SAMBUCA Molinari: dietro quel dolce sapore tanto dolore

I brigatisti operavano in un contesto democratico ben consolidato, per sovvertire. Non operavano a pochi giorni dalla fine di una guerra durata anni e che aveva provocato decine di milioni di morti per colpa di regimi dittatoriali guidati da dei pazzi criminali.
Se anche sono state azioni organizzato, erano una vendetta verso vent'anni di dittatura e guerra, te lo ripeto. Sono successe le stesse cose alla fine del Comunismo nell'Unione Sovietica e alla fine di ogni regime in cui una parte di popolazione ha oppresso e discriminato l'altra parte. Io probabilmente avrei fatto la stessa cosa, tu pure se fossi stato dalla parte opposta alla dittatura. Se tu avessi visto tuo padre prelevato di notte e poi torturato oppure deportato e finito in una camera a gas o fucilato, avresti forse fatto esattamente la stessa cosa. O comunque ci sono persone che reagiscono cosi.
È molto facile parlare dopo 70 anni di pace, tu non hai vissuto la guerra e quindi non puoi sapere come reagisce la gente dopo anni di terrore continuo. Probabilmente non ha la tua lucidità di persona bella pasciuta serena e tranquilla.

e dimmi allora, l eccidio di 17 partigiani della brigata osoppo, uomini e donne, compiuto dai partigiani gappisti comunisti fa parte anche questo del tu non vuoi capire???
 
I brigatisti operavano in un contesto democratico ben consolidato, per sovvertire. Non operavano a pochi giorni dalla fine di una guerra durata anni e che aveva provocato decine di milioni di morti per colpa di regimi dittatoriali guidati da dei pazzi criminali.
Se anche sono state azioni organizzato, erano una vendetta verso vent'anni di dittatura e guerra, te lo ripeto. Sono successe le stesse cose alla fine del Comunismo nell'Unione Sovietica e alla fine di ogni regime in cui una parte di popolazione ha oppresso e discriminato l'altra parte. Io probabilmente avrei fatto la stessa cosa, tu pure se fossi stato dalla parte opposta alla dittatura. Se tu avessi visto tuo padre prelevato di notte e poi torturato oppure deportato e finito in una camera a gas o fucilato, avresti forse fatto esattamente la stessa cosa. O comunque ci sono persone che reagiscono cosi.
È molto facile parlare dopo 70 anni di pace, tu non hai vissuto la guerra e quindi non puoi sapere come reagisce la gente dopo anni di terrore continuo. Probabilmente non ha la tua lucidità di persona bella pasciuta serena e tranquilla.

e dimmi, le duemila donne stuprate e uccise per vendetta dai partigiani comunisti fan parte anche queste del tu non puoi capire?
 
lo so bene ma tu sai meglio di me che formazioni partigiane comuniste sono state altro da quelllo che ricordi.
responsabili di vendette, omicidi e stragi verso altre formazioni partigiane colpevoli di non condividere il loro credo.
Bande partigiane sì ma ben diverse da quelle che tu ricordi.



I miei sono ricordi di quello che mi diceva mio padre, poi la storia di quanto avvenne qui è nota, non ci furono vendette postume, alcune donne ritenute fasciste o che stavano con i tedeschi furono rapate a zero, la cosa non fu gradita dalla maggior parte della gente, furono fucilati dei repubblichini dopo il 25 aprile, non mi ricordo quanti giorni dopo, non molti, ma per il resto vendette niente, almeno non gravi, è presumibile che qualcuno abbia regolato i conti, ma niente di quello che avvenne in Emilia Romagna.

Motivi di vendicarsi non mancavano che qui i fascisti un po' di persone per bene le hanno ammazzate, deportate, terrorizzate e affamate.
 
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e dimmi, le duemila donne stuprate e uccise per vendetta dai partigiani comunisti fan parte anche queste del tu non puoi capire?

No, su numeri così grandi non giustifico affatto, ovviamente.
Ci mancherebbe.
Ho solo detto di non mettere sullo stesso piano chi ha fatto milioni di morti e quelli che si sono vendicati su quelli che hanno fatto milioni di morti, nonostante abbiano commesso atrocità per vendetta in alcuni casi.
Si può dire? Oppure bisogna dire per forza che fascisti e antifascisti sono uguali? Chiaro che un assassino è un assassino.
Ma se uno contestualizza, non finisce qui. Tanto è vero che diversi casi di omicidio vengono trattati diversamente anche sul codice penale.
Altrimenti finiamo la frase qui: un assassino è un assassino. Ma va? Anche un divano è un divano.
Ripeto, se il discorso era additare un assassino come assassino allora è vero: quello che ha ucciso Molinari senza motivo è un volgare assassino.
Se il discorso si allarga alla storia, allora è chiaro che questo co**ione rimane un volgare assassino, ma tutto il resto non va trattato allo stesso modo. Chi ha causato la morte di milioni di persone e appoggiato questa cosa, non è uguale a chi lo combatte e magari lo accoppa.
Ci siamo su questo o nemmeno questo?
 
Ma si sta bene anche altrove.
E altrove si vota un pò di qua e un pò di là. C'è alternanza.

Questa ortodossia emiliana ha qualcosa di patologico.

E la patologia è la pulizia etnica della borghesia fatta all'indomani del 25 aprile...quindi abbiamo l'ossimoro del lavoratore autonomo piccolo imprenditore in odore di evasione fiscale che vota a sinistra.
Una specie di sindrome di Stoccolma

È pieno zeppo di piccole e medie aziende e pure multinazionali in Emilia...
Fanno solo finta di essere "rossi".
Come la la Lega e Fdi fanno finta di essere di destra.
In Italia funziona così...:D
 
Ma quindi con 'sta Molinari cosa dobbiamo fare? La boicottiamo per cose accadute 75 anni fa? :confused:
 
È pieno zeppo di piccole e medie aziende e pure multinazionali in Emilia...
Fanno solo finta di essere "rossi".
Come la la Lega e Fdi fanno finta di essere di destra.
In Italia funziona così...:D

A Predappio poi c'è sempre stato un Sindaco di sinistra :D
Quando ci sono passato era tutto un saluto romano, un "vieni che abbiamo un sacco di gadget del Duce"...sono andato apposta vestito col trench di pelle e gli anfibi per farmi due risate :D
Ho pure comprato il Mein Kampf. Mi hanno regalato un calendario di Mussolini.
 
Ma quindi con 'sta Molinari cosa dobbiamo fare? La boicottiamo per cose accadute 75 anni fa? :confused:

Ma figuriamoci. Non bisogna boicottare nessuno per cose successe 75 anni fa.
Ma chi se ne frega.
Dopo la guerra mio nonno, partigiano comunista, ha avuto amici ex fascisti di ogni tipo. Si è fatta pace, fine del discorso.
Che facciamo, guerra civile infinita?
 
Tutto ebbe inizio una mattina quando un partigiano comunista irruppe in una casa della campagna di Cadibona dicendo:

“MUOIO DALLA SETE. NE HO GIÀ UCCISI 24”

Con queste parole l’essere ignobile che vedete in foto segnò il destino di intere famiglie che solo dopo mesi o anni scoprirono che i propri figli non sarebbero mai più tornati a casa.
Gli fu comunque indicato il lavabo della cucina e ansimando si attaccò al rubinetto tracannando acqua fresca.
Poi guardò negli occhi i presenti, si asciugò la bocca con la manica di quella giacca fatta di stracci e corse via.
Lo videro rincorrere un giovane ragazzo che correva nudo e scalzo lungo il prato. Era riuscito a sfuggire a quella carneficina e ad allontanarsi dal luogo delle esecuzioni.
Era pratica comune tra i bravi “patrioti della resistenza”, prima delle fucilazioni, spogliare i prigionieri delle divise e delle calzature, per rubargliele e per impedire loro, nel caso in cui ci avessero provato, di fuggire agilmente.
Il partigiano lo rincorse e non fece fatica a raggiungerlo. Il ragazzo, con le mani legate con del fil di ferro dietro la schiena, era caduto in avanti, ferendosi il volto privo di ogni possibile protezione. Giaceva a terra e si era riversato sul fianco col sangue che gli colava dal naso e la bocca mentre a pochi passi vedeva giungere il proprio carnefice. Il grande eroe partigiano, si fermò, posò la sua scarpa su quel giovane petto e lo colpì ulteriormente al volto col calcio del mitra.
Poi lo sollevò per un braccio e tornando verso il luogo dell’esecuzione si rivolse alla famiglia della casa dove aveva bevuto. Lo stavano osservando inorriditi da dentro l’uscio di casa e lui disse:

“Guardatelo, questo è un fascista già morto!”

Il giovane ragazzo venne ricondotto sul luogo delle esecuzioni che ormai erano terminate. Fu fatto inginocchiare con una legnata nella parte posteriore delle gambe poi l’eroe puntò il mitra e sparò dritto al centro della schiena di quel giovane. Fu l'ultimo a essere fucilato quella mattina, il giovane ragazzo cadde morto in avanti sul mucchio di cadaveri insanguinato.

Quanto vi ho raccontato è agli atti della ricostruzione processuale relativa all’eccidio di Cadibona, nella quale si apprende che l'11 maggio del '45, dunque a conflitto finito, furono barbaramente uccisi trentanove giovani militari delle RSI. Erano quasi tutti giovanissimi, di età compresa tra i 17 e 22 anni, prelevati dalle carceri di Alessandria e stavano per venire trasferiti per mezzo di un autobus a Savona.

L’ordine era partito dal nuovo questore, ex verniciatore "Renna", partigiano comunista anch’egli, il suo vero nome era Armando Botta. Li aveva fatti trasferire perché avrebbero dovuto subire un equo processo secondo l’esercito americano, ma il Questore Renna non avrebbe mai permesso che quei giovani arrivassero a destinazione vivi. E così fu! L’autobus di cui erano stati informati i cani partigiani, passo per la strada stabilita e si fermò esattamente dove i carnefici stavano attendendo quei giovani ragazzi.

Il giovane ragazzo che aveva tentato di fuggire si chiamava Mario Molinari, era il figlio ventenne di un liquorista di Civitavecchia che aveva avuto un discreto sviluppo negli anni venti con la propria attività di liquori e profumi.

Il dolore straziò il cuore di Angelo Molinari, quel padre che sperava tanto di riabbracciare il figlio che in quei tempi aveva servito nell’esercito. Da quel dolore, dal desiderio di fare qualcosa che potesse ricordare quel figlio assassinato Angelo Molinari realizzo un liquore unico, inconfondibile, forte e nello stesso tempo dolce, giovane e limpido, che avrebbe superato i tempi più bui di quel preciso momento storico fatto di tanto sangue innocente versato. Il sangue di Mario, la sua essenza, il suo ricordo, li trovate ancora oggi nella famosa Sambuca Molinari.

Un liquore diventato famoso in tutto il mondo perché in quei tempi l’azienda di famiglia fu boicottata in tutti i modi possibili dai compagni locali che sapevano di quel figlio fascista e dunque della vicinanza della stessa famiglia al fascismo. Angelo Molinari decise così di esportare quel liquore particolare all’estero e di venderne poco o nulla nelle province romane e in Italia. Solo negli anni 60 la Sambuca fu apprezzata anche sul nostro territorio nazionale, ma il grosso del commercio, la famiglia, lo aveva già indirizzato in tutto il mondo.

I nomi e le foto degli esecutori sono pubblicati nel libro che io posseggo "I grandi killer della Liberazione", un libro ormai fuori commercio perché esaurito è praticamente introvabile. Libro scritto dal mio maestro coi baffi, il ravennate Gianfranco Stella.
Anche la foto del partigiano che aveva la gran sete è pubblicata e io ve la mostro perché possiate guardarlo bene in faccia.

Si chiamava Dalmazio Bisio.

Il criminale partigiano comunista che vedete in foto si rese responsabile di altre decine di soppressioni, tra le quali quella della giovanissima tredicenne Giuseppina Ghersi, stuprata e massacrata di botte, infine uccisa davanti agli occhi del padre costretto a guardare questa immonda bestia che faceva scempio delle carni di quella povera bambina. Una bambina colpevole di aver scritto un tema a scuola in cui aveva definito Benito Mussolini “un grande uomo”.

La foto della nonnina che vi ho invece mostrato nel precedente post, ritrae Mafalda Molinari, sorella di Mario Molinari, insieme ai fratelli Macello e Tonino.

Nel 2006, Mafalda ha potuto creare la Fondazione Angelo Molinari, importante realtà sociale e culturale a Civitavecchia, attiva soprattutto nel campo della sanità. Mafalda Molinari è stata attivissima a Civitavecchia, fornendo sempre supporto alle associazioni, alle onlus, alle asl, e comunque a chi aveva bisogno. Questo è stato il tratto distintivo della sua vita, una grandissima quanto invisibile generosità verso tutto e verso tutti. Prima ancora nonna Mafalda divenne consigliere comunale del Movimento Sociale Italiano a Civitavecchia, che allora era una specie di Stalingrado, nonché commissario delle sezioni missine della zona. Era amica del più noto Giorgio Almirante, di Romualdi e dei massimi vertici del partito, che la tenevano in grandissima considerazione, tanto che nel 1994 a Mafalda fu offerto il seggio del Senato a Civitavecchia: la sua città non la tradì mai, i Molinari erano e rimasero sempre ben voluti da tutti. Mafalda divenne apprezzata senatrice, membro della commissione Bilancio e della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama.

L’assassino di Mario Molinari non scontò mai un giorno di prigione, sempre protetto dal Partito Comunista Italiano che alla fine riuscì addirittura a farlo assumere in una posizione di rilievo all'ufficio igiene di Savona. Fu salvato dall’amnistia di Togliatti e godette a vita della nota pensione destinata a tutti gli illustri partigiani della resistenza. Soldi che tutti gli italiani hanno sempre pagato, sia che non fossero fascisti, sia che lo fossero.

Quando morì, nel 1996 aveva 82 anni, la cronaca savonese de La Stampa gli dedicò un articolo di elogio alla memoria descrivendolo come un grande eroe partigiano.

Un grande eroe partigiano.... davvero!

Italia Moli

dalla pagina facebook di IosonoItalia-Milano

Molto toccante, mi ha commossa......non sapevo che dietro quel delizioso liquore alla sambuca ci fosse una storia così tragica. Grazie per avere aperto questo thread....
 
senza dimenticare la regola dei dieci CIVILI uccisi per ogni SOLDATO tedesco morto...

La regola della rappresaglia in caso di attacchi da elementi non in uniforme e non inquadrati in un esercito regolare è in tutti i . codici militari di tutti gli eserciti.

Le rappresaglie 1 a 10 le ha fatte anche l'esercito itagliano in Etiopia e Abissinia...
Non facciamo i verginelli.
 
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guarda che io scritto l’unico ... da uomo di sinistra ...

Non è perchè certi fatti realmente accaduti sono narrati da un politico di destra sono meno reali.
Pansa ha trovato un bell'éscamotage editoriale per pubblicare un libro che racconta fatti ampiamente conosciuti.
Pansa uomo di sinistra?
Non ci posso credere!
Mai la sinistra avrebbe tirato fuori i suoi scheletri dagli armadi.
(Anzi quel famoso armadio di cui parlava Montanelli che conteneva gli atti dei processi da istruire custodito nei ministeri romani non fu mai aperto.)
Direi piuttoso un opportunista che, fiutando il cambiamento e capendo che certe imprese criminali dei partigiani non si potevano più nascondere, ha fatto un sacco di soldi.
 
Panza ha attinto da Pisano' ma conosceva i fatti, ha cercato fonti e li ha studiati.
 
La regola della rappresaglia in caso di attacchi da elementi non in uniforme e non inquadrati in un esercito regolare è in tutti i . codici militari di tutti gli eserciti.

Le rappresaglie 1 a 10 le ha fatte anche l'esercito itagliano in Etiopia e Abissinia...
Non facciamo i verginelli.

esatto, era fatto, condivisibile o no, noto e consolidato: era una regola di guerra.
 
si si il povero perseguitato dal dente avvelenato!!!............ma che storia ti hanno raccontato a te nella bassa modenese???......quella che c'erano i buoni da una parte ed i cattivi dall'altra...........os.tia ven giu' dal pero dai, che hai quasi 50 anni, svegliatiiiiii !!!!!

tratto dal libro Memoria dei parroci della diocesi di Savona
Memorie dei parroci della diocesi di Savona – Noli della Seconda guerra ... - Antonio Martino - Google Libri

Quindi sia la famiglia Molinari che il loro carnefice erano fascisti. E' un errore che si può commettere anche oggi, quello di dare sostegno a movimenti fascisti per avvantaggiare i propri interessi economici.

p.s.
Lo stupro era considerato un reato da niente nell'Italia di allora, che aveva una cultura molto simile all'Arabia di oggi. Infatti l'amnistia liberò tutti i numerosi stupratori, sia comunisti che fascisti. Non furono invece amnistiati i reati considerati gravi.
 
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