Miei commenti:
1) mandare e-mails a parlamentari e' un diritto, e non costa nulla. Male non fa.
2) a parte lo spelling della parola "giudiziaria"... se il trattato bilaterale e' vigente, il diritto ad adire ad arbitrato sussiste. Ma non vi e' mai stato, credo, un obbligo dello Stato italiano di pagare le spese giudiziarie dei privati, tanto e' vero che nel caso Argentina intervenne l'ABI (associazione privata) tramite un veicolo ad hoc (task force argentina). Il Governo si guardo' bene dal prendere iniziative concrete.
3) circa il concetto che gli investitori hanno diritto all'intero claim, nessuno lo contesta, ma chi deve pagare e' il debitore, non lo Stato italiano o le banche italiane. Se il debitore non onora le sentenze, giudiziarie o arbitrali, di condanna a pagare, l'Italia non puo' far nulla, se non sequestrare i proventi di ipotetiche nuove emissioni di titoli con giurisdizione italiana, che in pratica non esistono ne esisteranno. Se vi sono sentenze di condanna a pagare valide o delibate in Italia, e vi sono beni commerciali del debitore siti in Italia, il creditore ricorrente puo' chiederne il sequestro giudiziario. In pratica, tuttavia, non vi sono beni sequestrabili di rilievo.
4) le quotazioni pre-default, invece, non hanno alcuna rilevanza rispetto al claim. Se un titolo di 1.000 dollari nominali va in default, il creditore ha diritto a ricevere 1.000 dollari +interessi e spese, indipendentemente dal fatto che il titolo e' stato pagato 1.000, 1.100, 500 o 55. Un prezzo pagato molto inferiore al nominale riflette unicamente una aspettativa limitata d potere in effetti ottenere il rimborso dovuto per tempo e per intero.
5) quanto sopra deriva banalmente dall'ABC delle obbligazioni NY law.