Ucraina Vs. Russia. Vicini alla guerra (anche potenzialmente mondiale) Vol.12

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
WSJ, spesso citato dagli anti US quando critica l'approccio Occidentale
How Russia Created One of the World's Biggest Minefields in Ukraine
Attenzione: contiene immagini di perdite ucraine

C
 
Il presidente ungherese è arrivato in visita in Ucraina
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Il presidente ungherese è arrivato in visita in Ucraina
Oggi, il presidente dell'Ungheria Katalin Novak è arrivato in Transcarpazia, dove è stata accolta dalla leadership dell'amministrazione regionale e da altri rappresentanti delle autorità locali.

Durante la visita, il Presidente dell'Ungheria incontrerà personalità politiche, ecclesiali ed educative della comunità ungherese della Transcarpazia, con la famiglia del difensore caduto e i figli di famiglie numerose.

Successivamente, il capo dello stato vicino andrà a Kiev, dove prenderà parte al terzo vertice internazionale della piattaforma di Crimea, che si terrà il 23 agosto.




Больше информации на портале Антикор: https://antikor.com.ua/articles/648740-prezident_vengrii_pribyla_s_vizitom_v_ukrainu
 
Brics, per l'assalto all'Occidente c'è ancora da attendere. Il commento dell'amb. Castellaneta - Formiche.net

Brics, per l’assalto all’Occidente c’è ancora da attendere. Il commento dell’amb. Castellaneta​


Brics, per l’assalto all’Occidente c’è ancora da attendere. Il commento dell’amb. Castellaneta


Il gruppo dei Brics va certamente seguito con attenzione, anche perché ci sono oltre 20 Paesi che hanno chiesto di farne parte. Tuttavia, le differenze e divergenze tra gli attuali membri sono eccessive al punto da considerare premature iniziative di integrazione economica e finanziaria.

È cominciato martedì il forum dei Brics ospitato quest’anno dalla presidenza di turno del Sudafrica a Johannesburg. Dopo anni di scarso interesse (se non addirittura oblio) a livello internazionale nei confronti di questo vertice, quest’anno le aspettative e il clamore mediatico sono risaliti a livelli che non si vedevano forse dai primi incontri dei Paesi membri, sull’onda del felice acronimo inventato dall’economista di Goldman Sachs Jim O’Neill ormai quasi vent’anni fa. I sostenitori più calorosi del gruppo dei Brics (che è formato, ricordiamo, da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) confidano che il summit 2023 sia l’occasione da parte del cosiddetto “Global South” per lanciare il guanto di sfida all’Occidente, impersonato dal G7 e in particolar modo dalla leadership degli Stati Uniti. Ma sono davvero maturi i tempi per dare vita a un nuovo ordine mondiale? :mmmm:
Innanzitutto, partiamo da considerazioni di carattere geopolitico. È indubbio che i membri dei Brics non siano tra i maggiori alleati degli Usa (a cominciare ovviamente dalla Cina, che di Washington è attualmente il principale rivale sistemico) e che sulle principali questioni attuali di carattere internazionale, come la guerra in Ucraina, non si siano schierati con nettezza a favore di Kiev (ovviamente ad eccezione della Russia che è parte in causa).

Tuttavia, a ben guardare è difficile pensare che le cinque potenze che compongono i Brics possano dare vita ad uno schieramento comune e compatto contro gli Stati Uniti. A partire da ragioni puramente formali e contingenti: pensiamo ad esempio al fatto che Vladimir Putin non si è potuto recare in Sudafrica, dove sarebbe dovuto essere immediatamente arrestato poiché il Paese fa parte della Corte Penale Internazionale (che ha appunto emesso un mandato di cattura nei suoi confronti). Ma si pensi anche a situazioni dal valore decisamente più strategico, come ad esempio la partecipazione dell’India al Quad, l’alleanza indo-pacifica di carattere difensivo che comprende anche Usa, Giappone e Australia in chiave anti-cinese. Oppure, al fatto che il Brasile (nonostante il ritorno di Lula al potere) si guardi bene dal dichiarare ostilità all’Occidente, avendo bisogno di cooperare con Usa ed Europa – soprattutto a livello commerciale e di investimenti.:eek::eek:

Sembra invece più interessante quello che sta bollendo in pentola dal punto di vista economico. Non c’è dubbio che i Brics siano un blocco estremamente importante, valendo oggi circa il 32% del Pil globale (una quota raddoppiata nel giro di 25 anni) contro il 29% dei Paesi del G7. Tuttavia, è sufficiente una semplice scomposizione del dato aggregato per accorgersi che il Pil della Cina vale più di quello degli altri 4 partner messi insieme. Non si tratta insomma di un gruppo equilibrato (né tantomeno omogeneo), e anzi si potrebbe dire di uno strumento largamente influenzato da Pechino per i propri scopi geoeconomici. Uno su tutti, quello dell’internazionalizzazione della propria valuta (il renminbi) per tentare di indebolire il primato del dollaro. Sul tavolo c’è infatti la proposta di dar vita ad una moneta unica dei Brics, una specie di “euro 2.0” che servirebbe per soppiantare la valuta statunitense per fare a meno di Washington.
In realtà, le strutture economiche troppo divergenti tra questi Paesi rende una simile idea del tutto impossibile da mettere in pratica, quantomeno allo stato attuale. Diverso è il discorso relativo agli accordi bilaterali per regolare i pagamenti di natura commerciale, che prevedono sempre più l’utilizzo del renminbi cinese o delle valute locali e che potrebbero portare nel giro di alcuni anni alla riduzione del dollaro come mezzo di pagamento internazionale (ma non come valuta di riserva e sottostante per gli asset finanziari).
In conclusione, è ancora presto per dichiarare il tramonto dell’Occidente. Il gruppo dei Brics va certamente seguito con attenzione, anche perché ci sono oltre 20 Paesi che hanno chiesto di farne parte e dunque in futuro, se il coordinamento dovesse funzionare, la sua massa critica a livello politico potrebbe aumentare significativamente e giocare un ruolo importante nell’orientare le decisioni di organizzazioni internazionali come Onu, Fmi o Omc. Tuttavia, le differenze e divergenze tra gli attuali membri sono eccessive al punto da considerare premature iniziative di integrazione economica e finanziaria.
Questo non significa che il mondo non sia entrato in una nuova fase in cui la distribuzione del potere sarà sempre più distribuita e frammentata; ma per dare il “benservito” al dollaro e allo zio Sam ci sarà da attendere ancora parecchio.
:eek: :eek:
 
Ultima modifica:
Dicono che per definizione non ci sara uno che comandera.
Pare che tutta l'operazione multipolare sia per dare a San Marino lo stesso peso della Cina

C
cosi la macchina non funziona. Nel DNA di molti di quei paesi c'è un'avversione al proporzionale.
 
La Norvegia, finora, si è autoimposta, in gradi diversi, restrizioni sulle attività militari nel Finnmark orientale.

Gli alleati e i partner della NATO non possono effettuare voli di intelligence nello spazio aereo norvegese a est del fiordo di Porsanger (rosso con linee blu).

A est del fiordo di Tana (rosso), non sono ammessi aerei da combattimento non norvegesi.

Tuttavia i partner non fanno altrettanto, martedì 22 agosto un aereo dell'aeronautica militare svedese ha raccolto informazioni dalla penisola di Kola volando tutto a nord della Finlandia, mentre un Rivet Joint RC-135W dell'aeronautica americana ha raccolto dati dal nord della penisola di Kola.

C'è un forte dibattito in Norvegia sul superamento di queste limitazioni in relazione ad una percezione della Russia e delle attività militari in loco come una minaccia.

Abbiamo bisogno di una strategia per la Russia totalmente nuova. Il mio consiglio è che la Norvegia abolisca sia la politica di base che le restrizioni autoimposte", ha detto l'ex capo del quartier generale congiunto, il tenente generale Rune Jakobsen, in un dibattito ad Arendalsuka la scorsa settimana.

"High time to scrap self-imposed restrictions," says former Norwegian Commander. This week's flight map shows why

self-imposed-restrictions-flight-map.jpg
 

Nell'aereo che si è schiantato nella regione di Tver, Yevgeny Prigozhin era tra i passeggeri​

Lev Borodin / TASS

Evgenij Prigožin
© Lev Borodin / TASS

La Federal Air Transport Agency sta indagando sull'incidente​

MOSCA, 23 agosto. /TASS/. L'Agenzia federale per il trasporto aereo ha avviato un'indagine sullo schianto dell'aereo Embraer avvenuto nella regione di Tver mercoledì, Yevgeny Prigozhin era tra i passeggeri, ha detto l'Agenzia federale del trasporto aereo in una nota.

"È stata avviata un'indagine sullo schianto dell'aereo Embraer avvenuto questa notte nella regione di Tver. Secondo l'elenco dei passeggeri, tra loro c'è il nome e il cognome di Yevgeny Prigozhin ", ha osservato il dipartimento.

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Russiaregione di Tver

Consigliato​


"Sì, c'era una minaccia. E i colleghi dell'Accademia delle Scienze hanno avvertito: "Ora ci sarà un esodo di


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Michael Clarke sul successore di Preghozin e sulla futura catastrofe umanitaria in Tokmak (i russi hanno cstruito una diga da fare saltare all'abbisogna)
Yevgeny Prigozhin: Who could become the new Wagner boss?

C
 
La scoperta dell'acqua calda :D

Newly declassified US intel claims Russia is laundering propaganda through unwitting Westerners
https://us.cnn.com/2023/08/25/politics/us-intel-russia-propaganda/index.html
[...]
But the official stressed that the Western voices that eventually became mouthpieces for Russian propaganda were almost certainly unaware of the role they were playing.
[...]

C
 
1420
What will happen if we lose the war?
Alcuni molto espliciti confrontando con le risposte di anche poco tempo fa

C
A parte uno (avanti con l'eta) gli altri (più giovani) non parlavano di trionfalismo e le risposte erano logiche
 
Se non va neanche in India, che non è membro ICC, l'isolamento è totale.
si ,puo' darsi che gli dia fastidio non andare a pavoneggiarsi tra i "grandi" ,si rifara' quando alcuni di questi si presenteranno a casa sua per avere quello che serve a tirare vanti.
 
Se non va neanche in India, che non è membro ICC, l'isolamento è totale.

In questo caso è probabile che sia però principalmente una scelta di sicurezza personale, solo due mesi fa ha subito un tentativo di colpo di stato, e nel frattempo ha fatto uccidere e incarcerare un sacco di gente più o meno legata alla sua cerchia.

Ce n'è in Russia di gente che gli farebbe la pelle, anche tra i suoi ex alleati, mi sembra del tutto normale che preferisca rimanere a Mosca.

Comunque, per ora, di aiuti concreti non ne ha ricevuti né dall' India né dalla Cina, quindi de facto è sempre stato isolato fin dall'inizio del conflitto.
 
Doveva andare in Turchia. Alla fine ci va Erdogan in Russia
 
In questo caso è probabile che sia però principalmente una scelta di sicurezza personale, solo due mesi fa ha subito un tentativo di colpo di stato, e nel frattempo ha fatto uccidere e incarcerare un sacco di gente più o meno legata alla sua cerchia.

Ce n'è in Russia di gente che gli farebbe la pelle, anche tra i suoi ex alleati, mi sembra del tutto normale che preferisca rimanere a Mosca.

Comunque, per ora, di aiuti concreti non ne ha ricevuti né dall' India né dalla Cina, quindi de facto è sempre stato isolato fin dall'inizio del conflitto.

Sull'isolamento politico non c'è dubbio, e le risate indiane nei confronti di Lavrov hanno dato "il polso" anche a livello di opinione pubblica.

Che dietro la mancata visita in India ci possano essere questioni di sicurezza non ne dubito, ma è un pessimo segnale "politico" per Putin.
 
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