, anche se io lo consiglio. Questo è l'indice:


  1. Introduzione
  2. Vantaggi e svantaggi
  3. Integrazione delle serie storiche degli ETF con gli indici
  4. Il rischio di cambio
  5. Elenco dei principali Lazy portfolios (in USD e in EUR) e degli ETF che li costituiscono
  6. Criteri di scelta degli ETF
  7. Perché esistono così tanti Lazy portfolios?
  8. Limiti dell'approccio di ottimizzazione classico (Markowitz) e Hierarchical Risk Parity
  9. Procedura e modelli di ottimizzazione. Il ribilanciamento
  10. L'alternativa: la strategia 1/N
  11. Lazy portfolios modello
  12. Classifiche finali: per portafoglio e per modello di ottimizzazione
    • Lazy portfolios
    • Modelli di ottimizzazione
    • Heatmaps Lazy portfolios - Modelli di ottimizzazione
    • Correlazione lineare tra i Lazy portfolios
  13. Analisi dei Lazy portfolios e presentazione dei risultati dei backtest
    • Considerazioni generali sui Lazy portfolios e sulla diversificazione
    • Primo e secondo livello di diversificazione
    • Composizione, caratteristiche e risultati dei backtest di ogni Lazy portfolio
      • World Bond
      • World Stocks
      • Two fund portfolios
      • Warren Buffett
      • Simple Path to Wealth
      • Couch Potato
      • Three Fund Bogleheads
      • Second Grader's Starter
      • Talmud
      • Margaritaville
      • Andrew Tobias
      • Gyroscopic Investing Desert
      • Permanent
      • Core Four
      • Bogleheads Four Funds
      • No Brainer
      • Larry
      • Golden Butterfly
      • All Weather
      • Ivy
      • Dynamic 60/40 Income
      • Dynamic 40/60 Income
      • Five Asset
      • David Swensen Lazy Portfolio
      • Coffee House
      • Rob Arnott
      • Ultimate Buy and Hold Strategy
      • Ultimate Buy & Hold
      • Dedalo Three
      • Dedalo Four
      • Dedalo Eleven
  14. Rendimenti rolling dei Lazy portfolios a 5 e 10 anni
  15. L'impatto del costo della consulenza finanziaria
  16. Confronto tra fondi flessibili a gestione attiva e i Two Fund Lazy portfolios
  17. ETF Vanguard LifeStrategy
  18. La gestione della parte obbligazionaria e della liquidità
  19. La scelta del Lazy portfolio
  20. Conclusioni
  21. Bibliografia

Complimenti sulla fiducia, sarò un avido lettore.
 
unica cosa se posso chiedere i 31 portafogli proposti e relativi backtest sono nella versione ammerikena o europizzati ?
 
unica cosa se posso chiedere i 31 portafogli proposti e relativi backtest sono nella versione ammerikena o europizzati ?

Ho fatto i backtest di 3 tipi di portafoglio: versione americana, americana in controvalore per l'investitore in euro se non hedgia (:D, semplice applicazione del tasso di cambio ai risultati precedenti) e europeizzati. Nei lazy europeizzati ho sostituito l'USA con l'area euro.

Ovviamente questo significa minore diversificazione per ovvi motivi ma non sono portafogli "rigidi": infatti consiglio anche ETF alternativi e, in ogni caso, uno è libero di sostituire con ciò che vuole.

La scelta andava fatta per i backtest. Dato che gli ETF europei non hanno serie storiche lunghe, per i backtest più lunghi li ho integrati con gli indici che gli ETF replicano (nei limiti del possibile).
 
Io praticamente ho fatto la tesi di laurea sui Lazy, ma leggendo l'indice penso che tu mi abbia battuto a mani basse :D
Diciamo che ho tirato in ballo numeri sul come e dove sono i risparmi degli italiani, bias cognitivi, teoria del portafoglio classica (la frontiera efficiente) per arrivare infine ai lazy con i relativi backtest.
Sono proprio curioso di leggere il tutto :D
 
Ho fatto i backtest di 3 tipi di portafoglio: versione americana, americana in controvalore per l'investitore in euro se non hedgia (:D, semplice applicazione del tasso di cambio ai risultati precedenti) e europeizzati. Nei lazy europeizzati ho sostituito l'USA con l'area euro.

mi sembra un approccio lodevole, anche se personalmente preferisco sempre azionario ACWI per un europeo. La serie storica con tasso di cambio è un dato molto difficile da applicare per un investitore retail (ci ho provato prendendo i dati della bce e le serie di Ishares ma poi ho gettato la spugna, veramente troppo lavoro) quindi sicuramente interessante da leggere ;)
 
Grazie a tutti per i complimenti e la fiducia, spero che non deluda e che in qualche parte sia quanto meno originale.
 
mi sembra un approccio lodevole, anche se personalmente preferisco sempre azionario ACWI per un europeo. La serie storica con tasso di cambio è un dato molto difficile da applicare per un investitore retail (ci ho provato prendendo i dati della bce e le serie di Ishares ma poi ho gettato la spugna, veramente troppo lavoro) quindi sicuramente interessante da leggere ;)

Sì ma infatti l'ACWI è un'ottima soluzione. Ad esempio, in un portafoglio con 2 soli ETF, uno obbligazionario e uno azionario, la scelta è importante: un americano che sceglie US diversificato va bene, un investitore area euro che sceglie un azionario solo area euro insomma... la diversificazione non è il massimo.

Però nei backtest dei Two fund lazy portfolios ho utilizzato ETF area euro. Che poi non è nemmeno tanto male nei backtest, nel senso che i risultati sono "conservativi" (l'area euro, o europa prima dell'euro, ha sottoperformato gli USA praticamente sempre o quasi).

Sull'applicazione del tasso di cambio ho semplicemente trasformato le serie storiche da USD a EUR, moltiplicandole per il tasso di cambio giorno per giorno. Niente di sofisticato, ma ottimo per avere un'idea delle performance in euro quando il sottostante è espresso in USD.
 
02.04.2022_18.09.16_REC.png
 
Grazie a tutti per i complimenti e la fiducia, spero che non deluda e che in qualche parte sia quanto meno originale.

Mi "immolerò" anch'io molto volentieri. Complimenti già per l'impegno.

La tua pubblicazione sul Value averaging è qualcosa di eccezionale, anche se, mi ricordo, davvero un po' pesante per l'abbondanza di dati, grafici e tabelle.

Se posso permettermi un piccolo suggerimento generale (mia personalissima opinione) sui tuoi bei lavori, se riuscissi a creare delle versioni "abstract" a fianco di quelle "complete", potrebbero avere una diffusione maggiore. Solo un mio pensiero.
 
Mi trova concorde, ovviamente. L'azionario loro non lo hedgiano, io consiglio un hedge almeno al 50%. Sono punti di vista diversi e, ovviamente, non mi permetterei mai di pormi al di sopra di chi la gestione passiva l'ha inventata.

Tra i vari motivi che sono alla base del perché hedgiare un 50% c'è questo: l'andamento dei tassi di cambio è slegato da quello del mercato sottostante ed è imprevedibile. Se un investitore può tollerare un crollo del controvalore del portafoglio in concomitanza del crollo del mercato ed è felice di vedere crescere il valore quando il mercato sale, il tasso di cambio che va nella direzione sfavorevole potrebbe accentuare una discesa, smorzare una salita, causare una discesa in momenti di lateralità. E certi investitori, soprattutto se meno esperti, potrebbero essere colti di sorpresa ed essere spinti addirittura a interrompere l'investimento.

Vorrei soltanto aggiungere qualche considerazione sull'origine del mio punto di vista più generale in merito di rischio di cambio, così mi faccio anche un po' di pubblicità :): negli ultimi (quasi) due anni, ho scritto un articolo sui Lazy portfolios. Era iniziato con l'idea di fare qualche backtest e qualche considerazione generale ma, nel procedere con l'analisi, si è ramificato in più direzioni e alla fine è diventato parecchio vasto.

Ormai sono prossimo alla pubblicazione, che dovrebbe avvenire la settimana prossima (non so esattamente in che giorno) e vorrei approfittarne per condividere l'indice.

L'articolo sarà accessibile gratuitamente (non è nemmeno richiesta la registrazione gratuita) e condividerò il link appena disponibile ma - disclaimer sul conflitto di interessi - ci sarà un servizio di "Lazy portfolios modello" annesso per chi lo desidera (che potrebbe interessare a una minoranza di investitori o consulenti), la cui consultazione sarà accessibile soltanto agli utenti pro.

Come dicevo l'articolo è lungo (non si legge in 10 minuti) ma non è nemmeno necessario leggerlo tutto, anche se io lo consiglio. Questo è l'indice:
]
Mi aggiungo alla lista dei futuri lettori .
Ti seguo da prima di iscrivermi a FOL e, come scrissi nel mio messaggio di presentazione, alle tue analisi sul PAC Value Averaging devo uno degli spunti che mi hanno guidato nella composizione e programmazione del mio PF.
Lieto di leggere il tuo "mattone" :-)
 
Grazie a tutti per i complimenti e la fiducia, spero che non deluda e che in qualche parte sia quanto meno originale.

Mi "immolerò" anch'io molto volentieri. Complimenti già per l'impegno.

La tua pubblicazione sul Value averaging è qualcosa di eccezionale, anche se, mi ricordo, davvero un po' pesante per l'abbondanza di dati, grafici e tabelle.

Se posso permettermi un piccolo suggerimento generale (mia personalissima opinione) sui tuoi bei lavori, se riuscissi a creare delle versioni "abstract" a fianco di quelle "complete", potrebbero avere una diffusione maggiore. Solo un mio pensiero.

Anche io non vedo l'ora di leggerti.

Concordo con la considerazione di Simone. Visto il valore dei tuoi lavori sarebbe davvero bello poter raggiungere quanta più utenza possibile.

C'è sempre tanto bisogno di conoscenza...
 
Cosa è successo in Q1 ai bond mentre le kattive commo gravate dal peso insostenibile del contango hanno avuto il miglior Q1 degli ultimi 107 anni? :o


02.04.2022_20.07.12_REC.png
 
Mi "immolerò" anch'io molto volentieri. Complimenti già per l'impegno.

La tua pubblicazione sul Value averaging è qualcosa di eccezionale, anche se, mi ricordo, davvero un po' pesante per l'abbondanza di dati, grafici e tabelle.

Se posso permettermi un piccolo suggerimento generale (mia personalissima opinione) sui tuoi bei lavori, se riuscissi a creare delle versioni "abstract" a fianco di quelle "complete", potrebbero avere una diffusione maggiore. Solo un mio pensiero.

Grazie del suggerimento, perché no :)
 
Movimenti epocali tra le 3 e le 5 std in una singola settimana per i bond medio-corti :eek:
Addirittura il 2Y ha superato le 6 std in 3 settimane.


02.04.2022_23.04.47_REC.png
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro