Qual è l'esposizione più importante per un artista ...emergente?

Grazie dell'incoraggiamento Macho! :D OK!
Scherzi a parte,
un lavoro ce l'ho, anche se non volessi tenermelo strettissimo, me lo farebbe tenere la mia adorata famiglia :p :D
...ma se ti dico che è stato proprio il fatto di essere entrato nei ruoli troppo presto che mi ha fatto un pò addormentare nei miei propositi artistici ci credi?
Ti assicuro che è così e, se ormai mi sono decisamente svegliato, è perchè credo assolutamente in me stesso, nelle mie capacità (guai se non fosse così) e cercherò di farcela, ce la metterò tutta, ...almeno potrò dire, in vecchiaia (se avrò la fortuna di arrivarci), che ho inseguito un sogno,...e che è stato bello farlo!!!
P.S.) Complimenti per la tua laurea Macho, avrai fatto sicuramente bene! Pensa che ho preso una laurea anch'io,ma ...chissenefrega! Ho deciso che non mi ostacolerà mai più!!!:D ;)

;) in realta' ne ho prese due di lauree, forse per compensare di non aver sfondato nella mia passione, comunque non era per scoraggiarti era un discorso generale perche' di questi tempi magari un consiglio un po piu' concreto puo' aiutare a riflettere. Poi fai benissimo a seguire i tuoi sogni e avendo una famiglia ( come me) avrai fatto anche due conti... Spero... :)
 
Dico la mia da gallerista (anche se oltreoceano, ma penso valga anche per l'Italia).

L' "esposizione piu' importante" per l'artista emergente, non deve essere un mezzo (per "arrivare") ma una prima meta di un percorso lungo e sopratutto sudato.

Come ti e' stato detto, la galleria importante e prestigiosa, normalmente non accetta il primo che capita, a meno che non ci veda un nuovo Picasso... :rolleyes: cioe' in pratica mai!

La gavetta e' fatta anche di molte collettive e poi personali in situazioni non proprio di primaria importanza.

...

Innanzitutto grazie per il tuo contributo d'oltreoceano! :D ;)

Ma sei proprio sicuro che si sappia riconoscere con certezza, senza arrivare al nuovo Picasso, magari il nuovo De Kooning o il nuovo Frank Stella? Io avrei molti dubbi al riguardo!!! :yes:
 
Sull'ultima parte non sono d'accordo. Il talento va, nei limiti, sempre assecondato, il gallerista deve avere anche il compito di prendere un "animale allo stato brado" ( per definire un artista magari molto talentuoso ma ingestibile) e incanalarlo verso un percorso aiutandolo a migliorare sotto quei determinati aspetti. Il gallerista deve fare da chioccia ai suoi artisti e fa ogni artista tirare fuori il meglio, e io, non escluderei mai dalla mia galleria il talento a favore dell'affidabilita'. Il vero problema e' che molto spesso sono quelli senza talento ad essere boriosi rompiballe e inaffidabili..;)

Sul piano puramente romantico, hai perfettamente ragione, in realtà, dopo varie vicissitudini comincio a pensarla come artdude2: con la "testa matta" non vai molto lontano. :D
Ho avuto mostre che rischiavano di saltare a 10 minuti dall'inaugurazione perché l'allestimento non era ancora finito e l'artista (in evidente stato alterato da non voglio sapere cosa) sbraitava contro tutto e tutti.
Ho avuto mostre che rischiavano di non avere il catalogo perché l'artista non inviava le foto in alta nei tempi dovuti (e parliamo di un fotografo :rolleyes:).
Artisti che vendevano sotto-banco anche al salumiere sotto casa (nonostante ampio foraggiamento da parte mia).

Per l'artista rientra nell'estro che fa tanto figo ed è normale, mentre per la galleria sono semplici figure di m€rda che fai con i collezionisti (hai voglia a rimediare!).

Devo dire che, tuttavia, sono esperienze che hanno avuto un'utilità non indifferente: all'inizio ci si stringeva la mano ed era sufficiente. Adesso faccio firmare contratti con marchiatura a sangue :D
 
Fermo restando che l'artista per essere tale non deve essere tutto a posto, altrimenti non c'è gusto.
Uno spazio di follia, qualche dimenticanza, l'incognita dell'ultimo secondo, sono il sale della galleria.
Il perfettino lo lasciamo agli altri. ;)
Ma la serietà professionale non va messa in discussione.
 
Fermo restando che l'artista per essere tale non deve essere tutto a posto, altrimenti non c'è gusto.
Uno spazio di follia, qualche dimenticanza, l'incognita dell'ultimo secondo, sono il sale della galleria.
Il perfettino lo lasciamo agli altri. ;)
Ma la serietà professionale non va messa in discussione.

Allora il sottoscritto andrebbe d'accordo con le migliori gallerie del mondo!!! :yes: :D ;)
 
Sul piano puramente romantico, hai perfettamente ragione, in realtà, dopo varie vicissitudini comincio a pensarla come artdude2: con la "testa matta" non vai molto lontano. :D
Ho avuto mostre che rischiavano di saltare a 10 minuti dall'inaugurazione perché l'allestimento non era ancora finito e l'artista (in evidente stato alterato da non voglio sapere cosa) sbraitava contro tutto e tutti.
Ho avuto mostre che rischiavano di non avere il catalogo perché l'artista non inviava le foto in alta nei tempi dovuti (e parliamo di un fotografo :rolleyes:).
Artisti che vendevano sotto-banco anche al salumiere sotto casa (nonostante ampio foraggiamento da parte mia).

Per l'artista rientra nell'estro che fa tanto figo ed è normale, mentre per la galleria sono semplici figure di m€rda che fai con i collezionisti (hai voglia a rimediare!).

Devo dire che, tuttavia, sono esperienze che hanno avuto un'utilità non indifferente: all'inizio ci si stringeva la mano ed era sufficiente. Adesso faccio firmare contratti con marchiatura a sangue :D
100% d'accordo. OK!
Scendendo di qualche scalino, come organizzatore ho avuto a che fare con più di un personaggio anche bravino, ma troppo inserito nel suo delirio narcisistico. Potrei aggiungere qualche triste chicca alla casistica di morto, ma lasciamo stare. Tra l'altro, ora mi viene in mente, la stessa cosa è successa con cantanti in festival di musica, la cui affidabilità dura pochi quarti d'ora.
Beh, posso dire con certezza che tutti questi comportamenti non pagano, se è vero, com'è vero, che tutti quei cantanti son durati mezza stagione o anche meno (pur avendo qualità naturali sufficienti a farne almeno dei professionisti di livello routinario), e ugualmente quegli artisti, anch'essi dotati certamente di qualità, non hanno davvero sfondato come potevano, o addirittura languono nella palude.
Penso in particolare ad uno di cui un pittore discretamente noto mi raccontò: io ho cercato di aiutarlo, pensa, gli ho portato a casa il mio mercante [e trovalo un amico così :bow: ] ma lui lo ha trattato così male che quello se l'è veramente presa e ho rischiato qualcosa anch'io :eek:

Più in particolare, e solo per Giulio, ma vale per chiunque, quando si sente montare dentro quella reazione orgogliosa :) per cui il nostro caro e spropositato :D ego si sente ferito e contrattacca, è sempre buona la vecchia regola: contare sino a 10 e decidere se ne vale davvero la pena. Qualche ragione anche quell'altro di solito ce l'ha. :rolleyes:
 
100% d'accordo. OK!
Scendendo di qualche scalino, come organizzatore ho avuto a che fare con più di un personaggio anche bravino, ma troppo inserito nel suo delirio narcisistico. Potrei aggiungere qualche triste chicca alla casistica di morto, ma lasciamo stare. Tra l'altro, ora mi viene in mente, la stessa cosa è successa con cantanti in festival di musica, la cui affidabilità dura pochi quarti d'ora.
Beh, posso dire con certezza che tutti questi comportamenti non pagano, se è vero, com'è vero, che tutti quei cantanti son durati mezza stagione o anche meno (pur avendo qualità naturali sufficienti a farne almeno dei professionisti di livello routinario), e ugualmente quegli artisti, anch'essi dotati certamente di qualità, non hanno davvero sfondato come potevano, o addirittura languono nella palude.
Penso in particolare ad uno di cui un pittore discretamente noto mi raccontò: io ho cercato di aiutarlo, pensa, gli ho portato a casa il mio mercante [e trovalo un amico così :bow: ] ma lui lo ha trattato così male che quello se l'è veramente presa e ho rischiato qualcosa anch'io :eek:

Più in particolare, e solo per Giulio, ma vale per chiunque, quando si sente montare dentro quella reazione orgogliosa :) per cui il nostro caro e spropositato :D ego si sente ferito e contrattacca, è sempre buona la vecchia regola: contare sino a 10 e decidere se ne vale davvero la pena. Qualche ragione anche quell'altro di solito ce l'ha. :rolleyes:
Concordo con te!
Infatti, ritengo quei 10 secondi fondamentali per passare da un "pittore" a un "artista". :D
P.S.) Anche se non mi sovviene dove ho perso le staffe! :mmmm:
 
Concordo con te!
Infatti, ritengo quei 10 secondi fondamentali per passare da un "pittore" a un "artista". :D
P.S.) Anche se non mi sovviene dove ho perso le staffe! :mmmm:

Intendevo dire che passando dalle considerazioni negative a quelle in positivo, qua di galleristi che scrivono ce n'è più d'uno, di pittori/artisti solo tu. E si sa che chi ha carattere in Italia si dice che abbia cattivo carattere :D

Se poi tu sei un agnellino ... non me n'ero accorto :D:D
 
Concordo con te!
Infatti, ritengo quei 10 secondi fondamentali per passare da un "pittore" a un "artista". :D
P.S.) Anche se non mi sovviene dove ho perso le staffe! :mmmm:

Caro Giulio tu parti con una marcia in più, l'umiltà e il saperti confrontare.

Un artista per diventare ''grande'' deve rimanere con i piedi per terra (umiltà) e sfidare se stesso (autocritica)
Le migliori sfide sono quelle che si combattono contro se stessi, io penso che in ogni campo le migliori vittorie si ottengono superando se stessi.

io in te queste doti le ho viste.;)
 
100% d'accordo. OK!
Scendendo di qualche scalino, come organizzatore ho avuto a che fare con più di un personaggio anche bravino, ma troppo inserito nel suo delirio narcisistico. Potrei aggiungere qualche triste chicca alla casistica di morto, ma lasciamo stare. Tra l'altro, ora mi viene in mente, la stessa cosa è successa con cantanti in festival di musica, la cui affidabilità dura pochi quarti d'ora.
Beh, posso dire con certezza che tutti questi comportamenti non pagano, se è vero, com'è vero, che tutti quei cantanti son durati mezza stagione o anche meno (pur avendo qualità naturali sufficienti a farne almeno dei professionisti di livello routinario), e ugualmente quegli artisti, anch'essi dotati certamente di qualità, non hanno davvero sfondato come potevano, o addirittura languono nella palude.
Penso in particolare ad uno di cui un pittore discretamente noto mi raccontò: io ho cercato di aiutarlo, pensa, gli ho portato a casa il mio mercante [e trovalo un amico così :bow: ] ma lui lo ha trattato così male che quello se l'è veramente presa e ho rischiato qualcosa anch'io :eek:

Più in particolare, e solo per Giulio, ma vale per chiunque, quando si sente montare dentro quella reazione orgogliosa :) per cui il nostro caro e spropositato :D ego si sente ferito e contrattacca, è sempre buona la vecchia regola: contare sino a 10 e decidere se ne vale davvero la pena. Qualche ragione anche quell'altro di solito ce l'ha. :rolleyes:

Vi trasmetto questa mia esperienza personale, fatta (credo) alla prima esposizione a Milano con le opere con i cambiamenti di luce.
Non ricordo precisamente la galleria perché in quegli anni espose a Milano in diverse gallerie e anche perché avevo 10, forse 12 anni e ne sono passati una quarantina.
Mio padre era estremamente nervoso e per questo penso che fosse proprio la prima con la nuova forma espressiva.
Non che il suo nervosismo fosse una novità ma un episodio come quello che vado a raccontare non era mai successo e non successe più in futuro.
Dopo le presentazioni e i discorsini di rito (non so se si usano ancora) ci fu un breve vernissage e poi si spensero le luci per mostrare le opere sotto luce nera.
Passata una mezzoretta con i commenti più disparati dei presenti (per quasi tutti la luce nera era una novità assoluta) un tizio comincia a spiegare come secondo lui mio padre operava per produrre le sue opere, lui supponeva che mio padre realizzasse l'opera notturna poi stendesse un velo con qualche sostanza e infine applicasse un secondo strato per la visione diurna. Magari oggi parlerebbe di tecnica a layer (manco fosse una tecnica digitale) ma allora non esistevano neppure i personal computer (erano i primi anni 70).
Bene mio padre non provò neppure a dialogare con questo tipo che poveretto in buona fede faceva le sue ipotesi sballate, cominciò a dare in escandescenze e lo prese letteralmente di peso sbattendolo fuori dalla galleria.
Non vi dico come mi sentii (come dicevo avevo 10-12 anni) ma il punto fu che l'evento venne ovviamente rovinato.
Quindi capisco perfettamente morto e aggiungo proprio che uno dei limiti dell'artista è di non sapere guardare oltre il proprio ucc.. (oops naso, ehm ego). Forse la migliore strategia per un gallerista è quella di escludere alcuni artisti dalla inaugurazione ma immagino che questo comporti altri problemi con il pubblico che viene non solo per opere bensì per conoscere l'artista.
 
Caro Giulio tu parti con una marcia in più, l'umiltà e il saperti confrontare.

Un artista per diventare ''grande'' deve rimanere con i piedi per terra (umiltà) e sfidare se stesso (autocritica)
Le migliori sfide sono quelle che si combattono contro se stessi, io penso che in ogni campo le migliori vittorie si ottengono superando se stessi.

io in te queste doti le ho viste.;)

Come si fa a indicare una faccia visibilmente arrossita? :D

P.S.) Grazie Giuseppe. Troppo troppo generoso! :bow::bow::bow:
 
a livello di spazi istituzionali, nonostante tutto, la Biennale (meglio sarebbe dire parte di essa) resta ancora il trampolino più accreditato per un giovane artista ...

ma anche altre sedi sono molto importanti .... ricordo ad esempio che quando S. Gupta espose nel 2007 da Pinault (a palazzo Grassi) ebbe un eco enorme a livello mondiale ...

poi Mart ... Rivoli ... fondazione Prada ...

in galleria, sempre per gli emergenti, direi le solite note .... inutile elencarle ... fra le 10/15 più importanti (in termini di ricerca e selezione), io apprezzo molto Continua e Zero, oltre alle mie preferite Marconi e Marella. Se fossi un emergente .... sognerei di esporre da loro.

Per l'estero .... sognerei troppe sedi ....
Dunque, per riprendere le fila del discorso:
Gli SPAZI ISTITUZIONALI (Musei, Fondazioni, ecc.) si prestano molto bene alla bisogna!
Ma chi ti fa entrare in detti spazi? I curatori?!? I galleristi?!?
C'è un'altra via?
 
Sull'ultima parte non sono d'accordo. Il talento va, nei limiti, sempre assecondato, il gallerista deve avere anche il compito di prendere un "animale allo stato brado" ( per definire un artista magari molto talentuoso ma ingestibile) e incanalarlo verso un percorso aiutandolo a migliorare sotto quei determinati aspetti. Il gallerista deve fare da chioccia ai suoi artisti e fa ogni artista tirare fuori il meglio, e io, non escluderei mai dalla mia galleria il talento a favore dell'affidabilita'. Il vero problema e' che molto spesso sono quelli senza talento ad essere boriosi rompiballe e inaffidabili..;)

Ti assicuro che dopo tanti anni di "chioccia", abbiamo smesso di fare da baglia ai persone boriose ed inaffidabili.
L'inaffidabilita' mina il talento. La nostra galleria in tanti anni si e' fatta un discreto nome per serieta' ed affidabilita'. Bene: pretendiamo altrettanto da parte dell'artista.

Come posso lavorare per un'importante mostra, se il cosiddetto artista sparisce per un mese e ricompare a pochi giorni dall'evento? (capitato)

Come si puo' lavorare con qualcuno che si presenta all'incontro con il curatore di un importante museo, ubriaco perso da reggersi a stento in piedi? (capitato)

E a lavorare con un artista (con relativo contratto in esclusiva) che vende privatamente con il 50, 60 % di sconto (capitato)

devo continuare?:cool:
 
Innanzitutto grazie per il tuo contributo d'oltreoceano! :D ;)

Ma sei proprio sicuro che si sappia riconoscere con certezza, senza arrivare al nuovo Picasso, magari il nuovo De Kooning o il nuovo Frank Stella? Io avrei molti dubbi al riguardo!!! :yes:

sono daccordo con te. Era per generalizzare un pochino... ;)
 
Sul piano puramente romantico, hai perfettamente ragione, in realtà, dopo varie vicissitudini comincio a pensarla come artdude2: con la "testa matta" non vai molto lontano. :D
Ho avuto mostre che rischiavano di saltare a 10 minuti dall'inaugurazione perché l'allestimento non era ancora finito e l'artista (in evidente stato alterato da non voglio sapere cosa) sbraitava contro tutto e tutti.
Ho avuto mostre che rischiavano di non avere il catalogo perché l'artista non inviava le foto in alta nei tempi dovuti (e parliamo di un fotografo :rolleyes:).
Artisti che vendevano sotto-banco anche al salumiere sotto casa (nonostante ampio foraggiamento da parte mia).

Per l'artista rientra nell'estro che fa tanto figo ed è normale, mentre per la galleria sono semplici figure di m€rda che fai con i collezionisti (hai voglia a rimediare!).

Devo dire che, tuttavia, sono esperienze che hanno avuto un'utilità non indifferente: all'inizio ci si stringeva la mano ed era sufficiente. Adesso faccio firmare contratti con marchiatura a sangue :D

OK! potremmo consolarci a vicenda... :cool:
 
Fermo restando che l'artista per essere tale non deve essere tutto a posto, altrimenti non c'è gusto.
Uno spazio di follia, qualche dimenticanza, l'incognita dell'ultimo secondo, sono il sale della galleria.
Il perfettino lo lasciamo agli altri. ;)
Ma la serietà professionale non va messa in discussione.


OK!
 
l'esposizione più importante avviene quando un 'opera è terminata, avviene sempre, ogni volta che si ritenga un 'opera terminata, appunto.
 
scusami, ma questa non l'ho capita...

mmmm.......artsita-lavoro-opera-opera terminata- l'artista guarda l'opera ,decide che è terminata,conclusa , l'opera si espone- questa è l'esposizione più importante.
 
mmmm.......artsita-lavoro-opera-opera terminata- l'artista guarda l'opera ,decide che è terminata,conclusa , l'opera si espone- questa è l'esposizione più importante.

Allora per la prossima edizione sarei sicuramente in Biennale!!! :yes: :D :p

P.S.) La prima esposizione importante di tutti i miei quadri è ...davanti ai miei occhi! ...ma purtroppo penso non bastino da soli! :D ;)
 
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