Telecom Opa non Opa….

Stato
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No, ma anche xche se vivendi si mette ancora di traverso, opponendosi alla vendita della rete, e non ritirando la causa, commette un abuso di posizione dominante, e si becca lei una causa da parte di noi azionisti di minoranza
:D ci credi veramente?
Noi azionisti di minoranza....appunto.
:bye:
 
:D ci credi veramente?
Noi azionisti di minoranza....appunto.
:bye:
Una causa, se necessaria, non si nega a nessuno !;) ... poi, altro discorso è quello relativo al prezzo di vendita della rete, in merito al quale non ho elementi per poterne valutare la congruità
 
Ultima modifica:
Io sono convinto che ci sia Niel e non Vivendi dietro il casino in Telecom.... l'unico che ha un interesse chiaro a prendersi ServiceCo e' lui.... inoltre e' sufficientemente spregiudicato e aggressivo da tentarle tutte.....saltato l'accordo con Vodafone non ha molte chances....Wind3 e' dei cinesi che sarebbero costretti a mollarla solo in caso di invasione e non certo per temi finanziari
 

Tim, la mossa di Merlyn in un dossier maledettamente complesso​


Paolo Madron
21/03/2024
I 400 COLPI. Grande confusione intorno alla più importante compagnia telefonica del Paese. Oltre alla lista del cda si è aggiunta quella del fondo attivista. E se ne attendono altre. Ma Giorgetti in modo pilatesco ha detto che sarà il mercato a decidere i destini dell’azienda. L'ad Labriola vuole vendere la rete, i francesi di Vivendi dal loro Aventino puntano a mandarlo a casa. Un vero bordello...

C’è una terra tribolata e si chiama Tim, la più importante azienda telefonica del Paese, l’unica che, nonostante il suo primo azionista sia francese, nei fatti batte bandiera italiana. A presidiarla c’è un manager, Pietro Labriola, che scommette sul suo futuro a patto che venga venduta la rete, cioè il suo asset più importante, i cui proventi possono ridare ossigeno a una società gravata da un debito insostenibile, ma che ha appena battezzato un piano industriale su cui il mercato non crede. Il manager ha il supporto del governo, almeno della sua componente maggioritaria incarnata nella triade Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, il suo capo di gabinetto, e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario tuttofare e tutto comunicare. Dovrebbe avere anche l’appoggio del Mef, ossia il crocevia attraverso cui deve passare la vendita della rete al fondo americano Kkr, primo passo prodromico alla successiva nazionalizzazione. Ma il suo titolare, Giancarlo Giorgetti, si sta mostrando pilatesco. Dopo che mercoledì 20 marzo il fondo Merlyn ha annunciato di volersi presentare a fine aprile con una sua lista alla decisiva assemblea di Tim, più veloce della luce si è affrettato a dire che sarà il mercato a decidere i destini dell’azienda.

Lo scoglio si chiama Vivendi, che da Parigi guarda la partita Tim da spettatore​

Insomma: “io vorrei, non vorrei ma se vuoi” si va dritti verso lo scoglio che può arginare il mare. Lo scoglio si chiama Vivendi, che da Parigi guarda la partita in corso da spettatore, non da protagonista, come invece vorrebbe il peso della sua partecipazione, quasi il 24 per cento del capitale. E nonostante Labriola stia facendo di tutto per portarlo dalla sua parte. Da quando ha ritirato i suoi uomini dal consiglio d’amministrazione, dall’Aventino in cui si sono chiusi i francesi si limitano a ripetere ciò che non vogliono quella cessione della rete che è il punto cardine del piano. Su quello che invece vogliono non si capisce nulla, tranne il fatto che vorrebbero mandare a casa Labriola, ossia l’ad che loro stessi avevano a suo tempo nominato. Per metterci chi non è dato sapere, anche perché in questi anni Tim ha bruciato più amministratori delegati che il campo largo candidati in Basilicata

Meloni ha il golden power, ma sul dossier è ancora notte fonda​

Una matassa poco edificante e molto aggrovigliata, che l’imminente assemblea dovrebbe sciogliere sposando uno dei contendenti. Per ora ce ne sono due, la lista proposta dal cda e quella che intende presentare Merlyn. Ma, a sentire le voci che parlano di altri soggetti interessati, potrebbero essere di più e magari con proposte ancora più sorprendenti di quella presentata dal fondo attivista guidato dall’ex Jp Morgan Alessandro Barnaba, che di Tim vuole vendere tutto meno la società che fornisce servizi a imprese e pubblica amministrazione. Soluzione che sulla carta farebbe da volano in borsa al titolo per la gioia degli investitori, ma che di fronte alla radicalità di cotanto spezzatino si mostrano guardinghi. Nell’attesa si naviga a vista, e con una sola certezza: così com’è ora la società non può stare, brucia cassa e accumula inesorabilmente altro debito. Ma su come sarà la sua futura configurazione è ancora notte fonda perché, come ha detto con un eufemismo Meloni, benché tenutaria di golden power in grado di bloccare soluzioni sgradite, il dossier è (maledettamente, aggiungiamo noi) complesso.
 
Pietro Labriola si gioca il jolly: ieri l'ad del gruppo Tim è volato a Parigi per spiegare a Vivendi i dettagli del piano presentato da poco. Secondo indiscrezioni, l'ad di Tim avrebbe anche accennato al fatto che la parte finanziaria dell'operazione di cessione della rete potrebbe permettere la distribuzione di un extra-dividendo già alla fine di quest'anno. Cosa che consentirebbe ai francesi di rientrare in parte del loro investimento (circa 4 miliardi) oltre a rendere più appetibile la Tim in Borsa

facciamo a chi le spara più grosse??
 
Vendiamo tutto bald dracche e buratti e chiudiamo tutto
 
Buongiorno. Ritorna a 0,28 euro?
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Tim, la mossa di Merlyn in un dossier maledettamente complesso​


Paolo Madron
21/03/2024
I 400 COLPI. Grande confusione intorno alla più importante compagnia telefonica del Paese. Oltre alla lista del cda si è aggiunta quella del fondo attivista. E se ne attendono altre. Ma Giorgetti in modo pilatesco ha detto che sarà il mercato a decidere i destini dell’azienda. L'ad Labriola vuole vendere la rete, i francesi di Vivendi dal loro Aventino puntano a mandarlo a casa. Un vero bordello...

C’è una terra tribolata e si chiama Tim, la più importante azienda telefonica del Paese, l’unica che, nonostante il suo primo azionista sia francese, nei fatti batte bandiera italiana. A presidiarla c’è un manager, Pietro Labriola, che scommette sul suo futuro a patto che venga venduta la rete, cioè il suo asset più importante, i cui proventi possono ridare ossigeno a una società gravata da un debito insostenibile, ma che ha appena battezzato un piano industriale su cui il mercato non crede. Il manager ha il supporto del governo, almeno della sua componente maggioritaria incarnata nella triade Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, il suo capo di gabinetto, e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario tuttofare e tutto comunicare. Dovrebbe avere anche l’appoggio del Mef, ossia il crocevia attraverso cui deve passare la vendita della rete al fondo americano Kkr, primo passo prodromico alla successiva nazionalizzazione. Ma il suo titolare, Giancarlo Giorgetti, si sta mostrando pilatesco. Dopo che mercoledì 20 marzo il fondo Merlyn ha annunciato di volersi presentare a fine aprile con una sua lista alla decisiva assemblea di Tim, più veloce della luce si è affrettato a dire che sarà il mercato a decidere i destini dell’azienda.

Lo scoglio si chiama Vivendi, che da Parigi guarda la partita Tim da spettatore​

Insomma: “io vorrei, non vorrei ma se vuoi” si va dritti verso lo scoglio che può arginare il mare. Lo scoglio si chiama Vivendi, che da Parigi guarda la partita in corso da spettatore, non da protagonista, come invece vorrebbe il peso della sua partecipazione, quasi il 24 per cento del capitale. E nonostante Labriola stia facendo di tutto per portarlo dalla sua parte. Da quando ha ritirato i suoi uomini dal consiglio d’amministrazione, dall’Aventino in cui si sono chiusi i francesi si limitano a ripetere ciò che non vogliono quella cessione della rete che è il punto cardine del piano. Su quello che invece vogliono non si capisce nulla, tranne il fatto che vorrebbero mandare a casa Labriola, ossia l’ad che loro stessi avevano a suo tempo nominato. Per metterci chi non è dato sapere, anche perché in questi anni Tim ha bruciato più amministratori delegati che il campo largo candidati in Basilicata

Meloni ha il golden power, ma sul dossier è ancora notte fonda​

Una matassa poco edificante e molto aggrovigliata, che l’imminente assemblea dovrebbe sciogliere sposando uno dei contendenti. Per ora ce ne sono due, la lista proposta dal cda e quella che intende presentare Merlyn. Ma, a sentire le voci che parlano di altri soggetti interessati, potrebbero essere di più e magari con proposte ancora più sorprendenti di quella presentata dal fondo attivista guidato dall’ex Jp Morgan Alessandro Barnaba, che di Tim vuole vendere tutto meno la società che fornisce servizi a imprese e pubblica amministrazione. Soluzione che sulla carta farebbe da volano in borsa al titolo per la gioia degli investitori, ma che di fronte alla radicalità di cotanto spezzatino si mostrano guardinghi. Nell’attesa si naviga a vista, e con una sola certezza: così com’è ora la società non può stare, brucia cassa e accumula inesorabilmente altro debito. Ma su come sarà la sua futura configurazione è ancora notte fonda perché, come ha detto con un eufemismo Meloni, benché tenutaria di golden power in grado di bloccare soluzioni sgradite, il dossier è (maledettamente, aggiungiamo noi) complesso.
... ma, francamente, io tutta questa complessità non la vedo, il piano industriale l'abbiamo già fatto noi sul forum :ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO::ROFLMAO:
 

Il Giornale

Tim, spunta l'ipotesi dividendo extra​

Storia di Marcello Zacché

Pietro Labriola si gioca il jolly: ieri l'ad del gruppo Tim è volato a Parigi per spiegare a Vivendi i dettagli del piano presentato da poco. Secondo indiscrezioni, l'ad di Tim avrebbe anche accennato al fatto che la parte finanziaria dell'operazione di cessione della rete potrebbe permettere la distribuzione di un extra-dividendo già alla fine di quest'anno. Cosa che consentirebbe ai francesi di rientrare in parte del loro investimento (circa 4 miliardi) oltre a rendere più appetibile la Tim in Borsa



L'indiscrezione del viaggio parigino non è stata smentita dalla società.
La missione di Labriola avrebbe quale mandante il governo stesso (attraverso Cdp al Tesoro fa capo il 9,8% della società): lo scopo è trovare un'intesa con il socio francese (Vivendi è il primo azionista con il 23,75%) in vista dell'assemblea del 23 aprile che dovrà nominare il prossimo cda. E forse non è un caso che l'incontro sia avvenuto nel giorno in cui sul mercato è arrivata la proposta del fondo Merlyn che, con una quota appena superiore allo 0,5%, intende presentare entro il 29 marzo una propria lista di consiglieri. Un'iniziativa accompagnata da un «contropiano» di Alessandro Barnaba, promotore del fondo Merlyn, che a prima vista assomiglia a una sorta di liquidazione della società.

Per Merlyn «nel nuovo piano denominato TValue, la vendita della rete non è abbastanza «per garantire un futuro sostenibile a Tim e ogni ritardo all'attuale closing, in assenza di altre misure, sarebbe finanziariamente devastante per la società». Ma non bast



Tra gli altri punti del piano c'è la fusione della rete con Open Fiber, la cessione entro il 2024 di Tim Brasil (asset considerato «non core», e quella di Tim Consumer con l'obiettivo di «chiudere nel 2025». Alla fine resterebbe solo una TechCo: una società tecnologica e infrastrutturale di fascia alta posizionata in modo univoco per fornire soluzioni digitali integrate a valore aggiunto sia per le imprese sia per la pubblica amministrazione. In altri termini una sorta di cloud company, che resterà in Borsa e tornerà a chiamarsi «Telecom Italia». La reazione del mercato, che nell'operazione vede una robusta rivalutazione del titolo, è stata ovviamente positiva: Tim ha chiuso in rialzo di oltre il 2% a 0,2233. E poco importa se l'operazione Merlyn è esclusivamente speculativa, annullando ogni velleità industriale.

Ben diversa è invece l'idea di cui Labriola, forte del mandato del governo, avrebbe esposto a Vivendi. E non senza aspetti finanziari altrettanto interessanti. La sostanza è in parte già nota dal nostro novembre scorso: dopo la cessione della rete a Kkr (per un controvalore (enterprise value) di 18,8 miliardi), la società potrà ricavare un ulteriore «earnout» nell'ordine dei 3-3,5 miliardi nell'arco del piano (entro il 2026). Di questi, 2-2,5 arriveranno da Kkr in seguito alla fusione con Open Fiber e un altro miliardo dipende dalle cessioni della rete Sparkle e della quota Inwit. Un tesoretto che Labriola pensa almeno in parte di monetizzare a favore degli attuali azionisti attraverso un extra-dividendo: è questo il jolly con il quale Vivendi potrebbe essere chiamata a confrontarsi.



Con una quota del 23,8% del capitale, il gruppo francese si metterebbe in cassa un cedolone non previsto, restando comunque azionista di una società che a quel punto avrebbe ampi margini per crescere di valore oltre che continuare a mantenere nel futuro una presenza industriale di peso.

In altri termini, da ieri Vivendi ha di fronte due possibili alternative. Da un lato quella nuova del fondo Merlyn promette un buon ritorno finanziario, comunque non immediato (le cessioni richiedono tempo) ma in qualche modo tombale: alla fine non resta quasi niente. Senza contare le incertezze sul futuro dei 37.900 che oggi lavorano nel gruppo: non a caso la reazione dei sindacati alla proposta del fondo è stata subito negativa. Dall'altro la proposta del management e del governo italiano che, a fronte di un cospicuo e immediato ritorno finanziario, prospettano una costante creazione di valore sulle basi di un futuro industriale.
 
Pietro Labriola si gioca il jolly: ieri l'ad del gruppo Tim è volato a Parigi per spiegare a Vivendi i dettagli del piano presentato da poco. Secondo indiscrezioni, l'ad di Tim avrebbe anche accennato al fatto che la parte finanziaria dell'operazione di cessione della rete potrebbe permettere la distribuzione di un extra-dividendo già alla fine di quest'anno. Cosa che consentirebbe ai francesi di rientrare in parte del loro investimento (circa 4 miliardi) oltre a rendere più appetibile la Tim in Borsa

facciamo a chi le spara più grosse??
Se danno extra dividendo le risparmio volano in quanto ci sono 5,4€cent di dividendi arretrati
 
@crix73, il tema è che viv non può tenere il piede in 6 scarpe.
o si astiene per l'ennesima volta, rendendo veramente necessaria la domanda su perchè ha investito in TIM o se appoggia un piano, per ora tutti prevedono la cessione della rete con massima priorità, deve agire di conseguenza.
hanno già dato prova sinora di confusione e improvvisazione, ma questo sarebbe il massimo!
..ma ha investito in TIM per farne una Media Company....ora che il progetto è saltato vorrebbe essere liquidata con dignità....tutti che parlano di boa, sciacallo....ma se fosse semplicemente un investimento sbagliato ?....ha sparato 30 miliardi per la rete perchè è quello ammontare dei debiti caricati su Telecom per via della rete...io non ci trovo nulla di strano....non c'era la fila per comprarla...e allora cosa sarebbe successo se non fosse stata comprata da KKR ?...semplicemente il collasso del sistema iinternet n italia visto che OF non ha i soldi per andare avanti e i soci si guardano bene da versare ADC.....come mai Mcquaire ha strapagato OF in vista di rete unica con telecom ??.....anche un bullone è insignificante come valore ma se ti serve per accendere un impianto da 1000 miliardi e ogni giorno che passa fermo perdi 100 milioni quanto saresti diposto a pagare il bullone ??..........io comprendo posizione francese...non comprendo comportamento Labriola di sfidare azionista di riferimento...non sa che per gli anglosassoni la proprietà privata è sacra ?...cosa spiega alle presentazioni noi in italia abbiamo aziende quotate ma comando lo stato ?....ridiculus...
 
..ma ha investito in TIM per farne una Media Company....ora che il progetto è saltato vorrebbe essere liquidata con dignità....tutti che parlano di boa, sciacallo....ma se fosse semplicemente un investimento sbagliato ?....ha sparato 30 miliardi per la rete perchè è quello ammontare dei debiti caricati su Telecom per via della rete...io non ci trovo nulla di strano....non c'era la fila per comprarla...e allora cosa sarebbe successo se non fosse stata comprata da KKR ?...semplicemente il collasso del sistema iinternet n italia visto che OF non ha i soldi per andare avanti e i soci si guardano bene da versare ADC.....come mai Mcquaire ha strapagato OF in vista di rete unica con telecom ??.....anche un bullone è insignificante come valore ma se ti serve per accendere un impianto da 1000 miliardi e ogni giorno che passa fermo perdi 100 milioni quanto saresti diposto a pagare il bullone ??..........io comprendo posizione francese...non comprendo comportamento Labriola di sfidare azionista di riferimento...non sa che per gli anglosassoni la proprietà privata è sacra ?...cosa spiega alle presentazioni noi in italia abbiamo aziende quotate ma comando lo stato ?....ridiculus...
Per come la vedo io vivendi aveva ragione nel suo progetto originario, c'era una sinergia pazzesca con mediaset
 
Se danno extra dividendo le risparmio volano in quanto ci sono 5,4€cent di dividendi arretrati
se lo dà non è certo per gli utili ma con le riserve...magari... sarebbe una SeatPG bis....e finisce st'agonia...
 
Se ti rileggi le discussioni da una settimana a questa parte, magari trovi qualche indicazione
C' è talmente tanta roba che ci vorrebbero le ore. Tendenzialmente uso i grafici. Sull' orario siamo a ridosso della media 100 e le medie inferiori stanno venendo su. Target media 200 oraria? Non mi pronuncio, stiamo a vedere.
 

TIM: MONITORAGGIO STRETTISSIMO CONSOB, NO NOVITA' SU POSIZIONI NETTE CORTE​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 20 mar - Prosegue, secondo quanto apprende Radiocor, il monitoraggio strettissimo della Consob sul titolo Tim, guardando anche agli effetti del flusso di informazioni che impatta sulle azioni. Oggi c'e' stato l'annuncio del nuovo piano Merlyn, accolto positivamente dalla Borsa. Non risultano nuove posizioni nette corte rispetto a quanto registrato nei giorni scorsi. Nessun nuovo soggetto ha quindi superato lo 0,5, soglia rilevante per il mercato.
Sim
(RADIOCOR) 20-03-24 16:46:58 (0553)NEWS 5 NNNN


allora possiamo stare tranquilli.:o
 
C' è talmente tanta roba che ci vorrebbero le ore. Tendenzialmente uso i grafici. Sull' orario siamo a ridosso della media 100 e le medie inferiori stanno venendo su. Non mi pronuncio, stiamo a vedere.
Io non faccio trading di breve, ma sono value investor, e sono dentro per il m/l termine
 
Stato
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