il miglior sunto al momento fatto dal Corriere:
Tim, il consiglio incalza Kkr
È arrivata sul tavolo del consiglio di Tim la proposta di Cvc, che venerdì scorso ha presentato una manifestazione di interesse per la parte Business della futura ServCo, la società in cui verranno concentrati gli asset commerciali di Tim separati dalla rete. Il consiglio non ha preso decisioni. C’è stata solo un’informativa mentre si è parlato del dossier Kkr con la decisione di stringere il fondo Usa e fare subito chiarezza. A novembre Kkr si era fatta avanti chiedendo di poter effettuare una diligence finalizzata a un’offerta sul 100% di Tim a 0,505 euro ad azione. Il board del gruppo ha preso tempo sbloccando il dossier a metà marzo, conferendo al presidente Salvatore Rossi e al ceo Pietro Labriola, mandato per avviare il dialogo con il fondo Usa. Arrivarci non è stato semplice e le tensioni in consiglio non sarebbero state ancora superate. Ieri alcune voci hanno parlato di consultazioni informali tra i consiglieri su possibili avvicendamenti che potrebbero riguardare la presidenza. Intanto Luca De Meo, ceo di Renault e consigliere indipendente di Tim, ha comunicato che lascerà il comitato nomine e remunerazioni.
Il board avrebbe deciso di chiedere a Kkr un impegno concreto e di dichiarare prezzo e condizioni a cui è disposta a lanciare l’Opa su Tim. Solo a seguito di questo chiarimento verrebbe concessa la due diligence finalizzata al lancio dell’Opa. È stato chiesto a Kkr di rispondere entro il 4 aprile. Il consiglio di Tim non intende tirarla per le lunghe. Anche perché i movimenti attorno al gruppo telefonico sono tanti e il tempo per la definizione del piano strategico non è molto. Sulla rete c’è stata un’accelerazione che porterà la settimana prossima alla firma di un «non disclosure agreement» per avviare i colloqui con Open Fiber sulla rete unica. Tim ha convocato un consiglio per il 7 aprile e in quell’occasione l’accordo sarà illustrato al board (non serve la delibera). C’è stato un lungo lavoro a monte e dopo diversi stop-and-go alla fine è stato deciso di attendere la presentazione delle offerte per i bandi del Pnrr sulla banda larga prima della firma dell’accordo. Ieri il consiglio di Tim ha parlato delle gare per le aree grigie in vista della messa a punto delle offerte che devono arrivare entro domani. Il bando vale 3,7 miliardi di euro.
Sull’intenzione di arrivare a costituire la rete unica non sembrano esserci molti dubbi ma lo schema con cui procedere è ancora da definire. Intanto Tim deve decidere come separare rete e servizi e la strada del carve-out è senza dubbio la più semplice e veloce ma non è chiaro se a essere scorporati saranno i servizi o gli asset infrastrutturali. La Cassa depositi e prestiti, a cui fanno capo il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, ha un ruolo chiave nel processo che porterà alla separazione dell’infrastruttura e alla definizione del percorso per la rete unica. In cui ci saranno anche Macquarie, a cui fa capo il 40% di Open Fiber, e Kkr in quanto azionista con il 37% di FiberCop, la società a cui Tim ha trasferito l’ultimo miglio della rete, su cui l’attenzione del fondo Usa sarebbe in questo momento prioritaria.