Vivere di rendita, posso (Vol. LXX)?

Stato
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...e non dai la colpa all'euro, all'Europa ed ai poteri forti

(non è riferito a te ma è solo una considerazione in generale)
No beh se qualcuno pensa che il mondo è contro di lui è finita. Ma lì non è un problema lavorativo, è un problema di vita.
L'EU e l'euro li ritengo una garanzia per il sistema economico Italiano è quella coperta che mi fa pensare se investire in btp con una certa tranquillità, ma questo è il mio personale parere.
 
Sulla seconda parte se non stai lavorando qualsiasi lavoro dovrebbe per lo meno essere preso in considerazione; quando già lavori spesso arrivano altre opportunità a meno che non ci sia spalla tonda
Certo, ma dipende dal lavoro che si fa, ci sono certi lavori che sono meramente relegati alla contrattazione collettiva (ex. infermiere) se sai che in Italia viaggi sui 1.600€ (senza straordinari e altre voci), e gli aumenti sono legati al ccnl. Cerchi il posto più vicino a casa.

Se sei ingegnere al "XY" e sai che ci sono possibilità di crescita professionale sei disposto a "sacrificarti" inizialmente di più.

La maggioranza della popolazione italiana credo svolga lavori rilegati esclusivamente ai minimi da ccnl.
 
I nonni lavoravano per tutta la vita rifacendosi il filo della schiena, molto più di noi.

Prendevano quel che prendevano (alcuni meno, altri di più).

Risparmiavano molto di più grazie a:

a) tenore di vita minimal, a differenza di oggi

b) black, imposizione fiscale leggera e controlli virtualmente inesistenti


Campavano in media 55 anni vs gli 80/85 attuali. Bei tempi1!11!1!1
 
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Certo, ma dipende dal lavoro che si fa, ci sono certi lavori che sono meramente relegati alla contrattazione collettiva (ex. infermiere) se sai che in Italia viaggi sui 1.600€ (senza straordinari e altre voci), e gli aumenti sono legati al ccnl. Cerchi il posto più vicino a casa.

Se sei ingegnere al "XY" e sai che ci sono possibilità di crescita professionale sei disposto a "sacrificarti" inizialmente di più.

La maggioranza della popolazione italiana credo svolga lavori rilegati esclusivamente ai minimi da ccnl.
Però qui parli già di una professione in mano. Diverse persone non hanno titoli di studio specifici, in quel caso, a mio avviso, senza trovare lo sfruttatore, conviene comunque accontentarsi nel caso del primo lavoro. Quando hai 20 anni parti basso, poi non sai mai cosa ti riserverà la vita. Se pensi a 20 anni senza un titolo di studio di partire e guadagnare 3k/mese solo perchè gli youtuber fanno i video con le collane d'oro e le vuoi avere anche te, potresti avere qualche delusione :) Questo in sostanza è ciò che volevo dire fin dall'inizio
 
Però qui parli già di una professione in mano. Diverse persone non hanno titoli di studio specifici, in quel caso, a mio avviso, senza trovare lo sfruttatore, conviene comunque accontentarsi nel caso del primo lavoro. Quando hai 20 anni parti basso, poi non sai mai cosa ti riserverà la vita. Se pensi a 20 anni senza un titolo di studio di partire e guadagnare 3k/mese solo perchè gli youtuber fanno i video con le collane d'oro e le vuoi avere anche te, potresti avere qualche delusione :) Questo in sostanza è ciò che volevo dire fin dall'inizio
A 20 anni è sbagliato pensare di partire con 3.000€/mese però è anche un po' utopistico pensare di fare chi sa che carriera nel 2023 senza titolo d studio, conoscenza delle lingue e quant'altro, almeno questa è la mia opinione (che potrà essere sbagliata). Se Di Maio è diventato Ministro (oggi Rappresentante Speciale per l'UE nel Golfo) non significa che lo diventino tutti. Bisogna sempre guardare la gaussiana.

Poi che lavorare sia meglio di non è certo. Però a conti fatti per certi lavoratori è normale che cerchino di trovare qualcosa meno time consuming.
 
A 20 anni è sbagliato pensare di partire con 3.000€/mese però è anche un po' utopistico pensare di fare chi sa che carriera nel 2023 senza titolo d studio, conoscenza delle lingue e quant'altro, almeno questa è la mia opinione (che potrà essere sbagliata). Se Di Maio è diventato Ministro (oggi Rappresentante Speciale per l'UE nel Golfo) non significa che lo diventino tutti. Bisogna sempre guardare la gaussiana.

Poi che lavorare sia meglio di non è certo. Però a conti fatti per certi lavoratori è normale che cerchino di trovare qualcosa meno time consuming.
Siamo completamente d'accordo.
 
I nonni lavoravano per tutta la vita rifacendosi il filo della schiena, molto più di noi.

Prendevano quel che prendevano (alcuni meno, altri di più).

Risparmiavano molto di più grazie a:

a) tenore di vita minimal, a differenza di oggi

b) black, imposizione fiscale leggera e controlli virtualmente inesistenti


Campavano in media 55 anni vs gli 80/85 attuali. Bei tempi1!11!1!1
Non serve andare a toccare i nati inizio '900, che tra l'altro il mio è campato fino ai 98 anni.

Buona parte della generazione che ha vissuto pienamente il boom economico (classi >30-40-50) o è ancora viva, avendo passato gli 80, oppure ha vissuto tranquillamente fino ai 75-85 anni.
 
Quindi l'attuale 40enne che riesce a scavallare il limite delle 3,3 volte l'assegno sociale potrebbe andare in pensione a 66 anni circa, quello che non ce la fa è costretta a stare sul lavoro ancora per 7 anni (fino a 73 e rotti). La differenza non è poca cosa.

Io do per scontato che ci sarà un'altra riforma pensionistica incisiva (se non due o tre) da qui a 20 anni. Probabilmente concederanno più flessibilità in uscita ma disincentivando con coefficienti molto più penalizzanti per chi anticipa il pensionamento.
 
Buona parte della generazione che ha vissuto pienamente il boom economico (classi >30-40-50) o è ancora viva, avendo passato gli 80, oppure ha vissuto tranquillamente fino ai 75-85 anni.

I dati storici sull’aspettativa media di vita in Italia sono lì da vedere.

Anche una mia nonna è arrivata a 100 anni, un’altra però è morta a 40 e un altro a 45. Anyway.

Il discorso è un altro: lavoravano e si lamentavano meno. Parlo anche dei nostri genitori, i famosi “boomer” cui vengono additate le peggio storture sociali.

Probabilmente perché ai loro tempi c’erano meno aspettative. Il giovane lavorava per portare a casa la pagnotta e non cresceva, come invece accade ora, cullato nella certezza di potersi permettere tutto quello che vede su internet.
 
Non generalizzo, mi baso sulla mia esperienza personale di giovani che mi parlano e mi chiedono consigli sul lavoro. Alcuni mi dicono che se il posto di lavoro è a più di 15 minuti di macchina ci rimettono. I nostri nonni lavoravano in media molto più di noi. Pace. Non è detto per forza che il lavoro debba essere un metro di giudizio basta che poi non ti lamenti del tenore di vita e della pensione.
Poi, ripeto, ho esempi di gente che invece si è spostata di centinaia di km per avere uno stipendio discreto neanche ottimo.
Se poi tu hai una visione positiva sul futuro e sui giovani mi fa piacere, sarò stato sfortunato io; conosco personalmente ristoratori che non trovano camerieri ad 1,6k/mese, peggio ancora per i cuochi. Ho già detto alla grande di famiglia che a Luglio andrà a lavorare al ristorante, credo sia un buon modo per capire le differenze tra scuola/lavoro.
Se vengono pagati da fame, non vedo in cosa quella affermazione sia sbagliata.

Visto che generalizziamo e ci basiamo sull'esperienza personale, ho avuto anche io nonni, conoscenti e parentame vario. Io ricordo più che altro una generazione di statali e parastatali che "lavoravano" alle FS, all'ENEL, alla SIP (Telecom) o alle poste con il secondo lavoro svolto nero quando si mettevano in mutua. Gente che andava in pensione con 19 anni, 6 mesi e 1 giorno.

Io ho una visione più che positiva dei giovani, molto più consapevoli della mia (nostra?) generazione sull'ambiente, molto più flessibili sul lavoro perchè il mercato non gli dà alcuna garanzia e in molti casi molto più preparati. Ho colleghi con 20 anni meno di me molto in gamba e professionali, alcuni ho contribuito a farli assumere.

Poi finiamola con ste storie dei ristoratori che coprono di oro e non trovano, perchè di sti buffoni che ciarlano ne è pieno, ma quando poi vai a guardare cosa veramente offrono la storia è tutta un'altra. Il giornalismo di inchiesta ne ha smascherati parecchi, e io stesso andando a guardare i loro annunci no ho scoperti parecchi di furbetti a cui piace piangere sui social e davanti ai giornalisti millantando condizioni lavorative inesistenti.

Se c'è una cosa su cui funziona il libero mercato è proprio il mercato del lavoro. Se non trovi è perchè le tue proposte reali (e non quelle ciarlate) sono fuori mercato. Stop.
 
Se posso permettermi, trovo queste generalizzazioni sui giovani estremamente fastidiose e da "boomer". Vorrei ricordarvi che i vostri nonni dicevano probabilmente le stesse cose di voi. Ogni generazione ha avuto la sua gaussiana di capre, persone medie e brillanti, solo che alcuni hanno la memoria corta e ricordano un passato mai esistito.

Diciamo che la generalizzazione vale per il giovane maschio italiano, NEET dal 14% al 21% in pochi anni :D

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https://actionaid-it.imgix.net/uploads/2022/11/NEET-tra-disuguaglianze-divari_REPORT.pdf
 
Io do per scontato che ci sarà un'altra riforma pensionistica incisiva (se non due o tre) da qui a 20 anni. Probabilmente concederanno più flessibilità in uscita ma disincentivando con coefficienti molto più penalizzanti per chi anticipa il pensionamento.
Se i coefficienti sono attuarialmente neutri (come uno Stato democratico deve fare) io sono favorevole.
 
Il discorso è un altro: lavoravano e si lamentavano meno. Parlo anche dei nostri genitori, i famosi “boomer” cui vengono additate le peggio storture sociali.

Probabilmente perché ai loro tempi c’erano meno aspettative. Il giovane lavorava per portare a casa la pagnotta e non cresceva, come invece accade ora, cullato nella certezza di potersi permettere tutto quello che vede su internet.
Per i nati nel dopoguerra la situazione è esattamente l'opposto di quella che descrivi.

E' vero che lavoravano, e forse alcuni si lamentavano meno, ma il problema è tutto legato alle aspettative. Chi iniziava una carriera, anche se pagato poco, aveva l'aspettativa che il proprio stipendio potesse crescere rapidamente. E con uno stipendio (comunque in media molto più sicuro di oggi) riusciva a costruire una famiglia, comprarsi una casa, ecc.

Chiaramente molti beni costavano più di oggi, ci si accontentava di più, ma quello è un passaggio naturale delle evoluzioni dei beni di consumo e della tecnologia.

Ma le prospettive facevano la differenza. Anche una persona della cosiddetta classe media, con un lavoro mediamente retribuito, riusciva ad avere uno stipendio che gli garantiva appunto un certo tenore di vita. Ancora diverso il discorso per chi ha studiato, dove una laurea 50 anni fa ti garantiva di accedere a retribuzioni che oggi sono alla portata di pochi.

Chi inizia oggi a lavorare, o ha iniziato pochi anni fa, sa che deve emergere dalla massa. Altrimenti è "condannato" a lavori con una retribuzione che non cresce negli anni, o comunque che cresce meno del costo della vita, e sa che mediamente sarà difficile risparmiare per comprarsi una casa adatta a una famiglia, soprattutto se si è soli. E ancora più difficile è pensare di poter dare a dei figli un futuro, sapendo che rischiano di trovarsi in una situazione addirittura peggiore.
 
Ma le prospettive facevano la differenza. Anche una persona della cosiddetta classe media, con un lavoro mediamente retribuito, riusciva ad avere uno stipendio che gli garantiva appunto un certo tenore di vita. Ancora diverso il discorso per chi ha studiato, dove una laurea 50 anni fa ti garantiva di accedere a retribuzioni che oggi sono alla portata di pochi.

Chi inizia oggi a lavorare, o ha iniziato pochi anni fa, sa che deve emergere dalla massa. Altrimenti è "condannato" a lavori con una retribuzione che non cresce negli anni, o comunque che cresce meno del costo della vita, e sa che mediamente sarà difficile risparmiare per comprarsi una casa adatta a una famiglia, soprattutto se si è soli. E ancora più difficile è pensare di poter dare a dei figli un futuro, sapendo che rischiano di trovarsi in una situazione addirittura peggiore.
Esattamente e l'asticella si alza sempre di più. E servono sempre più investimenti formativi (alias soldi) per reggere il passo, per differenziarsi.

Non a caso a Milano c'è il boom delle scuole internazionali (Scuole internazionali a Milano, boom di iscritti: il traino del bilinguismo e le divise ufficiali. Rette fino a 20 mila euro) , non a caso ci sono corsi di laurea nelle uni private (nord d'Italia che attirano dal sud) che arrivano a costare 8.000-15.000 a seconda del reddito annui. Non parliamo dei master (master in senso italiano) 12.000-15.000-18.000€ per un anno di corso, dove molto spesso lo scopo è "datemi un lavoro".

In tutto ciò le prospettive occupazionali sono sempre più cupe, specialmente al sud.
 
Per i nati nel dopoguerra la situazione è esattamente l'opposto di quella che descrivi.

E' vero che lavoravano, e forse alcuni si lamentavano meno, ma il problema è tutto legato alle aspettative. Chi iniziava una carriera, anche se pagato poco, aveva l'aspettativa che il proprio stipendio potesse crescere rapidamente. E con uno stipendio (comunque in media molto più sicuro di oggi) riusciva a costruire una famiglia, comprarsi una casa, ecc.

Chiaramente molti beni costavano più di oggi, ci si accontentava di più, ma quello è un passaggio naturale delle evoluzioni dei beni di consumo e della tecnologia.

Ma le prospettive facevano la differenza. Anche una persona della cosiddetta classe media, con un lavoro mediamente retribuito, riusciva ad avere uno stipendio che gli garantiva appunto un certo tenore di vita. Ancora diverso il discorso per chi ha studiato, dove una laurea 50 anni fa ti garantiva di accedere a retribuzioni che oggi sono alla portata di pochi.

Chi inizia oggi a lavorare, o ha iniziato pochi anni fa, sa che deve emergere dalla massa. Altrimenti è "condannato" a lavori con una retribuzione che non cresce negli anni, o comunque che cresce meno del costo della vita, e sa che mediamente sarà difficile risparmiare per comprarsi una casa adatta a una famiglia, soprattutto se si è soli. E ancora più difficile è pensare di poter dare a dei figli un futuro, sapendo che rischiano di trovarsi in una situazione addirittura peggiore.

Sono considerazioni con molte sfaccettature, impossibile ridurle a “si stava meglio” o simili.

La classe media era molto meno estesa di ora.
La parte del leone la facevano la classe operaia ed impiegatizia, che non avevano tutto questo gran potere di acquisto… ma che se la cavavano stando attenti alle spese ed agli sprechi. E lavorando.

Chi aveva un diploma o una laurea trovava spalancate tutte le porte, questo sì. Purtroppo oggi molte più persone si diplomano e a miriadi si laureano, specie in facoltà che non offrono sbocchi lavorativi, e finiscono così a ciondolare insoddisfatti nel mondo del precariato e del “Le mie competenze non sono valorizzate”.

Prima avevano, questo sì, una prospettiva di stabilità lavorativa che oggi manca, ma erano anche meno pretenziosi: il frigorifero, la televisione (una in tutta la casa), il telefono (uno per tutta la famiglia), la macchina (la Fiat 500 o 600, non la Maserati spider per fare colpo: quella roba era appannaggio solo di chi certe cose se le poteva permettere) e l’elenco sarebbe ancora molto lungo.

La vacanza era di 15 giorni in Italia. Mio padre portava il resto della famiglia al lido di Jesolo, ci scaricava là e tornava a prenderci alla fine perchè nel frattempo aveva il negozio cui badare.


Il problema oggi è l’enorme vetrina di generi e stili di vita voluttuari, a disposizione di tutti.. a patto di svenarsi. Il ventenne vuole il viaggio a Katmandu, la venticinquenne esige un compagno che le garantisca cose che anche solo 30 anni fa erano appannaggio dei ricchi… questo è, poi possiamo anche parlare d’altro ma questi sono i bisogni indotti di oggi.

La conseguenza principale è che in queste condizioni, con un precariato lavorativo ben più esteso di quanto non sia mai stato in passato e con queste pretese più o meno latenti, risparmiare e mettere da parte soldi è praticamente impossibile, visto che ne servono troppi per mantenere un tenore di vita che non sta in piedi, se non si è già benestanti in partenza.

Di qui la generale insoddisfazione di molte fasce di popolazione.
 
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Diciamo anche che non c'erano molti svaghi/servizi che oggi sono presenti (Sky, smartphone, amazon, personal computer, ecc.) era tutto più limitato

Svaghi cui si potrebbe rinunciare, non essendo tasse da pagare.
Se uno vuole fare economia, eh.
 
Io do per scontato che ci sarà un'altra riforma pensionistica incisiva (se non due o tre) da qui a 20 anni. Probabilmente concederanno più flessibilità in uscita ma disincentivando con coefficienti molto più penalizzanti per chi anticipa il pensionamento.

Ne sono convinto anche io. A suo tempo ⏱️ accadrà.
 
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