Scoperta una vasta campagna di disinformazione russa

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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  • SONDAGGIO: Potrebbe interessarti una sezione "Trading Sportivo"?

    Ciao, ci piacerebbe sapere se potrebbe interessarti l'apetura di una nuova sezione dedicata unicamente al trading sportivo o betting exchange. Il tuo voto è importante perchè ci consente di capire se vale la pena pianificarla o no. Per favore esprimi il tuo voto, o No, nel seguente sondaggio: LINK.
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    Staff | FinanzaOnline

A me ciò che sconcerta non è tanto la scelta di campo, quanto l'odio viscerale che nutrono nei confronti di questa nostra casa comune.
Oggi dalla parte della dittatura russa si trovano fianco a fianco estremisti di destra e sinistra. Non credo che l'odio sia geografico, verso il continente europeo, piuttosto verso le democrazie. Non a caso ammirano un dittatore che utilizza i metodi del KGB nel governare.
 
Rompete i maroni giorno e notte con la libertà di stampa poi se uno mette filmati sugli immigrati (riprese non opinioni sue) o sul conflitto ucraino lo andate a profilare per non si sa bene quale motivo.

O dite che è cosa buona e giusta la persecuzione e smettere di rompere i maroni con le persecuzioni dei provocatori ad est oppure fate pace col cervello.
 
Rompete i maroni giorno e notte con la libertà di stampa poi se uno mette filmati sugli immigrati (riprese non opinioni sue) o sul conflitto ucraino lo andate a profilare per non si sa bene quale motivo.

O dite che è cosa buona e giusta la persecuzione e smettere di rompere i maroni con le persecuzioni dei provocatori ad est oppure fate pace col cervello.
Scusa, ma una testata giornalistica, come è poi una radio, non può rendere pubblico il proprio editore o proprietario? Ma che dici? :D
 
Le notizie provenienti da Russia e Ucraina, nella loro drammaticità, risultano inquinate da una propaganda russa alla quale non si dà mai sufficiente importanza. Noi tutti continuiamo a essere sugli spalti dello stadio mondiale, non ci rendiamo conto di essere già in guerra e che le nostre menti sono già da tempo il campo di battaglia della sofisticata guerra ibrida putiniana. Poche le voci serie su questo nostro carnevalesco Titanic. Una, assai autorevole è quella del capo di stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che il 20 febbraio si è così espresso: «Stiamo assistendo proprio in questi giorni all'intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo».

«L'obiettivo di Mosca è approfittare delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno anche altri paesi atlantici dell'Occidente», ha aggiunto l'ammiraglio Cavo Dragone. «Ben diversa però è la realtà dei fatti. La Russia si trova impegnata in un conflitto di attrito a lunga durata, accusando ingenti perdite di uomini e di mezzi. Nessun obiettivo primario di Mosca può dirsi raggiunto. Il supporto dell'economia allo sforzo bellico non sarà sostenibile a lungo alla luce di sanzioni sempre più stringenti e di un impegno finanziario per la difesa nazionale salito a circa il 6,2% del pil, che è pari a un terzo dell'intera spesa pubblica»
. Parole che non sono state valutate come meritavano perché, in fondo, Cavo Dragone non è un giornalista e nemmeno un geo-politologo, essendo solo il responsabile della Difesa italiana! Quel che si chiede al lettore è di considerare quanto avvenuto in questo mese di febbraio con questo filtro. E va premesso che uno studio approfondito solo su queste ultime settimane porterebbe via molto spazio e che si dovrà essere molto sintetici.

2 febbraio – In un discorso tenuto a Tula, Vladimir Putin ha auspicato una vasta mobilitazione sociale ed economica, simile a quella che portò l'Unione Sovietica alla vittoria contro il nazismo. La parola d'ordine è «Tutto per la vittoria!». L'intento evidente è quello di preparare l'opinione pubblica russa a una ulteriore mobilitazione che, con ogni probabilità, non risulterà gradita. Nel contempo i blogger russi che cercano di ricostruire la situazione militare sul fronte ucraino, criticando la condotta dei generali, vengono a loro volta censurati dal Cremlino e criticati dal presentatore Vladimir Solovyov per aver amplificato le perdite russe.

5 febbraio – Boris Nadezhdin, l'unico candidato contro la guerra alle presidenziali russe, è stato escluso dalle elezioni per aver raccolto firme non valide.

7 febbraio – Il consiglio della Federazione Russa ha approvato una legge che permette al governo di confiscare le proprietà di chi diffonda false notizie sull'andamento dell'operazione militare speciale. La falsità è data dalla difformità della notizia rispetto alla narrazione governativa. Nel frattempo, Dmitri Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, evoca l'apocalisse nucleare sulle città europee qualora vi sia un conflitto diretto con la Russia. Per quanto possa apparire disturbante, Medvedev va umanamente capito e dobbiamo chiederci cosa faremmo al posto suo. Nel 2011 aveva obbligato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a non mettere il veto sulla risoluzione Onu che prevedeva l'intervento armato in Libia e si era apertamente opposto a Putin che aveva disapprovato tale iniziativa. Dopo di che Putin e Medvedev ebbero un colloquio a quattr'occhi e il liberale Dmitri è diventato un guerrafondaio h 24.

8 febbraio – Nell'intervista concessa al giornalista Tucker Carlson, Putin ha riaffermato la propria volontà di smilitarizzare e «denazificare» l'Ucraina. Putin si conferma come un ottimo gestore della propria narrazione e smentisce, tra l'altro, tutti coloro che in Italia si ostinano a credere in una trattativa o in una pace di compromesso senza considerare con chi questa trattativa andrebbe conclusa.

13 febbraio – Il ministero degli Interni russo ha posto decine di funzionari e uomini politici europei sulla lista nera.

14 febbraio – «Sono nemici del popolo, meno male che ora abbiamo le loro liste». Così l'anchorman Solovyov ha definito la lista dei 100mila russi che avevano firmato a favore della candidatura del politico pacifista Boris Nadezhdin. 100mila coraggiosi cittadini che hanno esercitato un diritto per essere poi definiti «nemici del popolo» come ai tempi di Josif Stalin. E se qualche lettore potrà pensare che, in fondo, se la sono voluta loro e che hanno corso un rischio inutile, che sia almeno conscio che non merita la libertà di cui gode. I libri della scrittrice Liudmila Ulitskaja (ricorda Anna Zafesova in un bellissimo articolo sulla Stampa del 14 febbraio) sono stati ritirati dalle biblioteche e dalle librerie e sono andati al macero. La casa editrice le ha sospeso il pagamento dei diritti d'autore. La colpa? Essere contro la guerra. E per quegli intellettuali che si sono rifugiati all'estero la sorte è anche peggiore. Il deputato Andrey Lugovoy, principale indiziato nell'assassinio di Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio a Londra nel 2006, ha auspicato che gli esuli tornino in patria a capo chino oppure restino all'estero «a morire come cani». Musicisti, artisti dissidenti sono sulla lista nera e ora devono stare attenti alla propria vita perché i killer del governo possono raggiungere chiunque e dovunque. È stato il destino di Maksim Kuzminov, che aveva disertato col proprio elicottero ed è stato ritrovato crivellato di colpi in Spagna.

15 febbraio – I servizi segreti estoni hanno dichiarato che è stato ricostituito il Distretto militare di Leningrado. Anche se le formazioni appartenenti a questo distretto sono impegnate in Ucraina è un primo passo per rafforzare la presenza russa ai confini con Finlandia e Stati baltici.

17 febbraio – La morte di Aleksei Navalny ha portato centinaia di persone a manifestare il proprio cordoglio. 350 cittadini russi sono stati arrestati per questo motivo in 30 città diverse, 230 solo il 17 febbraio. Da notare come, subito dopo, Putin, cambiando narrativa, abbia dichiarato che ha sempre l'Italia nel cuore e che sarebbe il momento di trattare. Putin sa bene che l'opinione pubblica occidentale non vede l'ora che tutto questo finisca e si muove di conseguenza. Il Washington Post ha pubblicato un'indagine in cui viene descritta la macchina della propaganda russa in Ucraina e in Europa. Solo in Ucraina i troll russi hanno prodotto 1.300 testi e 37mila commenti ogni settimana a partire da gennaio 2023. Per l'Italia basti citare il caso della trascrizione dell'audio della madre di Navalny che delegittima moralmente la propria nuora. Si tratta di un falso, generato dall'AI e che ha avuto una larga diffusione in Italia prima di essere smascherato. Ma ormai il danno era fatto. Come dice l'antico adagio, «calunniate, qualcosa resterà» . L'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo”.

21 febbraio – Il blogger russo Andrej Morozov, combattente in una formazione del Luhansk, si è suicidato dopo essersi rifiutato di cancellare i suoi rapporti sulle spaventose perdite subite dai russi ad Avdiivka. Morozov aveva dichiarato di aver ricevuto tali ordini da un colonnello dopo aver pubblicato la cifra di 16mila suoi commilitoni morti in combattimento per la sola presa di Avdiivka. Tale colonnello aveva minacciato di tagliare i rifornimenti all'unità di Morozov. Tutto questo mentre, non più tardi di novembre scorso, l'ex ambasciatore Sergio Romano definiva la guerra in Ucraina come «un conflitto a bassa intensità».

22 febbraio – La rivista di opposizione Proekt ha quantificato i cittadini russi sottoposti a procedimenti criminali o amministrativi a partire dal 2018. Si parla di 116mila persone. 11.442 processati penalmente, 105mila con sanzioni amministrative.

24 febbraio – Dmitri Medvedev è ormai una certezza. Ogni volta che parla minaccia sfracelli mentre il suo capo parla di trattative. In questa data ha dichiarato che i russi prima o poi arriveranno a Kyiv e a Odessa. Si prospetta la dichiarazione della Transnistria di voler far parte della Federazione Russa per il 28 febbraio. Ciò comporterà l'apertura di un nuovo fronte di guerra a diretto contatto con la Moldavia e l'Ucraina. Quanto ai piani per rieducare gli ucraini nelle zone occupate, la ricetta è quella di sempre. «Devono essere mandati in Siberia per una rieducazione in campi di lavoro forzato».

Ma tutto questo non appare sui nostri giornali affinché i nostri opinionisti possano continuare a ipotizzare, sia pure ragionevolmente, trattative improbabili che, secondo il citato ammiraglio Cavo Dragone, finiscono per essere strumentali alla propaganda del Cremlino. Forse Putin ha già vinto in quelli che ancora definiamo le nostre menti e i nostri cuori.

Il Sussidiario.net
 
Scusa, ma una testata giornalistica, come è poi una radio, non può rendere pubblico il proprio editore o proprietario? Ma che dici? :D
la' in russia dove dice di abitare, non te lo puoi mica permettere di avere discordanze di opinioni, ce ne e' solo una....quella pro putin,anche se avra' gia' causato quasi mezzo milione di morti russi.....

sono morti per la .....patria:eek:
e quindi va tutto bene
 
France uncovers a vast Russian disinformation campaign in Europe

On February 12th Viginum, the French foreign-disinformation watchdog, announced it had detected preparations for a large disinformation campaign in France, Germany, Poland and other European countries, tied in part to the second anniversary of Vladimir Putin’s invasion of Ukraine and the elections to the European Parliament in June.

Viginum said it had uncovered a Russian network of 193 websites which it codenames “Portal Kombat”. Most of these sites, such as topnews.uz.ua, were created years ago and many were left dormant. Over 50 of them, such as news-odessa.ru and pravda-en.com, have been created since 2022. Current traffic to these sites, which exist in various languages including French, German, Polish and English, is low. But French authorities think they are ready to be activated aggressively as part of what one official calls a “massive” wave of Russian disinformation.

Avanti così compagni :o

A quando la campagna di disinformazione dei servizi dell'occidente?^
Sarà il prossimo scoop?

Non c'è neanche più il senso del ridicolo....
 
Scusa, ma una testata giornalistica, come è poi una radio, non può rendere pubblico il proprio editore o proprietario? Ma che dici? :D
---> veramente sarebbe obbligatario riportare sul sito non solo il proprietario ma anche la partita iva se c'è qualcuno che paga... prevedo tanti contenziosi tributari nel prossimo futuro, tanto è tutto registrato e non si scappa... :asd:
 
Scusa, ma una testata giornalistica, come è poi una radio, non può rendere pubblico il proprio editore o proprietario? Ma che dici? :D
I profili twitter sono di privati cittadini spessissimo, se vogliono comunicare senza identificarsi per paura di ritorsioni su se o la propria famiglia ne hanno il diritto anche perchè è sempre e soltanto uno schieramento che fa telefonate ai datori di lavoro o minacce alla famiglia.

Io di non vax o no ucraina profilare e perseguitare singoli cittadini vaccinati o che hanno firmato la petizione di santoro non ne ho visto.
 
Le notizie provenienti da Russia e Ucraina, nella loro drammaticità, risultano inquinate da una propaganda russa alla quale non si dà mai sufficiente importanza. Noi tutti continuiamo a essere sugli spalti dello stadio mondiale, non ci rendiamo conto di essere già in guerra e che le nostre menti sono già da tempo il campo di battaglia della sofisticata guerra ibrida putiniana. Poche le voci serie su questo nostro carnevalesco Titanic. Una, assai autorevole è quella del capo di stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che il 20 febbraio si è così espresso: «Stiamo assistendo proprio in questi giorni all'intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo».

«L'obiettivo di Mosca è approfittare delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno anche altri paesi atlantici dell'Occidente», ha aggiunto l'ammiraglio Cavo Dragone. «Ben diversa però è la realtà dei fatti. La Russia si trova impegnata in un conflitto di attrito a lunga durata, accusando ingenti perdite di uomini e di mezzi. Nessun obiettivo primario di Mosca può dirsi raggiunto. Il supporto dell'economia allo sforzo bellico non sarà sostenibile a lungo alla luce di sanzioni sempre più stringenti e di un impegno finanziario per la difesa nazionale salito a circa il 6,2% del pil, che è pari a un terzo dell'intera spesa pubblica»
. Parole che non sono state valutate come meritavano perché, in fondo, Cavo Dragone non è un giornalista e nemmeno un geo-politologo, essendo solo il responsabile della Difesa italiana! Quel che si chiede al lettore è di considerare quanto avvenuto in questo mese di febbraio con questo filtro. E va premesso che uno studio approfondito solo su queste ultime settimane porterebbe via molto spazio e che si dovrà essere molto sintetici.

2 febbraio – In un discorso tenuto a Tula, Vladimir Putin ha auspicato una vasta mobilitazione sociale ed economica, simile a quella che portò l'Unione Sovietica alla vittoria contro il nazismo. La parola d'ordine è «Tutto per la vittoria!». L'intento evidente è quello di preparare l'opinione pubblica russa a una ulteriore mobilitazione che, con ogni probabilità, non risulterà gradita. Nel contempo i blogger russi che cercano di ricostruire la situazione militare sul fronte ucraino, criticando la condotta dei generali, vengono a loro volta censurati dal Cremlino e criticati dal presentatore Vladimir Solovyov per aver amplificato le perdite russe.

5 febbraio – Boris Nadezhdin, l'unico candidato contro la guerra alle presidenziali russe, è stato escluso dalle elezioni per aver raccolto firme non valide.

7 febbraio – Il consiglio della Federazione Russa ha approvato una legge che permette al governo di confiscare le proprietà di chi diffonda false notizie sull'andamento dell'operazione militare speciale. La falsità è data dalla difformità della notizia rispetto alla narrazione governativa. Nel frattempo, Dmitri Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, evoca l'apocalisse nucleare sulle città europee qualora vi sia un conflitto diretto con la Russia. Per quanto possa apparire disturbante, Medvedev va umanamente capito e dobbiamo chiederci cosa faremmo al posto suo. Nel 2011 aveva obbligato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a non mettere il veto sulla risoluzione Onu che prevedeva l'intervento armato in Libia e si era apertamente opposto a Putin che aveva disapprovato tale iniziativa. Dopo di che Putin e Medvedev ebbero un colloquio a quattr'occhi e il liberale Dmitri è diventato un guerrafondaio h 24.

8 febbraio – Nell'intervista concessa al giornalista Tucker Carlson, Putin ha riaffermato la propria volontà di smilitarizzare e «denazificare» l'Ucraina. Putin si conferma come un ottimo gestore della propria narrazione e smentisce, tra l'altro, tutti coloro che in Italia si ostinano a credere in una trattativa o in una pace di compromesso senza considerare con chi questa trattativa andrebbe conclusa.

13 febbraio – Il ministero degli Interni russo ha posto decine di funzionari e uomini politici europei sulla lista nera.

14 febbraio – «Sono nemici del popolo, meno male che ora abbiamo le loro liste». Così l'anchorman Solovyov ha definito la lista dei 100mila russi che avevano firmato a favore della candidatura del politico pacifista Boris Nadezhdin. 100mila coraggiosi cittadini che hanno esercitato un diritto per essere poi definiti «nemici del popolo» come ai tempi di Josif Stalin. E se qualche lettore potrà pensare che, in fondo, se la sono voluta loro e che hanno corso un rischio inutile, che sia almeno conscio che non merita la libertà di cui gode. I libri della scrittrice Liudmila Ulitskaja (ricorda Anna Zafesova in un bellissimo articolo sulla Stampa del 14 febbraio) sono stati ritirati dalle biblioteche e dalle librerie e sono andati al macero. La casa editrice le ha sospeso il pagamento dei diritti d'autore. La colpa? Essere contro la guerra. E per quegli intellettuali che si sono rifugiati all'estero la sorte è anche peggiore. Il deputato Andrey Lugovoy, principale indiziato nell'assassinio di Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio a Londra nel 2006, ha auspicato che gli esuli tornino in patria a capo chino oppure restino all'estero «a morire come cani». Musicisti, artisti dissidenti sono sulla lista nera e ora devono stare attenti alla propria vita perché i killer del governo possono raggiungere chiunque e dovunque. È stato il destino di Maksim Kuzminov, che aveva disertato col proprio elicottero ed è stato ritrovato crivellato di colpi in Spagna.

15 febbraio – I servizi segreti estoni hanno dichiarato che è stato ricostituito il Distretto militare di Leningrado. Anche se le formazioni appartenenti a questo distretto sono impegnate in Ucraina è un primo passo per rafforzare la presenza russa ai confini con Finlandia e Stati baltici.

17 febbraio – La morte di Aleksei Navalny ha portato centinaia di persone a manifestare il proprio cordoglio. 350 cittadini russi sono stati arrestati per questo motivo in 30 città diverse, 230 solo il 17 febbraio. Da notare come, subito dopo, Putin, cambiando narrativa, abbia dichiarato che ha sempre l'Italia nel cuore e che sarebbe il momento di trattare. Putin sa bene che l'opinione pubblica occidentale non vede l'ora che tutto questo finisca e si muove di conseguenza. Il Washington Post ha pubblicato un'indagine in cui viene descritta la macchina della propaganda russa in Ucraina e in Europa. Solo in Ucraina i troll russi hanno prodotto 1.300 testi e 37mila commenti ogni settimana a partire da gennaio 2023. Per l'Italia basti citare il caso della trascrizione dell'audio della madre di Navalny che delegittima moralmente la propria nuora. Si tratta di un falso, generato dall'AI e che ha avuto una larga diffusione in Italia prima di essere smascherato. Ma ormai il danno era fatto. Come dice l'antico adagio, «calunniate, qualcosa resterà» . L'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo”.

21 febbraio – Il blogger russo Andrej Morozov, combattente in una formazione del Luhansk, si è suicidato dopo essersi rifiutato di cancellare i suoi rapporti sulle spaventose perdite subite dai russi ad Avdiivka. Morozov aveva dichiarato di aver ricevuto tali ordini da un colonnello dopo aver pubblicato la cifra di 16mila suoi commilitoni morti in combattimento per la sola presa di Avdiivka. Tale colonnello aveva minacciato di tagliare i rifornimenti all'unità di Morozov. Tutto questo mentre, non più tardi di novembre scorso, l'ex ambasciatore Sergio Romano definiva la guerra in Ucraina come «un conflitto a bassa intensità».

22 febbraio – La rivista di opposizione Proekt ha quantificato i cittadini russi sottoposti a procedimenti criminali o amministrativi a partire dal 2018. Si parla di 116mila persone. 11.442 processati penalmente, 105mila con sanzioni amministrative.

24 febbraio – Dmitri Medvedev è ormai una certezza. Ogni volta che parla minaccia sfracelli mentre il suo capo parla di trattative. In questa data ha dichiarato che i russi prima o poi arriveranno a Kyiv e a Odessa. Si prospetta la dichiarazione della Transnistria di voler far parte della Federazione Russa per il 28 febbraio. Ciò comporterà l'apertura di un nuovo fronte di guerra a diretto contatto con la Moldavia e l'Ucraina. Quanto ai piani per rieducare gli ucraini nelle zone occupate, la ricetta è quella di sempre. «Devono essere mandati in Siberia per una rieducazione in campi di lavoro forzato».

Ma tutto questo non appare sui nostri giornali affinché i nostri opinionisti possano continuare a ipotizzare, sia pure ragionevolmente, trattative improbabili che, secondo il citato ammiraglio Cavo Dragone, finiscono per essere strumentali alla propaganda del Cremlino. Forse Putin ha già vinto in quelli che ancora definiamo le nostre menti e i nostri cuori.

Il Sussidiario.net
Nessuno ha commentato questo articolo, si vede che ha colto nel segno.
 
Ma qui più che una campagna di disinformazione abbiamo sinceri ammiratori di quel modello. Davvero tanti!
I "non hobbisti" saranno un paio, tre. Con qualche doppio nick forse. E non sono neppure sicuro.
Si, saranno un paio, forse con un doppio nick, ma per un piccolo social come FOL bastano e avanzano. Su Twitter, Instagram, FB sono molti di più.
 
Come non quotare.
Ma la domanda sorge spontanea. Che fare nei confronti di chi utilizza la democrazia per cercare di abbatterla dall'interno (i sedicenti nuovi partigiani :asd:) ?
Al momento credo proprio nulla. Se non rosicare, soprattutto quando ti accorgi che oltre a lanciare il sassolino di propaganda ostile ti pigliano pure per il cubo come a significare... siete veramente dei co.glio.na.z.z.i. (l'unica cosa su cui puoi concordare) :asd:.
Però, suggerisco di mantenere visibilità sul tema, nonostante le inevitabili critiche sdegnate che arriveranno dai sovranisti (e forse qualche ban).
Bisognerebbe sempre sottolineare che c'è (fortunatamente) chi reputa che "libertà di espressione" non includa il diritto di propagandare impunemente contro gli interessi e le posizioni geopolitiche della Patria (del tipo che siamo uguali al regime NK perchè le mascherine...bla bla bla). Soprattutto in tempi come questi.
E che una democrazia sana abbia il diritto all'autodifesa e crearsi i giusti anticorpi!
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NEIN!!!!!!|

La guerra è cominciata nel 2014 col colpo di stato supportato dalla CIA che ha portato i nazisti al potere in HR...quando uscirete dal coma supporters del comico diventato dittatore?
Quindi quello avvelenato con la diossina è arrivato dopo

Basta saperlo
 
Ma hci e' sto avondet? Il corrispondente? Ma te li hai mai sentiti sti siti?
Praticamente e' Orlowski che li rende famosi .... a noi qua sul fol quando ci sgama? :asd:
AP su finanzaonline e' il peggior covo dei putinisti italiani. Tanto che e' stata ribatezzata: AP non e' arena politica, ma arena putinista. :o

:D
Ma non mi avevi detto che era avanguardia putinista?!?!?Te stai sempre a imbrojaà... :D
 
Le notizie provenienti da Russia e Ucraina, nella loro drammaticità, risultano inquinate da una propaganda russa alla quale non si dà mai sufficiente importanza. Noi tutti continuiamo a essere sugli spalti dello stadio mondiale, non ci rendiamo conto di essere già in guerra e che le nostre menti sono già da tempo il campo di battaglia della sofisticata guerra ibrida putiniana. Poche le voci serie su questo nostro carnevalesco Titanic. Una, assai autorevole è quella del capo di stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che il 20 febbraio si è così espresso: «Stiamo assistendo proprio in questi giorni all'intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo».

«L'obiettivo di Mosca è approfittare delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno anche altri paesi atlantici dell'Occidente», ha aggiunto l'ammiraglio Cavo Dragone. «Ben diversa però è la realtà dei fatti. La Russia si trova impegnata in un conflitto di attrito a lunga durata, accusando ingenti perdite di uomini e di mezzi. Nessun obiettivo primario di Mosca può dirsi raggiunto. Il supporto dell'economia allo sforzo bellico non sarà sostenibile a lungo alla luce di sanzioni sempre più stringenti e di un impegno finanziario per la difesa nazionale salito a circa il 6,2% del pil, che è pari a un terzo dell'intera spesa pubblica»
. Parole che non sono state valutate come meritavano perché, in fondo, Cavo Dragone non è un giornalista e nemmeno un geo-politologo, essendo solo il responsabile della Difesa italiana! Quel che si chiede al lettore è di considerare quanto avvenuto in questo mese di febbraio con questo filtro. E va premesso che uno studio approfondito solo su queste ultime settimane porterebbe via molto spazio e che si dovrà essere molto sintetici.

2 febbraio – In un discorso tenuto a Tula, Vladimir Putin ha auspicato una vasta mobilitazione sociale ed economica, simile a quella che portò l'Unione Sovietica alla vittoria contro il nazismo. La parola d'ordine è «Tutto per la vittoria!». L'intento evidente è quello di preparare l'opinione pubblica russa a una ulteriore mobilitazione che, con ogni probabilità, non risulterà gradita. Nel contempo i blogger russi che cercano di ricostruire la situazione militare sul fronte ucraino, criticando la condotta dei generali, vengono a loro volta censurati dal Cremlino e criticati dal presentatore Vladimir Solovyov per aver amplificato le perdite russe.

5 febbraio – Boris Nadezhdin, l'unico candidato contro la guerra alle presidenziali russe, è stato escluso dalle elezioni per aver raccolto firme non valide.

7 febbraio – Il consiglio della Federazione Russa ha approvato una legge che permette al governo di confiscare le proprietà di chi diffonda false notizie sull'andamento dell'operazione militare speciale. La falsità è data dalla difformità della notizia rispetto alla narrazione governativa. Nel frattempo, Dmitri Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, evoca l'apocalisse nucleare sulle città europee qualora vi sia un conflitto diretto con la Russia. Per quanto possa apparire disturbante, Medvedev va umanamente capito e dobbiamo chiederci cosa faremmo al posto suo. Nel 2011 aveva obbligato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a non mettere il veto sulla risoluzione Onu che prevedeva l'intervento armato in Libia e si era apertamente opposto a Putin che aveva disapprovato tale iniziativa. Dopo di che Putin e Medvedev ebbero un colloquio a quattr'occhi e il liberale Dmitri è diventato un guerrafondaio h 24.

8 febbraio – Nell'intervista concessa al giornalista Tucker Carlson, Putin ha riaffermato la propria volontà di smilitarizzare e «denazificare» l'Ucraina. Putin si conferma come un ottimo gestore della propria narrazione e smentisce, tra l'altro, tutti coloro che in Italia si ostinano a credere in una trattativa o in una pace di compromesso senza considerare con chi questa trattativa andrebbe conclusa.

13 febbraio – Il ministero degli Interni russo ha posto decine di funzionari e uomini politici europei sulla lista nera.

14 febbraio – «Sono nemici del popolo, meno male che ora abbiamo le loro liste». Così l'anchorman Solovyov ha definito la lista dei 100mila russi che avevano firmato a favore della candidatura del politico pacifista Boris Nadezhdin. 100mila coraggiosi cittadini che hanno esercitato un diritto per essere poi definiti «nemici del popolo» come ai tempi di Josif Stalin. E se qualche lettore potrà pensare che, in fondo, se la sono voluta loro e che hanno corso un rischio inutile, che sia almeno conscio che non merita la libertà di cui gode. I libri della scrittrice Liudmila Ulitskaja (ricorda Anna Zafesova in un bellissimo articolo sulla Stampa del 14 febbraio) sono stati ritirati dalle biblioteche e dalle librerie e sono andati al macero. La casa editrice le ha sospeso il pagamento dei diritti d'autore. La colpa? Essere contro la guerra. E per quegli intellettuali che si sono rifugiati all'estero la sorte è anche peggiore. Il deputato Andrey Lugovoy, principale indiziato nell'assassinio di Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio a Londra nel 2006, ha auspicato che gli esuli tornino in patria a capo chino oppure restino all'estero «a morire come cani». Musicisti, artisti dissidenti sono sulla lista nera e ora devono stare attenti alla propria vita perché i killer del governo possono raggiungere chiunque e dovunque. È stato il destino di Maksim Kuzminov, che aveva disertato col proprio elicottero ed è stato ritrovato crivellato di colpi in Spagna.

15 febbraio – I servizi segreti estoni hanno dichiarato che è stato ricostituito il Distretto militare di Leningrado. Anche se le formazioni appartenenti a questo distretto sono impegnate in Ucraina è un primo passo per rafforzare la presenza russa ai confini con Finlandia e Stati baltici.

17 febbraio – La morte di Aleksei Navalny ha portato centinaia di persone a manifestare il proprio cordoglio. 350 cittadini russi sono stati arrestati per questo motivo in 30 città diverse, 230 solo il 17 febbraio. Da notare come, subito dopo, Putin, cambiando narrativa, abbia dichiarato che ha sempre l'Italia nel cuore e che sarebbe il momento di trattare. Putin sa bene che l'opinione pubblica occidentale non vede l'ora che tutto questo finisca e si muove di conseguenza. Il Washington Post ha pubblicato un'indagine in cui viene descritta la macchina della propaganda russa in Ucraina e in Europa. Solo in Ucraina i troll russi hanno prodotto 1.300 testi e 37mila commenti ogni settimana a partire da gennaio 2023. Per l'Italia basti citare il caso della trascrizione dell'audio della madre di Navalny che delegittima moralmente la propria nuora. Si tratta di un falso, generato dall'AI e che ha avuto una larga diffusione in Italia prima di essere smascherato. Ma ormai il danno era fatto. Come dice l'antico adagio, «calunniate, qualcosa resterà» . L'obiettivo di disorientare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l'immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo”.

21 febbraio – Il blogger russo Andrej Morozov, combattente in una formazione del Luhansk, si è suicidato dopo essersi rifiutato di cancellare i suoi rapporti sulle spaventose perdite subite dai russi ad Avdiivka. Morozov aveva dichiarato di aver ricevuto tali ordini da un colonnello dopo aver pubblicato la cifra di 16mila suoi commilitoni morti in combattimento per la sola presa di Avdiivka. Tale colonnello aveva minacciato di tagliare i rifornimenti all'unità di Morozov. Tutto questo mentre, non più tardi di novembre scorso, l'ex ambasciatore Sergio Romano definiva la guerra in Ucraina come «un conflitto a bassa intensità».

22 febbraio – La rivista di opposizione Proekt ha quantificato i cittadini russi sottoposti a procedimenti criminali o amministrativi a partire dal 2018. Si parla di 116mila persone. 11.442 processati penalmente, 105mila con sanzioni amministrative.

24 febbraio – Dmitri Medvedev è ormai una certezza. Ogni volta che parla minaccia sfracelli mentre il suo capo parla di trattative. In questa data ha dichiarato che i russi prima o poi arriveranno a Kyiv e a Odessa. Si prospetta la dichiarazione della Transnistria di voler far parte della Federazione Russa per il 28 febbraio. Ciò comporterà l'apertura di un nuovo fronte di guerra a diretto contatto con la Moldavia e l'Ucraina. Quanto ai piani per rieducare gli ucraini nelle zone occupate, la ricetta è quella di sempre. «Devono essere mandati in Siberia per una rieducazione in campi di lavoro forzato».

Ma tutto questo non appare sui nostri giornali affinché i nostri opinionisti possano continuare a ipotizzare, sia pure ragionevolmente, trattative improbabili che, secondo il citato ammiraglio Cavo Dragone, finiscono per essere strumentali alla propaganda del Cremlino. Forse Putin ha già vinto in quelli che ancora definiamo le nostre menti e i nostri cuori.

Il Sussidiario.net
Grazie.


Ricostruzione storiografica ben fatta. :)
 
Nessuno ha commentato questo articolo, si vede che ha colto nel segno.
Io l'ho letto tutto - Ma devi considerare che Avanguardia Putinista si ferma dopo le prime 5 righe, perchè parte il meccanismo preprogrammato della propaganda instillata "eh ... ma gli USA? Eh .. ma Euromaidan? Eh ... ma la NATO"? e parte il delete automizzato di ciò che hanno letto e si fermano...con annesso rigetto della realtà- invece AP si ferma dopo le prime 5 righe (anche loro..) perchè AP è tuttologa ed onnisciente non necessita di troppe righe .. sa già tutto.. ;) .. io sò invece un principiante ... :) ;)
 
come già scritto, i commentatori pro-occidente mi sembrano più convinti dei crucchi sostenitori del governo nel 1937 :D
Interessante:

Osservo però che le deportazioni di massa e l'assassinio degli oppositori è fatto da putin/russia/neoURSS non dall'Occidente ...
Osservo anche che similmente al governo del citato governo del 1937 ove Hitler invase i Sudeti, Austria etcetc "Anschluss", Putin ha invaso l'Ucraina usando anche la scusa della protezione dei russofoni...

Probabilmente quelli che capiscono che hanno a che fare con un novello Hitler o Stalin, si impuntano proprio per evitare il verificarsi del celebre aforisma di Churchill.

Gli altri invece ... embè.
Non a caso anche all'inizio della WW2 vi era una ben radicata presenza di pro Hitler anche in UK o USA addirttura nella casa regnante UK con Edoardo VIII che era pacifista convinto, favorevole ad un appeasement (inteso nella sua + grave accezione)con Hitler...

Poi si ravvidero .. poi.
 
Devi anche finirla di dire che uno è un dittatore filonazista, quando è stato eletto democraticamente (non come Putin) ed è Ebreo.
Scommetto che credi anche che sotto l'acciaieria c'erano i bambini nelle gabbie e che prendevano l'adrenocromo da questi bambini eh :asd:
Cosa cavolo c'entra che e' ebreo?
 
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