dal 24ore
Toyota, primo calo nella produzione globale
Stop alla ripartenza
La variante Delta e la crisi dei chip frenano l'atteso rimbalzo del comparto auto
Alberto Annicchiarico
Il 2021 avrebbe dovuto rappresentare l'anno della ripartenza per il settore automotive, flagellato dal Covid nel 2020. E invece prima la produzione di semiconduttori non adeguata alla domanda, poi, negli ultimi mesi l'esplosione della variante Delta nel sudest asiatico, hanno messo una seria ipoteca sulla riuscita del rimbalzo. Tanto che è stata registrata la prima flessione in un anno per la produzione globale di Toyota, proprio a causa delle ripercussioni provocate dalla pandemia (con i nuovi lockdown e la chiusura degli impianti) e dalla carenza dei microchip, prodotti in prevalenza in Asia.
In agosto l'output del gruppo nipponico ha segnato una flessione del 16,2%, a poco meno di 531.500 unità. Un dato che ha anticipato l'annuncio di una riduzione della produzione per i mesi di settembre e ottobre, ridimensionando così le prospettive di una accelerazione delle vendite per l'intero computo delle quattro ruote, in particolare nei mercati chiave di Cina e Stati Uniti, dove si assiste invece a una ripresa della domanda.
Proprio Toyota a metà maggio aveva stimato che la produzione dell'anno in corso sarebbe tornata sopra i 10 milioni di unità (io,6) e aveva lanciato un buyback da 250 miliardi di yen (2,3 miliardi di dollari), prevedendo di tornare alla redditività pre-pandemia nell'anno fiscale in corso.
Il quadro è poi decisamente cambiato. Il gruppo numero uno al mondo ha già tagliato le stime sulla produzione di 300 mila veicoli per l'intero anno fiscale, a 9 milioni di unità contro i 10,7 milioni del 2019 prepandemico e i 9,2 milioni del 2020. Insomma quest'anno la produzione per la casa giapponese potrebbe essere inferiore a quella dell'anno in cui il Covid è esploso.
I paesi del sudest asiatico rappresentano un hub fondamentale per il processo manifatturiero di Toyota, e le recenti chiusure degli stabilimenti in Malesia e Vietnam, a causa del Covid, hanno complicato gli approvvigionamenti per l'indotto con serie ripercussioni sulla catena produttiva.
In agosto la produzione oltreoceano di autoveicoli col marchio Toyota è diminuita del 19,9%, mentre a livello domestico la flessione è stata dell'8,4%. La casa nipponica si aspetta un dimezzamento dell'output in settembre, e un calo del 40% in ottobre, rispetto alle stime precedenti. L'impatto dei tagli della produzione sul fatturato globale sarà più evidente nei mesi a venire. In Borsa a Tokyo il titolo giunto ai massimi dell'anno (+26% da gennaio) ieri ha invertito la rotta, chiudendo oggi con un -3,52%.
Toyota non è sola. L'intera produzione industriale giapponese è caduta in agosto (-3,2% su luglio e per il secondo mese consecutivo). Un altro car maker, Suzuki, ha annunciato che chiuderà due stabilimenti per uno o tre giorni, in ottobre, a causa della carenza di forniture. «Il Giappone fatica a ripartire dopo la pandemia più di altri paesi», ha commentato Takeshi Minami, capo economista del Norinchukin Research Institute di Tokyo.