#Stadio della Roma: Avanzamento lavori

un'accozzaglia di misere vite

per una scelta sportiva sbagliata

:D

zelig!
 
Stadio della Roma, l'inchiesta è sempre più lontana da Tor di Valle
Per i Pm Parnasi e Lanzalone avrebbero usato l’impianto per altri interessi. L’Avvocatura Capitolina accelera le verifiche sull’iter: non ci sono criticità

Andrea De Angelis


Ormai appare sempre più chiaro come l'inchiesta Rinascimento della Procura di Roma si stia concentrando in questa fase investigativa sui rapporti tra il gruppo Parnasi e l'avvocato Luca Lanzalone, e questo a prescindere dalla vicenda stadio. Al setaccio dei pm infatti ci sarebbero tutti gli scambi di documenti tra gli uffici dell'avvocato di Genova e i vari dipartimenti del Campidoglio. Questo starebbe avvenendo grazie alla fattiva collaborazione dell'Avvocatura Capitolina, spinta dall'amministrazione cittadina sempre più convinta della propria estraneità ed anzi sempre più calata nel ruolo della vittima. Un ruolo che in effetti sembra sempre più evidente, così come quello della Roma e del suo Presidente, che rischiano, stando alle pressioni mediatiche di queste ore, di veder crollare il sogno di un impianto moderno e funzionale, finalmente degno della città e delle ambizioni del club. Stando a quanto starebbe emergendo in queste ore infatti il ruolo dell'avvocato Lanzalone ed il raggio dei suoi interessi si sarebbe esteso molto oltre la vicenda dello stadio, utilizzato solo in una prima fase per accreditarsi agli occhi dei funzionari del Comune. Sarebbe emerso per esempio che il commissario straordinario dell'Istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti di Roma Capitale, Fabio Serini, scelto la scorsa estate proprio su suggerimento di Lanzalone, avrebbe affidato un incarico all'avvocato Luciano Costantini, dello studio legale di Lanzalone, per un ammontare di oltre 11 milioni di euro. Altro che i 100 mila ipotizzati come corruzione da parte di Luca Parnasi.

Sul ruolo di Lanzalone peserebbe poi la testimonianza dell'ex assessore comunale all'urbanistica, Paolo Berdini. Testimonianza che sarebbe stata resa diverso tempo fa, il 31 maggio scorso, ben prima che l'inchiesta venisse resa in qualche modo pubblica, ed in cui l'urbanista avrebbe ricostruito, dal suo punto di vista, il periodo in cui la giunta capitolina avrebbe rivisto le proprie posizioni sullo stadio. Proprio su spinta, ancora secondo Berdini, di Lanzalone. E venendo poi a Luca Parnasi, l'imprenditore romano al centro dell'inchiesta, continuerebbero ad emergere interessi che spaziano in tutta la regione, e che confermerebbero la volontà dei vertici di Eurnova di sfilarsi quanto prima dall'operazione Tor di Valle. Come il tentativo, messo in atto grazie alla fattiva collaborazione di Luigi Bisignani (anche lui indagato) e poi naufragato, di "agganciare" il presidente della Cassa Forense Nunzio Luciano, e quindi il patrimonio da lui gestito, di circa 12 miliardi di euro. Un'operazione che sarebbe servita a Parnasi per finanziare un ricco giro di acquisizioni immobiliari, che avrebbe visto il proprio punto di caduta proprio nella cessione della quota di Eurnova (e dei terreni) nel progetto per lo stadio. Una vicenda i cui contorni appaiono ancora troppo oscuri per poter essere decifrati in modo compiuto, ma che lascia ogni giorno emergere una verità, forse poco accattivante per i grandi mezzi di informazione di questo paese, che scagiona la Roma ed il suo progetto.

Progetto che in queste ore è ancora al vaglio dei vari Dipartimenti del Comune (Urbanistica, Trasporti, Ambiente, Patrimonio e Lavori Pubblici) e su cui non sarebbero emerse particolari criticità. In questo senso non trova conferma la voce diffusa nelle ultime ore secondo cui il progetto sarebbe a rischio di un azzeramento dovuto alla necessità di una nuova delibera di pubblico interesse da parte dell'Assemblea Capitolina. Se così fosse infatti sarebbe improbabile pensare a una società disposta a ripartire da zero o quasi su un'area, quella di Tor di Valle, su cui in qualche modo sta investigando la magistratura. Molto più probabile sarebbe l'identificazione di una nuova zona o ancor di più l'abbandono del progetto. Ma, come scritto, non è questo uno scenario su cui al momento si starebbe ragionando.
 
Mentre le indagini vanno avanti, il focus dell'inchiesta "Rinascimento" si allontana sempre di più dallo Stadio della Roma. Quindi, tornano d'attualità i temi degli ultimi mesi e ci si chiede cosa manchi per poter cominciare a realizzare l'impianto. Ecco i 5 step che si dovranno seguire perché il progetto Stadio vada avanti e si possa finalmente iniziare la costruzione.

Variante al Piano Regolatore: il Comune di Roma dovrà adottare con delibera il verbale della Conferenza, che conterrà anche la variante.

La Convenzione urbanistica: Roma Capitale dovrà predisporre in accordo con i proponenti il contratto che regolerà i rapporti tra le parti, con obblighi, doveri e tempistiche per la realizzazione.

Il ritorno in Regione: il fascicolo tornerà poi in Regione per il passaggio che darà poi l'effettivo via libera a costruire.

L'Ue e i bandi per le opere pubbliche: si dovranno predisporre i progetti delle che andranno al vaglio dell'Ue e poi messi a gara.

Smaltimento e bonifica: contestualmente a questa ultima fase si potrà bonificare l'area di Tor di Valle, con lo smaltimento dei rifiuti e delle strutture attualmente esistenti, comprese le tribune dell'ippodromo (parte delle quali ricostruite in altra sede).
 
Stadio Roma, nuova "bomba". "Procedure illegittime", le carte in Procura

L'associazione ‘Tavolo della Libera Urbanistica, presieduta dall'architetto e urbanista Francesco Sanvitto, ha depositato una denuncia in risposta al programma di verifiche sull'operato degli uffici comunali che li sindaco Raggi ha affidato agli stessi uffici.


L'ennesimo colpo allo stadio della Roma arriva dall'associazione Tavolo della Libera Urbanistica, presieduta dall'architetto e urbanista Francesco Sanvitto, che ha depositato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, in risposta al programma di verifiche sull'operato degli uffici comunali che li sindaco Raggi ha affidato agli stessi uffici. Vizi, illegittimità e forzature da provare sono contenute nella querela che riassume tuttii gli atti amministrativi compiuto da quando lo stadio della Roma è stato trasformato dalla Giunta Raggi in #stadiofattobene. Scrive Sanvitto: "Povera Sindaco che soffre di smemoratezza, dopo qualche anno in cui il nostro Tavolo ha cercato di spiegarle le illegittimità delle procedure dello stadio a Tor di Valle pare abbia dimenticato tutto. Quando ha preso in mano l' "affaire" le abbiamo anche consegnato una bozza di delibera per annullare la delibera di pubblico interesse fatta votare da Marino..... Nessun ascolto e nessun ascolto neppure dal Presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito al quale abbiamo cercato di spiegare il contenuto delle illegittimità della nuova delibera che si stavano accingendo a votare... Sindaco e Consiglieri "sordi" ad ogni appello da parte del Tavolo di quelli che erano stati i loro tecnici di riferimento.... Purtroppo la "presa del potere" politico rende distratti e spinge ad assecondare le lusinghe delle sirene della speculazione edilizia "costi" quel che "costi" e così ci è stato propinato uno #StadioFattoBene".

Ancora Sanvitto: "Oggi, a corto di memoria e senza più i consulenti di pregio come gli avvocati digiuni di diritto amministrativo urbanistico od architetti scesi a valle da Genova, il nostro Sindaco Virginia Raggi promuove una verifica fatta dai suoi uffici, gli stessi che hanno portato avanti questo iter farlocco e che lo hanno sottoscritto. NO, CARO SINDACO, COSI' NON CI PIACE E NOI VOGLIAMO ANCORA UNA VOLTA DARTI UN AIUTO. Oggi la nostra Associazione "Tavolo della Libera Urbanistica" ha depositato una denuncia alla magistratura indicando cosa ci fosse di non legittimo nelle procedure attuate per approvare a tutti i "costi" il Piano Particolareggiato in variante al PRG".

La conclusione di Sanvitto: "Caro Sindaco e cari Consiglieri, come ben sapete, NON abbiamo interessi politici e non facciamo "melina" per apparire. la nostra Associazione si espone direttamente per perseguire l'interesse collettivo e, per fare questo, vi invitiamo ad andare a leggere le "osservazioni" presentate verso la variante del PRG ed esse, già da sole, contengono parte di quelle "anomalie" che andate cercando non sappiamo dove... Probabilmente, come sempre mal consigliati, non le leggerete mai e vi preparerete a respingerle in toto... Da oggi sappiate che, comunque, ci sono dei magistrati ai quali abbiamo chiesto di verificare se in quanto portato avanti con tanta protervia non vi sia un qualche abuso...".

Non ce lo faranno fare mai. Ogni volta c'è qualche topo che esce dalla fogna e rallenta tutto.... Che schifo sto paese.
 
Mah, qua il disastro sono loro....
 
Il problema è il centrosud.

Perché al nord le cose funzionano. E pure bene.

viviamo un due paesi distinti c'è poco da dire.

Il male sono le persone, putroppo da Roma, compresa, in giù è pieno di parassiti inutili.

Avoja a da colpe alla politica.
 
viviamo un due paesi distinti c'è poco da dire.

Il male sono le persone, putroppo da Roma, compresa, in giù è pieno di parassiti inutili.

Avoja a da colpe alla politica.

Purtroppo è così.

Milano è una città europea.

Ma anche Firenze sembra distante anni luce.

Mi vengono le forze di stomaco, ma non si può nascondere la testa sotto la sabbia.
 
Nuovo Stadio della Roma, Pallotta pronto a spendere fino a 120 milioni di euro

di Ivan Cimmarusti 31 ottobre 2018 ilsole24ore


ll progetto del Nuovo Stadio della Roma vale tra i 95 e i 120 milioni di euro. Tanto è disposto a pagare il patron dei giallorossi, James Pallotta, che ha manifestato interesse all’acquisto da Eurnova srl, titolare della iniziativa immobiliare a Tor di Valle. Resta da capire attraverso quale società della galassia Pallotta sarà definita l’operazione, la quale non è escluso che possa concludersi già nel primo semestre 2019, quando ci sarà il via libera amministrativo da parte di Roma Capitale. Va, dunque, verso la conclusione l’affaire Nuovo Stadio della Roma, dopo l’arresto dell’ex amministratore di Eurnova, Luca Parnasi.


Stadio Tor di Valle, a Roma nove arresti per corruzione. Raggi: «Chi ha sbagliato pagherà»
Procedura amministrativa regolare
L’imprenditore è accusato dalla Procura della Repubblica capitolina di associazione per delinquere e reati di tipo corruttivo proprio dietro quella operazione immobiliare. Ipotesi di reato da cui Parnasi presto potrebbe doversi difendere in aula di tribunale: il procuratore aggiunto Paolo Ielo, infatti, gli ha notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari, atto solitamente propedeutico alla successiva richiesta di rinvio a giudizio. Parallelamente alla rete di presunti illeciti, però, la stessa Procura capitolina ha confermato un fatto: l’iter amministrativo per l’approvazione del progetto del Nuovo Stadio della Roma non sarebbe stato «inquinato» da reati. Un via libera dei magistrati che è servito a rimettere in moto il dossier, bruscamente stoppato dall’arresto di Parnasi avvenuto il 13 giugno scorso.

Gli step superati dal nuovo cda di Eurnova: l’offerta di Pallotta
I nuovi vertici di Eurnova, l’amministratore delegato Giovanni Naccarato, il professore di Economia aziendale della Luiss Riccardo Tiscini e l’ingegnere Giovanni Sparvoli hanno dato impulso al progetto del Nuovo Stadio, superando gli ostacoli sorti all’indomani della vasta inchiesta dei magistrati capitolini. Numerose offerte d’acquisto sono state valutate, anche se da subito l’acquirente preferito è stato Pallotta, soggetto che in quanto presidente del club ha partecipato a tutti i tavoli tecnici. L’imprenditore allo stato non ha formalizzato un’offerta d’acquisto, tuttavia ha detto di essere pronto all’acquisto del progetto spendendo una somma che si aggira tra i 95milioni e 120milioni di euro. Denaro che comprende il progetto e i terreni a Tor di Valle, su cui, allo stato, c’è il vecchio stadio dell’ippodromo di Roma. Un’area su cui sorgerà il nuovo impianto, con una capienza di 52mila 500 spettatori. Stando al progetto si tratterà di una sorta di “distretto dell'intrattenimento”, in cui avranno un ruolo commerciale anche negozi, ristoranti e bar, oltre al Roma Superstore e alla Hall of Fame interattiva dell’As Roma.


Operazione d’acquisto
Resta da capire attraverso quale società sarà formalizzato l’acquisto. Il 16 maggio 2016 Pallotta ha perfezionato una operazione con lo scopo di finanziare i costi preliminari di sviluppo connessi al progetto del Nuovo Stadio. Un contratto di finanziamento è stato sottoscritto con la banca Goldman Sachs International per 30 milioni di euro, denaro che sarebbe stato gestito dalla società Stadio Tdv spa, quella deputata all’operazione del Nuovo Stadio della Roma. Non è escluso, dunque, che la nuova offerta d’acquisto possa essere fatta proprio dalla Stadio Tdv spa, società controllata dalla Neep Roma Holding, la stessa che controlla anche la As Roma spa (quotata in Borsa). Non si può escludere, però, che l’operazione possa essere compiuta da quest’ultima, anche se - come scritto dal Sole24Ore l’11 ottobre scorso – ha debiti finanziari netti per 220 milioni di euro.



L’inchiesta penale: si avvicina la richiesta di rinvio a giudizio
La definizione dell’inchiesta penale, con la notifica degli avvisi di chiusura delle indagini preliminari, è stata accolta di buon grado dalla stessa Amministrazione capitolina. Questo perché è ormai un dato assodato che non ci sarebbero stati illeciti per la definizione amministrativa del progetto del Nuovo Stadio. Stando all’accusa, Parnasi avrebbe ideato una presunta associazione per delinquere allo scopo di creare una sorta di rete di copertura per non avere intoppi in sede di approvazione del progetto. Con il costruttore rischiano di andare a processo per vari profili, tra cui il finanziamento illecito e il traffico di influenze, anche l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del
Pd, Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.

Accertamenti sui finanziamenti a fondazioni vicine Pd e Legae utilità a esponenti M5S
I magistrati di piazzale Clodio hanno deciso di stralciare il filone di indagine che riguarda il finanziamento alla politica: quel fiume di denaro, circa 400 mila euro, che Parnasi, per sua stessa ammissione, ha garantito alle fondazioni vicine al Pd e Lega e le utilità in favore di un esponente capitolino degli M5s. Su questo fronte le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ielo, andranno avanti nelle prossime settimane nel tentativo di trovare conferme a quanto fatto mettere a verbale da Parnasi in almeno tre interrogatori.
 

Allegati

  • Clipboard.jpg
    Clipboard.jpg
    89,3 KB · Visite: 77
Indietro