TELECOM ITALIA SPA

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Da "Il Giornale"

La cessione della rete di Tim ha imboccato il rettilineo finale. Ieri, infatti, il fondo americano Kkr ha depositato la notifica dell’operazione presso la Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea. Ora Bruxelles avrà 25 giorni lavorativi di tempo (35 effettivi) prima di dare il via libera definitivo all’operazione in fase uno, quindi senza chiedere informazioni aggiuntive. Non sono previste sorprese negative per almeno due motivi: anzitutto perchè si tratta di un’operazione di scorporo - e non di una concentrazione - e quindi ha il profilo di un affare che potenzialmente accresce la concorrenza sul mercato; in secondo luogo, la stessa notifica rappresenta un segnale di superamento di potenziali criticità. Del resto, come si è visto per le nozze Ita-Lufthansa, la fase di pre-notifica (i colloqui che ci sono prima della notifica formale) si può allungare anche di diversi mesi qualora ci siano particolari rilievi dell’Antitrust Ue. Il fatto che questo non sia avvenuto significa che, salvo eventi imponderabili, il massimo che ci si possa attendere è l’affinamento di alcuni dettagli, senza la richiesta di rimedi significativi capaci di mandare a monte l’operazione. Supponendo, quindi, che tutto vada secondo i programmi, il closing (e quindi lo stacco dell’assegno di Kkr) dovrebbe arrivare entro la fine di maggio o comunque poco dopo. Il tutto in anticipo sulla tabella di marcia che prevedeva la chiusura dell’operazione entro giugno.
🤞
 
Non cercare il filo della razionalità in una guerra tra giganti.
Più che tra giganti mi sembra una guerra tra scappati di casa e scappati dal manicomio (attuale dirigenza)! Comunque finchè c'è guerra tra principale azionista e attuale CEO, non si andrà da nessuna parte!
 
In Italia per cambiare ....si deve fallire....vedi Alitalia,MPS, banca veneta,pop.di Vicenza,CDR di Ferrara, Parmalat.....ecc .ecc ..
 

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset​


STEFANO CINGOLANI 20 APR 2024
Martedì prossimo è prevista l'assemblea dell'azienda francese: in cambio di una buona uscita della vendita della rete Tim, il presidente cerca un accordo con Mediaset per nuove opportunità nel mercato televisivo italiano ed europeo
Sullo stesso argomento:


Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.
 
Insomma da sobrio si riuscirà a rivedere 0.40 nel 2024?
Mah ... Dovrebbe come minimo galleggiare a 0,30 non a questi livelli infimi .
Mi spiego meglio : ok che sia manovrata , ma mi sembrerebbe strano che nessuno abbia annusato l'affare con un up possibile di questo livello .
 

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset​


STEFANO CINGOLANI 20 APR 2024
Martedì prossimo è prevista l'assemblea dell'azienda francese: in cambio di una buona uscita della vendita della rete Tim, il presidente cerca un accordo con Mediaset per nuove opportunità nel mercato televisivo italiano ed europeo
Sullo stesso argomento:

Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.
fin qui non dice nulla,
qualcuno ha il resto dell'articolo?
 
Mah ... Dovrebbe come minimo galleggiare a 0,30 non a questi livelli infimi .
Mi spiego meglio : ok che sia manovrata , ma mi sembrerebbe strano che nessuno abbia annusato l'affare con un up possibile di questo livello .
quant'è la probabilità che su Netco e altro tutto fili liscio..?....se poniamo un target di 0,4 post cessione e incasso sparkle...significa che oggi il mercato vede ca 50/50 la probabilità che i deal saltino o si posticipi troppo e che sia necessario fare un ADC che ci azzera..........le probabilitò di successo aumenteranno con dati trimestrali meno pessimi (... bruciare meno cassa / ADC meno pesante..) e con notizie buone da UE.......è come la roulette...rosso o nero...noi incastrati vediamo il rosso...chi è fuori vede il nero....anzi ci spera a quanto sembra....
 
dunque dunque or dunque. la battaglia stato vivendi è al culmine o andrà ad oltranza?

la parola alle urne . ma in questa guerra chi è il piu debole? vivendi o stato? vivendi mi sa puo aspettare all infinito ormai ne ha fatto solo una questione finanziaria e di vendetta ma ovviamente vuole i suo soldi, e intanto va avanti con opzioni ecc ecc.. mia opinione

. e lo stato? lo srato puo permettersi una battaglia infinita? credo di no ,ormai tim è nel mirino dei media dell opposizione e c è la patata bollente open fiber ecc.. quindi secondo me 1 a 0 per vivendi e il 2 a 0 se vota uno dei 2 fondi e il tre a 0 se riesce a prendere i suoi soldi.
e i piccoli azionisti????x ora tutti in panchina.......mia opinione non certezze:mmmm:
 
Il Foglio Stefano Cingolani 20 04 2024​

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset



Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.

Secondo una scuola di pensiero, Vivendi sta trattando proprio con quel coté politico che gli ha giocato contro. Ciò vuol dire che all’assemblea di martedì prossimo non si schiererà contro il piano dell’amministratore delegato Pietro Labriola, sostenuto dalla Cassa depositi e prestiti, che ruota attorno alla vendita della rete al fondo Kkr. Non voterà a favore, ma sceglierà l’astensione. Far saltare il banco gioverebbe solo agli short seller, gli speculatori, come si è visto il 7 marzo quando il titolo ha perso il 24 per cento in una sola giornata. Dunque via libera all’accordo stipulato con il governo, la rete fissa sarà ceduta per un prezzo di circa 20 miliardi di euro, anche se inferiore a quello stimato da Vivendi che vorrebbe rifarsi delle perdite: nel 2016 ha pagato 4 miliardi di euro per il suo 24 per cento in Tim e ne ha bruciati circa tre secondo le stime del Sole 24 Ore. È andata male anche in Mediaset: ha speso 1,2 miliardi per il 28,8 per cento e il titolo tra alti e bassi ora vale meno. Il gruppo francese ha fatto ricorso contro la vendita della rete Telecom e la prima udienza si terrà il 21 maggio. Un infinito contenzioso giudiziario non conviene, ma Vivendi che cosa potrebbe ottenere in cambio?

Gli occhi si rivolgono a questo punto verso Mediaset, che s’avvia a diventare il primo gruppo televisivo italiano scavalcando una Rai in piena discesa libera. La Mediaset dei Berlusconi, ma senza più Silvio. Anche qui dobbiamo fare i conti con tante voci fuori scena. Ufficialmente Pier Silvio ha intenzione di rilanciare il suo progetto di TV europea, finora bloccato per la fiera resistenza sul fronte tedesco. In ProsiebenSat non ha toccato palla, può salire fino al 30 per cento, ma non conta nulla. A Cologno Monzese hanno smentito le voci di un’opa sulla società bavarese, tuttavia restare a bagnomaria non ha senso. Un accordo con Vivendi potrebbe aprire nuovi scenari. In fondo era stato proprio Bolloré a lanciare l’ambizioso piano di una Netflix europea.

Vasto programma, troppo vasto dicono i realisti, secondo i quali Bolloré ne ha piene le scatole dell’Italia, ancor più i suoi figli, soprattutto Yannick e Cyrille ai quali ha lasciato gli affari correnti. Dunque, in cambio della sua astensione Vivendi vuole solo una buona uscita. L’idea che i figli possano sanare le ferite dei padri è una bella favola dicono le stesse fonti, ricordando quando fu Marina Berlusconi a dare del “cannibale” allo scalatore bretone il quale nella sua campagna d’Italia ha commesso una catena di errori. Aveva cominciato in Mediobanca alla svolta del nuovo secolo con un blitzkrieg sotto lo sguardo comprensivo di Berlusconi. Ben presto anche la vita in Piazza degli Affari era diventata difficile, l’amministratore delegato Alberto Nagel aveva eretto un muro, sia pur di gomma. Nel 2016 Bolloré si trovò quasi per caso a rilevare la quota che la spagnola Telefonica aveva in Tim. Con la classica mossa del cavallo cominciò a puntare su Mediaset per creare un gruppo integrato di media e telecomunicazioni. Prima venne Premium la sfortunata pay tv, poi, visti i pessimi conti, tirò al bersaglio grosso. Berlusconi diede battaglia trovando l’appoggio di tutti i governi successivi. L’Italia una volta tanto fece sistema, ma con il senno di poi perse un’occasione, visto che oggi né Tim né Mediaset sono abbastanza forti per competere in un mercato di giganti.

L’accordo con Kkr consente un doppio salvataggio: la Tim può ridurre il debito che l’ha impiombata (32 miliardi lordi), senza ricorrere al denaro dei contribuenti; e il governo potrebbe poi cedere alla nuova società Open Fiber finita nelle sabbie mobili. La soap opera telefonica s’arricchisce di una nuova puntata e non sarà l’ultima. Quanto a lungo Kkr terrà la rete nelle sue mani? Quando potrà ottenere l’utile stimato di 2,7 miliardi di euro e remunerare i risparmiatori americani? L’obiettivo è il 2030, poi si vedrà.
 
quant'è la probabilità che su Netco e altro tutto fili liscio..?....se poniamo un target di 0,4 post cessione e incasso sparkle...significa che oggi il mercato vede ca 50/50 la probabilità che i deal saltino o si posticipi troppo e che sia necessario fare un ADC che ci azzera..........le probabilitò di successo aumenteranno con dati trimestrali meno pessimi (... bruciare meno cassa / ADC meno pesante..) e con notizie buone da UE.......è come la roulette...rosso o nero...noi incastrati vediamo il rosso...chi è fuori vede il nero....anzi ci spera a quanto sembra....
L'ho già scritto : qui il mercato sembra ancora prezzare il peggio .
Diciamo che le variabili in campo sono tante , anche troppe .
Mettici il carico da quaranta della mano politica e di un UE con leggi antitrust che andavano bene in un altro secolo , in un mondo molto diverso da quello attuale .
Oramai siamo un vaso di coccio tra almeno tre vasi di ferro ( Cina , Usa e anche India )
Come si fa ad avere , nelle TLC , più di 50 aziende in competizione tra loro mentre questi ne hanno al max 2/3 ben sovvenzionate dallo stato ?
Il mondo cambia velocemente , troppo velocemente per queste menti annebbiate e ottenebrate dalle vecchie paure , la repubblica di Weimar tra tutte .
 
Ultima modifica:
Il Foglio Stefano Cingolani 20 04 2024​

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset



Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.

Secondo una scuola di pensiero, Vivendi sta trattando proprio con quel coté politico che gli ha giocato contro. Ciò vuol dire che all’assemblea di martedì prossimo non si schiererà contro il piano dell’amministratore delegato Pietro Labriola, sostenuto dalla Cassa depositi e prestiti, che ruota attorno alla vendita della rete al fondo Kkr. Non voterà a favore, ma sceglierà l’astensione. Far saltare il banco gioverebbe solo agli short seller, gli speculatori, come si è visto il 7 marzo quando il titolo ha perso il 24 per cento in una sola giornata. Dunque via libera all’accordo stipulato con il governo, la rete fissa sarà ceduta per un prezzo di circa 20 miliardi di euro, anche se inferiore a quello stimato da Vivendi che vorrebbe rifarsi delle perdite: nel 2016 ha pagato 4 miliardi di euro per il suo 24 per cento in Tim e ne ha bruciati circa tre secondo le stime del Sole 24 Ore. È andata male anche in Mediaset: ha speso 1,2 miliardi per il 28,8 per cento e il titolo tra alti e bassi ora vale meno. Il gruppo francese ha fatto ricorso contro la vendita della rete Telecom e la prima udienza si terrà il 21 maggio. Un infinito contenzioso giudiziario non conviene, ma Vivendi che cosa potrebbe ottenere in cambio?

Gli occhi si rivolgono a questo punto verso Mediaset, che s’avvia a diventare il primo gruppo televisivo italiano scavalcando una Rai in piena discesa libera. La Mediaset dei Berlusconi, ma senza più Silvio. Anche qui dobbiamo fare i conti con tante voci fuori scena. Ufficialmente Pier Silvio ha intenzione di rilanciare il suo progetto di TV europea, finora bloccato per la fiera resistenza sul fronte tedesco. In ProsiebenSat non ha toccato palla, può salire fino al 30 per cento, ma non conta nulla. A Cologno Monzese hanno smentito le voci di un’opa sulla società bavarese, tuttavia restare a bagnomaria non ha senso. Un accordo con Vivendi potrebbe aprire nuovi scenari. In fondo era stato proprio Bolloré a lanciare l’ambizioso piano di una Netflix europea.

Vasto programma, troppo vasto dicono i realisti, secondo i quali Bolloré ne ha piene le scatole dell’Italia, ancor più i suoi figli, soprattutto Yannick e Cyrille ai quali ha lasciato gli affari correnti. Dunque, in cambio della sua astensione Vivendi vuole solo una buona uscita. L’idea che i figli possano sanare le ferite dei padri è una bella favola dicono le stesse fonti, ricordando quando fu Marina Berlusconi a dare del “cannibale” allo scalatore bretone il quale nella sua campagna d’Italia ha commesso una catena di errori. Aveva cominciato in Mediobanca alla svolta del nuovo secolo con un blitzkrieg sotto lo sguardo comprensivo di Berlusconi. Ben presto anche la vita in Piazza degli Affari era diventata difficile, l’amministratore delegato Alberto Nagel aveva eretto un muro, sia pur di gomma. Nel 2016 Bolloré si trovò quasi per caso a rilevare la quota che la spagnola Telefonica aveva in Tim. Con la classica mossa del cavallo cominciò a puntare su Mediaset per creare un gruppo integrato di media e telecomunicazioni. Prima venne Premium la sfortunata pay tv, poi, visti i pessimi conti, tirò al bersaglio grosso. Berlusconi diede battaglia trovando l’appoggio di tutti i governi successivi. L’Italia una volta tanto fece sistema, ma con il senno di poi perse un’occasione, visto che oggi né Tim né Mediaset sono abbastanza forti per competere in un mercato di giganti.

L’accordo con Kkr consente un doppio salvataggio: la Tim può ridurre il debito che l’ha impiombata (32 miliardi lordi), senza ricorrere al denaro dei contribuenti; e il governo potrebbe poi cedere alla nuova società Open Fiber finita nelle sabbie mobili. La soap opera telefonica s’arricchisce di una nuova puntata e non sarà l’ultima. Quanto a lungo Kkr terrà la rete nelle sue mani? Quando potrà ottenere l’utile stimato di 2,7 miliardi di euro e remunerare i risparmiatori americani? L’obiettivo è il 2030, poi si vedrà.
grazie
 
Più che tra giganti mi sembra una guerra tra scappati di casa e scappati dal manicomio (attuale dirigenza)! Comunque finchè c'è guerra tra principale azionista e attuale CEO, non si andrà da nessuna parte!
È tutto da dimostrare!!!
 
20 APR 2024 15:00

LO SCOPRIREMO SOLO VIDENDI – CHE FARANNO I FRANCESI ALL’ASSEMBLEA TIM DI MARTEDÌ, CHIAMATA A ESPRIMERSI SULLA VENDITA DELLA RETE AL FONDO KKR? IL RAMPOLLO YANNICK BOLLORÉ VUOLE ASTENERSI, IL PRESIDENTE ARNAUD DE PUYFONTAINE INTENDE VOTARE CONTRO – LA DECISIONE SARÀ PRESA DOMANI, IN UNA CALL CON IL PATRON VINCENT BOLLORÉ – FAR SALTARE IL BANCO SCATENEREBBE GLI SPECULATORI, COME SI È VISTO LO SCORSO MARZO – I RUMORS SU UN NUOVO INTERESSAMENTO DI VIVENDI A MEDIASET LASCIANO IL TEMPO CHE TROVANO…

-

DAGONOTA



Al di là dei rumors e delle indiscrezioni, il dato sicuro è che al momento resta incerta la posizione di Vivendi nell’assemblea Tim di martedì prossimo che dovrà esprimersi sul piano dell’amministratore delegato Pietro Labriola, sostenuto dalla Cassa depositi e prestiti, che ruota attorno alla vendita della rete al fondo Kkr.



Il rampollo Yannick Bolloré vuole astenersi, mentre il presidente, Arnaud de Puyfontaine, è propenso a votare contro. Decideranno domani, in una call con il patron Vincent Bolloré che, come sempre, detterà la linea. Mentre le voci su un nuovo deciso interessamento a Mediaset da parte del colosso francese vengono spazzate via dal vento. Bolloré ne ha piene le scatole dell’Italia…………………………………………………………………………………………………………….(omissis)



La soap opera telefonica s’arricchisce di una nuova puntata e non sarà l’ultima. Quanto a lungo Kkr terrà la rete nelle sue mani? Quando potrà ottenere l’utile stimato di 2,7 miliardi di euro e remunerare i risparmiatori americani? L’obiettivo è il 2030, poi si vedrà.
 
20 APR 2024 15:00

LO SCOPRIREMO SOLO VIDENDI – CHE FARANNO I FRANCESI ALL’ASSEMBLEA TIM DI MARTEDÌ, CHIAMATA A ESPRIMERSI SULLA VENDITA DELLA RETE AL FONDO KKR? IL RAMPOLLO YANNICK BOLLORÉ VUOLE ASTENERSI, IL PRESIDENTE ARNAUD DE PUYFONTAINE INTENDE VOTARE CONTRO – LA DECISIONE SARÀ PRESA DOMANI, IN UNA CALL CON IL PATRON VINCENT BOLLORÉ – FAR SALTARE IL BANCO SCATENEREBBE GLI SPECULATORI, COME SI È VISTO LO SCORSO MARZO – I RUMORS SU UN NUOVO INTERESSAMENTO DI VIVENDI A MEDIASET LASCIANO IL TEMPO CHE TROVANO…

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DAGONOTA



Al di là dei rumors e delle indiscrezioni, il dato sicuro è che al momento resta incerta la posizione di Vivendi nell’assemblea Tim di martedì prossimo che dovrà esprimersi sul piano dell’amministratore delegato Pietro Labriola, sostenuto dalla Cassa depositi e prestiti, che ruota attorno alla vendita della rete al fondo Kkr.



Il rampollo Yannick Bolloré vuole astenersi, mentre il presidente, Arnaud de Puyfontaine, è propenso a votare contro. Decideranno domani, in una call con il patron Vincent Bolloré che, come sempre, detterà la linea. Mentre le voci su un nuovo deciso interessamento a Mediaset da parte del colosso francese vengono spazzate via dal vento. Bolloré ne ha piene le scatole dell’Italia…………………………………………………………………………………………………………….(omissis)



La soap opera telefonica s’arricchisce di una nuova puntata e non sarà l’ultima. Quanto a lungo Kkr terrà la rete nelle sue mani? Quando potrà ottenere l’utile stimato di 2,7 miliardi di euro e remunerare i risparmiatori americani? L’obiettivo è il 2030, poi si vedrà.
La rete, in mano di kkr, cambierà volto ed asset occupazionale, alea iacta est
 

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset​


STEFANO CINGOLANI 20 APR 2024
Martedì prossimo è prevista l'assemblea dell'azienda francese: in cambio di una buona uscita della vendita della rete Tim, il presidente cerca un accordo con Mediaset per nuove opportunità nel mercato televisivo italiano ed europeo
Sullo stesso argomento:

Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.

Buona notizia direi...o sbaglio ?
Se I Francesi si ritirano, le liste da 0,5% evaporano...abbiamo l'ultima chance con Labrio & C...ed il mercato dovrebbe almeno provare a scommetterci
 
Il Foglio Stefano Cingolani 20 04 2024

Vivendì si asterrà sulla vendita della rete Tim a Kkr. Rumors su Mediaset

Ah dunque gli azionisti alla fine si esprimeranno sulla vendita della rete a KKR. Quindi tutto quello che l'attuale CDA, il CEO, nonché alcuni utenti del forum ci hanno finora raccontato che la vendita decisa senza il consenso degli azionisti era cosa fatta, era una balla?
 
Kkr va avanti, il dossier Netco alla Ue
repubblica
VIVENDI NON HA ANCORA DECISO COME VOTARE IN ASSEMBLEA
— L’assemblea per il rinnovo del consiglio di Tim, a tre giorni dal deposito delle deleghe (lunedì a mezzogiorno), è ancora in bilico. Intanto Kkr ha finalmente notificato all’Antitrust Ue tutti i dettagli dell’offerta per rilevare la rete fissa del gruppo.
A ieri le adesioni per votare in assemblea erano ferme al 56-57% del capitale, e quindi a un quorum che non è sufficiente a determinare la vittoria della lista del management. La lista guidata da Alberta Figari e Pietro Labriola avrebbe coagulato una discreta adesione, tra cui quella di Cdp (9,8%), di Norges Bank (1,9%) e di diversi fondi italiani (Anima, Generali, Fideuram) ed esteri (Amundi, BlackRock, Vanguard)ma ancora inferiore rispetto alla partecipazione di Vivendi (23,75% del capitale). Il voto del colosso francese resta determinante, ma Vivendi ancora non si è espressa, nonostante le plurime sollecitazioni ricevute. Vivendi non ha infatti dichiarato che si asterrà, come vorrebbe il governo per andare avanti senza indugi nella vendita della rete a Kkr (a cui partecipa al 20% anche il Mef); né ha accettato di votare una delle due liste rivali: quella di Merlyn, guidata da Umberto Paolucci e Stefano Siragusa, e quella di Bluebell con Paola Giannotti de Ponti e Laurence Lafont.
A ieri Merlyn avrebbe raccolto oltre il 5% delle deleghe presso diversi investitori sia italiani che stranieri, e quindi con o senza Vivendi potrebbe comunque nominare alcuni dei suoi esponenti nel futuro cda diTim. Nessuna indicazione arriva invece sulla lista del fondo guidato da Giuseppe Bivona, che ieri ha presentato un secondo esposto alla Consob, chiedendo di invalidare la lista Labriola e sterilizzare i voti di Cdp e degli associati di Assogestioni che la supportano e che hanno indicato dei loro esponenti per il rinnovo del board. Fatto sta che il silenzio di Vivendi è assordante tanto che qualcuno sostiene che, se avesse voluto astenersi, l’avrebbe già fatto. Anche perché il colosso d’Oltralpe ha presentato una causa contro Tim presso il tribunale di Milano e un esposto per asimmetria informativa presso la Consob francese (Amf).
Intanto Kkr ha notificato alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea l’acquisto della rete Tim per 18,8 miliardi, firmato lo scorso 15 ottobre.
Il fondo Usa, insieme al fondo di Adia di Abu Dhabi (10%) e al fondo canadese Ccp (17,5%), avrà il controllo; il Mef (20%) e il fondo F2i (un altro 10%) avranno una minoranza significativa, data la strategicità della rete che è coperta da golden power, con diritti di governance tra cui la nomina del presidente di Netco (il candidato favorito e Massimo Sarmi).
Infine, dal bilancio Tim che sarà approvato martedì in assemblea, emerge che a fine 2023 Sparkle è stata svalutata a 481 milioni. Sulla società dei cavi sottomarini è in corso una trattativa con il Mef e il fondo Asterion, che stima un valore d’impresa di 800 milioni, compresi degli aggiustamenti di prezzo (earn out) subordinati al verificarsi di alcuni obiettivi.
 
Vivendi - che sino ad ora ha sbagliato non tutto, ma tutto tutto tutto -per me ha solo una chance; sul conferimento dei poteri alnuovo cda vota per conferire i soli poteri di ordinaria amministrazione, con esclusione quindi dei poteri di straordinaria amministrazione, e poi sulla nomina dei singoli componenti il cda si astiene e lascia che li nominino gli altri soci
Ti sottolineo che gli errori in una spa non sono tutti tutti tutti di un socio
 
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