non ho trovato molto
La rivincita dei Benetton e la carta della contro-opa
VENEZIA. Poteva essere un derby Ponzano Conegliano. Non è detto che non lo sarà. Tanti si augurano che lo sia, a questo punto. Atlantia, il campione infrastrutturale italiano controllato da casa...
VENEZIA. Poteva essere un derby Ponzano Conegliano. Non è detto che non lo sarà. Tanti si augurano che lo sia, a questo punto. Atlantia, il campione infrastrutturale italiano controllato da casa Benetton, il corrispettivo del gigante Vinci per la Francia e Abertis per la Spagna, da settembre 2016 ha preso posizione sull’aeroporto di Venezia. Da Ponzano hanno detto che è un investimento finanziario, che non ci sono altre ambizioni sotto.
Avrebbe una sua logica puntare su Save: con un riassetto alle porte, un investitore ha di che guadagnare. Negli ultimi sei mesi il titolo è cresciuto del 30%. Ed anche se la famiglia Benetton sta facendo sapere che ha altri obiettivi e che è improbabile, sebbene possibile, un interesse per Save, il dubbio resta. Interesse significa contro-Opa, un rilancio rispetto all'offerta pubblica che Enrico Marchi (Finint) e i suoi nuovi alleati InfraVia e Deutsche Bank sono costretti a lanciare.
Osservatori e investitori aspettano di vedere se davvero Ponzano Veneto si ritirerà con la sua plusvalenza milionaria, arrivederci e grazie. Sarebbe una novità per Atlantia. Da che è iniziato l’interesse per i cieli la famiglia veneta non ha mai fatto così. Mai. Sempre partecipazioni di maggioranza negli aeroporti, ancorati ad una visione strategica di sviluppo di queste infrastrutture. Mai nessun interesse puramente speculativo. Atlantia in Save ha iniziato con il 21,3% arrotondato al 22,1% con un altro 0,8% comprato da Fondazione Venezia. Venezia era nelle mire dai tempi del doge Giancarlo Galan, quando nella disfida per il controllo del Marco Polo vinse Finint. La maggioranza di Save è così frazionata: 59,6%, tra Agorà e Marco Polo holding, ovvero Finint e un fondo infrastrutture di Morgan Stanley. Finint tiene tra partecipazioni dirette e indirette il 34% dell’aeroporto e dunque veste i panni di azionista di controllo, ma dopo l’opa andrà in minoranza. Perché mai i Benetton, che fanno acquisti in giro per il mondo, come per esempio di recente il 61% dell’aeroporto di Nizza, dovrebbero farsi scappare una preda così? L’aeroporto è ben gestito, macina utili, ha un ottimo management. Per quale ragione Ponzano Veneto dovrebbe lasciarlo ad altri? Con l’offerta pubblica di acquisto che lanceranno Finint, Db e InfraVia, Atlantia ha l’opportunità di fare una contro-opa. E c’è da scommettere, guardando la struttura dell’operazione, che a questi pretendenti non interessa fare un gioco al rialzo. Atlantia, tramite la cassaforte Edizione, ha denari a palate da mettere su Venezia. Basti ricordare che è in dirittura finale la cessione di una quota di minoranza di Autostrade per l'Italia (il 15% dovrebbe valere tra 2,4 e 2,7 miliardi). E comunque la cassa di Atlantia è già florida. I denari non mancano, sarebbe un gioco facile facile rilanciare su Save. E perché mai non dovrebbe? Dipende ovviamente dal prezzo. Se Finint e i suoi nuovi alleati proporranno 16 euro per azione, Atlantia avrebbe un margine attorno al 14% e magari potrebbe innescare un rilancio. Se invece l'offerta fosse su una soglia più alta, probabilmente cambierebbero anche i parametri di ragionamento per i Benetton. La disciplina dell’opa fa saltare tutti gli accordi parasociali quindi, in linea di principio se un oggetto va sul mercato è il mercato a decidere. Morgan Stanley e Finint smontano le loro scatole e possono entrare i francesi e i tedeschi. Ma siccome Save è quotata ed è il mercato l’unico giudice che stabilisce vincitori e vinti Atlantia può fare
la sua offerta. Una bella occasione di fare affari in Veneto per i Benetton. Una bella occasione per far valere il loro ruolo di grande famiglia capitalistica, in un momento in cui la povertà del nostro capitalismo consente ad altri di prendersi tanti gioielli italiani.