ROMA (MF-DJ)--Via libera si', via libera no. Contatti si', contatti no. Incontri sicuramente. Sul fronte Telecom Italia regna l'incertezza piu' assoluta. Il Governo ha tirato un po' il freno a mano, dopo le notizie apparse sul quotidiano La Repubblica che parlavano di una luce verde da parte dell'esecutivo alla fusione tra Telecom Italia e Telefonica, ma con dei paletti precisi sulla governance.
Oggi e' arrivata una semi-smentita attraverso una nota di Palazzo Chigi, una conferma di un incontro che ci sara' dopodomani tra il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola e una conferma delle preoccupazioni governative attraverso il viceministro Paolo Romani. "Non c'e' ne' un via libera ne' un'opposizione da parte del Governo perche' non c'e' stato ancora alcun contatto. Sicuramente ci sara' un incontro, anche se non e' stato formalmente ufficializzato. Un incontro con Telecom deve esserci. Il problema esiste. Ci auguriamo - dice Romani - che qualcuno ci chiarisca che cosa sta succedendo. Siamo preoccupati che una governance non italiana possa decidere di non investire sulla rete, su questo il governo sta facendo e fara' un grosso sforzo. Noi per ora abbiamo posto un problema infrastrutturale e di selezione di investimenti. Ci sara' un ragionamento che dovra' esser fatto con Telecom e tutti gli altri player del settore. C'e' un problema in Italia di costruire una banda tra larga che andra' messa in sintesi con l'attuale rete in rame. Insomma, e' un problema che va affrontato in questi termini".
Ecco qui fissati i paletti. La rete non puo' andare nelle mani straniere. E' strategica e va rispettata l'italianita'. Per questo servira' trovare un compromesso con l'a.d. di Telecom Italia, Franco Bernabe' che porta avanti gli interessi dei soci del gruppo. Se fusione dovra' essere bisognera' delinearne i termini, magari prevedendo la creazione di una societa' ad hoc che gestisca la rete con azionisti italiani. Non potendo piu' utilizzare la golden share, il Governo si trova nella condizione di poter usare soltanto la moral suasion verso una societa' che comunque resta privata, nonostante l'interesse generale per il "bene rete".
Non rompere gli equilibri tra queste due necessita' sara' compito e oggetto degli incontri che ci saranno nei prossimi giorni. D'altra parte Paolo Romani si e' gia mosso negli ultimi mesi per trovare una soluzione al dossier Telecom.
Dopo il viaggio in Cina ha raccolto l'interesse anche da parte del gruppo di tlc Huawei. Secondo quanto risulta a Mf-Dow Jones la societa' cinese avrebbe manifestato un duplice interesse: o entrare direttamente nell'azionariato di Telecom Italia o fornire i capitali per l'ammodernamento della rete. A quel punto pero' si rischierebbe di avere rete implementata con le tecnologie e i soldi cinesi. Un'opzione anche questa da valutare bene. D'altra parte, per una volta c'e' un consenso bipartisan su un tema: anche il Pd, oggi, ha alzato le barricate sulla rete che deve restare strategica e italiana. Chi sembra non credere alle smentite e' la Borsa che ha premiato il titolo Telecom. Ma sui movimenti a Piazza Affari vigila anche la Consob. cat
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(END) Dow Jones Newswires
February 02, 2010 11:34 ET (16:34 GMT)