Attenzione, qui non stiamo parlando di una Ferrari.
La Ferrari è la Germania.
L'Italia è una Matiz e la Romania una Dacia.
Ora la Romania è un paese relativamente giovani con possibilità di svilupparsi oltre che di poter contare su danè europeo e via dicendo. Ha ancora margine per debito (rapporto debito pil 44%).
Vuol dire che se poco poco alzano i tassi al 7% la Romania un po' di anni regge anche, se si va sul 5 e malauguratamente al 6 in Italia siamo tutti gambe all'aria.
guarda, Federico Rampini c'ha scritto un libro su questa fissa degli Europei di prendersi le colpe di ogni male del mondo.
Forse avrebbe dovuto dedicare un libro (magari lo farà, magari lo ha fatto e non lo so) all'abitudine cronica degli Italiani a sputarsi addosso.
lasciamo perdere la storia.
lasciamo perdere il patrimonio artistico/culturale (mi pare che deteniamo il 60%
AL MONDO)
lasciamo perdere la bilancia commerciale
lasciamo perdere l'export
lasciamo perdere che io il "made in Italy" l'ho sentito, il "made in Romania" no.
lasciamo perdere il prestigio e il consesso internazionale.
se parli di Germania (ma parli di Germania usando come metafora la "Ferrari", il marchio made in Italy più riconosciuto al mondo - secondo uno studio di qualche anno fa - più di Apple, Cocacola e roba varia)...
nonostante una UE a traino Franco-tedesco e nonostante in Europa, fino a qualche tempo fa, ci mandassimo solo i politici silurati in Italia...
seconda produzione industriale in Europa, prima manifattura.
stavamo correndo più della Germania nell'ultimo anno.
abbiamo il debito pubblico tra i più alti al mondo. sì.
ma abbiamo anche il risparmio privato tra i più alti al mondo (forse il primo).
ergo. la Romania ce la compriamo domani.
sta storia del "paese giovane" poi nel III millennio, con le economie in continua evoluzione, non l'ho mai capita.
giovane anagraficamente? storicamente?
ma che vuol dire?
stiamo spettando lo sviluppo?
ora, non dico che un italiano debba essere patriottico a priori.
ma legittimare addirittura la superiorità della Romania ha il sapore di un'apologia di reato.