EVIDENTE, tuttavia, fino a che punto le sanzioni, introdotte per la prima volta nel 2005 e fortemente inasprite a partire dal 2015 fino a «un embargo economico totale nell’agosto del 2019», abbiano «aggravato i problemi» preesistenti (e, si può aggiungere, impedito al governo di correre ai ripari per risolvere la crisi). Si spiegano così – secondo le conclusioni preliminari del rapporto che sarà presentato a settembre al Consiglio Onu per i diritti umani -, la riduzione addirittura del 99% delle entrate statali; l’erosione delle condizioni di lavoro; la caduta dei salari, passati da 150-500 dollari nel 2015 a 1-10 dollari nel 2020; il crollo dei servizi pubblici, compresa la fornitura di acqua ed elettricità; la scarsità di medicine; la crescita dell’insicurezza alimentare.
IN QUESTO QUADRO*drammatico, non poteva essere più decisa l’esortazione di Alena Douhan a Usa, Ue e altri paesi a ritirare le misure coercitive unilaterali contro il Venezuela, come pure quella rivolta al Regno Unito, al Portogallo e ancora agli Usa «a scongelare i fondi della Banca Centrale venezuelana» – pari a 6 miliardi di dollari, ora sotto il controllo di Juan Guaidó – per consentire l’acquisto di medicine, vaccini, alimenti, pezzi di ricambio e altri beni necessari a «garantire le necessità umanitarie del popolo del Venezuela e il recupero dei servizi pubblici» sotto la supervisione degli organismi delle Nazioni unite.
Qualcosa, al riguardo, sembra però cominciare a muoversi. Un primo segnale di un possibile ammorbidimento delle sanzioni da parte degli Usa è venuto il 2 febbraio dalla decisione del Dipartimento del Tesoro americano di autorizzare le operazioni ordinarie nei porti e negli aeroporti venezuelani, vietate da un ordine esecutivo emesso nel 2019 dall’amministrazione Trump, benché resti il divieto di transazioni o attività relative all’esportazione di diluenti «per produrre benzina direttamente o indirettamente».
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Nel rapporto ONU si parla di embargo economico totale dall'agosto 2019.....oltre a quanto evidenziato in fondo all'articolo....
Cominciamo a spiegare alcuni concetti di base.
Ipotizziamo anche che gli Stati Uniti abbiano deliberato, pensa un pò, un
embargo economico totale.
Qualcuno ha obbligato il Venezuela a far marcire il suo petrolio? No di certo. Possono venderlo a chiunque altro lo voglia, a partire da un miliardo di cinesi.
I
gringos, come li chiamano questi panzoni incompetenti, stanno rubando ai venezuelani il petrolio? Per niente. Non c'è un soldato americano nei pozzi del Venezuela.
Semplicemente il governo socialista non può vendere il petrolio alle aziende statunitensi.
Ma possono venderlo a qualunque altro, a partire dalla Cina, che ha tanta, tanta fame di petrolio.
Gli Stati Uniti hanno il diritto (visto che si parla di sovranità) di scegliere se vogliono commerciare con il Venezuela o no?
Perché il parlamento statunitense, ossia il Congresso, dovrebbe chiedere il permesso a Maduro o allo Zambia o ad altro membro dell'Onu se
non intendono avere a che fare con il Venezuela finché c'è Maduro?
Quando il COMECON - i comunisti dell'europa dell'est, economicamente falliti già a metà degli anni '80 - non commerciava con l'Occidente se non per alcuni beni scelti dal PCUS, stava violando i diritti umani dei paesi occidentali? Certo che no, era un loro diritto.
La verità molto semplice è questa: il Venezuela, che prima di Chavez estraeva 3 milioni di barili al giorno, grazie all'abolizione del calcolo economico (ossia dei sistemi capitalisti), non è più in grado, non dico di raffinare, ma di estrarre petrolio se non per 200-300 mila barili al giorno.
Alla fine di quest'anno, arriveranno, probabilmente sotto i 200 mila barili, sempre se non gli salta una manciata di trivelle, perché a quel punto i socialisti non sapranno come ripararle, se non con gli slogan delle loro pance grasse, "venceremos", "hasta la victoria", "hasta el socialismo", "hasta el bolivarismo". Sugli impianti hanno scritto - vatti a vedere le cerimonie su internet -, dopo l'ultima ondata di nazionalizzazioni, "El Venezuela es de todos".
Altro che pretendere che gli Stati Uniti
commercino con loro altrimenti violerebbero i diritti umani (la sciocchezza più marchiana della storia delle relazioni internazionali dopo il 2001).