Unicredit: solo news n. 4

UNICREDIT, NUOVA EMISSIONE SULL'MTF SEDEX DI FAST CASH COLLECT WORST OF​

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(Teleborsa) - UniCredit ha emesso oggi sul mercato la prima serie nuova serie di 8 Fast Cash Collect Worst-Of su panieri di azioni, che inaugurano le emissioni dell'anno nuovo, dopo aver portato in negoziazione sugli MTF di Borsa Italiana oltre 300 prodotti di investimento nel 2023.

I sette prodotti prevedono come sottostanti panieri di azioni italiane, europee e americane, hanno una scadenza a tre anni (gennaio 2027) e pagano un premio mensile condizionato con effetto memoria che va da un minimo dell'1,08% (12,96% annualizzato) a un massimo dell'1,65% (19,80% annualizzato) a seconda dei sottostanti. Le barriere sono fissate tra il 50% ed il 60% del valore iniziale.

I panieri scelti permettono di prendere un posizionamento su diversi titoli del panorama dei mercati europei: è presente un paniere tematico (DE000HD1UF77) sulle banche che vede come sottostanti Banco BPM, Intesa Sanpaolo, Societe Generale e Barclays, che paga un rendimento di 1,56% mensile (18,72% annuo) a fronte di una barriera posta al 60% del valore iniziale, o di un Certificate (DE000HD1UF69) sui campioni italiani, che vede Banco BPM, Enel, Stellantis e Intesa Sanpaolo come sottostanti: a fronte di una barriera posta al 60% il rendimento è più elevato, pari all'1,65% mensile (19,80% annuo).

I Cash Collect Certificate permettono agli investitori di ricevere premi periodici condizionati all'andamento del sottostante nelle date di osservazione mensili e prevedono la possibilità di rimborso anticipato, per la prima volta già a partire dal terzo mese: a partire da aprile 2024, infatti, se il valore dell'azione sottostante che, all'interno del paniere, ha registrato il rendimento peggiore sarà pari o superiore al valore di rimborso, il Certificate scadrà anticipatamente rimborsando il valore nominale pari a 100 EUR.

In queste emissioni è presente l'effetto Step-Down, caratteristica che facilita la possibilità di rimborso anticipato riducendo la soglia di rimborso anticipato del 5% ogni sei date di osservazione: tale soglia parte dal 100% dello Strike ad aprile 2024, dopo sei mesi sarà pari al 95%, quindi si ridurrà progressivamente sino ad arrivare a un livello massimo pari all'85% dello Strike, corrispondente quindi ad una potenziale performance del sottostante peggiore pari al -15% rispetto al Valore Iniziale.

(TELEBORSA) 12-01-2024 10:02
 
Alla data del 12 gennaio 2024, a seguito dell’annullamento delle azioni proprie avvenuto in data 12 settembre 2023, UniCredit detiene 76.287.506 azioni proprie pari al 4,27% del capitale sociale.
 
Bond, altra infornata: Unicredit ed Enel collocano due obbligazioni. Ordini boom
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Bond, altra infornata: Unicredit ed Enel collocano due obbligazioni. Ordini boom​

di Francesca Gerosa

Dopo le obbligazioni emesse il 15 gennaio da Mediobanca, Iren e la Popolare di Sondrio, Unicredit colloca un bond senior non preferred a 7 anni. Enel di un sustainability-linked bond a 4,5 e 11 anni. I particolari sugli ordini e i rendimenti


Prosegue a ritmo serrato la raffica di collocamenti di bond corporate. Dopo le obbligazioni emesse il 15 gennaio da Mediobanca, Iren e la Popolare di Sondrio, Unicredit ha avviato stamani il collocamento di un nuovo bond senior non preferred a 7 anni e non callable fino al sesto anno.

Il bond senior di Unicredit scade il 23 gennaio 2031

L'emissione, ha spiegato una fonte citata dall’agenzia Mf-Newswires, avrà scadenza il 23 gennaio 2031, con possibilità di riacquisto alla pari il sesto anno (23 gennaio 2030) e sarà regolata il 23 gennaio. A fronte di ordini oltre 2,4 miliardi, la guidance di rendimento è stata rivista a 180/185 punti base sul midswap (+210 punti base la guidance iniziale).

Per la banca guidata da Andrea Orcel si tratta della seconda emissione nel nuovo anno in seguito a quella piazzata lo scorso 9 gennaio: un’obbligazione a 10 anni di tipo Tier 2 da 1 miliardo di euro e cedola fissa, con scadenza 16 aprile 2034 e possibilità di rimborso dopo 5 anni. L’emissione ha ricevuto ordini per oltre 2,75 miliardi.

Incaricato del collocamento del nuovo bond un consorzio di banche composto da Unicredit(sole global coordinator) e BofA Securities, Credit Agricole Cib, Hsbc, Ing, Imi- Intesa Sanpaolo, JP Morgan e Unicredit Bank (joint bookrunners). Per l’emissione è atteso un rating Baa3 da parte di Moody's, BBB- da S&P e BBB- da Fitch.

Enel colloca un sustainability-linked bond

Attiva sul primario anche Enel che ha collocato un sustainability-linked bond a 4,5 e 11 anni. La guidance di rendimento, a fronte di ordini pari a 6 miliardi di euro, è stata rivista in area 90 punti base sul midswap per la tranche 23 luglio 2028 e in area 140 punti base per la scadenza 23 gennaio 2035. Le prime indicazioni di rendimento per la tranche più breve erano in area 120 punti base, mentre per la tranche più lunga in area 170 punti base sulla stessa curva. Incaricate del collocamento Banca Akros, Barclays, Bbva, Bnpp, Bper Banca, Credit Agricole, Deutsche Bank, Gsbe, Se, Imi- Intesa Sanpaolo, Jpm, Natixis, Santander, Sg e Unicredit. A febbraio del 2023 Enel aveva emesso due bond, a 8 e 20 anni, legati a obiettivi sostenibili, con un rendimento a scadenza fino al 4,7% e cedola al 4,5%.

Vivacità sul mercato primario

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L’elemento chiave di queste prime settimane del nuovo anno, secondo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, è la vivacità del primario che vede volumi molto robusti, confermando l’interesse degli investitori per l’asset class. «Performance settimanali positive, con gli high yield che hanno mostrato forza relativa», sottolinea l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo in una nota.

Secondo Santander, i mercati primari europei hanno registrato il secondo miglior inizio d’anno, emettendo 47 miliardi di euro la scorsa settimana e arrivando a 89 miliardi di euro da inizio anno. «La maggior parte delle emissioni derivano da società finanziarie, con 65 miliardi di euro, -15% su base annua, mentre le aziende corporate hanno emesso 24 miliardi di euro, +13% su base annua», precisa il team di Algebris Investments. «La domanda è stata elevata per le nuove emissioni governative, finanziarie e corporate, poiché», spiega, «si prevede che le banche centrali ridurranno i tassi quest’anno e gli investitori cercheranno di ottenere rendimenti elevati finché potranno».

Titoli Enel e Unicredit in calo a Piazza Affari

A Piazza Affari il titolo Unicredit sale dello 0,18% a 25,64 euro, viceversa Enel scende dello 0,84% a 6,75 euro.

Orario di pubblicazione: 16/01/2024 09:36
Ultimo aggiornamento: 16/01/2024 13:26
 
Energia, gli extraprofitti all’esame della Corte Costituzionale
Energia, gli extraprofitti all’esame della Corte Costituzionale


Energia, gli extraprofitti all’esame della Corte Costituzionale​

di Nicola Carosielli

Il Tar del Lazio rinvia alla Consulta il contributo straordinario dovuto dalle società energetiche. Dubbi di legittimità costituzionale su base di calcolo e indeducibilità della tassa

Il Tar Lazio rimette alla Corte costituzionale l’esame delle disposizioni sul contributo 2023 sugli extraprofitti delle aziende energetiche. Con più di un’ordinanza, il Tribunale amministrativo ha, infatti, sollevato questioni di legittimità costituzionale delle disposizioni della legge n. 197 del 2022, che hanno previsto il pagamento di un «contributo di solidarietà temporaneo» sui cosiddetti extraprofitti degli operatori del settore energetico.

Le questioni sollevate

Le ordinanze hanno prospettato la possibile violazione del regolamento europeo n. 1854 del 2022, poiché la legge ha previsto che il contributo debba essere pagato anche dagli operatori diversi da quelli indicati da tale regolamento. Inoltre, avendo il contributo natura tributaria, il Tar ha sollevato ulteriori questioni di legittimità costituzionale in relazione agli articoli 3 e 53 della Costituzione, avendo rilevato criticità nelle disposizioni che hanno fissato i criteri di calcolo della base imponibile del contributo, in quelle che hanno precisato cosa debba essere inteso come «effettivi extraprofitti» come presupposto del contributo (anche tenuto conto della riespansione dei consumi nell’epoca post-covid) e in quelle che hanno previsto la non deducibilità del contributo, potendosi ravvisare così una «doppia tassazione».

Orario di pubblicazione: 16/01/2024 10:39
Ultimo aggiornamento: 16/01/2024 11:00
 

Unicredit: focus su crescita in Europa centrale e orientale​

MILANO (MF-NW)--L'Europa centrale e orientale continuano a essere motori di crescita per Unicredit. "La regione mantiene la sua importanza strategica per Unicredit e il nostro piano e' di continuare a crescere a un passo accelerato, facendo leva sul solidi team e conoscenze locali e su competenze globali", commenta Teodora Petkova, global head per l'Europa centrale e orientale di UniCredit, durante il Cee Forum in corso a Vienna. La regione dell'Europa centrale e orientale contribuisce per il 33% del totale dei prestiti di Unicredit, il 31% del totale dei depositi e il 30% dei ricavi netti di gruppo, sulla base dei numeri dei 9 mesi. "Offriamo" ai clienti "un'impronta geografica senza pari attraverso 10 banche leader, di cui in Austria, Bosnia-Erzegovina e Croazia siamo i primi sul mercato e i terzi in Bulgaria", aggiunge Petkova. Questo fa di Unicredit il secondo gruppo della Cee in termini di attivita' nei primi nove mesi del 2023, pari a 236 miliardi di euro, inclusa Alpha Bank Romania. bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

17/01/2024 11:49
 
Banche, Popolare di Sondrio in corsa, torna ai massimi del 2010. Orcel (Unicredit) smentisce M&A. Gli analisti
Banche, Popolare di Sondrio in corsa, torna ai massimi del 2010. Orcel (Unicredit) smentisce M&A. Gli analisti
Banca Popolare di Sondrio

Banche, Popolare di Sondrio in corsa, torna ai massimi del 2010. Orcel (Unicredit) smentisce M&A. Gli analisti​

di Elena Dal Maso

La popolare valtellinese corre controcorrente a Piazza Affari, assieme a Bper. Al mercato piace l’idea di un ritorno dell’M&A in Italia, ma l’ad di Unicredit, Orcel, smentisce ogni manovra. Gli analisti



Banca Popolare di Sondrio corre a Piazza Affari del 3,5% a 6,2 euro per 2,8 miliardi di capitalizzazione, tornando ai massimi dal 2010, mentre il Ftse Mib è poco sopra la parità. Nel frattempo, Unicredit sale dell’1,12% a 26,18 euro, Bper del 2,5% e Unipolviaggia in leggero calo.

Al mercato piace l’idea della Popolare di Sondrio preda di Unicredit dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui un istituto americano starebbe rilevando sul mercato il 10% della popolare per conto del gruppo guidato dall’ad Andrea Orcel.
Intervistato a Davos, lo stesso ceo Orcel ha sottolineato, parlando del tema di M&A, che le operazioni di aggregazione risultano complicate a causa di valutazioni disallineate con i fondamentali.

Orcel ( Unicredit) smentisce l’M&A​

Giovedì gli analisti di Equita Sim ricordano che «la notizia è stata prontamente smentita da Orcel, il quale ha precisato che, sebbene Unicredit stia considerando operazioni di fusione e acquisizione alle giuste condizioni, la banca non sta acquistando azioni di Sondrio». La Sim milanese conferma oggi il rating buy su Unicredit con il target di 31 euro e hold su Sondrio con target di 6,10 euro.

Analisti Intesa: Sondrio è un obiettivo di M&A, troppo caro per Unicredit

Gli analisti di Intesa Sanpaolo scrivono che, sebbene Unipol possieda una partecipazione di circa il 20% in Banca Popolare di Sondrio che potrebbe facilitare una fusione con Bper ( Unipol ha in portafoglio anche una quota del 20% in Bper)», la popolare «resta un obiettivo di acquisizione».

Tuttavia, in una recente intervista a Davos, l’amministratore delegato di Unicredit, Orcel «ha sottolineato come i disallineamenti nelle valutazioni di mercato siano i principali ostacoli al consolidamento nazionale». Attualmente la Banca Popolare di Sondrio viene scambiata a 6,7 volte il rapporto prezzo/utili atteso al 2024 e a 7,4 volte il p/e al 2025 (fonte FactSet), «ovvero con un premio medio del 20% rispetto ai multipli Unicredit, prima dell'eventuale applicazione del premio di opa» (di solito attorno al 30%). E di conseguenza, gli analisti di Intesa Sanpaolo ritengono che «i multipli più alti della Banca Popolare di Sondrio potrebbero impedire un movimento di Unicredit» a questi prezzi.

Orario di pubblicazione: 18/01/2024 09:44
Ultimo aggiornamento: 18/01/2024 11:26
 

Unicredit: fissa obiettivo Net Zero in settore siderurgico​

MILANO (MF-NW)--UniCredit fissa l'obiettivo intermedio al 2030 per il settore siderurgico, che rientra nell'impegno della banca a raggiungere l'obiettivo Net Zero entro il 2050 del proprio portafoglio di prestiti e investimenti. L'obiettivo, informa una nota, e' in linea con l'impegno che la banca ha sottoscritto nell'ottobre 2021 con la 'Net Zero Banking Alliance', la rete di banche riunita dalle Nazioni Unite, nonche' con la firma dei Sustainable Steel Principles (Ssp), che forniscono un quadro di riferimento per la valutazione e la comunicazione dell'allineamento delle emissioni associate al portafoglio creditizio delle banche che finanziano il settore dell'acciaio, agli obiettivi climatici di decarbonizzazione. UniCredit si propone di raggiungere un'intensita' fisica ponderata per l'esposizione di 1,11 tCO2 per tonnellata di acciaio entro il 2030 per le emissioni di Scope 1, 2 e 3 secondo l'approccio fixed boundary system, che consente un confronto omogeneo delle performance tra i produttori di acciaio. Questo obiettivo e' del tutto allineato con il percorso di decarbonizzazione di 1,5 C dell'Agenzia Internazionale dell'Energia e corrisponde a una riduzione delle emissioni di circa il 23% rispetto al valore di riferimento di 1,45 tCO2/tAcciaio del 2022, relativo ad un portafoglio di finanziamenti pari a 2,2 miliardi di euro. L'indice di allineamento del portafoglio della banca per il 2022, calcolato in base alle linee guida SSP, si attesta a -0,69, posizionando le emissioni del portafoglio al di sotto dello scenario di decarbonizzazione IEA 1.5. Per raggiungere il nuovo obiettivo, UniCredit continuera' a impegnarsi con i suoi clienti del settore, sostenendo i loro piani di decarbonizzazione attraverso la consulenza Esg e l'offerta di finanziamenti green e di transizione. com/bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

18/01/2024 11:31
 
Azioni, le migliori e le peggiori del Ftse Mib da inizio 2024. I 6 titoli su cui puntare secondo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo
MERCATI AZIONARILeggi dopo

Azioni, le migliori e le peggiori del Ftse Mib da inizio 2024. I 6 titoli su cui puntare secondo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo​

di Francesca Gerosa
tempo di lettura 7 min

Le valutazioni del Ftse Mib si confermano contenute (p/e inferiore a quello dell’Euro Stoxx e alla media storica decennale). La dinamica degli utili futuri punta verso una stabilizzazione (-1,3% nel 2024 e +3% nel 2025), offrendo una buona visibilità sulla remunerazione degli azionisti attraverso buyback e dividendi. Ecco chi rende oltre il 6% secondo le stime dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo


Gli stralci:

Le migliori e peggiori azioni del Ftse Mib da inizio 2024

Nell’ultimo mese e anche da inizio anno la performance migliore appartiene a Iveco, che beneficia di una serie di re-rating sul titolo (giudizi dei broker in miglioramento). Dopo un andamento positivo delle vendite di camion nel corso del 2023, la società dovrebbe essere favorita anche dall’ottimizzazione del capitale circolante e da prezzi di vendita in aumento. Il Capital market day in calendario a marzo è un evento importante per il titolo.



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Prosegue poi l’apprezzamento di Leonardo, che vanta un crescente portafoglio ordini guidato dal rafforzamento dei mezzi di difesa da parte di molti stati a livello internazionale. Inoltre, la società partecipa in partnership a programmi di potenziamento della difesa europea, sottolinea l’esperta dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, notando l’apprezzamento di Pirelli, che ha visto un rafforzamento della catena di controllo italiana, che fa capo a Tronchetti Provera Camfin con il 20,6%, a cui si somma il 6% detenuto da Brembo per un totale di circa il 26,5%, verso il 37% detenuto dal socio cinese Chemchina.



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La peggior performance nell’ultimo mese e da inizio anno spetta a STMicroelecronics sulle attese di un primo semestre debole per gli utili del comparto semiconduttori a livello generale, a cui dovrebbe seguire, però, una ripresa significativa nella seconda parte dell’anno e nel 2025. Prese di profitto anche per Campari che per finanziare l’acquisizione del brand di cognac Courvoisier ha emesso nuove azioni e obbligazioni convertibili con un effetto diluitivo sugli utili attesi. Avvio d’anno negativo poi per Tenaris, che potrebbe subire un rallentamento della domanda di tubi senza saldatura sul mercato americano, secondo alcune proiezioni di settore, precisa Ester Brizzolara.
 

Economia: Padoan (Unicredit), norme non ostacolino attivita' d'impresa​

MILANO (MF-NW)--"Bisogna cambiare le norme per renderle piu' efficaci nel gestire le realta' di oggi ma bisogna anche applicarle in modo che non siano di ostacolo all'attivita'" delle imprese. "Perche' l'applicazione della norma, soprattutto quando non e' disegnata in maniera impeccabile, diventa cruciale e permette comportamenti che finiscono per arrestare lo sviluppo invece che amplificarlo". Lo ha dichiarato Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit, nel suo intervento a un evento in corso a Palazzo Mezzanotte. bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
19/01/2024 12:33


Ue: Padoan(Unicredit), unione bancaria non sta facendo progressi​

MILANO (MF-NW)--"Sono totalmente d'accordo che che ci sia un enorme bisogno di far fare un salto di qualita' nell'unione dei mercati dei capitali e nell'unione bancaria. E ovviamente vedere queste due cose come capitoli dello stesso libro. In un mondo migliore di quello di oggi dovremmo avere un'unione finanziaria in cui c'e' il credito, ci sono altre forme di finanziamento, ci sono imprese finanziarie non bancarie che fanno il mestiere che fanno essenzialmente le banche. Queste cose cambieranno il sistema di riferimento delle imprese ma le imprese dovranno essere in grado di adattarsi ai nuovi valori di riferimento, cosa che in alcuni Paesi e' piu' facile, ma nei Paesi europeo meno, anche perche' l'unione bancaria non sta facendo progressi. Anzi, sembra che in alcuni casi la sua implementazione vada all'indietro". Lo ha dichiarato Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit, nel suo intervento a un evento in corso a Palazzo Mezzanotte. bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
 
Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione
Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione
Torre Generali

Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione​

di Sara Bichicchi

Generali ha superato la soglia psicologica dei 20 euro per azione, che non raggiungeva dal 2022, e in un anno è cresciuta del 16%. Ma c’è chi ha fatto anche meglio, a partire dalle banche e da Ferrari​



Generali ha superato la soglia psicologica dei 20 euro per azione, un livello che non vedeva da due anni, e la capitalizzazione della società è arrivata a 31,8 miliardi di euro (dati a venerdì 19 gennaio). Con questi numeri è l’ottava società per market cap a Piazza Affari. E la seconda, tra le dieci più capitalizzate del Ftse Mib, per performance in borsa nell’ultimo mese (+6,5%).

Sul listino milanese il primato, in termini di valore sul mercato, va a Enel che ha una capitalizzazione di circa 67,3 miliardi di euro, seguita da Stellantis (62,8 miliardi) e Ferrari (62 miliardi). Tra dicembre e gennaio, tuttavia, il titolo di Enel è rimasto sostanzialmente piatto, mentre Stellantis ha ceduto oltre l’8%. Buona la tenuta di Ferrari, che negli ultimi 30 giorni ha guadagnato l’1%, e di Snam, decima per market cap a quota 16 miliardi, che è cresciuta dell’1,6%. Negativi, invece, gli andamenti mensili di Tenaris (capitalizzazione di 17,1 miliardi, nono posto), in calo dell’8,8%, e Stm(market cap di 36,7 miliardi, settima) che ha perso circa l’11%, uno dei trend peggiori del Ftse Mib da inizio anno.

I rialzi più sostenuti nell’ultimo mese sono arrivati dal comparto banche-assicurazioni.In particolare Unicredit - con una capitalizzazione di 45,5 miliardi di euro (quinto posto) - è passata dai 24,3 euro per azione del 19 dicembre ai 26,5 euro della chiusura di venerdì 19 gennaio. Il balzo, dunque, è del 9,6%. Ma il rally della banca guidata da Andrea Orcel, che a breve nominerà il nuovo cda, è ancora più evidente su base annuale: in questo caso il rialzo è dell’80%, il più elevato nella top ten delle più capitalizzate. Dopo Unicredit c’è Intesa Sanpaolo. L’istituto guidato da Carlo Messinaha guadagnato il 5% in un mese e il 22,5% in un anno. In mezzo, appunto, Generali, che è salita del 6,5% su base mensile e del 16% in 365 giorni.
Dopo Unicredit, che stacca tutte le altre, le migliori tra le regine della capitalizzazione, su un anno, sono Ferrari (+43,5%) e Stellantis (+37,9%). In frenata, invece, le utilities con Eni sostanzialmente stabile e Snam in calo del 5,5%, mentre Enel è cresciuta di circa il 15%. Negativo anche il bilancio di Tenaris che ha ceduto il 16% mentre Stmregistra un rialzo del 2,6%. (riproduzione riservata)

Milano Finanza - Numero 015 pag. 8 del 20/01/2024

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Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays
Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays


Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays​

di Francesca Gerosa

Le banche italiane sono attese al test delle trimestrali: ad aprire le danze sarà Unicredit il 5 febbraio. Barclays si aspetta conti positivi e nessuna sorpresa negativa sul margine di interesse. Ma taglia le stime di utile per il 2024 e il 2025 e rivede i target price. 5 i buy



Le banche italiane sono attese al test delle trimestrali: ad aprire le danze sarà Unicreditil prossimo 5 febbraio. Seguiranno Intesa Sanpaolo (6 febbraio), Mps e Bper Banca il 7 febbraio, Banco Bpm e Credem l’8 febbraio e Mediobanca il 9 febbraio. Barclays, nel complesso, si aspetta che l'utile netto del quarto trimestre del 2023 sia solido, che le previsioni di utile per azione (eps) per il 2024 siano mantenute e che i messaggi sui ritorni di capitale siano positivi. Tutto questo è generalmente riflesso nelle stime del consenso, tuttavia le reazioni dei prezzi dei titoli delle banche italiane dipenderanno dalle azioni a sostegno della credibilità degli eps, secondo la banca d’affari. A questo proposito, «riteniamo che Intesa Sanpaolo e Unicredit siano posizionate in modo ottimale», si legge nel report di Barclays raccolto da milanofinanza.it.

Le guidance sul margine di interesse verranno confermate

Più in dettaglio, la previsione di Barclays sul margine di interesse per il 2024 è ancora in linea con le precedenti indicazioni delle stesse banche che il broker si aspetta vengano confermate, considerando i seguenti fattori: in primo luogo l’Euribor a 1 mese e a 3 mesi è stabile o leggermente inferiore rispetto all'anno precedente, in base alla curva dei tassi forward; il primo trimestre che dovrebbe mostrare un calo anno su anno dell'Euribor è il terzo di quest’anno (nel secondo è atteso piatto). «Ciò potrebbe favorire l’andamento del margine di interesse delle banche italiane», dice Barclays.

Barclays riduce le stime sul margine di interesse per il 2024 e il 2025

In secondo luogo il beta dei depositi è ancora molto basso. Aumenterà nonostante il taglio dei tassi? «È possibile che il princing dei depositi a termine diminuisca, ma lo stock è basso in Italia, il 13% dei depositi totali del settore secondo i dati di novembre 2023 della Bce», aggiunge Barclays. In terzo luogo, lo spread degli asset potrebbe subire una certa pressione competitiva. Questo non è ancora visibile in Italia, ma potrebbe verificarsi nel contesto di una bassa crescita/domanda di prestiti. «Complessivamente, riduciamo le nostre stime sul margine di interesse del settore bancario italiano per il 2024 dello 0,5% in media e del -2,7% nel 2025, riflettendo le ultime stime sui tassi del nostro team macroeconomico e il loro effetto sulle strategie di copertura e sulla sensibilità delle banche; ciò è parzialmente compensato dalle considerazioni sopra menzionate sul trend del beta dei depositi».

Nessuna sorpresa dai conti del quarto trimestre del 2023

Per quanto riguarda i conti del quarto trimestre del 2023 Barclays non vede sorprese; sicuramente saranno positivi, ma non dovrebbero influenzare in modo significativo i cambiamenti delle stime di eps. «Secondo noi, le reazioni dei prezzi dei titoli delle banche italiane dipenderanno più dalle azioni/annunci che sostengono la credibilità dell'utile per azione nel 2024 e oltre», afferma Barclays citando due esempi: Unicredite Intesa Sanpaolo.

Le spese di ristrutturazione di Unicredit dovrebbero essere utilizzate per avviare importanti azioni di riduzione dei costi. Il management della banca punta a essere il più possibile vicino all'obiettivo originale del piano industriale di 9,4 miliardi di euro di spese operative nel 2024 (il consenso stima 9,6 miliardi). Infatti, «se dovesse registrare 0,8 miliardi di spese di ristrutturazione nel quarto trimestre dello scorso anno, Unicredit potrebbe risparmiare 0,2 miliardi l'anno, se pagasse circa l'80% degli stipendi per 5 anni a circa 3.000 dipendenti», precisa Barclays.

Nel caso, invece, di Intesa Sanpaolo, Barclays ha calcolato che una distribuzione extra fino a 2 miliardi di euro lascerebbe l’istituto con un coefficiente patrimoniale sopra il 13%. « Intesa Sanpaolo potrebbe annunciare un buyback come parte della sua politica di distribuzione del capitale del 2023. Questo spingerebbe l’eps», prevede Barclays. Cosa potrebbe andare storto? «Pensiamo che la principale sorpresa negativa potrebbe essere una revisione più ampia del margine di interesse, rispetto alle nostre aspettative, non compensata da altri fattori a livello di utile per azione», avverte la banca d’affari.

In generale, Barcalys si aspetta nel quarto trimestre del 2023 ricavi solidi, con un margine di interesse quasi stabile rispetto al trimestre precedente e in aumento anno su anno (+24% anno su anno per Intesa Sanpaolo, +4% per Unicredit, +20% per Mps, +18,3% per Banco Bpm, +49,7% per Bper Banca, +11% per Mediobanca e +30% per il Credem) così come per le commissioni (-5,9% anno su anno per Intesa Sanpaolo, -0,8% per Unicredit, +7,3% per Mps, -0,5% per Banco Bpm, -2% per Bper Banca, -15,6% per Mediobanca e -2,1% per il Credem) che potrebbero non mostrare la normale stagionalità positiva del quarto trimestre a causa della competizione del Btp Valore, del trend di mercato generalmente attenuato per le commissioni nella gestione patrimoniale e anche della stabilità della domanda di prestiti/attività corporate per le commissioni bancarie tradizionali. Mentre i costi dovrebbero riflettere la tipica stagionalità negativa del quarto trimestre e l'impatto retroattivo del nuovo contratto di lavoro. In attesa dei conti, Barclays ha ridotto le stime di utile netto delle banche italiane in media dello 0,1% per il 2024 e del -2,6% per il 2025. Per Mps ha ridotto il costo del capitale proprio per riflettere la riduzione del rischio connessa con gli sviluppi positivi del quarto trimestre sul fronte del rischio legale.

Barclays rivede stime e target price, 5 i buy tra le banche italiane

Quindi, Barclays ha confermato il rating overweight (sovrappesare in portafoglio) suMps con un target price rivisto da 3,40 a 3,70 euro, su Bper (target price da 4,50 a 4,40 euro), su Banco Bpm (target price a 7 euro), su Intesa Sanpaolo (target price a 3,50 euro) e su Unicredit (target price da 32,70 a 33,50 euro). Invece, ha un rating equal weight su Credem (target price da 8,80 a 8,40 euro) e Mediobanca (target price da 12,40 a 12,70 euro).

Orario di pubblicazione: 22/01/2024 10:07
Ultimo aggiornamento: 22/01/2024 11:50
 
Mps, il 7 febbraio la trimestrale. Equita: possibile il ritorno del dividendo già sul bilancio 2023. Le stime
Mps, il 7 febbraio la trimestrale. Equita: possibile il ritorno del dividendo già sul bilancio 2023. Le stime


Mps, il 7 febbraio la trimestrale. Equita: possibile il ritorno del dividendo già sul bilancio 2023. Le stime​

di Francesca Gerosa

Equita si aspetta un buon trimestre sul fronte dei ricavi. Come per altre banche i costi del personale aumenteranno dopo il rinnovo del contratto bancario. Possibile la distribuzione di un dividendo già a valere sul bilancio 2023 (l’ultimo è stato pagato nel 2011), ecco di quale ammontare e il rendimento. M&A? Unicredit rimane il principale potenziale acquirente di Mps, secondo Mediobanca Research :eek:


Lo stralcio:

Mediobanca Research: Unicredit rimane il potenziale acquirente chiave di Mps

Anche Mediobanca Research (rating neutral e target price a 3,60 euro) non si aspetta una cedola a valere sul bilancio 2023, lo ritiene possibile nel 2024 (yield del 4,8%, attualmente il consenso prevede che non verrà distribuito alcun dividendo nel 2023 e stima un pay-out del 15% circa nel 2024), ma osserva che quest’anno potrebbe essere cruciale nel definire il futuro del Monte. «Riteniamo che il consolidamento in Italia possa registrare ulteriori sviluppi quest’anno. E Mps potrebbe diventare un attore chiave, poiché il rischio legale si è attenuato e il coefficiente patrimoniale Cet1 si avvicinerà al 18% nel 2024. Secondo noi, l'obiettivo finale è che Mps venga acquisita da un concorrente, che, a nostro avviso, potrebbe essere Unicredit, Banco Bpm o Bper Banca. Escludiamo Intesa Sanpaolo per motivi antitrust, così come Bnp Paribas e Credit Agricole, ipotizzando che il governo preferisca partner italiani. Secondo noi, Unicredit rimane il principale potenziale acquirente, mentre una fusione con Banco Bpm o Bper Banca potrebbe comportare un delicato equilibrio tra il Cet1 e la quota in mano al governo, con la complicazione del socio di controllo in Bper Banca».
 

Unicredit: rimborso anticipato del prestito tier 2 in scadenza al 2029​

MILANO (MF-NW)--Con riferimento ai titoli 'UniCredit S.p.A. _1.000.000.000 Fixed Rate Resettable Tier 2 Subordinated Callable Notes' in scadenza al 20 febbraio 2029, datati 18 febbraio 2019, l'istituto ha ricevuto l'autorizzazione della Bce per esercitare l'opzione di rimborso integrale in via anticipata in data 20 febbraio 2024. Il rimborso, si apprende da una nota, avverra' alla pari insieme agli interessi maturati e non corrisposti. Questi ultimi smetteranno di maturare alla data del rimborso anticipato. com/bon (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
 
Unicredit, il consenso degli analisti prevede 8 miliardi di utile nel 2023 e una frenata nel trimestre. La call sul bond Tier 2
Unicredit, il consenso degli analisti prevede 8 miliardi di utile nel 2023 e una frenata nel trimestre. La call sul bond Tier 2
Andrea Orcel, Unicredit

Unicredit, il consenso degli analisti prevede 8 miliardi di utile nel 2023 e una frenata nel trimestre. La call sul bond Tier 2​

di Elena Dal Maso

Il rialzo dei tassi ha effettuato un potente effetto traino sui profitti della banca (i conti il 5 febbraio), secondo le attese degli analisti, con un balzo atteso di oltre il 22%. Che però potrebbe svanire nel quarto trimestre. Unicredit esercita la call su un bond subordinato che rende il 7,3%. Il titolo resta best pick di Kbw



Si avvicina la data di pubblicazione dei conti di Unicredit, lunedì 5 febbraio, relativi al quarto trimestre e a tutto il 2023. La banca milanese, guidata dal ceo Andrea Orcel, nel frattempo ha aggiornato le informazioni sul piano di buyback e annunciato il riacquisto di un bond subordinato. Intanto è uscito il consenso degli analisti raccolto dallo stesso gruppo finanziario sui conti in arrivo. Il titolo della banca apre in rialzo dello 0,36% a 26,64 euro per 47,5 miliardi di capitalizzazione.

Buyback per 2,8 milioni di azioni fra il 15 e il 19 gennaio​

Unicredit ha annunciato ai mercati martedì di aver acquistato 2,8 milioni di azioni proprie tra il 15 e il 19 gennaio. I titoli sono stati rilevati al prezzo medio di 25,7658 euro per un controvalore complessivo di 73,3 milioni.
A seguito dell'annullamento delle azioni proprie avvenuto il 16 gennaio, Unicredit detiene ora 6,8 milioni di azioni proprie pari allo 0,4% del capitale sociale.

Unicredit esercita la call sul bond Tier 2 da un miliardo​

Unicredit ha comunicato martedì l’operazione di rimborso anticipato del bond subordinato di tipo Tier 2 a tasso fisso da 1 miliardo di euro con scadenza 20 February 2029 (ISIN XS1953271225). Attualmente il bond scambia a 100,09 e rende il 7,34% lordo.

La banca ha spiegato di aver ricevuto l’autorizzazione della Banca Centrale Europea all’operazione e che eserciterà l’opzione di rimborso integrale dei titoli in via anticipata il 20 febbraio 2024. Il rimborso anticipato avverrà alla pari, insieme agli interessi maturati e non corrisposti.

Il consenso degli analisti sul quarto trimestre 2023 e sul 2023

Il consenso degli analisti raccolto da Unicredit si aspetta che la banca milanese chiuda il 2023 con ricavi per 23,454 miliardi di euro rispetto a 20,343 del 2022, un margine di interesse per 13,868 miliardi (rispetto a 10,692 miliardi di un anno prima, trainato dall’aumento storico dei tassi), commissioni per 7,441 miliardi (erano 6,841 miliardi l’anno precedente).

I costi operativi sono attesi a 9,518 miliardi (da 9,560 miliardi), il margine operativo lordo a 13,936 miliardi (da 10,782 miliardi del 2022), in forte salita l’utile operativo atteso dagli analisti per 13,029 miliardi (erano 10,782 miliardi) con le rettifiche su crediti per 908 milioni rispetto a 1,984 miliardi (oltre il doppio) di dodici mesi prima. E quindi l’utile netto atteso per il 2023 è di 7,906 miliardi da 6,458 miliardi precedenti, un balzo del 22,4% anno su anno.

Per quanto riguarda invece le attese sul quarto trimestre 2023, gli analisti si aspettano ricavi per 5,558 miliardi da 5,719 miliardi del quarto trimestre 2022, interessi netti per 3,473 miliardi (3,426 miliardi un anno prima), commissioni per 1,771 miliardi (da 1,622 miliardi), utili da trading per 290 milioni (da 613 milioni), un utile operativo lordo per 3,054 miliardi (da 3,246 miliardi) e un utile netto da 1,209 miliardi rispetto a 2,464 miliardi del quarto trimestre 2022.

Kbw: Unicredit, Bper e Credem best picks​

Gli analisti di Kbw hanno ridotti in media i target price dell’1% nel report sulle preview dei conti relativi alle banche italiane e spagnole mantenendo invariate le raccomandazioni. Si aspettano che il quarto trimestre del 2023 sia «un altro trimestre solido per le banche, ma che il principale motore della performance sarà la guidance sul margine di interesse - NII – e sul rendimento del capitale».

I titoli preferiti tra le large cap continuano ad essere BBVA e Unicredit (rating outperform, 37,23 euro) e tra gli altri piacciono anche Bper (outperform, target price 5,27 euro) e Credem (outperform, prezzo obiettivo a 12,8 euro). E, «per i più coraggiosi pensiamo che anche Mps (marketperform, target price 4,06 euro) potrebbe essere interessante».
Conclusione dell’anno solida, scrive Kbw, «ma le guidance per il 2024 saranno fondamentali. Per il quarto trimestre del 2023 ci aspettiamo un NII resiliente, costi e qualità degli asset sotto controllo e potenziali prospettive positive in termini di commissioni». Il capitale dovrebbe chiudere l'anno a livelli «robusti».

Target price: chi sale e chi scende​

L'evoluzione prevista sui beta di deposito (remunerazione ai correntisti) e la «sensibilità aggiornata ai tagli dei tassi sono aree in cui ci si aspetta che il management fornisca ulteriori dettagli». Il mercato rimane «troppo pessimista riguardo alle prospettive di profitto – sottolineano gli analisti di Kbw – … troppo scettico riguardo alla sostenibilità degli utili per le banche sensibili ai tassi (che è il modo in cui viene percepita la maggior parte delle banche spagnole e italiane)».

Saremmo sorpresi, aggiungono gli analisti, «se i team di gestione fossero rimasti inattivi negli ultimi mesi e non avessero cercato modi per mantenere tassi elevati. Di conseguenza, a nostro avviso, i team di gestione che delineano chiaramente le azioni intraprese per ridurre la sensibilità ai tagli dei tassi vedranno maggiore credibilità collegata alle guidance per il 2024».

I target price scendono soprattutto per per Sabadell, Unicredit e Banco Bpm(quest’ultimo ha rating market perform, prezzo obiettivo a 6,87 euro) (rispettivamente del’11%, 10% e 4%, e aumentano per Credem e Mps (rispettivamente del 7% e 4%). Le valutazioni si fondano sugli utili del 2025 attualizzati al 24 dicembre, con un tasso di deposito medio della Bce del 2,5% nel 2025.

Orario di pubblicazione: 23/01/2024 08:13
Ultimo aggiornamento: 23/01/2024 11:48
 
Azioni, ecco le banche italiane che nel 2024 risentiranno dei tagli dei tassi. I dividendi più a rischio

Azioni, ecco le banche italiane che nel 2024 risentiranno dei tagli dei tassi. I dividendi più a rischio​

di Francesca Gerosa

Nel 2023, secondo le stime di Mediobanca Research, le banche italiane dovrebbero registrare una crescita notevole del margine di interesse: +44% grazie ai tassi più elevati e una remunerazione limitata sui depositi. Un trend che si invertirà nel 2024. Tre le banche italiane più sensibili a un taglio dei tassi. Una, in caso di M&A, potrebbe trasformarsi in una trappola di valore




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Mediobanca Research ha adottato una posizione costruttiva sulle banche italiane sensibili ai tassi nel 2023 (con rating outperform su Unicredit, Bper e Banco Bpm fin dall'inizio dell'anno), poiché l’aumento del costo del denaro ha portato a un aumento rilevante dei margini, a rendimenti elevati e una solida generazione di capitale. Tuttavia, nel 2024 la banca d’affari ritiene che la situazione possa cambiare radicalmente. L'inflazione, infatti, dovrebbe avvicinarsi all'obiettivo della Bce nei prossimi mesi, determinando un cambiamento nella politica monetaria della banca centrale e implicando significativi tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025. La curva dei tassi forward implica un taglio di circa 150 punti base nel 2024, seguito da ulteriori 50 punti base nel 2025.

Mediobanca Research declassa Banco Bpm, Bper Banca e la Popolare di Sondrio

Nel 2023, secondo le stime di Mediobanca Research, le banche italiane dovrebbero registrare una crescita notevole del margine di interesse: +44% poiché i tassi più elevati e una remunerazione limitata sui depositi (10-15% il beta sui depositi) hanno fatto aumentare i rendimenti (a doppia cifra nel 2023). «Ma temiamo che ciò possa invertirsi nel 2024 poiché i tassi in calo mostreranno che i rendimenti sono probabilmente giunti al picco nel 2023 e che potrebbero arrestarsi, per poi diminuire nel 2024 e ancora di più nel 2025», avverte la banca d’affari. In questo contesto, «una posizione molto positiva sulle banche non è più appropriata».

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Per questo, nell’outlook 2024 sull’Italia datato 15 gennaio e visionato da Milanofinanza.it, la banca d’affari ha tagliato il rating sulle banche italiane più sensibili ai tassi, ovvero Banco Bpm (target price rivisto da 6,10 a 5,25 euro), Bper Banca (target price da 4,90 a 3,40 euro) e la Popolare di Sondrio (target price da 5,40 a 5,50 euro), a underperform, un doppio downgrade da outperform nel caso delle prime due. Nel contempo, ha confermato il rating outperform su Unicredit (target price a 34 euro) alla luce di un Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) stabile al 12%, un generoso ritorno di capitale e multipli non cari. Invece, ha un rating neutral su Intesa Sanpaolo, Mps e Cred

Le banche italiane più sensibili a un taglio dei tassi

Le azioni delle banche italiane sono cresciute del 40% nel 2023 grazie al forte momentum a livello di utile per azione (eps) e al ritorno di capitale solido. Unicredit, Bper Banca, Mps e la Banco Popolare di Sondrio sono state le azioni che hanno registrato le migliori performance. « Unicredit è stata la stella del 2023, ma crediamo che sia ben posizionata per continuare a performare bene. Riteniamo anche che il pay-out (quota di utile da distribuire agli azionisti, ndr) del gruppo possa raggiungere il 100%».

Invece, Intesa Sanpaolo dovrebbe continuare a registrare un elevato Rote, intorno al 15-16%, anche con tassi più bassi grazie al trading e ai ricavi da commissioni. «Mentre Banco Bpm ha annunciato una strategia di ritorno del capitale convincente, ma temiamo che con tassi più bassi e un margine di interesse molto sensibile ai tassi, l'utile per azione possa subire pressioni e di conseguenza anche il dividendo», avverte Mediobanca Research. Per questo il rating scende a underperform. Quanto a Bper sta scambiando a multipli relativamente bassi, «ma temiamo che la redditività del 2023 non sia sostenibile, poiché i tagli ai tassi si faranno sentire sui conti del 2024 e del 2025. Inoltre, la discussione su potenziali M&A nel 2024 potrebbe trasformare Bper da valore a trappola di valore, secondo noi. Da qui il rating underperform», continua Mediobanca Research.

Anche Mps potrebbe essere coinvolta nel processo di consolidamento in Italia nel 2024. La Popolare di Sondrio, la scorsa settimana data come possibile preda di Unicredit (ha smentito), subirà come i competitor l’impatto dei tassi più bassi, ma «la mancanza di un supporto dal ritorno di capitale ci fa pensare che il prezzo dell’azione potrebbe sottoperformare l'indice Euro Stoxx Banks nel 2024, data la sua valutazione a premio. Infine, Credem è una banca sensibile ai tassi che non sarà immune dal calo del costo del denaro, ma il modello di business diversificato potrebbe aiutarla nell'attuale contesto, nonostante un rendimento relativamente basso dei dividendi».

Dividendi a rischio?


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A questo proposito, nonostante le buone performance nel 2023, le banche italiane continuano a offrire rendimenti dei dividendi interessanti, in media circa l’8% nel 2023-2024 o circa il 13-11,5% includendo i buyback. Unicredit, continua la banca d’affari, rimane l’istituto di credito che offre la migliore remunerazione agli azionisti anche in Europa, con buyback stimati per circa 5 miliardi di euro sugli utili del 2023 (già in corso), compatibili con un pay-out del 100%, e con buyback per 3,8 miliardi nel 2024. La remunerazione complessiva è pari a circa il 15% della capitalizzazione di mercato.

Intesa Sanpaolo dovrebbe annunciare un buyback con i risultati del quarto trimestre del 2023, stimato intorno a 1,5 miliardi di euro, ovvero lo 0,50% del coefficiente patrimoniale Cet1, dopo aver già pagato un interim dividend di 0,144 euro a novembre 2023. Invece a dicembre dello scorso anno Banco Bpm ha annunciato una politica dei dividendi generosa, basata su un aumento del pay-out al 70% nel 2025-2026. Nel 2023 la banca dovrebbe offrire un rendimento del 10,4% sugli utili del 2023 e anche un interim dividend con un rendimento del 7,5%, secondo Mediobanca Research.

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«Prevediamo poi che Bper offra un rendimento del 10-11% con un pay-out di circa il 35% nel 2023 e di circa il 45% nel 2024. Non ci aspettiamo sorprese dalla Popolare di Sondrio e dal Credem, che dovrebbero pagare, rispettivamente, il 50% e il 35% degli utili dichiarati nel 2023, offrendo, quindi, rendimenti rispettabili, ma non eccezionali. Anche Mps dovrebbe annunciare la sua politica dei dividendi con i risultati del quarto trimestre del 2023: ci aspettiamo che anticipi il pagamento di un dividendo al 2024 anziché al 2025». In realtà, ieri, 22 gennaio Equita ha detto di aspettarselo già sul bilancio 2023 (0,11 euro per azione). Attualmente, il consenso per Mps non prevede dividendi nel 2023 e un pay-out del 15% nel 2024.

Orario di pubblicazione: 23/01/2024 13:31
Ultimo aggiornamento: 23/01/2024 14:32
 
Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti
Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti
BANDIERA TEDESCA GERMANIA

Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti

di Alberto Chimenti (MF-Newswires)

Per la presidente della Federal Financial Supervisory Authority tedesca (BaFin), le banche tedesche dovrebbero accantonare i recenti profitti record per far fronte alle insolvenze dei clienti e alle difficoltà derivanti dai rialzi dei tassi di interesse che non si sono ancora manifestate




Per il presidente della Federal Financial Supervisory Authority tedesca (Autorità federale di vigilanza finanziaria, meglio nota come BaFin), le banche dovrebbero accantonare i recenti profitti record per far fronte alle insolvenze dei clienti, poiché l'impatto dell'aumento dei tassi di interesse si ripercuote sull'economia.

Nel 2023 il settore ha beneficiato dei rialzi dei tassi di interesse delle Banche centrali, mantenendo bassi quelli di deposito. Gli istituti di tutto il mondo hanno inasprito la politica monetaria in modo aggressivo negli ultimi due anni nel tentativo di domare l'impennata dell'inflazione, ma l'attenzione si è ora spostata su quando la Fed, la Bce e la BoE ricominceranno a ridurre il costo del denaro. Sebbene le economie si siano dimostrate sorprendentemente resistenti all'aumento dei tassi di interesse, molti responsabili politici hanno avvertito che l'impatto sulle famiglie e sulle imprese deve ancora essere pienamente avvertito.

Anche il capo dell'autorità di vigilanza tedesca ha puntualizzato alla Cnbc che, sebbene lo shock derivante dall'aumento dei tassi sia stato «digerito nei libri bancari», potrebbero esserci ulteriori problemi. «Le difficoltà che derivano da questo contesto di tassi per i clienti del settore bancario - che si tratti del settore immobiliare o dell'economia reale - non si sono ancora manifestate», ha avvertito il presidente, aggiungendo che «non sarà facile» ripetere la redditività dello scorso anno. Pertanto le banche dovrebbero «accantonare il più possibile per far fronte ai costi che stanno arrivando, perché arriveranno», ha concluso il numero uno dell'authority tedesca.

Orario di pubblicazione: 24/01/2024 11:59
Ultimo aggiornamento: 24/01/2024 13:58
 
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