L'inflazione è la tassa dei poveri, altro che "chi non ha nulla non perde nulla".
Questa frase pero` la si sente sempre dire da chi povero non lo e`, era un leitmotiv dei conduttori di Radio24 e di molti giornalisti/economisti/opinionisti che appartengono come minimo alla classe media.
IMHO si sfrutta la curiosa attitudine italiana di dividere la gente in 2 categorie: i ricchi (i Berlusconi, gli Agnelli, gli attori e sportivi famosi, ecc) e i poveri cioe` tutti gli altri.
Se ragioniamo cosi`, ok, avete ragione.
Ma se invece ragioniamo come fa l'ISTAT e consideriamo povero (a grandi linee) un singolo nullatenente con meno di 750 euro/mese o una coppia con meno di 1000 euro/mese allora le cose cambiano.
Questi veri poveri non hanno quantitativi significativi di denaro o beni finanziari denominati in euro quindi l'inflazione, che per definizione e` la perdita di valore del denaro, dal punto di vista degli stock non li tange.
Dal punto di vista dei flussi ovviamente sarebbero svantaggiati ma la storia recente ci ha mostrato che le pensioni basse, gli assegni sociali e i vari aiuti sono sempre stati rivalutati adeguandoli all'inflazione.
Ricordo che ad esempio Monti ha bloccato la rivalutazione delle pensioni solo sopra 5 volte la minima salvaguardando tutti quelli che stavano sotto oltre ovviamente alle sociali, invalidita`, ecc.
Rimangono purtroppo esclusi quelli con redditi da lavoro bloccato ma il concetto di reddito di cittadinanza in teoria dovrebbe aiutarli.
Passando alla classe media (penso piu` dell'80% della popolazione) ovviamente le cose cambiano drasticamente, gli stock iniziano ad essere significativi e se investiti a tasso fisso o lasciati liquidi
pure gli immobili che fanno la parte del leone nella famiglia media italiana li vedo male.
I flussi sia in caso di pensione medio alta che di stipendi (ma anche molti redditi da lavoro autonomo) si adeguano piu` lentamente e non hanno le salvaguardie giustamente istituite per i poveri.
Quindi a me pare che l'infazione danneggi molto piu` la classe media che i poveri veri.
Chi ha beni può vedere eroso il proprio patrimonio, ma il mondo va oltre i bond. Immobili, oro e partecipazioni azionarie reggono molto meglio l'inflazione rispetto al timido salario del lavoratore povero. (Chi non ha nulla e vive di sussistenza deve sperare di sfamarsi, ma difficilmente vedrà grandi guadagni vendendo i cavoli o le rape)
Stai paragonando stock (immobili, oro, bond) con flussi (stipendio) cosa che IMHO porta solo a fare confusione.
Comunque la classe media italiano ha poco in azioni e oro che dovrebbero reggere meglio l'inflazione e molto in BTP e soprattutto immobili che nonostante i bonus generosissimi non mi pare tengano il passo dell'inflazione.
Parlando di gente normale occidentale, con basso patrimonio e reddito, un aumento generale dei prezzi si traduce in minor accesso a beni e servizi. Prioritizzando il sostentamento, queste persone pagheranno in salute (rimandando visite a pagamento), in istruzione (i ceti meno abbienti solitamente studiano meno perché han bisogno dello stipendio), in legalità (se non ti bastano i soldi, il crimine tenta di più).
Il tuo concetto di gente normale occidentale mi pare includa sia i veri poveri che la classe medio-bassa.
Restringendo il discorso ai veri poveri dubito che sia per colpa dell'inflazione che non faranno visite a pagamento o rinunceranno a fare studiare i figli fuori sede, discorso che invece fila per la classe media.
L'inflazione inoltre abbatte il costo del debito, debito che difficilmente sta in capo al nullatenente.
Vero ma il nullatenente non ne viene neppure danneggiato.