Storia di un neolaureato in ingegneria

deriva di che?
tu hai presente il livello dell'universitario medio?!?
Vuoi forse negare che la maggior parte delle lauree di oggi valgano come un diploma di qualche decennio passato?!?
Una laurea in economia oggi vale come un diploma di ragioneria di una volta!

Dai una definzione al concetto di "valore".
Mark to market (apertura al mkt del lavoro) sono d'accordo.
Mark to model (apertura alla cultura) non sono d'accordo.
 
la definizione è che fino a qualche anno fa facevi il direttore di filiale con un diploma di ragioneria, magari pure con un voto mediocre, adesso probabilmente oltre alla laurea serve anche qualche master
anche se probabilmente chi scrive qui punta più in alto che a fare il direttore di filiale...
 
la definizione è che fino a qualche anno fa facevi il direttore di filiale con un diploma di ragioneria, magari pure con un voto mediocre, adesso probabilmente oltre alla laurea serve anche qualche master
anche se probabilmente chi scrive qui punta più in alto che a fare il direttore di filiale...

Le cose che deve fare un direttore di filiale moderno sono differenti da quelle che faceva un direttore "old economy" tanto quanto ciò che deve fare un ingegnere della ferrari negli anni 50 è meno di quanto debba fare ora.

I tempi cambiano... il mondo l'ha capito... l'Italia no... ed ha trasferito i direttori di filiale ragionieri a fare di dirigenti in sede...

Diagnosi: l'Italia è un paese con classe dirigenziale diplomata inadatta alle sfide moderne e comodamente seduta su poltrone sulle quali, in un paese anglosassone, vi sarebbero persone adeguatamente formate (di qualsiasi età).
 
Maqui sostanzialmente sontutti fenomeni che va bene neanche fare il direttore di filaiale ?oggi il dir nellefiliali piccole sostanzialmente e un venditore, nelle medio grandi un coordinarore motivatore scassa colioni
 
Comunque alla fine mi ha preso deloitte.

Un classico dal 2003 in poi, circa: le società di consulenza sono le uniche “che danno lavoro” .

Alla fine basta essersi impegnati un po’ in università, con buon percorso di studi (meglio se Bocconi, visto che il 110 viene spuntato senza troppa fatica, ma è una cosa ormai comune da anni a molti atenei dall’avvento del 3+2) con un discreto inglese e voglia di lavorare 8.45 – 19.45 senza straordinari per 5/6 anni, e come contropartita si ottiene:
- uno stipendio di tutto rispetto (dopo ¾ anni i 1.6/1.7 si portano a casa, e vista la flotta aziendale, poco prima dei 30 anni si può anche avere l’uso dell’auto);
- l’opportunità di fare una esperienza di crescita orizzontale notevole.

Se si è svegli si fa, a mio avviso, la miglior esperienza lavorativa che il mercato italiano è in grado di offrire: e se si è smart e molto assertivi/comunicatori, è possibile essere prelevati da qualche società “cliente” e fare il salto a quadro direttivo a cavallo dei 30 anni con lordi sui 40/45k.

Se invece si è bravini e si diventa manager, e si vuole passare ad aziende clienti (che poi diventa la morte dei sensi…) si può ambire anche a 50/70k… dipende da quanto si è bravi a vendersi.

Comunque a mio avviso per chi studia Economia e studia bene e tanto, lo sbocco nella consulenza è mantatory in Italia: PWc, Accenture, Deloitte direi siano le tre con i clienti “più grandi” in grado di dare spazio ai neolaureati.

Contro: è raro che il consulente intorno a 30 anni abbia approfondito le proprie expertise in termini verticali… soprattutto in ambito Deloitte ho visto una competenza “trasversale”, mentre gli “accenture” sono un po’ più tecnici.

Altro discorso il McKinsey…. Altro mondo. Ma non credo sia nemmeno banale entrarci.
 
la definizione è che fino a qualche anno fa facevi il direttore di filiale con un diploma di ragioneria, magari pure con un voto mediocre, adesso probabilmente oltre alla laurea serve anche qualche master
anche se probabilmente chi scrive qui punta più in alto che a fare il direttore di filiale...

Purtroppo non è così, per essere direttore di filiale "basta" avere un buon feedback da un capo area e passare "in qualche modo" un assessment center.
Scritto in parole povere: un ragioniere con la parlantina e l'innata abilità di raggirare il cliente vendendo quello che il budget impone, ha una probabilità decisamente maggiore di fare carriera nel retail rispetto al neolaureato pluri-insignito da numerosi master.

Fonte: 3 anni di HR in una banca di rilievo medio-nazionale

Questo non significa che studiare sia una perdita di tempo, non fraintendermi, ma il sistema italiano è incapace, forse addirittura inadatto, alla manodopera qualificata.

Leggevo con interesse anche i commenti di chi diceva (perdonami non ricordo il nick) che in università i ragionieri fanno fatica con le derivate etc.etc.
Capisco, ma ribadisco, sempre per esperienza personale, ci sono aziende che fanno girare i miliardi e hanno il bilancio calcolato con i fogli Excel.
Riesco a far passare il messaggio ? :censored:
 
non si finisce mai di imparare

quindi basta fare l'aperitivo una sera si e una sera no e ci si piglia il 110....

una volta-volta la terza media era la ragioneria di una volta
adesso la laurea è la ragioneria di una volta
chissà una volta-volta-volta se le elementari erano come le medie di una volta-volta

:eek:
 
Comunque alla fine mi ha preso deloitte.

Congratulazioni !
Preparati ad un paio di anni di duro lavoro, a volte anche troppo duro, ma pensa sempre che quello é un vero investimento sulle tue competenze e anche sul tuo carattere.
 
Un classico dal 2003 in poi, circa: le società di consulenza sono le uniche “che danno lavoro” .

Alla fine basta essersi impegnati un po’ in università, con buon percorso di studi (meglio se Bocconi, visto che il 110 viene spuntato senza troppa fatica, ma è una cosa ormai comune da anni a molti atenei dall’avvento del 3+2) con un discreto inglese e voglia di lavorare 8.45 – 19.45 senza straordinari per 5/6 anni, e come contropartita si ottiene:
- uno stipendio di tutto rispetto (dopo ¾ anni i 1.6/1.7 si portano a casa, e vista la flotta aziendale, poco prima dei 30 anni si può anche avere l’uso dell’auto);
- l’opportunità di fare una esperienza di crescita orizzontale notevole.

Se si è svegli si fa, a mio avviso, la miglior esperienza lavorativa che il mercato italiano è in grado di offrire: e se si è smart e molto assertivi/comunicatori, è possibile essere prelevati da qualche società “cliente” e fare il salto a quadro direttivo a cavallo dei 30 anni con lordi sui 40/45k.

Se invece si è bravini e si diventa manager, e si vuole passare ad aziende clienti (che poi diventa la morte dei sensi…) si può ambire anche a 50/70k… dipende da quanto si è bravi a vendersi.

Comunque a mio avviso per chi studia Economia e studia bene e tanto, lo sbocco nella consulenza è mantatory in Italia: PWc, Accenture, Deloitte direi siano le tre con i clienti “più grandi” in grado di dare spazio ai neolaureati.

Contro: è raro che il consulente intorno a 30 anni abbia approfondito le proprie expertise in termini verticali… soprattutto in ambito Deloitte ho visto una competenza “trasversale”, mentre gli “accenture” sono un po’ più tecnici.

Altro discorso il McKinsey…. Altro mondo. Ma non credo sia nemmeno banale entrarci.

Concordo con quanto dici in apertura, ma quando ho lasciato l'Italia, lo scorso anno, le mie prospettive si erano proprio congelate a 27 anni. RAL di 33.000 lordi annui, che con gli straordinari significava 1.700 € netti lavorando dalle 9 alle 19. Non sono mai passato per una big 4 ma onestamente nel mio ambito penso che non ci siano consulenti coetanei che possano mettermi in imbarazzo..
La prospettiva era il deserto: perdita costante di diritti a fronte di aumento di carichi di lavoro e responsabilità.

Poi se uno vuole lavorare fino alle 9 tutte le sere per 5/6 anni sperando di arrivare ai 40K € .. E´lecito..
Ma basta fare qualche centinaio di Kilometri a nord e quei soldi si guadagnano dopo sei mesi da Werkstudent :)

Non voglio far polemica, rifletto solo sul fatto che il gioco valga la candela.. oggi..
 
Un classico dal 2003 in poi, circa: le società di consulenza sono le uniche “che danno lavoro” .

Alla fine basta essersi impegnati un po’ in università, con buon percorso di studi (meglio se Bocconi, visto che il 110 viene spuntato senza troppa fatica, ma è una cosa ormai comune da anni a molti atenei dall’avvento del 3+2) con un discreto inglese e voglia di lavorare 8.45 – 19.45 senza straordinari per 5/6 anni, e come contropartita si ottiene:
- uno stipendio di tutto rispetto (dopo ¾ anni i 1.6/1.7 si portano a casa, e vista la flotta aziendale, poco prima dei 30 anni si può anche avere l’uso dell’auto);
- l’opportunità di fare una esperienza di crescita orizzontale notevole.

Se si è svegli si fa, a mio avviso, la miglior esperienza lavorativa che il mercato italiano è in grado di offrire: e se si è smart e molto assertivi/comunicatori, è possibile essere prelevati da qualche società “cliente” e fare il salto a quadro direttivo a cavallo dei 30 anni con lordi sui 40/45k.

Se invece si è bravini e si diventa manager, e si vuole passare ad aziende clienti (che poi diventa la morte dei sensi…) si può ambire anche a 50/70k… dipende da quanto si è bravi a vendersi.

Comunque a mio avviso per chi studia Economia e studia bene e tanto, lo sbocco nella consulenza è mantatory in Italia: PWc, Accenture, Deloitte direi siano le tre con i clienti “più grandi” in grado di dare spazio ai neolaureati.

Contro: è raro che il consulente intorno a 30 anni abbia approfondito le proprie expertise in termini verticali… soprattutto in ambito Deloitte ho visto una competenza “trasversale”, mentre gli “accenture” sono un po’ più tecnici.

Altro discorso il McKinsey…. Altro mondo. Ma non credo sia nemmeno banale entrarci.

ma visto che siamo su un forum italiano, non puoi usare termini italiani?
 
il sistema italiano è incapace, forse addirittura inadatto, alla manodopera qualificata.

Bravo!

Benigni avrebbe potuto evitare di parlare per due serate di 10 comandamenti, ed avrebbe potuto ripetere per 6 ore questo concetto (estendendo l'insieme "manodopera" all'insieme "risorse umane).

Dopottutto ne abbiamo la prova tutti i giorni:
- i capi "vecchia guardia", quindi non tecnici e non laureati, sono incapaci di comprendere i nuovi paradigmi che i loro subordinati formati e tecnici vorrebbero comunicare;
- l'ambito della ricerca è trascurato da tutto il sistema.

L'Italia è un grosso soggetto patologicamente affetto da amore per la Confort Zone. Si crede di potersi sedere comodi su una poltrona che per un 20-enni ha prodotto qualcosa di buono (60-70)... ma nel successivo ventennio si è cannibalizzato tutto ed ora siamo in declino inesorabile.

La soluzione?

Uscire dalla Confort Zone, confrontarsi con le sfide che la globabilzzazione sta presentando a tutto il globo e credere nelle proprie potenzialità.

L'italiano medio (ed anche qualcosa di più) vede invece solo una faccia della medaglia del nuovo paradigma competitivo-economico: quello delle minacce, come ad esempio la produzione in oriente.

E così si perde tutte le opportunità rappresentate dal fatto che il valore aggiunto, per i paesi "evoluti", è il capitale umano ed intellettuale.


Metaforicamente è come se vi fossero 10 sedie libere per 15 persone, e la sedia viene data a chi corre per primo a prenderla: noi eravamo nei primi tre posti, con le Asics da corsa più performanti e ben allenati...
E cosa abbiamo fatto?

Abbiamo (e stiamo) aspettando a partire... oziosi e critici nei confronti di chi, partendo dietro di noi, si sta guadagnando il futuro.
 
Bravo!

Benigni avrebbe potuto evitare di parlare per due serate di 10 comandamenti, ed avrebbe potuto ripetere per 6 ore questo concetto (estendendo l'insieme "manodopera" all'insieme "risorse umane).

Dopottutto ne abbiamo la prova tutti i giorni:
- i capi "vecchia guardia", quindi non tecnici e non laureati, sono incapaci di comprendere i nuovi paradigmi che i loro subordinati formati e tecnici vorrebbero comunicare;
- l'ambito della ricerca è trascurato da tutto il sistema.

L'Italia è un grosso soggetto patologicamente affetto da amore per la Confort Zone. Si crede di potersi sedere comodi su una poltrona che per un 20-enni ha prodotto qualcosa di buono (60-70)... ma nel successivo ventennio si è cannibalizzato tutto ed ora siamo in declino inesorabile.

La soluzione?

Uscire dalla Confort Zone, confrontarsi con le sfide che la globabilzzazione sta presentando a tutto il globo e credere nelle proprie potenzialità.

L'italiano medio (ed anche qualcosa di più) vede invece solo una faccia della medaglia del nuovo paradigma competitivo-economico: quello delle minacce, come ad esempio la produzione in oriente.

E così si perde tutte le opportunità rappresentate dal fatto che il valore aggiunto, per i paesi "evoluti", è il capitale umano ed intellettuale.


Metaforicamente è come se vi fossero 10 sedie libere per 15 persone, e la sedia viene data a chi corre per primo a prenderla: noi eravamo nei primi tre posti, con le Asics da corsa più performanti e ben allenati...
E cosa abbiamo fatto?

Abbiamo (e stiamo) aspettando a partire... oziosi e critici nei confronti di chi, partendo dietro di noi, si sta guadagnando il futuro.

nonostante il tuo uso dell'inglese ( io personalmente preferirei prendere 200 euro in meno al mese, che dover usare competitors invece di concorrenti), sono perfettamente d'accordo con te. La manodopera italiana è preparatissima, anche (ma forse soprattutto) quella non laureata (operai specializzati, tornitori, artigiani, ecc).
 
Certo... in USA ed in un intervallo di delirio economico finanziario di cui stiamo pagando il conto oggi (in tutto il mondo) e che continueremo a pagare a lungo (peraltro intervallato da fenomeni che hanno fatto fallire il LTCM e LB...).

Plausibilità retrospettiva.

Ma di che parli? hai letto la parte relativa a SAME JOB? cioè nelle stesse mansioni se sei laureato in economia prendi di + che se sei laureato, in media, in qualunque altra cosa. Mica hanno economic majors i trader... quelli di solito li prendono da fisica o altre lauree quantitative.
 
Maqui sostanzialmente sontutti fenomeni che va bene neanche fare il direttore di filaiale ?oggi il dir nellefiliali piccole sostanzialmente e un venditore, nelle medio grandi un coordinarore motivatore scassa colioni

Il direttore di filiale oggi, è il salumiere di 40 anni fa (o il capo del personale dell'UPIM locale di 40 anni fa). E' un micro-manager che gestisce vendita al dettaglio. Sono lavori come stimoli e prospettive da classe medio-bassa, da qui al futuro.
 
nonostante il tuo uso dell'inglese ( io personalmente preferirei prendere 200 euro in meno al mese, che dover usare competitors invece di concorrenti), sono perfettamente d'accordo con te. La manodopera italiana è preparatissima, anche (ma forse soprattutto) quella non laureata (operai specializzati, tornitori, artigiani, ecc).

Figurati che a me basterebbe non leggere fregnacce tipo "confort zone" da chi decide che gli anglicismi sono preferibili (e in questo thread lo sono a mio avviso).

Si scrive coMfort zone

E lo ha ripetuto + volte quindi non è una svista. Notare che IN ITALIANO è usabile anche confort.

Quale dei due termini è più corretto: "confort" o "comfort"? - Treccani

Ma chiaramente non nell'espressione inglese "coMfort zone". E chi usa quella espressione, chi legge dell'argomento, chi deve scrivere un plan che qualcun altro deve valutare, e così via, dovrebbe saperlo.

A naso, dato questo pacchiano errore, Dogo mi sa che è tutto chiacchiere e distintivo.

Dogo che lavoro fai esattamente ora?
 
Si scrive coMfort zone
?

:)
Scrivo su outlook e poi copio/incollo...ed il compilatore in italiano mi corregge tutto mettendo vocali e sostituendo consonanti. Qualcosa quindi mi sfugge (dovrei rileggere prima di incollare).

PS: Vedo che hai colto il centro del discorso... grande focus sui contenuti.
 
Ultima modifica:
nonostante il tuo uso dell'inglese ( io personalmente preferirei prendere 200 euro in meno al mese, che dover usare competitors invece di concorrenti), sono perfettamente d'accordo con te. La manodopera italiana è preparatissima, anche (ma forse soprattutto) quella non laureata (operai specializzati, tornitori, artigiani, ecc).

Verissimo.
Peraltro estendere la preparazione alle risorse umane in generale se si parla di ambiti fuori dal terziario.

Nel terziario abbiamo ancora la classe dirigenziale che ne sà meno dei sottoposti (e non è una mera questione anagrafica, però in Italia i 50 enni laureati sono poco comuni... ).
 
Ma di che parli? hai letto la parte relativa a SAME JOB? cioè nelle stesse mansioni se sei laureato in economia prendi di + che se sei laureato, in media, in qualunque altra cosa. Mica hanno economic majors i trader... quelli di solito li prendono da fisica o altre lauree quantitative.

1) Di che nazione parli? L'ambiente conta tantissimo.
2) La media è la più grande distorsione cognitiva (e presa in giro) della storia.
3) Trader: di posizione o broker? Sono ambiti molto e profondamente differenti. In Italia istituti che fanno posizione (e relativi trader) sono in numero risibile... se non in ambito Tesoreria e con vincoli normativi enormi.
 
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