Vivendi gioca in casa e tratta per lo streaming di Orange
Con Canal+ il gruppo Bolloré ha già una quota in Ocs ma ora punta alla scalata
Tra i possibili pretendenti Warner Bros. Discovery Resta il nodo Antitrust
Una trattativa che andrebbe avanti da almeno due anni. E ora arrivata a una fase cruciale. Come rilanciato anche dalla Reuters e dalla stampa francese, dopo un’indiscrezione del sito Variety, Orange avrebbe avviato trattative esclusive con Canal+, il gruppo di pay-Tv di Vivendi per la vendita della controllata di film e video streaming Orange Cinéma Séries (Ocs).
Del resto i colloqui informali tra Canal+, che già possiede il 34% di Ocs, e Orange sono in corso da mesi. Ma ora potrebbero arrivare a una conclusione anche nel giro di pochi giorni.
Anche in virtù della quota detenuta nel capitale della società che fa capo a Orange – e che gli conferisce il diritto di prelazione – Canal+ è sempre stato il candidato favorito per l’acquisizione. Ma il processo si è trascinato a lungo e altri player sono nel frattempo apparsi sulla scena. Si è parlato, ad esempio, dell’attuale Warner Bros. Discovery, la casa madre di Hbo. Ma i rumors hanno puntato anche verso una cordata tutta transalpina differente da Canal+ facendo riferimento a Mediawan. La quale però, stando sempre alle indiscrezioni di mercato, a fronte di un iniziale interesse avrebbe poi ritirato la sua offerta.
A spuntarla dovrebbe quindi essere Vivendi sia per la parte di pay tv sia per gli studios di Ocs che mostrano ampie possibilità di sinergia con StudioCanal che fa capo a Canal+.
L’accordo sarà evidentemente soggetto all’approvazione dell’Antitrust. Nel 2011, come ricordato dal sito Variety nella sua anticipazione, proprio l’Autorità garante del mercato in Francia ha bloccato il primo tentativo di Canal+ di fondersi con Ocs e lanciare un canale premium di pay TV. Tutto questo però avveniva in un’altra epoca sul versante dei media audiovisivi, lontana dallo sbarco dei colossi dell’on demand che hanno cambiato le carte in tavola. Netflix, di suo, vanta 13 milioni di abbonati in Francia, davanti a Canal+ che si attesta sui 10 (fece molto scalpore il momento in cui Oltralpe ci fu il “sorpasso”), mentre Ocs non raggiunge i 3 milioni di abbonati. Certo è che occorre tener conto quel che è successo in Francia proprio in queste ultime settimane, con la vicenda di Tf1 e M6 e il loro matrimonio fallito davanti all’altare proprio perché alla fine Bouygues (Tf1) e Rtl Group di Bertelsmann (M6) avevano capito che i remedies richiesti dall’Antitrust sarebbero stati non compensati o comunque poco compensati dai vantaggi dell’operazione.
Lanciato nel 2008, quello che fa capo a Orange è il secondo gruppo televisivo a pagamento francese dopo Canal+. Soprattutto all’inzio la rivalità con la realtà di casa Vivendi era particolarmente spiccata, alimentandosi anche dll’accordo fatto da Ocs con Hbo. I successi della casa di produzione Usa hanno aiutato Ocs a conservare la sua customer base e rimanere a galla per un certo numero di anni.
Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, però, l’operazione non è mai riuscita a risultare in equilibrio. E le cose potrebbero anche peggiorare con l’avvicinarsi della conclusione dell’accordo pluriennale fra Ocs e Hbo. Di certo da circa due anni, come detto, Orange sta cercando di separarsi dal suo servizio. E per una buona ragione: secondo i dati riportati dal quotidiano Les Echos nonostante i circa 3 milioni di abbonati, l’offerta a 11 euro al mese ha accumulato tra i 400 e i 500 milioni di euro di perdite dal suo lancio. Occorrerà tuttavia vedere anche cosa succederà a tutto il settore audiovisivo nel suo complesso: Ocs ha firmato lo scorso febbraio un patto triennale con le organizzazioni cinematografiche per investire almeno 60 milioni di euro nel cinema francese ed europeo nei tre anni.