Truffa Etruria..!!!

RICICLAGGIO: INDAGATI E PERQUISITI I COMPARI MASSONI DI PIER LUIGI BOSCHI
Il faccendiere Flavio Carboni, che il padre della ministra per le Riforme incontrò per chiedere suggerimenti sulle nomine a Banca Etruria, è indagato dalla procura di Arezzo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Di Davide Vecchi

procura di arezzo... sempre ammuina.
 
1 h ·
Ansa.it
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Forse il Ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte di migliaia di obbligazionisti ed azionisti potrebbe sbloccare la fase di stanca del nostro Governo e mettere con le spalle al muro il Ministro Padoan e la Banca d'Italia!!!!

"BRUXELLES - L'eurodeputato Pd Renato Soru ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue sul 'bail in' per fare chiarezza sui "casi di aiuti indirizzati al sistema bancario che sono stati proibiti sulla base di regole considerate illegittime e come la Commissione intenda rimediare al danno procurato in tali situazioni", si legge in una nota di Soru.
"Inoltre - aggiunge - ho chiesto alla Commissione di presentare una nuova comunicazione che chiarifichi il contesto normativo alla base dell'opinione della Corte Europea di Giustizia". Questo perché "per diversi mesi l'Italia ha chiesto l'approvazione di un pacchetto di aiuti a diversi istituti di credito in difficoltà, sempre negato dalla DG Concorrenza che subordinava ogni sostegno pubblico alla messa in atto di misure di 'burden-sharing' ovvero all'imposizione di perdite agli azionisti ed agli obbligazionisti delle banche in questione. Ma un recente parere della Corte di Giustizia Ue ha però dichiarato che l'insieme di regole in materia di aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi finanziaria non possono considerarsi vincolanti se non espresse attraverso atti normativi di responsabilità esclusiva del Parlamento e del Consiglio Europeo. Questa interpretazione apre la strada a ricorsi sia da parte dell'Italia che da parte dei singoli obbligazionisti danneggiati come già avvenuto in Slovenia".
 
i Stefano Iannaccone
Disinnescare il pagamento degli indennizzi ai creditori. Depotenziando due norme introdotte a novembre con il recepimento delle direttive europee. Sarebbe questo il piano al vaglio il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) con Pier Carlo Padoan al lavoro insieme ai suoi più stretti collaboratori. Da via XX Settembre l’obiettivo sembra essere quello di archiviare, nella maniera più indolore possibile, la vicenda del fallimento di Banca Etruria, Banca Marca, la Cassa di Risparmio di Ferrara e CariChieti. E questa operazione è possibile in un solo modo: evitando di sborsare le somme per eventuali risarcimenti. La Notizia ha appreso di una riunione riservata, risalente allo scorso 25 febbraio, tra Padoan e alcuni tecnici. Al centro del confronto ci sarebbe la questione della liquidazione coatta amministrativa degli istituti di credito falliti. E, rivelano fonti del Mef, nel corso del vertice c’è stata la ricerca di una strategia per “confermare l’azzeramento di azionisti e obbligazionisti”. Che significa non pagare alcuna plusvalenza rispetto a quanto avvenuto fino a oggi. Quindi qual è il nodo che vuole sciogliere il governo? In cima c’è lo spauracchio di dover corrispondere degli indennizzi.
LEGGE IN VIGORE – Il decreto entrato in vigore a novembre 2015 prevede che un “esperto indipendente incaricato dalla Banca d’Italia effettua senza indugio una valutazione per determinare il trattamento degli azionisti e creditori” in merito alla liquidazione. E sulla base dell’indagine del funzionario di Palazzo Koch, si dovrebbe indicare la cifra da ricevere – come forma di rimborso – dalla liquidazione. Attingendola dal Fondo di risoluzione. E qui, riferiscono dal Mef, sarebbe nata l’intenzione di Padoan di trovare una formula che possa dare il valore zero. Stando alla ricostruzione fornita la leggina potrebbe prendere in considerazione le sofferenze bancarie con una scala di valutazione. E per abbassare la stima sarebbero prese in considerazione i valori più bassi, ignorando quelli più alti. Offrendo così un modello confermativo della liquidazione zero. Nella riunione, comunque, alcuni presenti hanno sollevato delle obiezioni, avvisando Padoan sui rischi di un’operazione del genere. Il ministro – pare – che abbia preso nota per successivi aggiornamenti.
POLEMICHE – Certo, siamo ancora nel campo delle indiscrezioni. E al momento non ci sono conferme. La Notizia ha chiesto un parere al deputato del Movimento 5 Stelle, Daniele Pesco, che sta seguendo da vicino l’evoluzione della situazione sulle quattro banche fallite. In particolare sulla svalutazione delle sofferenze. “Se queste ipotesi fossero confermate sarebbe un’ulteriore beffa. Un’altra furbizia del governo delle banche ai danni dei risparmiatori”, afferma. “Noi – aggiunge il parlamentare pentastellato– terremo alta la guardia e alla prima occasione utile chiederemo conto al Governo con azioni alla Camera”.
Twitter: @SteI
Pubblicato da Salvatore Arena a 08:50
 
Banca Etruria, Confconsumatori: fino al 13 aprile ci si potrà costituire parte civile « Help Consumatori


cosa vuol dire , che dobbiamo fare in fretta ?

dopo il 13 aprile perdiamo ogni diritto ?

Buon giorno a tutti , the-king se ti riferisci al nostro gruppo no come descritto in precedenza le teste di ariete ( 6 ) anche se io son capricorno :D sono gia' all' interno del procedimento , gli altri se saremo accettati potranno farlo con relativa calma dopo a seguito di istruzioni dell ' avv. che vi gireremo via @ Riccardo come sempre . Angelo
 
guardate da che incompetenti, pasticcioni e, schiavi della Merkel siamo governati:

MATERIALE PER AVVOCATI.

TRATTO DA PLUS DEL SOLE 24 ORE A PAG. 18

Sarà difficile evitere le cause di azionisti, bondisti subordinati e creditori:
il passato delle quattro banche risolte tornerà a colpire chi gestisce e chi acquisterà le quattro nuove banche sorte dalla risoluzione decisa dal decreto
"SALVA BANCHE".
Nonostante le rassicurazioni sulla non aggredibilità delle nuove banche, si accumulano le prove che i quattro nuovi istituti non solo gestiscono rapporti
giuridici con i clienti (conti correnti, conto titoli, mutui) che non hanno segnato
soluzione di continuità, ma sono anche collegati a livello PATRIMONIALE E FISCALE alle quattro banche risolte. Basta osservare l' effetto patrimoniale del trattamento delle sofferenze delle banche risolte che il 22 Novembre sono stati svalutati al 17,5 % circa. L'articolo continua.........................
 
da "la notizia" (Sansonetti) 12/03/2016

Per ora a tirare un bel sospiro di sollievo sono stati i soliti consulenti. Solo loro sono passati all’incasso, mentre migliaia di risparmiatori delle quattro banche “salvate”, le ormai famose Popolare dell’Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, ancora aspettano i decreti del Governo relativi ai risarcimenti.

Al centro della scena c’è la Banca d’Italia, nel ruolo di direttore d’orchestra delle procedure di “risoluzione” delle banche. In linguaggio anglosassone è il bail in. Ebbene, nel momento in cui risparmiatori e obbligazionisti non hanno ancora visto il becco di un quattrino, palazzo Koch stacca lauti assegni per revisori e consulenti internazionali.

Si prenda la partita delicatissima delle valutazioni contabili dei quattro istituti. Attività fondamentale per capire le condizioni patrimoniali delle banche e di conseguenza mettere a fuoco quante risorse possono essere salvate. Per questa attività l’istituto centrale, guidato da Ignazio Visco, ha organizzato una procedura divisa in quattro lotti, uno per ciascuna banca.

Il risultato è che il contratto per la valutazione di Banca Marche è stato assegnato alla Bdo Italia per 298.350 euro, quello per la valutazione della Popolare dell’Etruria alla Deloitte & Touche per 260 mila euro, quello per l’analisi di Carife ancora alla Bdo Italia per 166.725 euro e quello per lo screening della CariChieti alla Kpmg per 208.600 euro.

Questi revisori, in particolare, sono stati chiamati in causa per effettuare una valutazione provvisoria, e d’urgenza, sulle quattro banche. Dovranno determinare il trattamento che gli azionisti e i creditori avrebbero ricevuto se, nel momento in cui è stata avviata l’azione di risoluzione, la banca fosse stata sottoposta a liquidazione coatta amministrativa secondo quanto stabilito dal Testo unico bancario.

E naturalmente dovranno calcolare la differenza rispetto al trattamento ricevuto dagli stessi azionisti e creditori per effetto delle azioni di risoluzione. Insomma, una stima importante, proprio perché finalizzata a verificare se con il bail in c’è stata una penalizzazione economica dei risparmiatori rispetto alle condizioni di un’altra procedura.

Tra l’altro il lavoro, proprio perché d’urgenza, non finisce qui. Il decreto legislativo sulla risoluzione delle banche, infatti, prevede che debba seguire una valutazione definitiva della situazione patrimoniale degli istituti.

Le spese di Bankitalia per i consulenti, però, non si esauriscono certo con questi passaggi. In precedenza, infatti, palazzo Koch aveva lanciato procedure per l’individuazione di tre advisor, uno strategico, l’altro finanziario e il terzo legale, per la cessione sul mercato della nuove banche nate sulle ceneri delle quattro disastrate.

Infine il servizio di advisory legale è andato allo studio Chiomenti per 95 mila euro. Così, in attesa che il meccanismo dei risarcimenti abbia una copertura normativa, gli ingranaggi dei compensi agli advisor sono già ampiamente oliati. Del resto, come sempre più spesso accade, i consulenti sono ormai dentro tutti i principali gangli della vita economica del Paese. E devono essere pagati puntualmente. Gli altri, i risparmiatori, possono pure aspettare.
 
Per ora a tirare un bel sospiro di sollievo sono stati i soliti consulenti. Solo loro sono passati all’incasso, mentre migliaia di risparmiatori delle quattro banche “salvate”, le ormai famose Popolare dell’Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, ancora aspettano i decreti del Governo relativi ai risarcimenti.

Al centro della scena c’è la Banca d’Italia, nel ruolo di direttore d’orchestra delle procedure di “risoluzione” delle banche. In linguaggio anglosassone è il bail in. Ebbene, nel momento in cui risparmiatori e obbligazionisti non hanno ancora visto il becco di un quattrino, palazzo Koch stacca lauti assegni per revisori e consulenti internazionali.

Si prenda la partita delicatissima delle valutazioni contabili dei quattro istituti. Attività fondamentale per capire le condizioni patrimoniali delle banche e di conseguenza mettere a fuoco quante risorse possono essere salvate. Per questa attività l’istituto centrale, guidato da Ignazio Visco, ha organizzato una procedura divisa in quattro lotti, uno per ciascuna banca.

Il risultato è che il contratto per la valutazione di Banca Marche è stato assegnato alla Bdo Italia per 298.350 euro, quello per la valutazione della Popolare dell’Etruria alla Deloitte & Touche per 260 mila euro, quello per l’analisi di Carife ancora alla Bdo Italia per 166.725 euro e quello per lo screening della CariChieti alla Kpmg per 208.600 euro.

Questi revisori, in particolare, sono stati chiamati in causa per effettuare una valutazione provvisoria, e d’urgenza, sulle quattro banche. Dovranno determinare il trattamento che gli azionisti e i creditori avrebbero ricevuto se, nel momento in cui è stata avviata l’azione di risoluzione, la banca fosse stata sottoposta a liquidazione coatta amministrativa secondo quanto stabilito dal Testo unico bancario.

E naturalmente dovranno calcolare la differenza rispetto al trattamento ricevuto dagli stessi azionisti e creditori per effetto delle azioni di risoluzione. Insomma, una stima importante, proprio perché finalizzata a verificare se con il bail in c’è stata una penalizzazione economica dei risparmiatori rispetto alle condizioni di un’altra procedura.

Tra l’altro il lavoro, proprio perché d’urgenza, non finisce qui. Il decreto legislativo sulla risoluzione delle banche, infatti, prevede che debba seguire una valutazione definitiva della situazione patrimoniale degli istituti.

Le spese di Bankitalia per i consulenti, però, non si esauriscono certo con questi passaggi. In precedenza, infatti, palazzo Koch aveva lanciato procedure per l’individuazione di tre advisor, uno strategico, l’altro finanziario e il terzo legale, per la cessione sul mercato della nuove banche nate sulle ceneri delle quattro disastrate.

Infine il servizio di advisory legale è andato allo studio Chiomenti per 95 mila euro. Così, in attesa che il meccanismo dei risarcimenti abbia una copertura normativa, gli ingranaggi dei compensi agli advisor sono già ampiamente oliati. Del resto, come sempre più spesso accade, i consulenti sono ormai dentro tutti i principali gangli della vita economica del Paese. E devono essere pagati puntualmente. Gli altri, i risparmiatori, possono pure aspettare.

tutti questi revisori super pagati , come faranno ad andare contro agli stessi padroni pagatori.....sarà una farsa in totale conflitto di interessi :'(:'(:'(
 
ce ne è per tutti!
 

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Gli ex vertici di Banca Etruria risultano quasi tutti nullatenenti


visura-pier-boschi
“L’ex vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi, papà del Ministro per le Riforme, possiede soltanto un orto. I risparmiatori, oltre ad essere stati derubati, vengono presi persino per il naso dagli allora amministratori dell’istituto di credito, che evidentemente hanno intestato ad altri i beni di cui erano proprietari. Ancor più grave è il fatto che fra questi ci sia anche il padre di un esponente del governo in carica che ha emesso il provvedimento ‘salva-banche’ che ha causato la perdita dei risparmi”.
E’ quanto afferma il coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, commentando la scelta di alcune associazioni che tutelano i risparmiatori di non costituirsi parte civile nel procedimento per ostacolo alla vigilanza, per cui oggi era in programma la prima udienza davanti al Gup, perché dalle visure effettuate risulta che “la quasi totalità degli amministratori sono nullatenenti”.
“In particolare Pier Luigi Boschi risulterebbe proprietario solo di due piccoli terreni – sottolinea Donzelli – è vergognoso che quasi tutti gli ex amministratori si siano tutelati da eventuali rimborsi a cui potrebbero essere condannati sbarazzandosi di qualsiasi proprietà. Un fatto che spiega molto più di qualsiasi altro processo: oltre al danno provocato nei confronti di decine di migliaia di persone che avevano investito i propri risparmi, c’è ora anche la beffa.
In tutto questo il governo tace sull’annunciato provvedimento riparatorio nei confronti dei risparmiatori, promesso e mai predisposto. Fra agevolazioni, intrecci, affari di famiglia e faccendieri, quella a cui stiamo assistendo si sta configurando sempre più come una vera e propria truffa aggravata di Renzi a danno dei cittadini – conclude Donzelli – gli italiani non meritano tutto questo e noi continueremo a batterci perché il governo vada a casa”.
 
Vincenzo Lacroce
12 marzo alle ore 3:29 ·
Gelocal - La Nuova Ferrara
·

"Ha suscitato reazioni pesanti solo da parte delle opposizioni politiche la notizia che il ministero delle Finanze era a conoscenza fin dall’autunno 2014 dell’opposizione Ue all’intervento nel capitale della banche in difficoltà, cioè molti mesi prima dell’assemblea delle beffe in Carife. «È tradimento di Stato - tuona il leghista Alan Fabbri - dai documenti emerge che il ministero avrebbe condotto consapevolmente la banca al precipizio». Più articolata ma altrettanto dura nella sostanza la posizione di Vittorio Anselmi (FI): «Carife è saltata per un corto circuito irresponsabile tra Ue, Bankitalia e governo». Anselmi trae conclusioni benevole sul governo Berlusconi, attaccato da chi «si faceva scappare da sotto il naso il treno della messa in sicurezza delle banche», facendo credere per due anni che si poteva usare il Fondo interbancario e in definitiva mettendo su binario morto banche come la Cassa ferrarese. «Emerge con sempre più nitidezza - prosegue il capogruppo forzista - una precisa responsabilità di Bankitalia, soggetto che doveva vigilare, e nel caso di Carife, risanare, per il tramite dei commissari, ma che non ha evidentemente svolto il proprio ruolo. Ma viene purtroppo ulteriormente dimostrata l’inaffidabilità e incapacità del nostro governo che in questo rimpallo di responsabilità ha lasciato in mezzo al guado la sorte di almeno quattro banche e il destino di migliaia di risparmiatori e azionisti». La conclusione è che il «risarcimento integrale» degli azzerati va accompagnato «alle dimissioni di coloro che questa brutta pagina hanno contribuito a scrivere»."
 
condivido il pensiero, LA GESTIONE DEI COMMISSARI è STATA MOLTO MOLTO SOSPETTA

Associazione Amici di Banca Etruria ha condiviso un post.
11 marzo alle ore 12:38 ·
Vincenzo Lacroce
11 marzo alle ore 11:33 ·
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·

Purtroppo un branco di politici e di tecnici incapaci ci hanno portato a questo!!!!!! L'ho scritto più volte c'era tutto il tempo, anche negli ultimi mesi prima del 22 novembre 2015, per creare una società presso l'ABI e gestire con 2 mld di finanziamenti privati (e non con 3,6 mld usati dopo) il salvataggio delle quattro banche poste incostituzionalmente e illegittimamente in liquidazione coatta amministrativa. Mi auguro solo che prima o poi qualche giudice abbia la volontà di approfondire per bene la questione ed indagare non solo sulle ultime decisioni ma anche sulle gestioni commissariali delle quattro Banche!!!!!
 
INTERESSANTE MATERIALE PER AVVOCATI:

11 marzo alle ore 6:01 ·

Forse il Ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte di migliaia di obbligazionisti ed azionisti potrebbe sbloccare la fase di stanca del nostro Governo e mettere con le spalle al muro il Ministro Padoan e la Banca d'Italia!!!!

"BRUXELLES - L'eurodeputato Pd Renato Soru ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue sul 'bail in' per fare chiarezza sui "casi di aiuti indirizzati al sistema bancario che sono stati proibiti sulla base di regole considerate illegittime e come la Commissione intenda rimediare al danno procurato in tali situazioni", si legge in una nota di Soru.
"Inoltre - aggiunge - ho chiesto alla Commissione di presentare una nuova comunicazione che chiarifichi il contesto normativo alla base dell'opinione della Corte Europea di Giustizia". Questo perché "per diversi mesi l'Italia ha chiesto l'approvazione di un pacchetto di aiuti a diversi istituti di credito in difficoltà, sempre negato dalla DG Concorrenza che subordinava ogni sostegno pubblico alla messa in atto di misure di 'burden-sharing' ovvero all'imposizione di perdite agli azionisti ed agli obbligazionisti delle banche in questione. Ma un recente parere della Corte di Giustizia Ue ha però dichiarato che l'insieme di regole in materia di aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi finanziaria non possono considerarsi vincolanti se non espresse attraverso atti normativi di responsabilità esclusiva del Parlamento e del Consiglio Europeo. Questa interpretazione apre la strada a ricorsi sia da parte dell'Italia che da parte dei singoli obbligazionisti danneggiati come già avvenuto in Slovenia".
 
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Banca Etruria, il 21 a Pizzoli...

Banca Etruria, il 21 a Pizzoli commissione parlamentare

PIZZOLI. Il 21 marzo alle 19 a Pizzoli saranno presenti i parlamentari membri della commissione Finanze, per incontrare il locale comitato di risparmiatori di Banca Etruria. Oltre 1000 abitanti del...
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12 marzo 2016
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PIZZOLI. Il 21 marzo alle 19 a Pizzoli saranno presenti i parlamentari membri della commissione Finanze, per incontrare il locale comitato di risparmiatori di Banca Etruria. Oltre 1000 abitanti del Comune di Pizzoli hanno visto risucchiare i propri risparmi nel gorgo della vecchia Banca Etruria.

«È proprio per questo motivo», si legge in una nota, «il M5S Abruzzo e il M5S di Pizzoli hanno invitato i propri portavoce alla Commissione finanze della Camera dei Deputati, Daniele Pesco e Alessio Villarosa, accompagnati dai parlamentari abruzzesi Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso e dalla consigliera regionale Sara Marcozzi, per incontrare
il Comitato risparmiatori Banca Etruria Pizzoli e tutti i cittadini che hanno visto svanire i propri risparmi in una notte».

Il 21 marzo i parlamentari del M5S saranno a disposizione della cittadinanza per discutere sui temi del Decreto salvabanche.
 
Banca Etruria, l’ex presidente Rosi deposita ricorso contro verdetto di insolvenza

La corte d’Appello dovrà fissare la data della prima udienza
Redazione Arezzo Notizie
Redazione Arezzo Notizie
Invia per email | Stampa | 14 marzo 2016 9:07 | Pubblicato in Cronaca, Arezzo


rosi_lorenzo

L’avvocato di Lorenzo Rosi, ex presidente di Banca Etruria, ha depositato nei giorni scorsi ricorso contro la decisione del Tribunale di Arezzo che lo scorso 11 febbraio ha decretato l’insolvenza di Banca Etruria.
Secondo Rosi il dissesto si poteva evitare, per questo il verdetto del tribunale andrebbe annullato. Secondo la ricostruzione dell’avvocato Michele Desario, da un lato il decreto salvabanche sarebbe incostituzionale, dall’altro non sarebbe stato tenuto conto, da parte dei commissari subentrato nel febbraio 2015, dell’aumento di capitale deliberato dagli ultimi amministratori.
 
Banca Etruria, l’ex presidente Rosi deposita ricorso contro verdetto di insolvenza

La corte d’Appello dovrà fissare la data della prima udienza
Redazione Arezzo Notizie
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Invia per email | Stampa | 14 marzo 2016 9:07 | Pubblicato in Cronaca, Arezzo


rosi_lorenzo

L’avvocato di Lorenzo Rosi, ex presidente di Banca Etruria, ha depositato nei giorni scorsi ricorso contro la decisione del Tribunale di Arezzo che lo scorso 11 febbraio ha decretato l’insolvenza di Banca Etruria.
Secondo Rosi il dissesto si poteva evitare, per questo il verdetto del tribunale andrebbe annullato. Secondo la ricostruzione dell’avvocato Michele Desario, da un lato il decreto salvabanche sarebbe incostituzionale, dall’altro non sarebbe stato tenuto conto, da parte dei commissari subentrato nel febbraio 2015, dell’aumento di capitale deliberato dagli ultimi amministratori.

sempre più perplesso! Ma dove si vuol arrivare? A farli Santi Subito?! Solo l'Italia accetta questo marciume.
 
Banca Etruria, l’ex presidente Rosi deposita ricorso contro verdetto di insolvenza

La corte d’Appello dovrà fissare la data della prima udienza
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Invia per email | Stampa | 14 marzo 2016 9:07 | Pubblicato in Cronaca, Arezzo


rosi_lorenzo

L’avvocato di Lorenzo Rosi, ex presidente di Banca Etruria, ha depositato nei giorni scorsi ricorso contro la decisione del Tribunale di Arezzo che lo scorso 11 febbraio ha decretato l’insolvenza di Banca Etruria.
Secondo Rosi il dissesto si poteva evitare, per questo il verdetto del tribunale andrebbe annullato. Secondo la ricostruzione dell’avvocato Michele Desario, da un lato il decreto salvabanche sarebbe incostituzionale, dall’altro non sarebbe stato tenuto conto, da parte dei commissari subentrato nel febbraio 2015, dell’aumento di capitale deliberato dagli ultimi amministratori.

Scusate, ne avrete sicuramente già parlato tantissimo.
Per chi ha delle azioni POP ETRURIA è finita lì oppure ci sono delle procedure particolari da fare per sperare in un rimborso o qlcs del genere?
Scusate l'ignoranza.
 
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