Tetto al prezzo del petrolio a 60$

Non è da escludere che, iraniani e russi,(probabilmente più quest'ultimi che i primi citati), vorrebbero un coinvolgimento diretto americano sotto elezioni, per diversi motivi.

Ma in ogni caso, ci sono dei punti sui quali non si può transigere. E la difesa della libera navigazione è uno di questi.

Aggiungo, inoltre, che anche qualora gli USA di Biden rinunciassero al loro ruolo di “guida” dell’occidente, dovrebbe essere questa una delle occasioni per l’Europa di fare un passo in avanti.

E, sebbene la posta in gioco sia molto più alta, siamo noi,(in special modo, noi italiani) infatti, i danneggiati da una mossa del genere.
caro pred io ho paventato un altra cosa.e cioè che gli Houthi hanno detto CHIARAMENTE che ce lhanno con gli israeliani.
e se gli statunitensi pensano di dover fare gli sceriffi anche lì mi sa che troveranno sorprese.e non vorrei che vi partecipassimo troppo caldamente, intendo noi come italia.
 
Ehm...

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L'Europa sa anche che non possiamo permettergli di chiudere un Choke Point fondamentale come Bab el Mandeb, a loro piacimento.
Perché essere dialoganti è giusto, farsi ricattare non lo è.

La situazione che personalmente vedo al momento è :
Se l’Iran avesse voluto la guerra, la avrebbe già avuta.

Idem per Hezbollah,(*) se avessero avuto tutta questa voglia di menar le mani, quale migliore occasione?

Penso che entrambi, ed anche gli Houti, abbiano ampiamente ottenuto i benefici possibili dallo scontro di Gaza. Si sono fatti sentire, hanno richiamato l’attenzione, ed a livello politico sicuramente otterranno qualcosa.


(*) = cito gli Hezzies, perché in Libano è presente un "mediamente robusto" contingente militare italiano.
Come ho detto di là, gli americani stanno entrando in una delle loro periodiche fasi isolazioniste e quindi interverranno solo se sono in ballo loro interessi fondamentali, e la libera circolazione negli stretti non è ad ora fra questi.

Siamo noi i danneggiati e siamo noi che dobbiamo organizzarci. O almeno dobbiamo partire da questo presupposto. Poi se lo zio Sam vorrà darci una mano vera tanto meglio. E quando dico noi parlo principalmente dei paesi mediterranei.

Se poi, non ci sentiamo in grado, allora possiamo pure fare festa.

Almeno, io do alla situazione questa lettura.
 
Come ho detto di là, gli americani stanno entrando in una delle loro periodiche fasi isolazioniste e quindi interverranno solo se sono in ballo loro interessi fondamentali, e la libera circolazione negli stretti non è ad ora fra questi.

Siamo noi i danneggiati e siamo noi che dobbiamo organizzarci.
O almeno dobbiamo partire da questo presupposto. Poi se lo zio Sam vorrà darci una mano vera tanto meglio. E quando dico noi parlo principalmente dei paesi mediterranei.

Se poi, non ci sentiamo in grado, allora possiamo pure fare festa.

Almeno, io do alla situazione questa lettura.
Lettura che prevede solo una soluzione militare.
Perché provare a scendere a trattative, non ci viene permesso.
 
caro pred io ho paventato un altra cosa.e cioè che gli Houthi hanno detto CHIARAMENTE che ce lhanno con gli israeliani.
e se gli statunitensi pensano di dover fare gli sceriffi anche lì mi sa che troveranno sorprese.e non vorrei che vi partecipassimo troppo caldamente, intendo noi come italia.
Come ho detto di là, gli americani stanno entrando in una delle loro periodiche fasi isolazioniste e quindi interverranno solo se sono in ballo loro interessi fondamentali, e la libera circolazione negli stretti non è ad ora fra questi.

Siamo noi i danneggiati e siamo noi che dobbiamo organizzarci. O almeno dobbiamo partire da questo presupposto. Poi se lo zio Sam vorrà darci una mano vera tanto meglio. E quando dico noi parlo principalmente dei paesi mediterranei.

Se poi, non ci sentiamo in grado, allora possiamo pure fare festa.

Almeno, io do alla situazione questa lettura.
Ho accorpato le vostre repliche perché "da qualche parte" io ci vedo il classico "filo rosso" che le unisce.

A mio avviso, la posta in gioco è molto alta. Stamane non ho avuto tempo di approfondire il mio intervento, e quindi lo faccio ora.
La missione Prosperity Guardian sta partendo. La missione tende a proteggere i commerci dell’Occidente ma soprattutto quelli dell’Europa e, dentro l’Europa soprattutto i nostri.
La circumnavigazione dell’Africa, ma anche l'aumento delle coperture assicurative (queste in maniera minore che per l’attraversamento del Mar Rosso), fa aumentare il prezzo dei noli e il costo delle merci, ma anche la quantità di merci trasportabili. Più lungo dura il viaggio, più navi sono necessarie per trasportare lo stesso flusso di merci, quindi ci sarà meno capacità di carico totale, quindi diminuendo l’offerta e aumentando la domanda i prezzi del trasporto invariabilmente andranno ad aumentare.
Questo, come già spiegato, potrebbe contribuire al mancato rallentamento dell’inflazione, anzi, potrebbe provocare una parziale nuova crescita, una mancata diminuzione dei tassi un ulteriore rallentamento dell’economia, rallentamento che potrebbe essere aumentato dal fatto che molte materie prime o semilavorate necessarie alla produzione industriale europea vengono proprio dall'oriente (vedasi litio, terre rare) ma anche petrolio.
Specialmente in Europa, anche perché il traffico dall’ Estremo Oriente all’America passa per il Pacifico.
Specialmente per l’Italia poiché doppiando Capo di Buona Speranza le navi non hanno interesse ad allungare il percorso entrando in Mediterraneo, ma vanno direttamente nei porti del Nord Europa. I porti Mediterranei, Genova, ma in primis Trieste (e Taranto per il transhipping) sono importanti perché fanno risparmiare tempo e soldi per le navi che passano per Suez con merci destinate all’Europa del Nord ed Est. Non per niente il porto di Amburgo è entrato nella partecipazione di quello di Trieste. Significativo è il fatto che l’Oleodotto che rifornisce di petrolio la Germania inizia proprio a Trieste. Già ora, visto l’allungamento del tragitto a Trieste si prevedono molte giornate di mancato arrivo di navi e quindi di merci.

Scusate per questa spiegazione piuttosto lunga, ma la considero necessaria per far capire qual è la posta in gioco.
 
Come ho detto di là, gli americani stanno entrando in una delle loro periodiche fasi isolazioniste e quindi interverranno solo se sono in ballo loro interessi fondamentali, e la libera circolazione negli stretti non è ad ora fra questi.

Siamo noi i danneggiati e siamo noi che dobbiamo organizzarci. O almeno dobbiamo partire da questo presupposto. Poi se lo zio Sam vorrà darci una mano vera tanto meglio. E quando dico noi parlo principalmente dei paesi mediterranei.

Se poi, non ci sentiamo in grado, allora possiamo pure fare festa.

Almeno, io do alla situazione questa lettura.

Sul grassetto sono molto pessimista.

Uno dei problemi del condominio EU è sempre stato mettere insieme tante teste e ottenere decisioni comuni in tempi brevi.

Il nostro mandare una FREMM impegnata nella missione Atalanta (missione dedicata alla sicurezza della navigazione) perché è una missione già approvata in parlamento, è un indizio del fatto che i tempi brevi sono una chimera.
 
Come ho detto di là, gli americani stanno entrando in una delle loro periodiche fasi isolazioniste e quindi interverranno solo se sono in ballo loro interessi fondamentali, e la libera circolazione negli stretti non è ad ora fra questi.

Siamo noi i danneggiati e siamo noi che dobbiamo organizzarci. O almeno dobbiamo partire da questo presupposto. Poi se lo zio Sam vorrà darci una mano vera tanto meglio. E quando dico noi parlo principalmente dei paesi mediterranei.

Se poi, non ci sentiamo in grado, allora possiamo pure fare festa.

Almeno, io do alla situazione questa lettura.
se le cose precipitano ,per rimetterle a posto non credo bastera' inviare li navi e navone ,anche perche' possono pure essere affondate , sara' necessario mettere gli scarponi sul terreno e li inizieranno i problemi veri .
 
se le cose precipitano ,per rimetterle a posto non credo bastera' inviare li navi e navone ,anche perche' possono pure essere affondate , sara' necessario mettere gli scarponi sul terreno e li inizieranno i problemi veri .
Come ho già detto, il problema principale può essere soprattutto nostro (italiano), circa l’impatto purtroppo negativo sui porti mediterranei e italiani di scalo.

Per il resto, c'è da tener presente che in certi settori (portacontainer, ma credo anche carico secco; forse meno le tanker) c’era finora un notevole eccesso di stiva. Questo potrebbe un po’ attenuare il contraccolpo, tant'è che le compagnie e gli spedizionieri va bene, lunedì scorso hanno riaperto tutte in rialzo..

Su quest'ultimo punto, abbiamo già i primi dati di mercato sulle conseguenze: i titoli di Maersk e Hapag Lloyd sono saliti per effetto della riduzione di eccesso di capacità; Evergreen ha annunciato la sospensione degli ordini da/per Israele;
Gli aumenti sono circa 6000 USD per container di 40' e 7-10 giorni per i tempi di consegna. Potrebbe esserci anche penuria di container vuoti verso i porti cinesi.

Le Fonti sono quelle di Shipping Italy.
 

Diciamo che il segnale dato dall'Angola di certo è una crepa nelle decisioni OPEC di ridurre i volumi e qualche effetto può averlo avuto.

Però la Russia annuncia che le esportazioni russe di petrolio a gennaio diminuiranno di 100-200 mila barili al giorno rispetto a dicembre.

Reuters: Россия в январе сократит морской экспорт нефти на 100–200 тыс. б/с

Bisognerà vedere eventuali effetti di questo decremento, anche se ritengo saranno "mascherati" da aumenti dei prezzi legati alla situazione di Suez.
 
Precisazioni:

Le idee sulla strategia americana non sono ovviamente farina del mio sacco, ma è quello che si capisce leggendole pubblicazioni di molti strateghi geopolitici americani. Queste idee trovano conforto in alcuni fatti:
1) La globalizzazione non è più così funzionale agli interessi americani
2) Il pubblico americano è sempre meno disposto al coinvolgimento in situazioni lontane delle quali non percepisce l'utilità
3) La crisi politica interna americana che alcuni definiscono come di quasi guerra civile

Detto questo, io non sto dicendo che bisogna uccidere tutti gli Houti.
Sto dicendo che la nostra politica estera è sempre stata (a partire da Mattei e dal discorso di Craxi in parlamento), benevola verso i palestinesi.
Quindi, siccome siamo i più danneggiati assieme all'Egitto e a Israele, parliamo con questa gente, sentiamo cosa vogliono e cerchiamo di far valere le nostre ragioni. Se il caso scortiamo le navi che ci interessano, magari organizzando convogli e studiando forme di assicurazione alternativa.
Poi è chiaro che se la risposta è <a noi ci importa una sega, noi vogliamo fare guerra all'occidente tutto> allora ne trarremo le conseguenze.
Insomma, diamoci da fare e... meno Ferragni e più Houti.
 
Precisazioni:

Le idee sulla strategia americana non sono ovviamente farina del mio sacco, ma è quello che si capisce leggendole pubblicazioni di molti strateghi geopolitici americani. Queste idee trovano conforto in alcuni fatti:
1) La globalizzazione non è più così funzionale agli interessi americani
2) Il pubblico americano è sempre meno disposto al coinvolgimento in situazioni lontane delle quali non percepisce l'utilità
3) La crisi politica interna americana che alcuni definiscono come di quasi guerra civile

Detto questo, io non sto dicendo che bisogna uccidere tutti gli Houti.
Sto dicendo che la nostra politica estera è sempre stata (a partire da Mattei e dal discorso di Craxi in parlamento), benevola verso i palestinesi.
Quindi, siccome siamo i più danneggiati assieme all'Egitto e a Israele, parliamo con questa gente, sentiamo cosa vogliono e cerchiamo di far valere le nostre ragioni. Se il caso scortiamo le navi che ci interessano, magari organizzando convogli e studiando forme di assicurazione alternativa.
Poi è chiaro che se la risposta è <a noi ci importa una sega, noi vogliamo fare guerra all'occidente tutto> allora ne trarremo le conseguenze.
Insomma, diamoci da fare e... meno Ferragni e più Houti.
tecnicamente fare le scorte in questo caso puo' servire solo a non farsi sequestrare il naviglio ,ma senza la possibilita' di sottrarcelo possono passare alla seconda fase e tirarci tutti i missili che servono per andare a fondo ,solo gli usa potrebbero ,con enorme spesa mettere insieme un ombrello protettivo e cercare di colpire gli Houti sulle loro montagne ma non credo lo farebbero ,in ultima analisi sono razzi nostri e Craxi e' morto 24 anni fa.
 
Precisazioni:

Le idee sulla strategia americana non sono ovviamente farina del mio sacco, ma è quello che si capisce leggendole pubblicazioni di molti strateghi geopolitici americani. Queste idee trovano conforto in alcuni fatti:
1) La globalizzazione non è più così funzionale agli interessi americani
2) Il pubblico americano è sempre meno disposto al coinvolgimento in situazioni lontane delle quali non percepisce l'utilità
3) La crisi politica interna americana che alcuni definiscono come di quasi guerra civile

Detto questo, io non sto dicendo che bisogna uccidere tutti gli Houti.
Sto dicendo che la nostra politica estera è sempre stata (a partire da Mattei e dal discorso di Craxi in parlamento), benevola verso i palestinesi.
Quindi, siccome siamo i più danneggiati assieme all'Egitto e a Israele, parliamo con questa gente, sentiamo cosa vogliono e cerchiamo di far valere le nostre ragioni. Se il caso scortiamo le navi che ci interessano, magari organizzando convogli e studiando forme di assicurazione alternativa.
Poi è chiaro che se la risposta è <a noi ci importa una sega, noi vogliamo fare guerra all'occidente tutto> allora ne trarremo le conseguenze.
Insomma, diamoci da fare e... meno Ferragni e più Houti.

Sul punto 1) non saprei, ma i punti 2) e 3) sono effettivamente facilmente percepibili in molte analisi e commenti provenienti da US. :yes:

Sulla nostra capacità diplomatica e organizzativa, invece, non ho alcuna fiducia. E non credo sia una problema di posizione politica in sé bensì di mancanza di "teste" e di capacità decisionali (e vorrei sbagliarmi).

Dal punto di vista operativo, credo che una scorta alle navi cargo civili richiederebbe un assetto navale che garantisca una copertura antiaerea tale da permettere di "buttar giù" eventuali minacce (missili e droni) prima che arrivino a bersaglio sulle navi scortate, senza tuttavia doversi avvicinare troppo alle coste per evitare di essere a tiro di missili navali.

Ciò sembrerebbe richiedere una portaerei, con i relativi assetti aerei, accompagnata da cacciatorpedinieri e navi di rifornimento.
Non so immaginare chi potrebbe voler mettere su un assetto del genere.


Sul meno Ferragni...sposo in pieno la causa. :)
 
Ci mandiamo Crosetto e la Meloni
sui canotti della fincantieri.
 
Precisazioni:

Le idee sulla strategia americana non sono ovviamente farina del mio sacco, ma è quello che si capisce leggendole pubblicazioni di molti strateghi geopolitici americani. Queste idee trovano conforto in alcuni fatti:
1) La globalizzazione non è più così funzionale agli interessi americani
2) Il pubblico americano è sempre meno disposto al coinvolgimento in situazioni lontane delle quali non percepisce l'utilità
3) La crisi politica interna americana che alcuni definiscono come di quasi guerra civile

Detto questo, io non sto dicendo che bisogna uccidere tutti gli Houti.
Sto dicendo che la nostra politica estera è sempre stata (a partire da Mattei e dal discorso di Craxi in parlamento), benevola verso i palestinesi.
Quindi, siccome siamo i più danneggiati assieme all'Egitto e a Israele, parliamo con questa gente, sentiamo cosa vogliono e cerchiamo di far valere le nostre ragioni. Se il caso scortiamo le navi che ci interessano, magari organizzando convogli e studiando forme di assicurazione alternativa.
Poi è chiaro che se la risposta è <a noi ci importa una sega, noi vogliamo fare guerra all'occidente tutto> allora ne trarremo le conseguenze.
Insomma, diamoci da fare e... meno Ferragni e più Houti.
leggo bene, più Houthi ?
Vuoi più fondamentalisti islamici ?
 
leggo bene, più Houthi ?
Vuoi più fondamentalisti islamici ?
He, he,

no no, l'altra sera a cena un caro amico mi ha sfondato con la storia della Ferragni e te cosa ne pensi e di qua e di là.

Volevo dire, forse bisognerebbe ragionare un po' meno di gossip e un po' più di questa situazione.

:)
 
intanto gli US
How U.S. oil production reached an all-time high in 2023

US secondo esportatore di Oil al mondo, dietro KSA.
Con Opec che taglia, chi ha compensato, facendo soldi?

C
 
Ultima modifica:
La Russia continua a vendere petrolio a prezzi superiori al tetto fissato dall’Occidente, scrive Bloomberg.

La pubblicazione riporta che il petrolio russo degli Urali viene spedito dai porti del Baltico e del Mar Nero, dopodiché va in India e Cina, dove viene venduto a 75 dollari al barile.

In precedenza, l’Occidente aveva stabilito regole secondo le quali ogni azienda europea coinvolta nel trasporto di petrolio doveva ottenere la conferma che il petrolio acquistato non superava i 60 dollari al barile.

Tuttavia, in realtà questo requisito viene ignorato, afferma Bloomberg.

Источник: https://rusvesna.su/news/1712822792
 
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