In realtà Bitcoin non è limitato ad un numero predeterminato transazioni al secondo, siano queste 5 o più convenzionalmente 6-7.
Sono affermazioni ormai largamente invalse nella vulgata della Rete, ma sono datate e fondamentalmente errate.
In Bitcoin gli elementi che tecnicamente governano il valore del tps sono fondamentalmente 3:
1) il tempo di blocco, che assumiamo mediamente
costante ( tranne nell'arco dei 210.000 blocchi, ossia tra un aggiustamento di difficulty ed il successivo).
2) il numero max. di transazioni per blocco, che è una
variabile, dipendendo da dimensione/peso medio della transazione (reale o virtuale post-SegWit). Qui già qui si sconta una larga approssimazione.
3) La dimensione del blocco. Questa è
cambiata nel 2017 con SegWit.
Senza che molti divulgatori in rete se ne siano ancora dati per inteso ... anni dopo.
Esistono oggettivamente, quanto a dimensione blocco, un Bitcoin
precedente a SegWit ed uno
successivo.
Per quel che vale la "dottrina" assume, per il Bitcoin
originario di Sakamoto (cioè pre SegWit), un
tps di circa 6,5-7.
Ivi considerando la "classica" size media per transazione di 250 bytes, il che implica circa 4.000 transazioni per blocco.
Ciò significa un tetto giornaliero teorico di circa 550.000-600.000 transazioni.
Ossia più o meno il doppio di quante ne riscontriamo in media.
Va da sè che avvicinando quel limite si avrebbero risvolti importanti sui fees.
Tralasciamo per ora questo aspetto (ci sarebbe troppo da dire) e limitiamoci a constatare che esiste un primo margine "originale" di capacità teorica.
Molti divulgatori in rete restano affezionati a questo dato, peraltro tagliato con l'accetta, quasi vivessimo ancora nel 2016.
Resta il fatto che si tratta di un valore datato e non rappresentativo del post SegWit.
Con l'introduzione di SegWit la dimensione complessiva del blocco si innalza da 1Mb ad un valore superiore, di norma (impropriamente) indicato in circa 4Mb.
"Circa" perchè con SegWit
non si è moltiplicata tout-court per 4 la dimensione del blocco. Altrimenti sarebbe stato necessario un hard fork, come già per BCH o BSV.
Un hard fork rende modifiche semplici (es. un aumento della dimensione del blocco) un evento incerto ed indesiderabile.
Segwit ha richiesto un semplice soft fork. Un bel vantaggio.
SegWit funziona così, semplificando un poco: resta un blocco di dimensione massima 1Mb.
A questo però si aggiunge, "al fondo", un ulteriore blocco di 3Mb di dati scorporati da esso, i cosiddetti "Witness".
Nell'interpretare transazioni SegWit i "legacy nodes" considerano il solo primo Mb e scartano tutto il contenuto del Witness.
Così facendo è stata assicurata a suo tempo la compatibilità a ritroso, senza necessità di hard fork.
Di fatto Segwit incrementa la capienza massima di transazioni per blocco, introducendo il peso o "vsize" della transazione.
La capienza però non quadruplica, a dispetto dei "circa" 4Mb complessivi contro 1Mb.
Senza entrare troppo nel tecnico, sarebbe complesso, possiamo assumere che l'utilizzo esclusivo di transazioni SegWit (già oggi oltre 80% del totale) conduca mediamente al raddoppio del tps originale del Bitcoin originale "Sakamoto" (quale che sia), a parità di condizioni al contorno.
Presa per buona la "dottrina" parleremmo di circa 12-15 tps, per 1.000.000 (o oltre) transazioni teoriche giornaliere.
Questo senza neppure considerare un
aspetto chiave, ossia che SegWit ha gettato le basi per l'integrazione di LN.
Il cui tps a tendere è virtualmente illimitato.
Ad ogni modo, senza mettere in mezzo LN, Bitcoin oggi non funziona a livello di saturazione.
Questo è semplice dedurlo guardando allo stato della mempool, o alla varianza limitata dei fees o dei tempi di blocco, se ve ne fosse necessità.
Stando a quanto argomentato sopra funziona forse al 30/40 % della sua
capacità teorica "post SegWit".
Capacità che le recenti integrazioni "Taproot" (Novembre 2021) tenderanno ad incrementare ulteriormente.
Ciò grazie ad esempio al transaction batching, oggi consentito dalle Schnorr signatures.
Mi fermo qui per evitare ai più una bella emicrania, ci sarebbe altro da dire anche solo rispetto alla dimensione del blocco.
Ad esempio che una mera dimensione maggiore "tout court" non è necessariamente migliorativa nè sostenibile.
Per questo nel 2017 il dibattito fu feroce.