Riscatto laurea - sconti under 40

Mbeh? Perché se non riscatto la laurea la possibilità invece ce l'ho???
 
Col contributivo quanto più metti quanto più prendi, a parità di età.

A parità di montante, più vai prima in pensione meno prendi.

Non è certo se in futuro ci sarà un minimo di anni di contributi da aver versato prima di andare in pensione.

Ora io non capisco cosa ci sia da pensare tanto: se uno ha i soldi riscattando aumenta il montante "con lo sconto" e (se ce ne sarà bisogno) avrà anche acquisito età contributiva.

Se poi i soldi della pensione non basteranno pace: dovrà lavorare più a lungo, ma non capisco cosa c'entri con il riscatto.

Tutti a elogiare i fondi pensione che danno deduzione, e qui ci impantaniamo su una detrazione al 50% oltretutto rateizzata che dà anche anzianità contributiva???

Io faccio l'elogio del raziocinio ,dico di fissare il gap sopportabile in base alla propria situazione personale famigliare e redditituale,non sulla base della busta arancione, o dei simulatori in circolazione,perchè al momento riproducono modelli matematici,al momento fuori scala.

Qualunque tattica presuppone una strategia,una scelta di campo e la verifica periodica.Quello che non vedo in molti di voi,se permettete.
 
Se per "gap" intendi quello tra ultimo stipendio e pensione non vedo di che tattica ci sia bisogno. Non ci sono vantaggi ad aumentare il montante oggi (se non di natura fiscale, ma sono limitati); il montante lo puoi aumentare anche il giorno prima di andare in pensione.
Se ti avanzano soldi meglio tenerli sotto il materasso, non certo nella pensione (INPS o integrativa che sia) a meno degli sgravi...
 
Realisticamente io penso che tra 30 anni la quota minima sarà 64+43

Io penso che tra 25 anni ci saranno i super uomini. Qualcuno inventera' un gene che porterà l'uomo a vivere fino a 150 anni e a non dover dipendere da nessuna fonte di guadagno perché completamente autogeno. ...
 
Se per "gap" intendi quello tra ultimo stipendio e pensione non vedo di che tattica ci sia bisogno. Non ci sono vantaggi ad aumentare il montante oggi (se non di natura fiscale, ma sono limitati); il montante lo puoi aumentare anche il giorno prima di andare in pensione.
Se ti avanzano soldi meglio tenerli sotto il materasso, non certo nella pensione (INPS o integrativa che sia) a meno degli sgravi...

Smania pure ma non è come tu dici.
 
Se per "gap" intendi quello tra ultimo stipendio e pensione non vedo di che tattica ci sia bisogno. Non ci sono vantaggi ad aumentare il montante oggi (se non di natura fiscale, ma sono limitati); il montante lo puoi aumentare anche il giorno prima di andare in pensione.
Se ti avanzano soldi meglio tenerli sotto il materasso, non certo nella pensione (INPS o integrativa che sia) a meno degli sgravi...

okkio agli acari del materasso
 
Mbeh? Perché se non riscatto la laurea la possibilità invece ce l'ho???
No però lavori sicuramente 5 anni in più, aumenti il montante più che con il riscatto e vai in pensione con un assegno più alto dato dal montante maggiore e dal coefficiente di trasformazione più alto. Se riscatti devi fare bene i conti ed essere coperto per far fronte ad un assegno inps più basso, considerando che potresti non riuscire a lavorare dopo la pensione anche se lo volessi
 
Io penso che tra 25 anni ci saranno i super uomini. Qualcuno inventera' un gene che porterà l'uomo a vivere fino a 150 anni e a non dover dipendere da nessuna fonte di guadagno perché completamente autogeno. ...

Il vero problema è la degenerazione generale del corpo... oltre 70 anni non puoi pretendere di avere la lucidità per lavorare... o per una ragione o per un'altra si morirebbe d'altro... tipo schiacciati da un macchinario o sotto un camion mentre si torna a casa da lavoro... perchè anche se si riuscisse a vivere fino 150 anni... vivremmo metà della nostra vita da vecchietti...!!!
 
Smania pure ma non è come tu dici.

Un po' generico come commento, così son boni tutti.
Spiegami che me frega del gap, che posso colmare quando voglio (soldi permettendo, ma è un problema a prescindere...)
 
Io sono nato in Italia e una volta conclusa l'Universita' ho iniziato a lavorare a Milano:

2014: 4 mesi di stage, 7 mesi contratto a tempo determinato
2015: Jobs act (12 mesi indeterminato)
2016: 3 mesi (indeterminato)

Durante questo periodo ho ovviamente versato i contributi in Italia.

Successivamente mi sono trasferito all'estero, dove attualmente risiedo e sono regolarmente iscritto all'AIRE.

Mi chiedevo quali fossero i requisiti per la pensione (ovviamente fra 40 anni circa).
E' necessario aver versato contributi per un minimo di anni?
Avro' diritto alla pensione minima in Italia?

Un eventuale riscatto della laurea con il regime agevolato (5 anni) che effetto avrebbe sul mio caso?

Premesso che nel 2017 chiedi all'INPS per il mio riscatto e il conto era pari a 45 mila euro :eek:

Grazie per eventuali risposte
 
No però lavori sicuramente 5 anni in più, aumenti il montante più che con il riscatto e vai in pensione con un assegno più alto dato dal montante maggiore e dal coefficiente di trasformazione più alto. Se riscatti devi fare bene i conti ed essere coperto per far fronte ad un assegno inps più basso, considerando che potresti non riuscire a lavorare dopo la pensione anche se lo volessi

No, mi sa che non ho capito: cosa di quello che dici è invalidato dal riscatto?
"No però lavori sicuramente 5 anni in più, aumenti il montante più che con il riscatto e vai in pensione con un assegno più alto": perché con il riscatto dove è scritto che sono obbligato ad andare in pensione 5 anni prima??? Posso anche continuare a lavorare (se avrò un lavoro, se non ce l'ho con o senza riscatto non vedo la differenza) e aumentare il montante, chi me lo vieta? Esattamente come anche oggi quota 100 (o qualsiasi quota) è un minimo che hai. Nessuno è obbligato ad andare in pensione con quota 100: chi ha i requisiti si fa i calcoli, e poi decide.

"Se riscatti devi fare bene i conti ed essere coperto per far fronte ad un assegno inps più basso": eh??? Mica se riscatto sono obbligato ad andare in pensione prima! Però (forse) avrò la possibilità di scegliere se andarci o no... i conti se mi converrà andarci li farò a momento opportuno. Se ho riscattato forse avrò più possibilità, e di sicuro un montante leggerissimamente più alto (pagato al 50%, rispetto a quello che pago ogni santo mese).

"considerando che potresti non riuscire a lavorare dopo la pensione anche se lo volessi": eh??? Che riscatti o meno non ha nessun influenza negativa sul fatto che 1) decida di andare in pensione (anzi, avrò forse più scelta, ma nessun obbligo) 2) poter/non poter lavorare dopo la pensione.

Ora stai a vedere che riscattare mi dà meno possibilità che non riscattare... siamo al paradosso :confused:
 
Ultima modifica:
Io sono nato in Italia e una volta conclusa l'Universita' ho iniziato a lavorare a Milano:

2014: 4 mesi di stage, 7 mesi contratto a tempo determinato
2015: Jobs act (12 mesi indeterminato)
2016: 3 mesi (indeterminato)

Durante questo periodo ho ovviamente versato i contributi in Italia.

Successivamente mi sono trasferito all'estero, dove attualmente risiedo e sono regolarmente iscritto all'AIRE.

Mi chiedevo quali fossero i requisiti per la pensione (ovviamente fra 40 anni circa).
E' necessario aver versato contributi per un minimo di anni?
Avro' diritto alla pensione minima in Italia?

Un eventuale riscatto della laurea con il regime agevolato (5 anni) che effetto avrebbe sul mio caso?

Premesso che nel 2017 chiedi all'INPS per il mio riscatto e il conto era pari a 45 mila euro :eek:

Grazie per eventuali risposte

Troppo presto per fare questi conti. Dipende da dove all'estero stai lavorando, quanto ci lavorerai... la materia è relativamente complessa, in generale in Unione Europea basta un anno e puoi "trasferire" da uno all'altro. Se resti molto all'estero (e quindi la pensione la prenderai lì) ci sono troppe incertezze, lascerei perdere il riscatto al momento...
 
E' necessario aver versato contributi per un minimo di anni?
Avro' diritto alla pensione minima in Italia?
Un eventuale riscatto della laurea con il regime agevolato (5 anni) che effetto avrebbe sul mio caso?

In linea generale è semplice rispondere alle 3 domande che fai.
1) sei nel regime contributivo quindi per acquisire il diritto a percepire la pensione in generale sono sufficienti 5 anni di contributi versati
2) dai dati che hai enunciato per il momento no perchè non hai versato 5 anni di contributi ma dipende da dove stai lavorando.
Quasi sicuramente sarà un paese UE o comunque con convenzioni lavoro con l'Italia.
Questo vuol dire che i contributi che stai versando nel paese in cui lavori fanno maturare la pensione anche in Italia.
Mettiamo ad esempio che tu abbia lavorato e versato 2,5 anni in Italia e 2,5 anni all'estero.
In questo caso la pensione la acquisisci di diritto perchè la somma arriva a 5 anni solo che per metà ti verrà accreditata dall'ente pensionistico estero e per metà dall'INPS italiana.
Sarà solo una questione di carte e burocrazia ma la pensione l'avrai.
3) se stai lavorando continuativamente all'estero devi farti un pò di conti circa l'età pensionabile e la possibilità di anticiparla.
Un pò tutto quello che si sta dibattendo qui da 70 pagine quindi sono considerazioni personali.
Una cosa però è certa, se pensavi di riscattare solo per "sbloccare" il diritto ad ottenere la pensione italiana sappi che non ne hai alcun bisogno per quanto già spiegato al punto 2)
 
In linea generale è semplice rispondere alle 3 domande che fai.
1) sei nel regime contributivo quindi per acquisire il diritto a percepire la pensione in generale sono sufficienti 5 anni di contributi versati
2) dai dati che hai enunciato per il momento no perchè non hai versato 5 anni di contributi ma dipende da dove stai lavorando.
Quasi sicuramente sarà un paese UE o comunque con convenzioni lavoro con l'Italia.
Questo vuol dire che i contributi che stai versando nel paese in cui lavori fanno maturare la pensione anche in Italia.
Mettiamo ad esempio che tu abbia lavorato e versato 2,5 anni in Italia e 2,5 anni all'estero.
In questo caso la pensione la acquisisci di diritto perchè la somma arriva a 5 anni solo che per metà ti verrà accreditata dall'ente pensionistico estero e per metà dall'INPS italiana.
Sarà solo una questione di carte e burocrazia ma la pensione l'avrai.
3) se stai lavorando continuativamente all'estero devi farti un pò di conti circa l'età pensionabile e la possibilità di anticiparla.
Un pò tutto quello che si sta dibattendo qui da 70 pagine quindi sono considerazioni personali.
Una cosa però è certa, se pensavi di riscattare solo per "sbloccare" il diritto ad ottenere la pensione italiana sappi che non ne hai alcun bisogno per quanto già spiegato al punto 2)

Grazie Anguss e anche smania per le risposte.

Lavoro a Zurigo (da 3 anni) e spero di rimanere a lungo. Credo che prendero' la pensione principale qui un giorno.
Come hai chiaramente inteso il mio ragionamento era proprio se ne valesse la pena di riscattare gli anni della laurea per raggiungere gli anni minimi di contributi necessari per avere la pensione
 
No, mi sa che non ho capito: cosa di quello che dici è invalidato dal riscatto?
"No però lavori sicuramente 5 anni in più, aumenti il montante più che con il riscatto e vai in pensione con un assegno più alto": perché con il riscatto dove è scritto che sono obbligato ad andare in pensione 5 anni prima??? Posso anche continuare a lavorare (se avrò un lavoro, se non ce l'ho con o senza riscatto non vedo la differenza) e aumentare il montante, chi me lo vieta? Esattamente come anche oggi quota 100 (o qualsiasi quota) è un minimo che hai. Nessuno è obbligato ad andare in pensione con quota 100: chi ha i requisiti si fa i calcoli, e poi decide.

"Se riscatti devi fare bene i conti ed essere coperto per far fronte ad un assegno inps più basso": eh??? Mica se riscatto sono obbligato ad andare in pensione prima! Però (forse) avrò la possibilità di scegliere se andarci o no... i conti se mi converrà andarci li farò a momento opportuno. Se ho riscattato forse avrò più possibilità, e di sicuro un montante leggerissimamente più alto (pagato al 50%, rispetto a quello che pago ogni santo mese).

"considerando che potresti non riuscire a lavorare dopo la pensione anche se lo volessi": eh??? Che riscatti o meno non ha nessun influenza negativa sul fatto che 1) decida di andare in pensione (anzi, avrò forse più scelta, ma nessun obbligo) 2) poter/non poter lavorare dopo la pensione.

Ora stai a vedere che riscattare mi dà meno possibilità che non riscattare... siamo al paradosso :confused:
Non intendo questo, anzi sono ben favorevole al riscatto, quello che intendo dire è che una volta raggiunti i requisiti per la pensione, che sia quota 100, quota 41, riscatto o non riscatto, il tuo datore di lavoro potrebbe "gentilmente" invitarti a farti da parte. Anzi nel pubblico impiego vige già l'obbligo se superi i 65 anni, se sei sotto è a discrezione dell'amministrazione. Tutto qui, dico che raggiungere prima il diritto alla pensione potrebbe comportare che devi ritirarti per forza, anche se tu volessi continuare a lavorare. Quindi insisto, fate bene i conti perché magari poi scoprite che anticipando di 5 anni non avete un assegno sufficiente per le vostre necessità e non potete nemmeno continuare a lavorare, o quantomeno continuare con il lavoro che stavate facendo.

Inoltre, non mi stupirebbe che tali paletti vengano man mano inaspriti per forzare i vecchi a restare in pensione, lasciando posti di lavoro per i giovani che fanno sempre più fatica a trovarli. Infatti, già usufruire di quota 100 comporta il parziale divieto di lavorare, si potranno percepire solo redditi di lavoro autonomo occasionale sino a 5mila euro annui, quantomeno fino al raggiungimento dell'età pensionabile classica dei 67 anni.
 
Ultima modifica:
quello che intendo dire è che una volta raggiunti i requisiti per la pensione, che sia quota 100, quota 41, riscatto o non riscatto, il tuo datore di lavoro potrebbe "gentilmente" invitarti a farti da parte.

Si certo, il mio datore di lavoro nel privato saprà quanti anni di contributi ho io... fantascienza, scenari troppo poco probabili per essere presi in considerazione.
 
Si certo, il mio datore di lavoro nel privato saprà quanti anni di contributi ho io... fantascienza, scenari troppo poco probabili per essere presi in considerazione.

io considero lo scenario peggiore e cerco di farmi trovare coperto per quello, poi se lo scenario sarà migliore tanto meglio, e, ripeto, nel pubblico è già così quindi non la vedo tanto fantascientifica come cosa
 
Ottimo, alla luce di ciò, direi che ciò che dice Bigmad ha senso: in meno di 30 anni con una ral “base base” da 25k annui, si arriva al montante desiderato.
Con 30k annui bastano 25 anni di lavoro e via dicendo... insomma non mi sembra così difficile ecco

@Rosaspina
il montante non è annualmene il 33% della RAL?
333000 / (25000 * 0,33) = 40 anni
O sto sbagliano conto?

C
 
Un po' generico come commento, così son boni tutti.
Spiegami che me frega del gap, che posso colmare quando voglio (soldi permettendo, ma è un problema a prescindere...)

None non puoi dire chissenefrega del GAP questo lo dice @bigmad per rabbia,come la volpe di Esopo.

Nemmeno puoi dire mi posso comprare una pensione quando voglio,soldi permettendo,perchè sei in antitesi.
 
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