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1950 nasco in provincia di Cuneo
Bocciato due volte nell'istituto pubblico mi diplomo come geometra da privatista con il minimo dei voti, con una tesina sulla costruzione di una stalla
Lavoro come istruttore di sci e gestore di ristoranti prima di arrivare ad aprirne uno mio, iniziando così di fatto la mia carriera imprenditoriale.
Il ristorante dovette chiudere per debiti.
Ho fatto il promotore assicurativo a Saluzzo e dintorni, negli anni settanta collaboravo con un finanziere e costruttore edile di Cuneo, che aveva rilevato la Paramatti Vernici, azienda già di proprietà di Michele Sindona.
Nel 1979 il mio socio venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto.
In seguito alla scomparsa del socio mi trasferisco a Milano, dove inizio a frequentare l'ambiente della Borsa.
A Milano conosco Achille Caproni (Caproni Aeroplani), che mi affidò la gestione della CGI (Compagnia Generale Industriale), la holding del gruppo Caproni.
I risultati ottenuti però furono negativi: la Paramatti, acquistata nel frattempo da Caproni su mio consiglio, finì in un "crac" ed il pacchetto azionario dell'impresa fu venduto alla statale Efim; inoltre diverse altre società del gruppo fallirono, provocando la cassa integrazione di molti operai del gruppo ed un buco di 14 miliardi di lire tra banche e creditori.
Conclusasi la collaborazione con Caproni, mi presento per un breve periodo come agente discografico, spesso in compagnia di Iva Zanicchi, per poi dedicarmi ad affari connessi a bische clandestine e gioco d'azzardo, che mi portano ad essere condannato in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione dal Tribunale di Bergamo e a tre anni dal Tribunale di Milano.
In particolare i giudici di Milano mi ritennero essere a capo del cosiddetto Gruppo di Milano, uso ad agganciare clienti facoltosi a scopo di truffa ai tavoli verdi. Secondo gli inquirenti che scoprirono il giro, la truffa era organizzata da malavitosi di rango, mafiosi eredi del boss Francis Turatello, il cosiddetto re della mala milanese. L'attività del gruppo si interruppe grazie alle inchieste giudiziarie, che portarono ad una serie di arresti e ai due processi di Bergamo e Milano che coinvolsero tra gli altri anche l'amico Emilio Fede, assolto poi per insufficienza di prove.
A cadere nella rete del gruppo di Milano furono anche alcuni nomi noti, tra cui l'imprenditore Teofilo Sanson, il cantante Pupo, l'armatore Sergio Leone, l'ex vicepresidente di Confindustria Renato Buoncristiani e l'ex presidente di Confagricoltura Giandomenico Serra.
Riuscii ad evitare il carcere rifugiandomi a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia.
Durante la latitanza alle Isole Vergini, grazie all'amicizia con Luciano Benetton (conosciuto negli anni milanesi), apro alcuni franchising Benetton, facendo poi rapidamente carriera nel gruppo dirigente dell'azienda di Ponzano Veneto.
Rientrato in Italia, nonostante non mi interessasse nulla dello sport iniziai ad interessarmi al mondo della Formula 1.........
...e poi poi poi
quante cose volete sapere
Bocciato due volte nell'istituto pubblico mi diplomo come geometra da privatista con il minimo dei voti, con una tesina sulla costruzione di una stalla
Lavoro come istruttore di sci e gestore di ristoranti prima di arrivare ad aprirne uno mio, iniziando così di fatto la mia carriera imprenditoriale.
Il ristorante dovette chiudere per debiti.
Ho fatto il promotore assicurativo a Saluzzo e dintorni, negli anni settanta collaboravo con un finanziere e costruttore edile di Cuneo, che aveva rilevato la Paramatti Vernici, azienda già di proprietà di Michele Sindona.
Nel 1979 il mio socio venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto.
In seguito alla scomparsa del socio mi trasferisco a Milano, dove inizio a frequentare l'ambiente della Borsa.
A Milano conosco Achille Caproni (Caproni Aeroplani), che mi affidò la gestione della CGI (Compagnia Generale Industriale), la holding del gruppo Caproni.
I risultati ottenuti però furono negativi: la Paramatti, acquistata nel frattempo da Caproni su mio consiglio, finì in un "crac" ed il pacchetto azionario dell'impresa fu venduto alla statale Efim; inoltre diverse altre società del gruppo fallirono, provocando la cassa integrazione di molti operai del gruppo ed un buco di 14 miliardi di lire tra banche e creditori.
Conclusasi la collaborazione con Caproni, mi presento per un breve periodo come agente discografico, spesso in compagnia di Iva Zanicchi, per poi dedicarmi ad affari connessi a bische clandestine e gioco d'azzardo, che mi portano ad essere condannato in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione dal Tribunale di Bergamo e a tre anni dal Tribunale di Milano.
In particolare i giudici di Milano mi ritennero essere a capo del cosiddetto Gruppo di Milano, uso ad agganciare clienti facoltosi a scopo di truffa ai tavoli verdi. Secondo gli inquirenti che scoprirono il giro, la truffa era organizzata da malavitosi di rango, mafiosi eredi del boss Francis Turatello, il cosiddetto re della mala milanese. L'attività del gruppo si interruppe grazie alle inchieste giudiziarie, che portarono ad una serie di arresti e ai due processi di Bergamo e Milano che coinvolsero tra gli altri anche l'amico Emilio Fede, assolto poi per insufficienza di prove.
A cadere nella rete del gruppo di Milano furono anche alcuni nomi noti, tra cui l'imprenditore Teofilo Sanson, il cantante Pupo, l'armatore Sergio Leone, l'ex vicepresidente di Confindustria Renato Buoncristiani e l'ex presidente di Confagricoltura Giandomenico Serra.
Riuscii ad evitare il carcere rifugiandomi a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia.
Durante la latitanza alle Isole Vergini, grazie all'amicizia con Luciano Benetton (conosciuto negli anni milanesi), apro alcuni franchising Benetton, facendo poi rapidamente carriera nel gruppo dirigente dell'azienda di Ponzano Veneto.
Rientrato in Italia, nonostante non mi interessasse nulla dello sport iniziai ad interessarmi al mondo della Formula 1.........
...e poi poi poi
quante cose volete sapere