continui ad utilizzare il termine estetica come fosse bellezza o piacevolezza, se non leggo male,
mentre ho scritto prima che "aesthetica" significa "sensazione", e da un verbo greco che significa "percepire attraverso la mediazione del senso".
Quindi tu percepisci la tua sensazione di appagamento visivo piacevole ma non è quello il "godimento" nel concettuale, semmai è l'idea.
Ti sei mai chiesto perché i tagli verdi di lucio sono meno apprezzati dal mercato rispetto ai bianchi, ai rossi ed addirittura ai blu?
Sono percezioni e distorsioni del mercato (leggo le parole di beuys - pagina prima - in cui spiega molto bene la questione
).
Ma ormai stiamo sfociando in un cul de sac quindi facciamo che ognuno contempli i contenuti di un'opera come meglio lo appaghi.:mano::mano::mano:
Buongiorno!
Quello che sto dicendo è: togliamo all’arte concettuale per un momento il contenuto, che è la cosa su cui tutti siamo d’accordo, ed è quello che innesca il “
godimento di tipo mentale”. Questo è il punto fermo, quindi non serve ribadire questa cosa che è condivisa e tra l’altro si poteva già dare per implicita.
Detto questo, quello su cui mi vorrei concentrare su questo 3d non è l’arte concettuale, ma le sue possibili forme ed aspetti, ossia la sua superficie.
Non so se “concettualmente” riesco a farmi capire
Nell’apertura del 3d ho usato i termini “colore e estetica” che fino al giorno prima andavano bene, ora non più.
Giustamente come dice
@techne bisogna prima di tutto capirsi sui termini.
Io la parola “
estetica” la identificavo con “l’
aspetto visivo dell’opera” anche in termini di eventuale godibilità - variabile ovviamente a seconda del mondo di ogni artista - ecco, questo “aspetto visivo” non è qualcosa su cui non ci si possa confrontare fermo restando il pensiero il fulcro di tutto.
Ma qualsiasi opera ha un suo aspetto visivo, anche il Cubo Invisibile di De Dominicis.
È dunque evidente che
lo stesso Kosuth -
ma tutti gli altri artisti anche concettuali, ognuno in modo differente -
si confrontino ANCHE per forza con l’aspetto visivo delle loro opere.
E che questo
risultato possa essere più o meno godibile da chi lo guarda.
L’aspetto dell’opera e la sua eventuale
“godibilità” o “bellezza” sono uno strato ULTERIORE, che
non toglie nulla all’efficacia concettuale dell’opera. Nè all'IDEA.
Ad esempio, visto che è citato
Fontana, per come la vedo io,
l’aspetto concettuale di una tela con dei tagli è lo stesso identico se la tela è bianca o nera o gialla o rossa.
Non è che il colore tolga alcunché all'idea.
Conseguentemente
non c’è alcuna “distorsione di mercato”, molto semplicemente ogni opera d’arte ha anche un aspetto e i collezionisti scelgono quello che è più in linea con il loro gusto “estetico” (si può dire gusti estetico, senza risalire all’antica Grecia?
)
Ecco, io trovo che la distorsione sia invece paradossalmente che l’aspetto visivo più o meno godibile possa essere un limite per gli appassionati del “concettuale francescano”, come se un risultato più o meno colorato, più o meno bilanciato, più o meno “godibile” togliesse qualcosa al “godimento mentale” dell’opera, quando in realtà semplicemente è un qualcosa di ulteriore - che può essere più o meno ricercato dall’artista, o può o meno intenzionale - e con cui l’osservatore può confrontarsi.
Per esempio, un altro discorso che io non condivido è proprio quello tra i Tagli Rossi di Fontana rispetto ai Buchi su tela grezza.
Per qualche motivo alcuni fan del “concettuale essenziale” immaginano che chi possa amare un Taglio Rosso o Giallo, per qualche infondato preconcetto possa essere una sorta di cavernicolo che non conosce la ricerca di Fontana, non conosce il Manifesto Blanco, non conosce i Buchi ma anzi preferisce la tela colorata per chissà che bisogno di ostentazione o altro.
Ebbene, mi spiace dare questa “delusione”, ma non è così...
Fontana ha fatto tante opere, e non è un segreto che le ricerche spazialiste inizino intorno al 1948-49, che i “Buchi” (ne esistono anche di colorati tra l’altro ... ) vengano prima dei Tagli, che fanno la loro comparsa a fine anni ‘50 e sono perloppiù opere anni ‘60.
Non è che chi conosce anche minimamente Fontana non sia in grado di capire che per un Concetto Spaziale sia sufficiente un singolo buco su una tela grezza o bianca ... e che successivamente volga la stessa cosa per un taglio.
Ma semplicemente
il collezionismo (che poi corrisponderebbe a quel famigerato “mercato” e alle sue “distorsioni”),
è fatto da persone che di ogni artista acquistano ciò con cui maggiormente sono in empatia.
Io, come evidentemente molti altri, potendo scegliere prenderei una Tela Rossa.
Il fatto che abbia un colore (un monocromo rosso eh... mica un mazzolin di fiori che vien dalla montagna ... ) non toglie niente di niente al significato concettuale e al godimento mentale rispetto ad un’opera bianca essenziale; aggiunge solo del colore... non “sottrae” nulla.
Se poi uno preferisce il Taglio Bianco o il Buco su tela grezza, va benissimo, ma non si capisce che problema ci sia se altri preferiscono il Rosso, il Giallo o il Blu, o magari una Fine di Dio tutta Rosa.
Un “Concetto Spaziale” con del colore o con una composizione di più elementi (Tagli o Buchi, o Pietre, o Vetri...) non è nè meno “concetto” nè meno “spaziale”. Ha solo una diversa superficie, ma è evidente che
rimangano opere mentali.
Non a caso ancora oggi il 98% delle persone non le capisce e pensa che il Taglio sia una provocazione se non una truffa... evidentemente per capire quelle opere bisogna entrare in un’ottica mentale e filosofica, e questo anche se c’è tutta quell’abbondanza di “coloritura”
Capisco che “il colore” possa in certi casi anche non essere strettamente necessario o anche un dippiù, ma il colore esiste in arte e in natura, e gli artisti lo usano... anche quelli concettuali. Con buona pace per gli appassionati del “concettuale francescano” che pensano che il mondo delle idee possa essere solo in bianco e nero.
PS.
qui sotto un po' di immagini di opere (pre)concettuali colorate, o viceversa delle "distorsioni" artistiche e di mercato