Vogliamo una soluzione chiara ?
Siamo in una repubblica “democratica” fondata sul lavoro ?... e allora:
Chi è in attività e versa regolarmente contributi previdenziali non sia assoggettato a nessuna patrimoniale.
Chi è pensionato ed ha lavorato il minimo di anni per ottenere il pensionamento, viene assoggettato a una imposta sul patrimonio del 4%;
Chi ha contribuito per 25 anni il 3,0 %,
26 anni il 2,8 %
27 anni il 2,6 %
28 anni il 2,4 %
29 anni il 2,2 %
30 anni il 2,0 %
31 anni il 1,8 %
32 anni il 1,6 %
33 anni il 1,4 %
34 anni il 1,2 %
Con 35 anni di contributi versati od oltre (nessun prelievo)
Chi non lavora ed ha, diciamo, rendite superiori ai 10.000 Euro/annui nette, dovrebe ovviamente soggiacere ad una aliquota, sul patrimonio, del 5% ( o maggiore ).
Cosi si avrebbe un gettito monster, ma lo si potrebbe ovviamente adeguare con le aliquote ( diciamo sufficienti a coprire la metà del debito in essere: così smettiamo di pensarci ).
D’altra parte il ragionamento è semplicemente questo:
Perché l’Italia è il paese con un enorme debito pubblico ed un notorio elevatissimo patrimonio medio procapite?
Perché le politiche fiscali sono state inique, sbilanciate sul lavoro dipendente ( storicamente minimizzando il prelievo sulle rendite e consentendo tassi di evasione abnormi ).
ALLORA QUALE MIGLIORE SOLUZIONE ? VISTO CHE SONO STATI SOPRATTUTTO I PATRIMONI ACCUMULATI NELLE DECADI PRECEDENTI A QUELLA ATTUALE CHE HANNO PRODOTTO LE SPEREQUAZIONI MAGGIORI.