Ma in tutta onestà come si fa ad uscire da un prodotto strutturato su esplicita richiesta del ministero del tesoro e poi rifare un nuovo contratto con una seconda banca? Capisco che per uscire dovesse pagare qualcosa (mi sembrava fossero 6.000 euro) ma che per non pagarli abbia trovato come soluzione quella di sottoscrivere un secondo contratto mi sembra da... ecco evito di scrivere l'aggettivo altrimenti mi prendo una querela.
E non mi si venga a dire che 6.000 euro un comune di 3.400 abitanti ha difficoltà per reperirli... perchè capisco che tutti lamentino ristrettezze economiche ma 6.000 euro in un bilancio di un comune di 3.400 abitanti si trovano.
Per il resto trovo che un ente pubblico, soprattutto i piccoli comuni che non hanno strutture tali da comprendere prodotti più complicati, abbia uno strumento molto semplice per coprirsi dai movimenti dei tassi di interesse sul suo debito: indebitarsi a tasso fisso. Tanto per dire 2 anni fa coi tassi ai minimi la Cassa DD.PP. ha proposto delle rinegoziazioni dei vecchi mutui che avevano tassi "alti" dove mantenendo una durata media invariata è stato sputanto un tasso fisso nettamente più basso.
E ora si è tranquilli con un bel tasso fisso e senza spade di damocle future
Oppure mettere in piedi un consorzio tra più comuni, come si è visto anche nel servizio, per spuntare buone condizioni o avere una struttura più competente per valutare prodotti più complicati.
Tanto per dirla in due parole. Ma l'argomento è molto complicato.