filibuster
dilettante no-risk
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Sapete qual è lo strumento più utile in borsa, quello che permette di ridurre le perdite e di incrementare i profitti, quello che non mente mai e che ci può consentire dei bei passi avanti se lo usiamo forsennatamente? E’ la calcolatrice, una calcolatrice terra-terra che fa solo le quattro operazioni principali. Provando e riprovando, facendo esperimenti e simulazioni, ripercorrendo le operazioni passate con tutte le varianti che avremmo potuto utilizzare, con gli anni impareremo a riconoscere i nostri errori e ad essere sempre più efficienti. Un grande analista tecnico del passato –mi pare fosse Magee- quando doveva prendere delle decisioni operative si barricava in casa sigillando tutte le finestre e staccando radio, TV, telefono. Nulla doveva interferire tra lui e il grafico. Se fossi altrettanto pazzo, nel mio piccolo forse riuscirei a cavarmela avendo a disposizione solo l’ultimo prezzo e una calcolatrice. Nient’altro.
Quest’idea così geniale (!) mi è venuta perché, riconsiderando passo passo le mie ultime operazioni, mi sono conto che c’era un mito da sfatare. Visto com’è cambiata la mia operatività negli ultimi tempi, l’importanza del valore della volatilità implicita è molto diminuita e ormai praticamente pesa solo se il mercato va alla scadenza dritto sparato, senza la minima incertezza… cosa che non si verifica mai. In realtà adesso il grosso dei profitti viene dai vari saliscendi… anche la quota d’ingresso è in sostanza ininfluente, quello che conta è che la direzione sia giusta, cioè che coincida con quella del prezzo.
Con queste premesse, naturalmente mi sono subito buttato a pesce per aprire la posizione di novembre. E’ sull’Eurostoxx50, con un punto di inversione attualmente a 2909. Si tratta di un livello che deriva solo da considerazioni contabili, non tecniche, ed è destinato a salire con il mercato, come se fosse un trailing stop, e in un certo senso lo è.
x Lucrezio
grazie e complimenti anche a te per i tuoi messaggi spesso condivisibili.
x Chagans
D’accordissimo. L’altra ingiustizia veramente plateale è rappresentata dalle opa-delisting: il cummenda di turno fa la sua bella ipo quando la borsa tira, poi aspetta il primo grosso calo e cancella il titolo dal listino, con un profitto garantito. Troppo facile! Basterebbe imporre un limite di tempo fra ipo e delisting (cinque anni?) oppure vietare che il prezzo dell’opa-delisting sia inferiore a quello dell’ipo. Naturalmente anche con queste modifiche e altre possibili (per es. niente tassa sul capital gain per chi tiene un titolo per almeno un anno) la sostanza non cambierebbe –lo scopo della borsa resterebbe sempre quello di trasferire montagne di quattrini dalle tasche dei piccoli a quelle dei grandi- ma almeno le autorità salverebbero la faccia.
Quest’idea così geniale (!) mi è venuta perché, riconsiderando passo passo le mie ultime operazioni, mi sono conto che c’era un mito da sfatare. Visto com’è cambiata la mia operatività negli ultimi tempi, l’importanza del valore della volatilità implicita è molto diminuita e ormai praticamente pesa solo se il mercato va alla scadenza dritto sparato, senza la minima incertezza… cosa che non si verifica mai. In realtà adesso il grosso dei profitti viene dai vari saliscendi… anche la quota d’ingresso è in sostanza ininfluente, quello che conta è che la direzione sia giusta, cioè che coincida con quella del prezzo.
Con queste premesse, naturalmente mi sono subito buttato a pesce per aprire la posizione di novembre. E’ sull’Eurostoxx50, con un punto di inversione attualmente a 2909. Si tratta di un livello che deriva solo da considerazioni contabili, non tecniche, ed è destinato a salire con il mercato, come se fosse un trailing stop, e in un certo senso lo è.
x Lucrezio
grazie e complimenti anche a te per i tuoi messaggi spesso condivisibili.
x Chagans
D’accordissimo. L’altra ingiustizia veramente plateale è rappresentata dalle opa-delisting: il cummenda di turno fa la sua bella ipo quando la borsa tira, poi aspetta il primo grosso calo e cancella il titolo dal listino, con un profitto garantito. Troppo facile! Basterebbe imporre un limite di tempo fra ipo e delisting (cinque anni?) oppure vietare che il prezzo dell’opa-delisting sia inferiore a quello dell’ipo. Naturalmente anche con queste modifiche e altre possibili (per es. niente tassa sul capital gain per chi tiene un titolo per almeno un anno) la sostanza non cambierebbe –lo scopo della borsa resterebbe sempre quello di trasferire montagne di quattrini dalle tasche dei piccoli a quelle dei grandi- ma almeno le autorità salverebbero la faccia.