TIM: dai capitani coraggiosi agli azionisti coraggiosi... la volta buona?

Stato
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Tim: tempi lunghi per rete (MF)
ROMA (MF-DJ)--Per definire la vicenda che riguarda Tim e la rete nazionale servirà del tempo, qualcuno dice sei mesi, altri nove, ma di sicuro tempo. Si tratta di una consapevolezza che sta pian piano emergendo tra i partecipanti al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Lo scrive MF-Milano Finanza sottolineando che non c'è nessuna corsa, nessuna fretta, per due motivi: il primo e più importante è che l'azienda non è a rischio e non necessita di interventi urgenti come qualcuno ha sostenuto nel corso delle ultime settimane e il secondo -che deriva dal primo- è che se Tim non è in sofferenza ci si può concentrare a lavorare su interventi strutturali a lungo termine. L'appuntamento di ieri è stato presieduto dal capo di gabinetto del ministero di Adolfo Urso, Federico Eichberg, e ha visto la partecipazione di Angelo Borrelli (capo del dipartimento per la Trasformazione Digitale) e tre esponenti della Presidenza del Consiglio. Per Cdp era presente invece l'amministratore delegato di Cdp Equity Francesco Mele assieme all'advisor Credit Suisse, mentre per Vivendi c'erano Alessandro Daffina di Rothschild, advisor del gruppo francese, assieme a Carmen Zizza, advisor per i rapporti con il governo, e ai consulenti Irving Bellotti e Daniele Ruvinetti. All'incontro - come anticipato da MF-Milano Finanza - ha preso parte anche l'ad di Tim Pietro Labriola assieme al chief public affairs & security officer Eugenio Santagata. Oggetto del tavolo sono stati i tanti incentivi allo studio per il settore delle tlc, dalle tariffe Agcom alle politiche per considerare gli operatori soggetti energivori, dai limiti delle frequenze del 5G all'ipotesi di abbassamento dell'Iva per i gruppi tlc.
Un lungo elenco composto da più di una decina di punti e proprio alla luce dei tanti possibili interventi si spiega il perché il tema dell'acquisto di Netco non sia stato discusso. Nell'ipotesi che tutte le misure ipotizzate dovessero entrare in vigore, l'impatto per Tim (e per gli altri operatori) sarebbe tale da cambiare quasi radicalmente i conti e i numeri. Solo in quel momento si potrebbe davvero valutare una proposta per la società di telecomunicazioni. Labriola, a quanto risulta, avrebbe anche rassicurato sulla tenuta e sulla solidità dell'azienda, testimoniata anche dal recente collocamento di un bond da 850 milioni. La strada tracciata a questo punto dovrebbe prevedere una prima fase nella quale verificare i numeri legati agli incentivi (gli advisor Rothschild e Credit Suisse sarebbero già pronti a mettersi al lavoro sul tema) e una seconda fase che andrà a testare l'effettiva volontà politica di rendere effettive ed efficaci queste misure. Risultato? Mesi di lavoro, non settimane. Con l'obiettivo però di identificare misure strutturali a sostegno del settore.
Un primo test sui conti di Tim si avrà il prossimo 14 febbraio, giorno del cda sui conti del 2022. Ieri in merito si è espressa Fitch, secondo la quale il bond emesso dalla società migliora la posizione di liquidità del gruppo nel breve periodo, in vista delle scadenze del 2023 e 2024. Per l'agenzia di rating l'outlook di Tim potrebbe passare a stabile con un miglioramento del profilo di liquidità del gruppo, legato a ebitda sopra le attese, aiutato da un sostenuto miglioramento nel business domestico, a flussi di cassa più forti e a un successo nel rifinanziamento del debito. Fitch ha comunque rilevato che l'emissione da 850 milioni «migliora la posizione di liquidità a breve termine di Tim, ma non è ancora sufficiente ad alleviare i rischi di credito che si riflettono nell'outlook negativo» assegnato al rating di gruppo.
 
Non solo.
Il governo ha tutto il tempo che vuole (almeno 5 anni) per arrivare al dunque.

Io sono entrato nel 2018 e il governo precedente (Letta poi renzi poi gentiloni) voleva fare la rete "unica" (che è la stessa cosa della "nazionale")..

Solo chi non conosce la storia può pensare che si possa risolvere il tutto in un paio di mesi.
...Nel 2018. Ora è tutto diverso ci sono stati degli avvenimenti che hanno cambiato il modo di pensare dei popoli, quindi dei governi. La globalizzazione sta rallentando c'è una nuova economia " Inshoring", maggior tutela delle strutture vitali del Paese, porti, comunicazioni, difesa, energia ecc. Noi siamo in ritardo su tutto, accelerare i processi economici ( TIM è il core business di tali processi) è una necessità non più procrastinabile. A noi risparmiatori ora il momento contingente ci sta dando un'opportunità unica di acquisto, questi sono i momenti migliori per accumulare.
 
Tant'è che l'ennesimo nulla di fatto porta all'ennesimo ribasso....ho messo stop a x,xxxx se ci arriva tanti saluti e FC :bye:
 
Prima c'era "fretta" di concludere la vicenda. Ora ci dicono che ci vorranno 6 o 9 mesi. La realtà è che brancolano nel buio Governo, Società, grandi azionisti, non sanno come districare una matassa che col tempo si sta sempre più aggrovigliando. Mentre noi piccoli azionisti, continuiamo ad essere massacrati dal mercato.
 
mesi per le misure a sostegno, sempre che ci sia "l'effettiva volantà politica" (cito da articolo postato sopra da Tom Ripley)
6 / 9 mesi (a questo punto nessuno crede che saranno "così pochi") per la rete e come minimo andiamo a 2 anni dalla fatidica opa mancata
 
Poi cambierà qualche interlocutore, Probabilmente il CDA, , qualche situazione contingente e magari occorrerà ripartire da capo
 
Poi cambierà qualche interlocutore, Probabilmente il CDA, , qualche situazione contingente e magari occorrerà ripartire da capo
In più su di tutto ciò aleggia e volteggia la parola che per tutti i governi italiani è tabù : esuberi..
 
Nelle telecomunicazioni 5 anni sono un'era geologica..
Quindi da Renzi fino ad oggi ne sono passate quasi 2 ...
È da quando c'è open fiber, voluta da lui, che se parla... si discute... si tratta.
Tutti la vogliono e nessuno se la prende....
 
Quindi da Renzi fino ad oggi ne sono passate quasi 2 ...
È da quando c'è open fiber, voluta da lui, che se parla... si discute... si tratta.
Tutti la vogliono e nessuno se la prende....
Sembra mia suocera :D
 
...Nel 2018. Ora è tutto diverso ci sono stati degli avvenimenti che hanno cambiato il modo di pensare dei popoli, quindi dei governi. La globalizzazione sta rallentando c'è una nuova economia " Inshoring", maggior tutela delle strutture vitali del Paese, porti, comunicazioni, difesa, energia ecc. Noi siamo in ritardo su tutto, accelerare i processi economici ( TIM è il core business di tali processi) è una necessità non più procrastinabile. A noi risparmiatori ora il momento contingente ci sta dando un'opportunità unica di acquisto, questi sono i momenti migliori per accumulare.
d'accordo su tutto...
L'unica mia perplessità è che le necessità non più procrastinabili, sembrano invece esserlo per i governi (compreso questo). E non mi riferisco a TIM e alle telecomunicazioni...ma anche a molti altri temi: energia, clima, acqua potabile & x agricoltura, corruzione, ecc....

Perchè per le telecomunicazioni, e quindi per TIM, dovrebbero invece darsi una svegliata???
Purtroppo la mia fiducia è bassissima...comunque resto dentro come azionista TIM...
 
d'accordo su tutto...
L'unica mia perplessità è che le necessità non più procrastinabili, sembrano invece esserlo per i governi (compreso questo). E non mi riferisco a TIM e alle telecomunicazioni...ma anche a molti altri temi: energia, clima, acqua potabile & x agricoltura, corruzione, ecc....

Perchè per le telecomunicazioni, e quindi per TIM, dovrebbero invece darsi una svegliata???
Purtroppo la mia fiducia è bassissima...comunque resto dentro come azionista TIM...
Resistere, resistere. Non vorrai mica mollare adesso e regalargliele a questi valori no?
 
Borsa: Tim ingrana la retromarcia (-0,66%) dopo fumata nera al Ministero su rete
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 27 gen - Telecom Italia in calo a Piazza Affari, dove paga dazio alla delusione per la nuova fumata nera con cui si è concluso l’incontro di ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla partita della rete, a dispetto delle promesse fatte dal governo mesi fa di chiudere il dossier già entro fine 2022. I titoli, arrivati a cedere oltre l'1%, lasciando sul parterre lo 0,6% e attestandosi a 0,25 euro.
La riunione di ieri non ha messo un punto fermo neppure sul tema degli incentivi, tanto è che sarà necessario un nuovo round di incontri, la prossima settimana, come riferisce Il Sole 24 Ore. Quanto al tema del riassetto, nemmeno è stato toccato. Ieri, comunque, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha affrontato il tema degli incentivi all'intero settore delle tlc, con la volontà di equiparare le società del comparto a quelle energivore, in modo da ottenere più generose agevolazioni sui costi dell’energia. Quanto alla riduzione dell’Iva dal 20 al 10%, in base a quanto riportato sempre dal Sole 24 Ore, «si registra ancora cautela da parte del ministero dell’Economia ed è forse un intervento che potrebbe concretizzarsi a metà anno o direttamente in legge di bilancio, ma sempre risorse permettendo».
Gli investitori, nel frattempo, attendono i conti 2022 di Telecom Italia, che saranno svelati il prossimo 14 febbraio, quando sarà annunciato anche un aggiornamento sulle linee guida del piano triennale. Equita vede i ricavi in Italia del quarto trimestre in calo del 3,9% a 3,1 miliardi e la crescita in Brasile del 42,5% a un miliardo. Per Intermonte i dati del 2022 dovrebbero essere sostanzialmente in linea con gli obiettivi aziendali, con ricavi di gruppo a 15,7 miliardi di euro (-1%) e indebitamento netto poco sopra i 20 miliardi di euro. Quanto al bond da 850 milioni emesso da Tim la settimana scorsa secondo Fitch «migliora la posizione di liquidità a breve termine sebbene non sia sufficiente ad alleviare i rischi di credito riflessi nell’outlook negativo». Per l’agenzia di rating l’outlook potrebbe migliorare a stabile da negativo «se Tim migliora il suo profilo di liquidità con un Ebitda superiore alle attese, aiutato da un miglioramento sostenuto delle operazioni domestiche e delle operazioni sul fisso e mobile, un free cash flow più forte e successo nel rifinanziamento del debito».
 
cmq ho notato che dopo questi pseudi tavoli tecnici, arriva sempre immancabile l'indiscrezione tipo.. CDP sta trattando con i fondi per l'offerta...
sa molto di presa per il kiulo
 
non so se prima avevano avevano portato avanti chissà quali discussioni (considerato che c'era in atto una crisi di governo) ma vendere una cosa del genere non è che sia proprio semplicissimo... Non si tratta solo di un prezzo, ma di tutte le relazioni che questo ha con ciò che dovrebbe o non dovrebbe inglobare.... (imho)
Ma non diciamo panzane sono anni che lavorano su questo progetto, ma tanti anni, non si possono più scusare con l’argomentazione “ si tratta di una operazione complicata che ha bisogno di tempi per essere valutata”
 
Campa cavallo....
questi hanno pochi soldi che, uniti alle capacità=0 porteranno il titolo alla tomba.
FC
 
Tim: tempi lunghi per rete (MF)
ROMA (MF-DJ)--Per definire la vicenda che riguarda Tim e la rete nazionale servirà del tempo, qualcuno dice sei mesi, altri nove, ma di sicuro tempo. Si tratta di una consapevolezza che sta pian piano emergendo tra i partecipanti al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Lo scrive MF-Milano Finanza sottolineando che non c'è nessuna corsa, nessuna fretta, per due motivi: il primo e più importante è che l'azienda non è a rischio e non necessita di interventi urgenti come qualcuno ha sostenuto nel corso delle ultime settimane e il secondo -che deriva dal primo- è che se Tim non è in sofferenza ci si può concentrare a lavorare su interventi strutturali a lungo termine. L'appuntamento di ieri è stato presieduto dal capo di gabinetto del ministero di Adolfo Urso, Federico Eichberg, e ha visto la partecipazione di Angelo Borrelli (capo del dipartimento per la Trasformazione Digitale) e tre esponenti della Presidenza del Consiglio. Per Cdp era presente invece l'amministratore delegato di Cdp Equity Francesco Mele assieme all'advisor Credit Suisse, mentre per Vivendi c'erano Alessandro Daffina di Rothschild, advisor del gruppo francese, assieme a Carmen Zizza, advisor per i rapporti con il governo, e ai consulenti Irving Bellotti e Daniele Ruvinetti. All'incontro - come anticipato da MF-Milano Finanza - ha preso parte anche l'ad di Tim Pietro Labriola assieme al chief public affairs & security officer Eugenio Santagata. Oggetto del tavolo sono stati i tanti incentivi allo studio per il settore delle tlc, dalle tariffe Agcom alle politiche per considerare gli operatori soggetti energivori, dai limiti delle frequenze del 5G all'ipotesi di abbassamento dell'Iva per i gruppi tlc.
Un lungo elenco composto da più di una decina di punti e proprio alla luce dei tanti possibili interventi si spiega il perché il tema dell'acquisto di Netco non sia stato discusso. Nell'ipotesi che tutte le misure ipotizzate dovessero entrare in vigore, l'impatto per Tim (e per gli altri operatori) sarebbe tale da cambiare quasi radicalmente i conti e i numeri. Solo in quel momento si potrebbe davvero valutare una proposta per la società di telecomunicazioni. Labriola, a quanto risulta, avrebbe anche rassicurato sulla tenuta e sulla solidità dell'azienda, testimoniata anche dal recente collocamento di un bond da 850 milioni. La strada tracciata a questo punto dovrebbe prevedere una prima fase nella quale verificare i numeri legati agli incentivi (gli advisor Rothschild e Credit Suisse sarebbero già pronti a mettersi al lavoro sul tema) e una seconda fase che andrà a testare l'effettiva volontà politica di rendere effettive ed efficaci queste misure. Risultato? Mesi di lavoro, non settimane. Con l'obiettivo però di identificare misure strutturali a sostegno del settore.
Un primo test sui conti di Tim si avrà il prossimo 14 febbraio, giorno del cda sui conti del 2022. Ieri in merito si è espressa Fitch, secondo la quale il bond emesso dalla società migliora la posizione di liquidità del gruppo nel breve periodo, in vista delle scadenze del 2023 e 2024. Per l'agenzia di rating l'outlook di Tim potrebbe passare a stabile con un miglioramento del profilo di liquidità del gruppo, legato a ebitda sopra le attese, aiutato da un sostenuto miglioramento nel business domestico, a flussi di cassa più forti e a un successo nel rifinanziamento del debito. Fitch ha comunque rilevato che l'emissione da 850 milioni «migliora la posizione di liquidità a breve termine di Tim, ma non è ancora sufficiente ad alleviare i rischi di credito che si riflettono nell'outlook negativo» assegnato al rating di gruppo.
Grazie per aver postato l’articolo, comunque, secondo me, letto l’articolo per intero non c’è da crederci più di tanto visto che tim potrebbe anche non avere fretta ma lo stato di fretta ne ha molta de non vuole perdere gli incentivi del pnrr. Voi che ne pensate ?
 
TIM: ANALISTI, LA VENDITA DELLA RETE RIMANE MOLTO PROBABILE (2)

(ANSA) - MILANO, 27 GEN - Secondo gli analisti di Intermonte,
alcune misure in esame, in particolare l'aumento delle tariffe
all'ingrosso, dovrebbero "contribuire a colmare il divario di
valutazione tra le aspettative di Vivendi (Ev di almeno 24
miliardi di euro per la NetCo, in base a recenti notizie di
stampa) e quelle di Cdp (offerta indicata intorno ai 20 miliardi
di euro), che attualmente rappresentano il principale ostacolo
all'acquisizione diretta della NetCo da parte di Cdp e dei
fondi".
Dopo l'incontro di ieri al ministero delle Imprese e del Made
In Italy, durante il quale si è discusso delle misure allo
studio del governo per il rilancio del settore delle
telecomunicazioni, la prossima settimana è "previsto un nuovo
incontro". (ANSA).
 
TIM: ANALISTI, LA VENDITA DELLA RETE RIMANE MOLTO PROBABILE

(ANSA) - MILANO, 27 GEN - Gli analisti vedono per Tim dei
risultati in miglioramento nel quarto trimestre del 2022 e per
il 2023 e la vendita della rete "molto probabile". "Prevediamo
che Telecom Italia registrerà una crescita degli utili nel
quarto trimestre 2022 e nel 2023. Per il quarto trimestre,
prevediamo un fatturato in crescita del 3,5% a 4,1 miliardi di
euro", spiegano gli analisti di Oddo Bhf.
"L'Ebitda rettificato dopo il leasing (EbitdaAl) - aggiungono
- dovrebbe finalmente essersi stabilizzata per la prima volta
dalla fine del 2020 grazie all'accelerazione del piano di
riduzione dei costi. Il free cash flow del gruppo dovrebbe
rimanere negativo nel 2023, ma praticamente piatto nel 2024".
Tim potrebbe beneficiare di "alcune decisioni governative" e
la vendita della "rete rimane molto probabile". I manager della
società si sono incontrati con il governo per discutere la
"volontà di quest'ultimo di un'acquisizione della rete (NetCo) e
di una fusione con la rete di Open Fiber. Secondo le notizie di
stampa, lo scenario più probabile è ora un'offerta da parte di
un consorzio di investitori e della Cdp. Gli organi di
informazione riportano anche che Vivendi potrebbe accettare
un'offerta di 24 miliardi di euro".
A Piazza Affari Tim cede lo 0,9% a 0,25%, con gli osservatori
che vedono realizzi fisiologici dopo un +25% circa in un mese.
(ANSA).
 
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