Ucraina Vs. Russia. Vicini alla guerra (anche potenzialmente mondiale) Vol.11

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Tempo fa Barbero in un video la paragonava per certi versi al Giappone imperiale (di prima dell'Ammiraglio Perry). Però non ricordo qual' era il video

Immagino "Edo, città dell'acqua" o "Edo, città del fuoco" (poi me li vado a rivedere).

Tendenzialmente, almeno per me, Barbero ha sempre ragione :D, e ha certamente ragione riguardo l'isolamento, sull'analogia con il Giappone imperiale a livello politico/organizzativo ho qualche dubbio in più.
 
Non c'è nulla da ridere.
La Corea del Nord è la monarchia con la M maiuscola.
Più monarchia di loro è impossibile.
I Kim hanno fondato la Corea del Nord.
La Corea del Nord sono i Kim e i Kim sono la Corea del Nord
Impossibile una separazione, come 2 gemelli siamesi che non si possono separare tramite operazione altrimenti muoiono entrambi.

Un articolo fatto bene ed esplicativo.
La monarchia rossa dei Kim: come è nato il culto in Corea del Nord

Amico bello, se nella loro Costituzione c'è scritto Repubblica socialista ognuno può pensarla come vuole, ma quella resta (almeno finché non la modificano).

Costituzione della Corea del Nord - Wikipedia
 
Immagino "Edo, città dell'acqua" o "Edo, città del fuoco" (poi me li vado a rivedere).

Tendenzialmente, almeno per me, Barbero ha sempre ragione :D, e ha certamente ragione riguardo l'isolamento, sull'analogia con il Giappone imperiale a livello politico/organizzativo ho qualche dubbio in più.
Guarda, non me lo ricordo proprio, potrebbe essere stato anche un inciso in qualche altro video (ma Barbero è sempre piacevole in ogni caso).
 
Guardate, secondo me avete un po' ragione tutti e due perché manca una parola italiana per definire quel tipo di regime. Nominalmente Repubblica popolare democratica, ma che legame ci si può vedere ad esempio con la DDR?
Ma anche la parola monarchia stona perché nel concetto occidentale il re era un primus inter pares all'interno di una casta militare che era parte consistente del potere e che erano quelli che possedevano "la terra".
Lì ci sono delle caratteristiche tipicamente orientali che per noi sono molto aliene.
 
da un passato remoto di sudditanza da chiesa e spagna a quello recente dei nordamericani che l' avevano trasformata in una monaco' con le battone, non poteva che uscire un fidel a sistemare le cose.
Per sistemare immagino intenda rendere la popolazione così povera da costringere le ragazzine a vendersi a ignobili turisti sessuali per comprar cibo extra tessera. Personalmente penso che fossero stati inglobati negli Usa come le Hawaii, tanti poveretti avrebbero avuto una vita più decente.
 

Oltre le offensive di primavera. Gli scenari in Ucraina secondo il generale Jean​

| 02/04/2023-
Oltre le offensive di primavera. Gli scenari in Ucraina secondo il generale Jean - Formiche.net

Sarà un conflitto ancora lungo. Putin continuerà a sperare sul collasso della coalizione occidentale che sostiene l’Ucraina. Quest’ultima porrà le sue speranze su un improbabile collasso delle forze d’occupazione o del gruppo dirigente del Cremlino. L’analisi del generale Carlo Jean
L’aggressione russa all’Ucraina ha superato ormai il suo quattrocentesimo giorno. Il suo esito è ancora incerto. Diverrà forse più prevedibile dopo le preannunciate offensive di primavera. Non è però sicuro che lo divenga. E’ sempre più facile iniziare una guerra che terminarla. Sono infatti in gioco i destini non solo dei belligeranti, ma anche il potere dei loro capi politici. Il conflitto in corso potrebbe divenire di lunga durata. Anche in caso di sconfitta totale è probabile che gli ucraini continuino a combattere in profondità, al limite con una strategia di guerriglia. L’Occidente continuerà a sostenerli. I russi non dispongono dei 5-600.000 necessari per controllare il territorio.
Non si conoscono quali siano gli obiettivi che potrebbero indurre Vladimir Putin – oggi zar senza impero, ma che aspira a essere un nuovo Pietro il Grande – a una trattativa di pace. Quelli iniziali di annettersi l’intera Ucraina o di installare a Kyiv un governo fantoccio sembrano di fatto ridimensionati. Non si conosce quale “vittoria” Putin ritenga sufficiente per salvare il suo potere: se il solo Donbas o i quattro Oblast annessi alla Russia (oltre l’irrinunciabile Crimea), oppure l’intero litorale del Mar Nero e il territorio ad Est del Dnepr o, infine, l’intera Ucraina, come continua a dichiarare nella sua crociata contro i “nazisti” a cui il Patriarca Kirill ha aggiunto i gay. Non si ha idea neppure delle garanzie di sicurezza che Putin sarebbe disposto ad accettare per quanto rimarrebbe dell’Ucraina.

Sia Putin che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno bisogno di raggiungere qualcosa che, almeno nel breve-medio periodo, possano “vendere” come un successo o, almeno in una soluzione obbligata per evitare guai maggiori. Questo non deve riguardare solo le questioni territoriali, ma anche le garanzie da fornire all’Ucraina per dissuadere credibilmente la Russia da una nuova aggressione. Tali garanzie dovranno essere fornite dall’Occidente, ma accettate da Mosca. Per Putin potrebbero esserlo solo se seguissero i concetti espressi nel recente documento sui principi della politica estera russa. Essi prevedono che l’Occidente non s’impicci nell’area d’influenza naturale di Mosca. Un accordo sarebbe perciò impraticabile. Infatti, sarebbe inaccettabile anche per il governo più filorusso di Kyiv. Per l’Ucraina, nessuna garanzia avrebbe senso senza l’impegno diretto della Nato in Ucraina.

In sostanza, nelle attuali condizioni, nell’impossibilità di una vittoria decisiva sul campo, non sembra esservi alternativa alla trasformazione della guerra in una guerra prolungata. Essa non potrà, almeno per il momento, terminare con una soluzione di tipo coreano, cioè con una tregua prolungata, seguita dal congelamento del conflitto sulla linea raggiunta dal fronte e dall’adozione di garanzie di fatto dell’Occidente a favore di Kyiv.
Al riguardo, sono attualmente dibattute due soluzioni: da un lato, il rafforzamento militare degli ucraini, sostenuto dal segretario di Stato americano Antony Blinken; dall’altro, l’estensione in qualche forma della garanzia Nato al congelamento della tregua in Ucraina. A parer mio, è probabile che si finirà ad adottare – per evitare un’umiliazione eccessiva di Mosca – la prima soluzione, alla cui attuazione sembra finalizzato l’addestramento degli ucraini negli Stati Uniti al pilotaggio degli F-16.
Sono allo studio in ambito Nato le misure, almeno simboliche, che dovrebbero evitare lo scoppio di una nuova guerra fredda con la Russia. Esse sono ritenute indispensabili per la stabilità interna della Federazione, specie in caso di collasso del regime di Putin. Egli e i suoi collaboratori danno ultimamente chiari segni di paranoia e di aver difficoltà a mantenere il controllo dei vari gruppi in lotta per il potere al Cremlino. Tali misure potrebbero ispirarsi agli accordi del 1997 fra Javier Solana, allora segretario generale della Nato, e Evgenij Maksimovič Primakov, allora ministro degli Esteri russo, che portarono al NATO-Russia Founding Act, perfezionato dagli Accordi di Pratica di Mare del 2002. Le considerazioni fatte, si basano su vari assunti.
Il primo è l’impossibilità di una vittoria sul campo; quindi, uno stallo militare e la continuazione di una guerra di attrito. Il secondo consiste nell’impossibilità russa di procedere a una mobilitazione generale. Il terzo è la mancanza di escalation nucleare. Infine, il prevedibile insuccesso di ogni negoziato di pace, anche dell’unico realistico: quello sponsorizzato congiuntamente da Cina e Occidente.

La situazione rimarrà di stallo anche perché l’Occidente, nel timore di suscitare un’escalation da parte del Cremlino, continuerà a seguire nel trasferimento di armi all’Ucraina criteri di estrema gradualità, Malgrado la loro flessibilità operativa e capacità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie, gli ucraini non riusciranno a imporre ai russi il passaggio dall’attuale guerra d’attrito a una di manovra, unica in grado di consentire la riconquista dei territori occupati russi.
Malgrado il sostegno della maggioranza dell’opinione pubblica, Putin ha difficoltà a imporre nuovi richiami di riservisti. Già quello precedente, dello scorso settembre, ha presentato grossi problemi: circa 200.000 giovani sono fuggiti all’estero, aggiungendosi ai 7-800.000 scappati dalla Russia dopo l’inizio dell’aggressione all’Ucraina. Generalmente la gente fugge quando il proprio paese viene invaso, non quando ne invade un altro. Inoltre, a fine marzo, Putin ha dovuto riconoscere l’effetto disastroso che le sanzioni hanno sull’economia russa, smentendo le sue precedenti affermazioni al riguardo. Secondo Elvira Nabiullina, governatrice della Banca Centrale russa, saranno necessari 10 anni alla Russia per riprendersi. :eek: :eek:
Sul conflitto grava infine l’incognita del ricorso da parte russa alle armi nucleari, più volte minacciato da Mosca. I media, non solo italiani, continuano a chiamarle tattiche nell’assunto che possano dare alle forze russe un decisivo vantaggio operativo su quelle ucraine. Che vengano cioè impiegate non contro le città, ma sul campo di battaglia. Non ho mai ritenuto probabile il loro impiego. Tale valutazione è rafforzata dalla decisa opposizione espressa dal leader cinese Xi Jinping anche a minacciarne l’uso oppure un impiego dimostrativo (ad esempio con scoppio aereo molto alto su zone disabitate). Gli effetti sulle truppe di qualche testata sarebbero molto limitati, eccetto nel caso dell’impiego massiccio di decine di testate. Putin si alienerebbe il sostegno di quasi tutti gli Stati che non hanno finora condannato la sua aggressione.
In conclusione, le offensive di primavera, preannunciate da russi e da ucraini non avranno esiti decisivi sulla sorte della guerra in Ucraina. Ci si deve orientare a un conflitto ancora prolungato, in cui Putin continuerà a sperare sul collasso della coalizione occidentale che sostiene l’Ucraina, mentre quest’ultima porrà le sue speranze su un improbabile collasso delle forze d’occupazione russa o del gruppo dirigente del Cremlino.
 
Ultima modifica:
Guardate, secondo me avete un po' ragione tutti e due perché manca una parola italiana per definire quel tipo di regime. Nominalmente Repubblica popolare democratica, ma che legame ci si può vedere ad esempio con la DDR?
Ma anche la parola monarchia stona perché nel concetto occidentale il re era un primus inter pares all'interno di una casta militare che era parte consistente del potere e che erano quelli che possedevano "la terra".
Lì ci sono delle caratteristiche tipicamente orientali che per noi sono molto aliene.
Ci sono le caratteristiche tipiche di una miserevole dittatura nazionalcomunista o nazionalsocialista che dir si voglia. Della Monarchia ha solo il fatto che il potere dal nonno comunista è passato al padre comunista e infine all'attuale ridicolo dittatore comunista. Si chiama nepotismo nell'alveo di una dittatura COMUNISTA. Io da monarchico dès la naissance, figlio e nipote di monarchici, provo un inizio di nausea per il paragone obbrobrioso.
 
Vladen Tatarsky non ha a che fare con Wagner, è un noto milblogger filorusso.
Pare che il caffè in cui è avvenuta l'esplosione sia di proprietà della Wagner , ma non ho verificato , sentito solo in TV


trovato ora sul Fatto Quotidiano

19:27

“L’esplosione nel bar di proprietà del capo della Wagner”​


Secondo il media ucraino Ukrainska Pravda, il bar-caffè nel centro di San Pietroburgo in cui si è verificata l’esplosione apparteneva a Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner.
 
Ultima modifica:
Pare che il caffè in cui è avvenuta l'esplosione sia di proprietà della Wagner , ma non ho verificato , sentito solo in TV

Vero, ed è a qualche centinaio di metri dal quartier generale di Wagner a San Pietroburgo.

L'evento cui era stato invitato a parlare Tatarsky era stato organizzato da Wagner, probabilmente la scelta del posto è legata a quello.
 
La Finlandia diventa membro della NATO domani, martedì 4 aprile.

Lo comunica l'Ufficio del Presidente della Repubblica di Finlandia.

Finland becomes a Member of NATO on Tuesday 4 April - Presidentti

"Comunicato stampa 10/2023 3 aprile 2023

La Finlandia diventerà membro della NATO martedì 4 aprile 2023. Il presidente della Repubblica di Finlandia Sauli Niinistö si recherà a Bruxelles e parteciperà a una cerimonia di adesione presso la sede della NATO.

La Finlandia depositerà il suo strumento di adesione al Trattato Nord Atlantico presso il Dipartimento di Stato americano a Bruxelles martedì 4 aprile, prima dell'inizio della riunione dei Ministri degli Affari Esteri della NATO.
Il deposito sarà effettuato dal ministro degli Esteri Pekka Haavisto.

La cerimonia dell'alzabandiera che segna l'adesione della Finlandia alla NATO si terrà presso il quartier generale della NATO dopo il deposito.

Il presidente Niinistö e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg interverranno durante l'evento. Prima della cerimonia, il Presidente e il Segretario Generale avranno un incontro bilaterale e un incontro congiunto con la stampa.

Oltre al presidente Niinistö e al ministro degli Esteri Haavisto, sarà presente alla cerimonia dell'alzabandiera il ministro della Difesa Antti Kaikkonen."
 
i turki hanno tolto unbel problema ai finlandesi.
il governosempre da una parte.i finlandesi chissà?
 
i turki hanno tolto unbel problema ai finlandesi.
il governosempre da una parte.i finlandesi chissà?

Il parlamento finlandese, quindi non solo il governo ma tutto l'insieme dei partiti (inclusi i conservatori di destra e destra estrema attualmente sulla cresta dell'onda) ha votato l'ingresso della Finlandia nella Nato a larghissima maggioranza.

A favore 184 membri del parlamento, composto da 200 seggi, sette contrari e un astenuto.

Diciamo che tra i finlandesi sembra esserci un largo accordo sul tema.

Finnish parliament passes NATO bill with large majority
 
Il parlamento finlandese, quindi non solo il governo ma tutto l'insieme dei partiti (inclusi i conservatori di destra e destra estrema attualmente sulla cresta dell'onda) ha votato l'ingresso della Finlandia a Nato nella larghissima maggioranza.

A favore 184 membri del parlamento, composto da 200 seggi, sette contrari e un astenuto.

Diciamo che tra i finlandesi sembra esserci un largo accordo sul tema.

Finnish parliament passes NATO bill with large majority
eh, si il parlamento ancora con questa favoletta; si parla del popolo finlandese non di poche centinaia di facilmente abbindolabili dalle sirene del complesso militar-industriale.
I finlandesi, uno per uno...

C
 
16:20Si intensificano voci su malattia del leader ceceno KadyrovSi intensificano le voci sullo stato di salute critico di Ramzan Kadyrov e sull'organizzazione della successione a Grozny, dopo che lo scorso 21 febbraio il Presidente ceceno non ha assistito al discorso di Putin alla nazione e che pochi giorni dopo, il 3 marzo, il Presidente russo ha ricevuto al Cremlino il figlio 17enne, Akhmad (che porta lo stesso nome del nonno, l'indipendentista poi passato al fianco dei russi) accompagnato dal consigliere per il clima del Cremlino, Ruslan Edelgeriyev. In molti hanno associato l'episodio a quanto nel 2004 Putin ricevette, poco dopo l'assassinio di Akhmad Kadyrov, Ramzan Kadyrov.


ps. questo dove e' finito??? :mmmm:
 
Molto interessante.
 
08:32 Podolyak, guerra continuerà fin quando Crimea non sarà liberata

Tutti pensavano che la Crimea sarebbe stata di nuovo ucraina tra 20 o 50 anni, ma la guerra iniziata dalla Russia ha creato i prerequisiti per la possibile liberazione della Crimea già ora. La guerra continuerà fin quando anche la Crimea non sarà liberata. Ne è convinto Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina. In un'intervista a Radio Liberty, si dice sicuro che la Russia non abbia le risorse per tenere Crimea, Donetsk e Luhansk. "Tra sei mesi l'Ucraina entrerà in Crimea e, prima di tutto, sarà necessario sottoporre a processo i collaboratori di Mosca. La Crimea sarà parte dell'Ucraina e coloro che non accettano di vivere in Crimea secondo le regole dell'Ucraina possono lasciare la penisola. E il ponte di Kerch sarà smantellato". "Sicuramente in pochissimo tempo - ha precisato Podolyak - sei mesi, o cinque, o sette, saremo in Crimea. Forse questo è troppo ottimistico, ma è un ottimismo realistico. Lo ripeto ancora una volta, la Russia non ha risorse sufficienti per contenere la situazione. Non ci sarà una guerra per la Crimea - ha aggiunto - Ci sarà una guerra per il diritto di esistere nel mondo democratico, nel quadro del diritto internazionale. C'è una guerra in corso per questo. Questa non è una guerra per il territorio, il territorio è solo uno degli elementi. Questa è una guerra perché nessuno può venire a casa tua e dire: 'Guarda, ho un po' più di pistole, ho un po' più di missili da crociera, quindi dammi quello che voglio'. La guerra in corso è per il diritto all'esistenza del mondo civilizzato. E in questo mondo civilizzato non c'è posto per la Russia di oggi. E quindi, ovviamente, la guerra continuerà fino a quando l'intero territorio dell'Ucraina non sarà liberato".


ps. altro che resa......gli ucraini non ci pensano proprio.....
 
eh, si il parlamento ancora con questa favoletta; si parla del popolo finlandese non di poche centinaia di facilmente abbindolabili dalle sirene del complesso militar-industriale.
I finlandesi, uno per uno...

C
Insomma qualsiasi votazione democratica non conta mai una sega. Mai. Mai una volta che si possa anche solo pensare che le suggestioni di AP non abbiano corrispondenza con la realtà. Figuriamoci, troppo complicato uscire dal paradigma :D
I Finaldesi, come i Francesi, gli Italiani ecc, sono tutti super sovranisti, pro Putin, anti USA, anti NATO...però votano tutti partiti che vogliono altrimenti. E se vincono anche i partiti anti-NATO e pro Putin, poi questi non fanno una sega in quella direzione "perché era già tutto scritto e io lo sapevo".
Miiiiiiiiiiii che roba :D
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro