Telecom: la Storia ancora Indefinita!!!

Stato
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Visto che non si concluderà niente.....vendere la Rete richiederebbe anni...accordi con le banche...con i sindacati etc....focalizziamoci sui risultati di TIM ...secondo voi Labriola ha fatto altro debito (come lo Stato italiano..) o è riuscito a fermare emorragia finanziaria ?...
 
Tutti "giornalai" da bar.
Ancora si deve aprire il testamento di Berlusconi e sapere a chi rimarrà Mediaset,tra i figli c'è chi vuole continuare e chi invece vuole vendere, e già tutti che fanno ipotesi condite con voli pindarici. :specchio:
a me basta che escano da questo loop infinito tipico di sto paese dove si dice e si racconta di tutto e non si decide mail nulla.
Che concretizzino qualcosa. Non mi interessa cosa ma che lo facciano alla svelta.
La prossima era glaciale è alle porte
 
Questa storia infinita sembra quella della guerra in ucraina dove non si riuscirà mai a trovare un compromesso per promuovere la pace. Abbiamo da una parte una richiesta di 31 miliardi di Vivendi che teoricamente ha ragione perchè il debito sarebbe notevolmente ridotto in modo da permettere a service co di pagare la parte che rimane e li si potrà vedere il vero valore di Labriola, dall'altra parte questi fondi e cdp che non hanno la forza di investire con i propri mezzi e dovrebbero chiedere prestiti creando così un nuovo debito in luogo di quello di tim. Allora visto che c'e di mezzo il governo bisognerebbe che venisse fori una cordata che lancia una OPA ostile che sfida il governo per vedere come potrebbe applicare realmente questa gp perchè, e lo chiedo a qualcuno di voi se lo sa , non riesco a immaginare altra strada della nazionalizzazione accollandosi tutto il debito.
 
Questa storia infinita sembra quella della guerra in ucraina dove non si riuscirà mai a trovare un compromesso per promuovere la pace. Abbiamo da una parte una richiesta di 31 miliardi di Vivendi che teoricamente ha ragione perchè il debito sarebbe notevolmente ridotto in modo da permettere a service co di pagare la parte che rimane e li si potrà vedere il vero valore di Labriola, dall'altra parte questi fondi e cdp che non hanno la forza di investire con i propri mezzi e dovrebbero chiedere prestiti creando così un nuovo debito in luogo di quello di tim. Allora visto che c'e di mezzo il governo bisognerebbe che venisse fori una cordata che lancia una OPA ostile che sfida il governo per vedere come potrebbe applicare realmente questa gp perchè, e lo chiedo a qualcuno di voi se lo sa , non riesco a immaginare altra strada della nazionalizzazione accollandosi tutto il debito.
Penso che il governo si accontenti di una cospicua quota di minoranza esercitata per il tramite di CdP ed eventualmente F2I, per quanto riguarda la rete.
 
Sulla Rete abbiamo un debito che costa in media il 4% e andrebbe rifinanziato almeno al 7%...questo 3% è praticamente l'utile dell'operazione che se ne va ai finanziatori.....quindi IMHO nessuno tranne CDP che ha un funding a zero o quasi puo' fare il deal....
 
Secondo me la corda dell'arco è sempre più tesa ; chiusura settimanale buona con max superiori a quelli della settimana precedente .
Sopra 0,2624 per me buy 📈
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Fair share, Breton: “Strumento legittimo, serve un Telecoms Act​


Il Commissario Ue ribadisce la necessità di un contributo a carico delle grandi piattaforme digitali per spingere la realizzazione delle reti a banda ultralarga. E annuncia per ottobre una legge per normare lo strumento e garantire alle telco il ritorno sugli investimenti: “Sarà pilastro della politica industriale dei prossimi 20 anni”
Pubblicato il 16 Giu 2023

Federica Meta
Giornalista

Il fair share è legittimo ma deve essere inserito in un quadro legislativo più ampio. Il commissario al Mercato Interno, Thierry Breton, in un’intervista a Les Echos ribadisce la necessità che gli Ott contribuiscano allo sviluppo delle reti di Tlc, evidenziando però che non c’è nessuna volontà di aprire un conflitto tra telco e Big Tech.
“Il contributo delle aziende tecnologiche – ha detto Breton – è legittimo ma non può che essere trattato dentro un contesto più ampio che andremo a definire. E non voglio mettere gli attori interessati l’uno contro l’altro”.
Indice degli argomenti

Il Telecoms Act

E’ necessaria dunque una risposta politica alla questione. “Serve un Telecoms Act – ha annunciato Breton – che sarà vettore della politica industriale dei prossimi 20 anni. Lo abbiamo già fatto per il mercato dei semiconduttori, con il Chips Act oppure, per la regolamentazione dei mercati digitali con il Digital Services Act e il Digital Markets Act”.


La legge che sarà presentata in autunno avrà tre obiettivi:
  • promuovere l’R&S nel settore delle Tlc;
  • definire di un quadro legislativo per un mercato unico delle telecomunicazioni nell’Ue;
  • sostenere la nascita di operatori paneuropei.
Questo quadro legislativo sarà la base per garantire alle aziende di telecomunicazioni un ritorno sui loro investimenti.

L’opposizione delle Big Tech

Seconco Meta Platforms, la holding di Zuckerberg che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, il fair share dovrebbe essere l’ultima opzione per le telco europee che cercano di convincere le Big Tech a contribuire ai costi della rete.
Secondo le aziende tecnologiche, infatti, una simile mossa non risolverebbe i problemi finanziari delle telco e non terrebbe nemmeno conto degli ingenti investimenti delle aziende tecnologiche.
“La Commissione Ue dovrebbe innanzitutto chiedere alle telco, un impegno con i Pac (fornitori di applicazioni di contenuto) per raggiungere soluzioni tecniche non sovvenzionate”. Inoltre le sovvenzioni “dovrebbero essere assegnate tramite gara d’appalto per garantire la disponibilità a tutti gli operatori di rete, non solo ai grandi”.
“Gli operatori storici che ricevono l’equivalente di salvataggi governativi dovrebbero inoltre essere sottoposti a ulteriori restrizioni, come l’eliminazione dei bonus dei dirigenti, i tetti ai compensi e il congelamento dei dividendi”, ha detto Meta.

Il voto del Parlamento Ue

Il Parlamento Ue ,nella plenaria del 13 giugno, si è espresso a maggioranza a favore di una risoluzione a sostegno del principio senders-pay, ovvero chi manda traffico sulle reti paga.
In pratica, il Parlamento europeo dice sì alla richiesta di istituire “un quadro politico in cui i grandi generatori di traffico contribuiscano equamente al finanziamento adeguato delle reti di telecomunicazioni, fatta salva la neutralità della rete”.
La relazione annuale sulla concorrenza presentata al Parlamento europeo parla della necessità di un approccio di fair share, o equa partecipazione ai costi, soprattutto ora che l’Ue è impegnata a raggiungere gli obiettivi di connettività del Digital Compass 2030. Entro il 2030, tutte le famiglie dell’Ue dovrebbero avere connettività gigabit e tutte le aree popolate dovrebbero essere coperte dal 5G.

La misura senders-pay

Il principio senders-pay accoglie la posizione dei grandi operatori delle reti di telecomunicazione, secondo cui le aziende big tech generano la maggior parte del traffico e raccolgono la maggior parte dei benefici dell’economia di Internet senza pagare i costi delle reti che trasportano quel traffico.
Il principio, basato sul cosiddetto fair share, è stato sostenuto fin dal maggio 2022 dal commissario per il mercato interno Thierry Breton. La Commissione europea ha, poi, avviato una consultazione pubblica nel febbraio 2023 per verificare le posizioni dei diversi interlocutori e la percorribilità di un contributo degli over-the-top ai costi della rete.

Le spaccature nel Consiglio Ue

Ovviamente il principio del fair share ha i suoi detrattori, a partire dalle big tech. Ma anche le organizzazioni della società civile sono critiche, temendo che la proposta sia contraria alla neutralità della rete in quanto richiederebbe di identificare chi genera il traffico internet e qual è la tipologia di traffico generato.
Anche i regolatori delle telecomunicazioni riuniti nel Berec hanno espresso un parere negativo, convinti che l’intervento normativo non sia necessario, perché l’ecosistema di Internet ha mostrato la capacità di adattarsi in passato.
Ma soprattutto, nel Consiglio dei ministri dell’Ue permangono le spaccature su un’eventuale proposta della Commissione europea per “tassare” le big tech. Alla riunione del Consiglio delle telecomunicazioni del 2 giugno, molti paesi dell’Unione hanno chiesto cautela. Al contrario, convinti sostenitori del fair share sono sono Italia, Francia e Spagna, da sempre vicini alle posizioni di Breton.

 
L
in asta le risparmio sono state vendute pesantemente le ord. hanno retto
Ormai è da molto tempo che stanno arbitraggiando tra le ordinarie e le risparmio. Sono dei morti di fame a caccia di qualche millesimo. E la dimensionie della Borsa Italiana a consentire ciò . I volumi irrisori e i tanti speculatori di infima lega fanno della Borsa Italiana una vera bisca piena di bari dove il vero valore di un'azienda è sempre sottomessa alla speculazione. Bisognerebbe evitare accuratamente di entrarci e preferire le Borse ad alta capitalizzazione. Ma ormai il danno è fatto.
 
Settimana prossima , si spera sarà la piu importante per Telecom degli ultimi anni ...
Sarà conclusiva o inconcludente come sempre ???
Dato il valore meno di 26 centesimi di euro ..per il mercato sarà inconcludente...
Ora Vivendi deve decidere o lascia vendere la rete , o Opa Telecom , ma non ha i soldini , o propone un piano Industriale credibile , senza quaquaraquare ...
Tutto il resto , speculazione varie dei giornslai ecc ecc é noia ...

:clap:
 
Cosi' il giorno dopo avrebbe gia' mandato via la meta' dei dipendenti..
Almeno 38k.....
Comunque non per essere cinici ma la morte di Silvio spariglia tutto e chi vuole concludere deve muoversi alla svelta o gli soffiano l affare.
 
Ho solo rp e non ho capito questa giravolta finale.
 
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