ortis
Tempus Fugit
- Registrato
- 27/2/06
- Messaggi
- 10.026
- Punti reazioni
- 4.158
E tutto questo e' capitato con l'€....
Ancora con questa storia che la lira ci salverà tutti.
Pensala come ti pare (giustamente).
La mio opinione è un'altra.
Follow along with the video below to see how to install our site as a web app on your home screen.
Nota: This feature may not be available in some browsers.
E tutto questo e' capitato con l'€....
In qualunque consesso di persone (dalla riunione di condominio alle organizzazioni internazionali, dall'asta del fantacalcio al meeting economico), se sei autorevole, credibile, solido nelle argomentazioni (cioè con studi e numeri a supporto), puoi assumere il ruolo di leader e guidare il resto dei partecipanti in decisioni condivise.
Se sei un analfabeta funzionale, senza competenze numeriche, superficiale e gretto, nessuno ti ascolta.
I primi, di solito, oltre a decisioni migliori per il gruppo, riescono ad avere anche una quota maggiore di vantaggi personali.
Il problema è che invece nella democrazia spesso sono i secondi ad avere maggior successo. Tu che leader preferiresti a rappresentare l'Italia nei consessi internazionali? Chi si lamenta del diametro delle "zucchine di mare" o chi guida le maggiori potenze industriali nella definizione di piani di investimento internazionali e politiche energetiche continentali?
Tanti elettori sono evidentemente attratti da mediocrità e superficialità.
Come chi continua a blaterare di "euro costruito su misura della Germania", "le sanzioni fanno più male a noi che a loro" ,"soppressione delle libertà costituzionali".
Io ci capisco il giusto, lo giro a voi perche' l'argomento e' caldo
https://www.corriere.it/oriente-occ...ne-c517b5f4-2b54-11ed-b268-2b12bb5640dc.shtml
La potentissima lobby che non ha interesse a spegnere l’inflazione
C’è un «grosso, sporco segreto» che ci impedirà di venire a capo dell’inflazione? Se c’è, si chiama debito.
L’inflazione lo riduce, e quindi c’è una lobby potentissima che ha un inconfessabile interesse a non stroncare gli aumenti dei prezzi: i grandi debitori del pianeta, a cominciare dagli Stati.
Un tema che estraggo dal Forum Ambrosetti di Villa d’Este-Cernobbio riguarda lo scenario dei tassi d’interesse.
Siamo alla vigilia di nuovi rialzi sia da parte della Federal Reserve sia da parte della Bce. Quando si parla di recessione in arrivo – o di recessione già iniziata di fatto – una delle cause che vengono citate è la «stretta monetaria». Ma di quale stretta parliamo?
Per adesso i tassi d’interesse rimangono in larga parte negativi, cioè inferiori all’inflazione.
Questo è vero per i tassi direttivi delle banche centrali, che sono una misura del compenso richiesto per fornire credito alle banche commerciali; è vero anche per i rendimenti dei titoli pubblici. Per esempio, negli Stati Uniti i buoni del Tesoro a breve termine (biennali) danno un rendimento del 3,5% circa. Quelli decennali rendono poco meno del 3,3%. Questi interessi pagati dal Tesoro di Washington agli investitori, vanno paragonati con un tasso d’inflazione che è al 9% annuo. Il tasso reale è il rendimento depurato dell’inflazione. Rimane pesantemente negativo, dunque, nonostante i recenti aumenti dei tassi. (Eravamo partiti da zero).
Il concetto di tasso reale non è teorico, ha conseguenze pratiche importanti. Un rendimento negativo significa che i risparmiatori non sono protetti dall’erosione di valore dei loro risparmi: i rendimenti che ricevono non bastano per mantenere il potere d’acquisto dei loro soldi. Significa, ad esempio, che molti pensionati o futuri pensionati stanno diventando più poveri se i loro risparmi sono investiti in titoli del Tesoro: quando verranno a scadenza, il capitale si sarà svalutato.
Un rendimento negativo genera, a livello macroeconomico, un trasferimento di ricchezza dai creditori ai debitori. E sappiamo che tra i più grandi debitori ci sono gli Stati. Dunque, malgrado il rincaro del costo del denaro, gli Stati stanno alleggerendo il peso dei loro debiti con l’inflazione.
È un meccanismo classico che ha operato in altri periodi storici: l’inflazione diminuisce il peso reale dei debiti, pubblici e privati.
La «stretta» monetaria in atto è in realtà assai poco restrittiva, almeno finora, se paragonata a quello che le banche centrali fecero negli anni Ottanta per venire a capo dell’inflazione che era divampata a partire dai due shock petroliferi degli anni Settanta. Negli anni Ottanta, guidati dal presidente della Federal Reserve Paul Volcker, i banchieri centrali riuscirono a ripristinare dei rendimenti reali positivi. Oggi sono ben lontani da quel traguardo. Per arrivare ad avere dei tassi superiori all’inflazione la Fed e la Bce dovrebbero continuare molto a lungo ad operare rialzi molto robusti. Alcuni degli esperti presenti al Forum Ambrosetti di Cernobbio pensano che le banche centrali non saranno così determinate come lo furono negli anni Ottanta e rinunceranno ad aumentare i tassi fino al livello che Volcker avrebbe considerato adeguato per stroncare l’inflazione.
I banchieri centrali di oggi «si spaventeranno prima»”, ha sostenuto qualcuno. Vuoi per le conseguenze sociali di una stretta che porterebbe un pesante ritorno della disoccupazione. (Ieri il dato Usa di agosto è stato positivo, +315.000 posti di lavoro, ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti). Vuoi perché viviamo in un mondo con troppo debito, e troppo debito sovrano: gli Stati hanno un enorme interesse a lasciar correre l’inflazione per ridurre il peso dei propri debiti; mentre un aumento troppo sostenuto dei tassi renderebbe più probabili delle bancarotte sovrane (anche l’Italia entrerebbe in una fase di grande fragilità visto il suo livello di debito pubblico).
Negli anni Ottanta i rapporti debiti/Pil erano una frazione degli attuali.
Se queste ipotesi sono vere, allora vivremo a lungo con un’inflazione più alta rispetto a quella a cui ci eravamo abituati negli ultimi 40 anni.
Oltre all’interesse degli Stati a imporre la tassa occulta dell’inflazione sui risparmiatori, tre fattori strutturali si aggiungono nel favorire uno scenario di inflazione prolungata.
Il primo è il progetto di divorzio Usa-Cina, cioè di rilocalizzazione industriale nei paesi geopoliticamente alleati o amici o affini all’Occidente. Quand’anche il divorzio dovesse essere solo parziale (com’è realistico), comporterebbe probabilmente degli aumenti nei costi di produzione.
Il secondo fattore inflazionistico sono i limiti all’immigrazione, che migliorano il potere contrattuale dei lavoratori nei paesi ricchi e quindi aiutano ad aumentare i salari.
Il terzo sono le politiche energetiche legate al cambiamento climatico, anch’esse in genere inflazionistiche perché la fonte energetica più a buon mercato è il carbone, tutte le alternative per una ragione o per l’altra hanno costi superiori.
In qualunque consesso di persone (dalla riunione di condominio alle organizzazioni internazionali, dall'asta del fantacalcio al meeting economico), se sei autorevole, credibile, solido nelle argomentazioni (cioè con studi e numeri a supporto), puoi assumere il ruolo di leader e guidare il resto dei partecipanti in decisioni condivise.
Se sei un analfabeta funzionale, senza competenze numeriche, superficiale e gretto, nessuno ti ascolta.
I primi, di solito, oltre a decisioni migliori per il gruppo, riescono ad avere anche una quota maggiore di vantaggi personali.
Il problema è che invece nella democrazia spesso sono i secondi ad avere maggior successo. Tu che leader preferiresti a rappresentare l'Italia nei consessi internazionali? Chi si lamenta del diametro delle "zucchine di mare" o chi guida le maggiori potenze industriali nella definizione di piani di investimento internazionali e politiche energetiche continentali?
Tanti elettori sono evidentemente attratti da mediocrità e superficialità.
Come chi continua a blaterare di "euro costruito su misura della Germania", "le sanzioni fanno più male a noi che a loro" ,"soppressione delle libertà costituzionali".
E tutto questo e' capitato con l'€....
grazie mille di questa risposta, se c'era un opuscolo significava che c'era l'intento di informare sulla questione.
ovviamente ti riferisci alla serie R. bisogna vedere se tale opuscolo c'era anche 10 anni prima... per la Q.
In linea di massima tutti i paesi nordeuropei...quando si saranno stufati di fare trasferimenti di denaro verso il sud per mantenere in vita paesi altrimenti falliti come l'Italia.
Su questo però Sconcordo.
L’Europa non è una Italia più grande, e l’euro non è per niente una Cassa del Mezzogiorno più grande.
I paesi nordeuropei non buttano soldi a ufo per salvare quelli più chitarra, vacanza e mandolino. La Grecia lo ha insegnato.
E nemmeno a noi, mi risulta che abbiano mai regalato nulla.
Tutto quello che viene concesso, casomai, lo è dopo la stipulazione di precisi impegni da parte nostra e dietro fornitura di precisissime garanzie.
Quelli pensano (e giustamente.. io alla solidarietà pelosa che finisce nell’ assistenzialismo non ho mai creduto) ai propri interessi in primis: l’errore casomai è stato nostro, o almeno di quella parte del nostro Paese che pensava di continuare a stare in spiaggia facendo lavorare i krukken e i loro satelliti.
Ovviamente noi, rassicurati dai vari Prodi di turno, ce ne siamo accorti quando ormai era troppo tardi, ma ripeto è un NOSTRO problema quello di non studiare bene le situazioni prima che queste si realizzino.
Ecco, però non ho mai capito su cosa si baserebbe di preciso questa narrazione.
Perché è sempre parso evidente a tutti che l'euro è stato cucito addosso alla Germania, mentre noi pensavamo al calcio, a lavorare un giorno in meno (Prodi) e in generale ad andare in vacanza, oltre che a sperare di farci mantenere dalla solidarietà del nord Europa..
Tranne la parentesi giallo verde di un anno negli ultimi 11 anni siamo stati governati da persone autorevoli (Monti gentiloni draghi renzi letta)
Vuoi dire che i risultati sono questi ?
Totalmente d'accordoTutto quello che viene concesso, casomai, lo è dopo la stipulazione di precisi impegni da parte nostra e dietro fornitura di precisissime garanzie.
Quelli pensano (e giustamente.. io alla solidarietà pelosa che finisce nell’ assistenzialismo non ho mai creduto) ai propri interessi in primis: l’errore casomai è stato nostro, o almeno di quella parte del nostro Paese che pensava di continuare a stare in spiaggia facendo lavorare i krukken e i loro satelliti.
Purtroppo sono molti di più i motivi per mettere in discussione l'Italia piuttosto che la UE.
L’opuscolo, stampato e distribuito nel 1996, è intitolato “Il Risparmio Postale”. Copertina blu.
Me lo diedero (o me lo feci dare io? Non è importante: importa che fosse disponibile) alla sottoscrizione della serie R, nel novembre ‘96.
Nella penultima pagina contiene lo storico dei rendimenti dei libretti dal 1976 in avanti e di tutte le serie dei buoni a partire dal 1974, nonché la normativa di riferimento che ha portato alla tassazione dei buoni prima al 6,125% e poi al 12,50 con tanto di decreti eccetera.
Ogni tanto salta fuori anche su eBay, ma ovviamente preferiscono non andarlo a cercare perché così in molti si guadagnano un po’ di pagnotta.. e qui mi fermo
ultimo messaggio altrimenti andiamo troppo ot, anche se cmq si tratta di investimenti, direi anche importanti.
sull'ultima frase beh come non essere d'accordo. in generale quando mi avvicino a qualsiasi partita iva, tengo una mano stretta sul portafogli, per cercare di difendermi.
sull'opuscolo del 1996, posso fidarmi di quello che dici, sul fatto che fosse esauriente. peccato che il buono l'ho magari comprato nel 1987... avrei preferito ci fosse un opuscolo nel 1987... e non ne ho idea se fosse presente o meno, ovviamente, dato che l'investimento non lo feci io. dico solo che il parente era piuttosto puntiglioso, e teneva tutto. se glielo avessero dato, sarebbe rimasto li con i titoli cartacei.
i decreti con cui hanno definito la serie Q li ho letti per intero. e seppur io sia piuttosto stupido, e faccia fatica a capire il linguaggio tipico delle leggi, ti assicuro che non è scritto come la tassazione sarebbe stata applicata. quindi difficilmente all'ufficio postale sarebbero stati in grado di spiegare qualcosa che non era ben definito.
nel 1996, la situazione era diversa.
cmq non mi aspetto niente, io li ho gia ritirati e va bene cosi.
mi incuriosisce solo fare chiarezza sulla questione, sapere esattamente come sono andate le cose.
Applausi!
peccato, sembravi ragionevole
Tassi in aumento
Inflazione in aumento
Euro che crolla
Stipendi fermi
Recessione alle porte
Quale e' l'obiettivo della UE ?