Tassazione vendita arte per privati

Biagio.tv

in vacanza
Registrato
26/3/14
Messaggi
11.639
Punti reazioni
639
Il governo attualmente in carica ha l'intenzione di elaborare una legge che preveda la tassazione sulla vendita di opere d'arte da collezionisti privati.
Non è detto che una regolamentazione fiscale debba a priori essere vista negativamente, ma potrebbe anche esserlo, dipende da cosa ne verrà fuori.
Certo, ragionando in generale, e non aspettandomi mai cose particolarmente favorevoli dalla politica, l'aggiunta di ipotetiche nuove tassazioni in qualunque settore in un momento economico già complesso di suo, non la vedo proprio una cosa che possa avere un "valore aggiunto" nel settore che va a colpire.

Arte e fisco, tutte le novità in arrivo
 
Ciao Biagio, lo stesso dovrebbe applicarsi allora per qualunque forma di collezionismo. Dai francobolli, agli orologi, alla numismatica, a chi restaura e rivende auto d'epoca, a chi restaura e rivende antiquariato...Ovviamente, profilandosi un trattamento equiparato ad un'attività commerciale, la tassazione andrebbe applicata sul margine ovvero detratti i costi di acquisto dell'opera, della cornice, dell'eventuale restauro, del trasporto. E' una materia piuttosto spinosa e non semplice da trattare.
 
ho dato una lettura veloce, in ogni caso si fa distinzione tra collezionista "puro" e collezionista "speculatore" (il quale secondo la proposta opererebbe entro i 2 o 5 anni) pertanto un collezionista cosiddetto puro in genere tiene le opere per almeno un ventennio che poi è il minimo necessario per una rivalutazione interessante, e questi non verrebbero tassati...
 
Ciao Biagio, lo stesso dovrebbe applicarsi allora per qualunque forma di collezionismo. Dai francobolli, agli orologi, alla numismatica, a chi restaura e rivende auto d'epoca, a chi restaura e rivende antiquariato...Ovviamente, profilandosi un trattamento equiparato ad un'attività commerciale, la tassazione andrebbe applicata sul margine ovvero detratti i costi di acquisto dell'opera, della cornice, dell'eventuale restauro, del trasporto. E' una materia piuttosto spinosa e non semplice da trattare.
Sono assolutamente d'accordo con te, ma è chiaro che ai piani alti cercano di arrivare dove per loro sia più facile andare a prelevare.

Tra l'altro, una cosa per nulla secondaria oltre a quelle già da te citate, è che si vorrebbero andare a tassare le eventuali plusvalenze, ma queste nella realtà di una collezione potrebbero anche rappresentare una compensazione delle perdite derivanti da opere che invece hanno perso di valore o sono state pagate eccessivamente rispetto a un dato momento di mercato.

In un'attività commerciale se hai una perdita la metti a bilancio e alla fine le tasse le paghi sull'effettivo utile, ma nel caso del collezionista, se su un'opera ha una plusvalenza di 1000 e su un'altra una perdita di 2000, il governo vorrebbe comunque andare a tassare i 1000 euro... diciamo che questa ingiustizia fiscale non corrisponderebbe proprio ad uno stimolo per il settore.
Mi auguro che ci ragionino su prima di andare in una direzione di questo tipo.
 
ho dato una lettura veloce, in ogni caso si fa distinzione tra collezionista "puro" e collezionista "speculatore" (il quale secondo la proposta opererebbe entro i 2 o 5 anni) pertanto un collezionista cosiddetto puro in genere tiene le opere per almeno un ventennio che poi è il minimo necessario per una rivalutazione interessante, e questi non verrebbero tassati...
Si, lo ho letto anche io, e questo sarebbe secondo me l'unico aspetto che tutelerebbe in qualche modo il collezionismo, ossia prevedere un periodo oltre al quale non si considera fiscalmente la vendita.

Non sono contrario in assoluto ad una regolamentazione, il mio timore è che quando poi si amana un provvedimento di questo genere, poi andare a modificare dei paletti diventa un esercizio molto semplice a seconda dei governi di turno o del medesimo governo.

In linea generale cmq, se emanati, non sono mai provvedimenti che portano giovamento ad un settore.
 
Buongiorno, ho chiesto e ringrazio Biagio.tv di aprire questa discussione perché in realtà ne sono venuto a conoscenza da un altro forum, di numismatica.
Il tutto, la discussione di una legge, pare avere origine da una recente sentenza 6874 2023 della corte di cassazione; quindi al momento non c'è nulla di concreto.
Qualcosa molto probabilmente partoriranno ma l'impossibilità di stabilire oggettivamente in quali casi si applica o meno la tassazione, mi mette i brividi.
Nel senso che parrebbe primario, stabilire se la persona o la transazione ha scopi di lucro o di collezionismo; nel secondo caso infatti parrebbe che l'intenzione sia di non tassare. Quindi si aprirebbe uno scenario di valutazione soggettiva, a mio avviso molto pericoloso. È vero che se una legge è molto fumosa è difficilmente applicabile ma è altrettanto vero che è facilmente utilizzabile dallo Stato per indagare a piacimento (con i disagi per il privato cittadino). Staremo a vedere
 
Sono assolutamente d'accordo con te, ma è chiaro che ai piani alti cercano di arrivare dove per loro sia più facile andare a prelevare.

Tra l'altro, una cosa per nulla secondaria oltre a quelle già da te citate, è che si vorrebbero andare a tassare le eventuali plusvalenze, ma queste nella realtà di una collezione potrebbero anche rappresentare una compensazione delle perdite derivanti da opere che invece hanno perso di valore o sono state pagate eccessivamente rispetto a un dato momento di mercato.

In un'attività commerciale se hai una perdita la metti a bilancio e alla fine le tasse le paghi sull'effettivo utile, ma nel caso del collezionista, se su un'opera ha una plusvalenza di 1000 e su un'altra una perdita di 2000, il governo vorrebbe comunque andare a tassare i 1000 euro... diciamo che questa ingiustizia fiscale non corrisponderebbe proprio ad uno stimolo per il settore.
Mi auguro che ci ragionino su prima di andare in una direzione di questo tipo.
Esattamente. Nè più nè meno come quando vendi obbligazioni/azioni/etf o qualunque altro titolo in perdita. Metti nello zainetto fiscale le minusvalenze che vanno poi a compensare per pari importo le plusvalenze. La differenza è che tutte queste operazioni passano attraverso un intermediario (banca, broker, etc..). Il collezionista come dovrebbe fare? Fa una sorta di "autobilancio"? Si dovrà dotare di un commercialista? Mi pare davvero difficile disciplinare la cosa. E tutto il pregresso? Le opere strapagate anni or sono e vendute poi per pochi spicci per fare cassa? Se prendereanno una decisione sono sicuro che sarà iniqua. Trovarne una fatta per bene è molto arduo.
 
Esattamente. Nè più nè meno come quando vendi obbligazioni/azioni/etf o qualunque altro titolo in perdita. Metti nello zainetto fiscale le minusvalenze che vanno poi a compensare per pari importo le plusvalenze. La differenza è che tutte queste operazioni passano attraverso un intermediario (banca, broker, etc..). Il collezionista come dovrebbe fare? Fa una sorta di "autobilancio"? Si dovrà dotare di un commercialista? Mi pare davvero difficile disciplinare la cosa. E tutto il pregresso? Le opere strapagate anni or sono e vendute poi per pochi spicci per fare cassa? Se prendereanno una decisione sono sicuro che sarà iniqua. Trovarne una fatta per bene è molto arduo.
Purtroppo concordo con la conclusione di Henakia : ? Se prendereanno una decisione sono sicuro che sarà iniqua.
 
Concordo sulle considerazioni che avete espresso.
Se un collezionista ha dieci pezzi in collezione, 5 o 6 sono in perdita, tre in pareggio e uno in attivo: spesso si vende quest'ultimo pezzo proprio per compensare le perdite degli altri che, spesso, non vengono immessi sul mercato proprio per non subire batoste.
E poi: vengono calcolati, in caso di intermediazione con le case d'asta, il 40/45% che si paga nei due momenti di acquisto e di vendita?
La misura, inoltre, avrà effetti negativi sul collezionismo e sul mercato dell'arte in genere, in Italia già asfittico.
Lo studio, la ricerca, il "metodo scientifico" nel collezionare vengono mortificati e quello che dovrebbe essere un premio del rigore collezionistico viene considerato una plusvalenza da tassare.
 
Mi sembra che l'aspetto più critico non sia tanto la tassazione in sé, ma il cosa serve per tassare, o meglio per rendere efficace la tassazione, ovvero i controlli. Le case d'asta potrebbero essere obbligate a comunicare all'agenzia delle entrate i CF di compra e chi vende, così le gallerie. Poi si potrebbero intensificare dei controlli su chi colleziona, insomma più che l'aspetto economico in sé può pesare il sentirsi più esposti a controlli (che anche se uno non ha nulla da nascondere si sa, non fanno mai piacere). Poi si sa, chi davvero specula su qualcosa, un modo per aggirare gli ostacoli lo trova, e rischiano di essere i più corretti a fare le spese di una maggiore burocrazia (e peso fiscale).
 
Le case d'asta potrebbero essere obbligate a comunicare all'agenzia delle entrate i CF di compra e chi vende, così le gallerie. Poi si potrebbero intensificare dei controlli su chi colleziona, insomma più che l'aspetto economico in sé può pesare il sentirsi più esposti a controlli (che anche se uno non ha nulla da nascondere si sa, non fanno mai piacere).
questo si fa gia da un bel po...
se hai redditto non cè problema...
se hai le fatture di qcuisto non cè problema...

se non hai nulla vendi e compri in altri circuiti ed il problema è risolto.

nulla di nuovo ,anzi secondo me queste leggi alimentano solo ed esclusivamente il sottobosco.
 
Ultima modifica:
questo si fa gia da un bel po...
se hai redditto non cè problema...
se hai le fatture di qcuisto non cè problema...

se non hai nulla vendi e compri in altri circuiti ed il problema è risolto.

nulla di nuovo ,anzi secondo me queste leggi alimentano solo ed esclusivamente il sottobosco.
beh, giustamente hanno alzato il tetto al contante per le transazioni.
Ciò che è assurdo è che pare vogliano stabilire chi sia la figura dello speculatore e quella del collezionista; del tipo in caso di controlli fammi vedere la tua collezione e stabilirò se sei collezionista, se invece non hai niente sei uno speculatore.
inquisizione a comando
 
semplice e chiaro, ma faranno su un risotto come stanno già facendo su argomenti ben più importanti.
 
Se il problema è la tassazione delle opere d'arte, allora la maggioranza dei cosiddetti collezionisti può stare tranquilla, soprattutto se di opere contemporanee: di arte non ne hanno veruna.
 
volevo sapere se la vendita di un opera d arte da privato (collezionista) va sempre dichiarata come reddito diverso nella dichiarazione dei redditi .
da quanto leggo qua sotto non è obbligatoria dichiararla, confermate?

3) Il trattamento fiscale conseguente all’inquadramento​

Definito ciò, il trattamento fiscale è una diretta conseguenza dell’inquadramento di cui sopra, per cui:

  • il mercante di opere d’arte esercita una attività d’impresa e consegue redditi d’impresa ex articolo 55 e successivi del TUIR, ed è soggetto a IVA in base all’articolo 4 del DPR 633/72;
  • lo speculatore occasionale conseguirà redditi diversi ex articolo 67 comma 1 lettera i del TUIR, ma non è soggetto a IVA per mancanza del requisito dell’abitualità: gli adempimenti dichiarativi si esauriranno con la dichiarazione del reddito conseguito sul quadro RL “Altri redditidel modello Redditi PF 2023, nello specifico del rigo RL14 “Corrispettivi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”, da cui discenderà il riporto a tassazione;
  • il collezionistanon sarà soggetto ad alcuna imposizione”, né ad obblighi dichiarativi, fermo restando l’obbligo della tracciabilità della transazione in base all’importo della cessione.
 
volevo sapere se la vendita di un opera d arte da privato (collezionista) va sempre dichiarata come reddito diverso nella dichiarazione dei redditi .
da quanto leggo qua sotto non è obbligatoria dichiararla, confermate?

3) Il trattamento fiscale conseguente all’inquadramento​

Definito ciò, il trattamento fiscale è una diretta conseguenza dell’inquadramento di cui sopra, per cui:

  • il mercante di opere d’arte esercita una attività d’impresa e consegue redditi d’impresa ex articolo 55 e successivi del TUIR, ed è soggetto a IVA in base all’articolo 4 del DPR 633/72;
  • lo speculatore occasionale conseguirà redditi diversi ex articolo 67 comma 1 lettera i del TUIR, ma non è soggetto a IVA per mancanza del requisito dell’abitualità: gli adempimenti dichiarativi si esauriranno con la dichiarazione del reddito conseguito sul quadro RL “Altri redditidel modello Redditi PF 2023, nello specifico del rigo RL14 “Corrispettivi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”, da cui discenderà il riporto a tassazione;
  • il collezionistanon sarà soggetto ad alcuna imposizione”, né ad obblighi dichiarativi, fermo restando l’obbligo della tracciabilità della transazione in base all’importo della cessione.

Confermo, non va dichiarata.
Già chiesto più volte in fase di dichiarazione dei redditi.
 
ok grazie,
mentre per speculatore occasionale quale sara poi la % da tassare sull'importo dichiarato?
 
Da capire cosa si intende per speculatore occasionale...
 
Indietro