Interessante lettura.
16/05/2020 - Il Fatto Quotidiano
Renzi & C., il grand bluff del "modello Genova"
L' analisi. Lo "sblocca cantieri" - Iv e parte dei 5Stelle vogliono estendere il sistema senza gara usato col Morandi
Passato il decreto Rilancio (non ancora in Gazzetta ufficiale, per la verità), è il turno dell' ennesimo "sblocca cantieri". Il nome tecnico è "decreto Semplificazione" e il premier lo ha annunciato da settimane. Un testo vero ancora non c' è, ma l' assalto alla diligenza è già partito. Le idee, al momento, sono confuse, ma lo scontro in corso nella maggioranza si concentra sul cosiddetto "modello Genova". Lo strumento è già previsto dal decreto sblocca-cantieri dell' aprile 2019 firmato da Danilo Toninelli: "I commissari straordinari possono essere abilitati ad assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici". Un potere discrezionale grazie al quale il commissario può affidare gli appalti senza gara, come si è fatto per il ponte Morandi. Che però era un caso assai specifico: l' urgenza, l' importo (solo 200 milioni), la spesa a carico di Autostrade per l' Italia etc.. Da allora, però, è diventato un mantra. Il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ( M5S ) sogna di sbloccare così opere per 109 miliardi contenute nei piani di Anas e Fs. L' idea non dispiace a parte del Movimento. Non dispiace neanche ai renziani di Italia Viva. Matteo Renzi, forte, pare, dei consigli di Pietro Salini, il patron della Salini-Impregilo - sia detto en passant, in contenzioso con Palazzo Chigi per lo stop al Ponte sullo Stretto di Messina - e ora confluita nel colosso Webuild con l' apporto della Cassa depositi e prestiti da mesi fantastica di uno "sblocca cantieri" da 120 miliardi. A frenare, al momento, oltre al buon senso, è il ministero delle Infrastrutture guidato da Paola De Micheli, contraria all' uso genereralizzato del modello usato per il Ponte Morandi. Al dicastero non considerano la proposta Cancelleri non percorribile e abbastanza confusa mentre quella di Italia Viva è trattata alla stregua di una richiesta lobbistica. Estendere il modello Genova a metà del mercato degli appalti pubblici italiano è impossibile, ma questo non vuol dire che non sarà usato. De Micheli, per dire, da tempo spinge per nominare almeno una dozzina di commissari per un totale di 25 opere (valore vicino ai 20 miliardi). Lo sblocca cantieri di Toninelli prevede che avvenga con decreto del premier (Dpcm). La bozza esiste da mesi, ma è sempre rimasta tale per i dubbi dei tecnici. Al Tesoro, per dire, non hanno mai digerito la pratica e, per questo, è stato quasi estromesso dalla partita. Vista l' impasse, Conte ha deciso di accentrare tutto, dando mandato al fedele Roberto Chieppa, consigliere di Stato che ha chiamato a segretario di Palazzo Chigi, di mettere su un gruppo di lavoro formato da grand commis (ovviamente consiglieri di Stato), esperti vari. Stando alle indiscrezioni, riprese ieri dal Foglio, l' idea è di eliminare l' obbligo di gara per gli appalti fino fino a 5 milioni di euro, dopo che lo sblocca cantieri di Toninelli lo ha tolto per quelli fino a 1 milione, scelta già bocciata a suo tempo dall' Autorità anticorruzione (come i commissari modello Genova). Tra le ipotesi anche quella di eliminare la fattispecie di colpa grave nel danno erariale in caso di controllo preventivo della Corte dei conti. L' idea complessiva, però, è di usare i commissari straordinari per alcune grandi opere strategiche (l' allegato Infrastrutture del Def conterà opere per 200 miliardi in 15 anni). L' obiettivo è di estendere più possibile per i grandi appalti di rilievo le procedure negoziate, senza gara (significa eliminare il mercato). "Se qualcuno pensa di fare del modello Genova la regola liberalizzando anche il subappalto sarebbe gravissimo e si beccheranno lo sciopero degli edili Cgil", avvisa il segretario della Fille Cgil, Alessandro Genovesi.
Cdf