Praet: così la BCE ha salvato l’Eurozona dalla catastrofe
Praet: così la BCE ha salvato l'Eurozona dalla catastrofe
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7 Gennaio 2016 - 10:13 icon person
Francesco Lucchetti
Il successo del Quantitative Easing è frenato dal crollo del petrolio, ma senza l’azione della BCE sarebbe stata la fine dell’area euro. Ecco perché il QE potrebbe durare molto a lungo secondo Peter Praet
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Le misure adottate dalla BCE hanno salvato l’Eurozona dalla depressione e dalla catastrofe: a sostenerlo è Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un’intervista rilasciata al settimanale belga Knack.
Secondo Praet, gli sforzi dell’Eurotorre per combattere la bassa inflazione che opprime ancora l’economia dell’area euro sono stati fondamentali, nonostante il freno del petrolio e delle materie prime. Il Quantitative Easing di Mario Draghi avrebbe così letteralmente salvato l’Eurozona dalla recessione certa.
BCE impotente contro il crollo del petrolio
La politica monetaria espansiva messa in atto dalla BCE con l’avvio del Quantitative Easing sta immettendo liquidità nell’economia europea al ritmo di 60 miliardi di euro al mese, un sistema equivalente alla stampa di nuova moneta, con l’obiettivo di raggiungere un livello equilibrato di inflazione, individuato al target del 2%. Nonostante tutto, l’inflazione europea continua a far registrare dati deludenti, ma Peter Praet ha tenuto a difendere l’operato della BCE:
“Se si stampa abbastanza denaro, si avrà sempre inflazione. Sempre. Ma se i prezzi del petrolio e delle materie prime cadono, è ben più difficile dare una spinta all’inflazione.”
Il prezzo del petrolio ha raggiunto oggi i 32 $ al barile e questo va ben oltre la sfera delle competenze della Banca Centrale Europea.
QE esteso ad oltranza?
La decisione e della BCE di prolungare il programma di Quantitative Easing di sei mesi, fino a marzo 2017, riflette l’intenzione dell’istituto di Francoforte di fare tutto il possibile contro la bassa inflazione e lo stesso Praet si trova d’accordo con quanto già affermato da Mario Draghi: non è escluso che tra il 2016 e il 2017 si possa decidere un’ulteriore espansione del QE fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Non c’è un piano B, la politica monetaria non può risolvere tutto
“Non c’è nessun piano B, c’è un solo piano”. Praet ha così negato l’esistenza di programmi alternativi a quello attuale, ma ha evidenziato come l’attuale QE abbia messo l’Europa al riparo dalla catastrofe: senza le misure messe in atto dalla BCE, l’Eurozona sarebbe ancora in depressione e la ripresa economica sarebbe ancora un miraggio. Questo avrebbe significato enormi problemi anche sul piano politico:
“L’area euro potrebbe essere caduta e questo sarebbe stato una catastrofe. La BCE, pertanto, ha fatto quello che doveva fare, ma la politica monetaria non può risolvere tutti i problemi”.