Invecchiando starò diventando troppo sentimentale ma pensare al taglio di un albero centenario così maestoso a fini decorativi e per un tempo limitato lo trovo comunque uno spreco anche senza considerare trasporto energia e altre spese accessorie. Sarà che da tempo frequento il Trentino e registro una continua contrazione di boschi un tempo folti e vitali, malattie come il bostrico, il proliferare di piste ciclabili, i tagli per il rischio di cadute sulla sede stradale o su linee elettriche, le sorti di legna a cui hanno diritto i residenti, l'estendersi delle coltivazioni dai meli ai vigneti, l'impiego del cippato per il teleriscaldamento o l'impiego più tradizionale nelle segherie hanno trasformato progressivamente foreste in radure simili ormai a parchi urbani con panchine, giochi per bambini, attrezzi ginnici ed aree da pic nic. E si tratta di una delle regioni che hanno fatto delle politiche ambientali un elemento di vanto ed un marchio, complice anche un'impostazione da "sfruttamento delle risorse" che ha trovato la sua espressione nella legge forestale più recente che obbliga ai tagli e riduce i controlli. Il problema va ben oltre un singolo splendido abete natalizio.