Retelit - Ci hai spappolato la pazienza- SALI

In asta c'è stata una certa "lotta" e alla fine portiamo a casa un -2,8%.....

speriamo che chi voleva o doveva vendere l'abbia fatto e che da questo punto "RICOMINCI" il discorso uppissimo.

Avrei preferito che la corsa proseguisse ma il rifiatamento ci può stare, io per le mie fino a 1,00 non ci penso proprio, poi...... vedremo!!:rolleyes:

Certo, se nel week uscisse qualcosa di importante sarebbe....:cool:
 
Uscite nel week end,andate a divertirvi che tanto conoscendo il titolo non uscirà nessuna news.
 
In effetti è un paragone inopportuno.

reelit ha abbondante cassa ed un patrimonio in infrastrutture che rende sicuramente pochissimo rispetto a quanto è costato ma che comunque genera discreta cassa (guardare all'utile ha poco senso avendo forti ammortamenti) se paragonata all'attuale capitalizzazione.

Anche il discorso sulle nuove tecnologie di trasmissione mobile non capisco a che servano....tutto il traffico dati passa comunque poi in fibra ottica, sia sui backbones nazionali che sulle reti metropolitane.
In generale più il traffico dati aumenta a livello nazionale e più può diventare interessante il patrimonio in infrastrutture di retelit.
OK!
 
Dai sui cos'è sto mortorio..perché si torna a 0.50?:wall::wall:
 
Guardate cosa fanno le aziende che "tengono" alla loro struttura!!

CHL sta facendo un aumento di capitale ad un prezzo SUPERIORE alla sua quotazione attuale!!!

Quota 0,05 ed emette nuove azioni a 0,06

CHL:
grandi debiti e business in estrema difficoltà, ma insiste e sgomita per restare a galla.

RETELIT:
nessun debito, business al top con grandi margini, importanti valori infrastrutturali ed estreme potenzialità, ma........

NON SBOTTA e tenuto al guinzaglio con la testa "spinta" verso terra!!!:angry:
 
Guardate cosa fanno le aziende che "tengono" alla loro struttura!!

CHL sta facendo un aumento di capitale ad un prezzo SUPERIORE alla sua quotazione attuale!!!

Quota 0,05 ed emette nuove azioni a 0,06

CHL:
grandi debiti e business in estrema difficoltà, ma insiste e sgomita per restare a galla.

RETELIT:
nessun debito, business al top con grandi margini, importanti valori infrastrutturali ed estreme potenzialità, ma........

NON SBOTTA e tenuto al guinzaglio con la testa "spinta" verso terra!!!:angry:

quale potrebbe essere il motivo??
 
"Libia verso il riassetto delle partecipazioni" IlSole240re
di Guido Bellosta | 18/05/13 09:45 | servizio Lombardreport.com

Il Sole 24 ore ci offre una notizia a piena pagina estremamente interessante. “Libia verso il riassetto delle partecipazioni”. Tripoli vuole avviare la revisione delle aziende in portafoglio che non rispettano le leggi islamiche"
Ma il giornale finanziario dimenticala nel suo articolo la principale partecipazione (percentualmente parlando) dei libici. E cioè Retelit di cui hanno il 14,798%



Se mettessero sul mercato questa percentuale ci sarebbe probabilmente la gara tra gli interessati (Fastweb, Gamberale etc) per questa attività. Unico settore su cui sono concentrati grillini, centrodestra e centrosinistra: il cablaggio in fibra dell’Italia.
I 7500 km diventerebbero una interessante preda.



Occhio perciò allo sviluppo delle decisioni libiche.
Sperando che il giornale finanziario si ricordi della principale società controllata come percentuale di capitale….
 
quale potrebbe essere il motivo??
mah....
boh....

Siamo in questa situazione praticamente da sempre, e di acqua sotto i ponti ne è passata molta, la nuova dirigenza dovrebbe essere "il cambiamento"...... speriamo!!:rolleyes:
 
Guardate cosa fanno le aziende che "tengono" alla loro struttura!!

CHL sta facendo un aumento di capitale ad un prezzo SUPERIORE alla sua quotazione attuale!!!

Quota 0,05 ed emette nuove azioni a 0,06

CHL:
grandi debiti e business in estrema difficoltà, ma insiste e sgomita per restare a galla.

RETELIT:
nessun debito, business al top con grandi margini, importanti valori infrastrutturali ed estreme potenzialità, ma........

NON SBOTTA e tenuto al guinzaglio con la testa "spinta" verso terra!!!:angry:

hai dimenticato dire che lit ha fatto già un adc, ha raggruppato ed ha fatto un secondo adc attraverso la conversione dei warrant.
Comunque nel w.e. ho sentito un altro amico trader (lui è davvero molto bravo), con cui avevo condiviso la medesima view sul titolo (up su tenuta di 0,47 -quando ne parlai il titolo veleggiava intorno a 0,50- e alla rottura di 0,57 per "mete" molto ambiziose) e anche lui mi ha confidato di avere avuto difficilmente a che fare con un titolo così manovrato (lo sono tutti, ma questo è davvero micidiale). Che dire: per il momento non si sta verificando quel che pensavo, ma non mollo: speriamo bene:bye:
 
mah....
boh....

Siamo in questa situazione praticamente da sempre, e di acqua sotto i ponti ne è passata molta, la nuova dirigenza dovrebbe essere "il cambiamento"...... speriamo!!:rolleyes:

il problema è che sto iniziando davvero a dubitare che la dirigenza sia "nuova", se non altro in termini di comportamento. Ho espresso da tempo molte perplessità su questi nuovi personaggi: sembra che le logiche di "spolpamento" della società siano sempre le medesime
 
Aspettate che gli indici stornano,poi mi sa che veramente Sjney vedeva lungo....
 
La questione rimetterebbe in luce diversa la mancata conversione dei warrant.

Se il governo ha deciso di introdurre questioni politiche , ed addirittura islamiche, nella gestione delle partecipazioni tutti i discorsi che abbiamo potuto fare sul futuro dei libici in retelit se ne vanno all'aria.

Nel senso che è inutile fare discorsi industriali e strategici se invece si deve ragionare in termini "islamici"....

Vedremo...certo che ipotizzare a questo punto che vi sia la possibilità di uscita totale dei libici non è campato in aria: a quel punto o si diventa una public company con controllo minimo oppure si potrebbe veramente andare ad un'opa da parte di soggetto terzo.

Comunque si aprono scenari veramente difficili da pronosticare.

Il valore patrimoniale è enormemente superiore alla capitalizzazione...ben venga nel caso una acquisizione esterna.


Riassetti. Gli asset finanziari della Libyan Investment Authority valgono 60 miliardi di dollari - In Italia quote in UniCredit, Eni, Finmeccanica, Fiat e Juventus

Libia verso il riassetto delle partecipazioni

Tripoli vuole avviare la revisione delle aziende in portafoglio che non rispettano la legge islamica
IL DOPO GHEDDAFI
In corso un duro braccio di ferro politico sugli investimenti esteri La Banca centrale ha detto sì agli istituti islamici nel Paese

Carlo Festa

La Libia studia il riassetto delle sue partecipazioni azionarie internazionali, che contano oltreoceano la conglomerata Usa General Electric e il colosso delle tlc At&t, ma anche i gruppi Edf, Siemens, Pearsons e Allianz in Europa e, per arrivare ai confini italiani, alle partecipazioni in UniCredit (oltre il 4% in totale), Finmeccanica (2%) ed Eni (0,58%).
Un portafoglio finanziario importante, di oltre 60 miliardi di dollari, se si considera che sotto la guida del colonnello Gheddafi e dei suoi figli è stata fatta incetta, negli anni passati, di pacchetti azionari in ogni angolo del mondo, grazie ai proventi petroliferi che venivano reinvestiti dalla Libyan Investment Authority (Lia) e da altri bracci finanziari come Lafico. Una miniera d'oro che, dopo la guerra, è stata congelata ma sulla quale sono concentrati ora i riflettori.
Il possibile riassetto, indiscrezione che circola ormai da qualche settimana tra le banche d'affari internazionali, è stata rilanciata qualche giorno fa dal servizio Merger Market (gruppo Financial Times). Secondo i rumors le nuove autorità libiche vorrebbero avviare una revisione delle partecipazioni in portafoglio che non rispettino la shariah, cioè la legge islamica. Contatti sul tema sarebbero anche stati avviati con alcuni Governi stranieri.
Numerosi parlamentari libici hanno presentato un disegno di legge per introdurre la Sharia, la legge del Corano, come fonte principale del diritto nella futura Costituzione. E la Banca Centrale Libica ha autorizzato la costituzione di banche islamiche nel Paese, per sostituire il sistema bancario vigente con un sistema di finanza islamica, che non prevede l'esercizio dell'usura.
Resta da capire quali potrebbero essere le partecipazioni in vendita e quali no. In questo momento in Libia regna ancora il caos, con il rischio di posizione integraliste.
A livello politico sul destino degli investimenti internazionali è in corso un duro braccio di ferro. Il presidente della Libyan Investment Authority, Mohsen Derregia, dopo diversi contrasti con il primo ministro libico Ali Zeidan, è stato sostituito alla guida della Lia: ma Derregia è riuscito a salvarsi all'ultimo dopo essersi opposto alla misura con i suoi legali.
Derregia, nominato presidente di Lia nell'aprile 2012 e proveniente da Londra dove era docente universitario, sarebbe la garanzia per una continuità di gestione nel portafoglio della Libyan Investment Authority. Proprio Derregia in un'intervista dello scorso anno a «Il Sole 24 Ore» ha spiegato che le partecipazioni italiane, come Unicredit, restano strategiche per il governo di Tripoli.
Ma alcune correnti governative, contrarie a Derregia e meno aperte all'Occidente, sarebbero più propense a rivedere il portafoglio. In Italia le partecipazioni di maggior rilievo restano quelle in UniCredit, in Eni, Fiat (lo 0,33% tramite Lafico), in Finmeccanica e nella Juventus (l'1,5% detenuto tramite Lafico): queste quote erano state sequestrate durante la guerra, su richiesta della Corte internazionale dell'Aja, ma sono state dissequestrate un anno fa. Tuttavia non sono ancora nella disponibilità del Governo libico, che sta lavorando con i suoi avvocati per tornarne in possesso.
Cosa succederà da quel momento? «Secondo me – spiega un banker – la Lia venderà soltanto se ha bisogno di soldi. La sharia comunque non colpisce azioni ma vieta solo gli interessi che sono tipici dei bond o prestiti». I riflettori sono soprattutto sulla quota di UniCredit. Fino al 2010 i libici erano i primi soci del gruppo italiano. La banca centrale aveva il 4,98% che, unita a quella della Lia, ammontava al 7,6%: quota scesa sotto il 5% dopo l'aumento di capitale di Piazza Cordusio del 2012, a cui la Banca centrale ha aderito in parte. Ora quest'ultima ha il 2,9% e la Lia poco più dell'1%.
Di sicuro un'uscita in tempi brevi non sarebbe un buon affare per il Governo libico visto che, a cominciare da UniCredit, la cessione comporterebbe minusvalenze miliardarie. Ma il futuro delle partecipazioni in portafoglio è oggi strettamente collegato ai regolamenti di conti in corso a Tripoli non solo a livello politico ma anche finanziario.
 
Ultima modifica:
Retelit rispetta la legge islamica,è in ramadan ormai da anni.
 
Riguardo al Sole24ore l'unica cosa che mi viene in mente è se proprio il Bellosta fece un articolo anche su Retelit (naturalmente + Libici).

Forse tutto il discorso si risolve per il fatto che si parla proprio degli ex investimenti Gheddafi, ovvero Libyan Investment Authority, che sono cosa molto diversa dall'investimento fatto attraverso la LPTIC (poste e telecomunicazioni Libiche) peraltro mai rientrate nel blocco movimenti azionari durante il conflitto bellico.:yes:
 
"Libia verso il riassetto delle partecipazioni" IlSole240re
di Guido Bellosta | 18/05/13 09:45 | servizio Lombardreport.com

Il Sole 24 ore ci offre una notizia a piena pagina estremamente interessante. “Libia verso il riassetto delle partecipazioni”. Tripoli vuole avviare la revisione delle aziende in portafoglio che non rispettano le leggi islamiche"
Ma il giornale finanziario dimenticala nel suo articolo la principale partecipazione (percentualmente parlando) dei libici. E cioè Retelit di cui hanno il 14,798%



Se mettessero sul mercato questa percentuale ci sarebbe probabilmente la gara tra gli interessati (Fastweb, Gamberale etc) per questa attività. Unico settore su cui sono concentrati grillini, centrodestra e centrosinistra: il cablaggio in fibra dell’Italia.
I 7500 km diventerebbero una interessante preda.



Occhio perciò allo sviluppo delle decisioni libiche.
Sperando che il giornale finanziario si ricordi della principale società controllata come percentuale di capitale….

Sostanzialmente questo significa che usciranno a breve da tutte le banche. la legge islamica non permette infatti i prestiti a usura (intesa nel senso latino di "interesse").
Retelit non ha di questi problemi
 
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