21 febbraio 2014...dopo 12 anni vedremo

Io mi domando a questo punto se questa proposta era vera o se è stata fatta solo per far vedere che almeno un'offerta ad una cifra " vicina" ai prezzi di mercato c'è stata.

Perchè non è pensabile che una realtà come IntesaSanPaolo da una parte faccia una offerta simile e cioè senza i requisiti richiesti e dall'altra parte faccia parte di chi la proposta l'avrebbe dovuta accettare.
 
Io mi domano a questo punto se questa proposta era vera o se è stata fatta solo per far vedere che almeno un'offerta ad una cifra " vicina" ai prezzi di mercato c'è stata.

Perchè non è pensabile che una realtà come IntesaSanPaolo da una parte faccia una offerta simile e cioè senza i requisiti richiesti e dall'altra parte faccia parte di chi la proposta l'avrebbe dovuta accettare.

:bow:
 
Sei mesi indietro non avresti ragionato cosi'.


Corretto.


Ma quando vedi certi comportamenti (giravolta e sole 3 offerte al 30.6.13) DEVI cambiare visione, altrimenti aumenti l'esposizione al rischio. In area 38 ho mollato la quantità a rischio. Ieri l'altro, l'altra parte a rischio con il nuovo scenario. Io ragiono così: segmento le quantità ad un rischio/evento e disciplino l'operatività di conseguenza.


Serenità sempre...
 
Io mi domando a questo punto se questa proposta era vera o se è stata fatta solo per far vedere che almeno un'offerta ad una cifra " vicina" ai prezzi di mercato c'è stata.

Perchè non è pensabile che una realtà come IntesaSanPaolo da una parte faccia una offerta simile e cioè senza i requisiti richiesti e dall'altra parte faccia parte di chi la proposta l'avrebbe dovuta accettare.


... ma guarda ... azzz , mi sorprendi anche tu ...

stai sostenendo che che hanno messo in piedi una recita ... o sbaglio?
 
Io mi domando a questo punto se questa proposta era vera o se è stata fatta solo per far vedere che almeno un'offerta ad una cifra " vicina" ai prezzi di mercato c'è stata.

Perchè non è pensabile che una realtà come IntesaSanPaolo da una parte faccia una offerta simile e cioè senza i requisiti richiesti e dall'altra parte faccia parte di chi la proposta l'avrebbe dovuta accettare.


niente avviene per caso
 
l'articolo del giornale era abbastanza interessante, già che qualcuno ne parli è di per sè una buona notizia.

Però si chiedeva dove sarebbero andati a finire i soldi della vendita, come se fosse quello il focus, senza evidentemente sapere del fondo di previdenza dei dipendenti.

Ma perchè non fanno bene il loro lavoro, che dovrebbe essere quello di informarsi prima di scrivere? Non bastava fare una telefonata a BdI? Mah.

Stefano


ha girato la frittella.....

doveva chiedere :con che soldi l'avrebbero pagata?.......

ma poi :banca intesa c'era come il garante terzo o nooooooooo:eek:

andassero almeno all'unisono il comunicato e l'articolo?
 
... ma guarda ... azzz , mi sorprendi anche tu ...

stai sostenendo che che hanno messo in piedi una recita ... o sbaglio?




Io prima di oggi non sapevo che l'offerta partisse da IntesaSanPaolo, non credo fosse noto.
Tu lo sapevi?

" l’offerta per l’acquisto delle Bonifiche Ferraresi, comprendeva alcuni nomi noti dell’imprenditoria italiana, tra cui Carlo De Benedetti e la famiglia Gavio, ma a tirare le fila dell’operazione era Intesa Sanpaolo, che è a sua volta il maggiore azionista della Banca d’Italia."
 
Io prima di oggi non sapevo che l'offerta partisse da IntesaSanPaolo, non credo fosse noto.
Tu lo sapevi?

" l’offerta per l’acquisto delle Bonifiche Ferraresi, comprendeva alcuni nomi noti dell’imprenditoria italiana, tra cui Carlo De Benedetti e la famiglia Gavio, ma a tirare le fila dell’operazione era Intesa Sanpaolo, che è a sua volta il maggiore azionista della Banca d’Italia."


appunto :cool:
 
Io mi domando a questo punto se questa proposta era vera o se è stata fatta solo per far vedere che almeno un'offerta ad una cifra " vicina" ai prezzi di mercato c'è stata.

Perchè non è pensabile che una realtà come IntesaSanPaolo da una parte faccia una offerta simile e cioè senza i requisiti richiesti e dall'altra parte faccia parte di chi la proposta l'avrebbe dovuta accettare.


Sarebbe gravissimo. Per due motivi.


1 - la credibilità di BDI e in questo caso di Intesa.


2 - si scopre che i terreni vengono valutati poco. Forse meno della forchetta Aletti (già prudente). Uno smacco difficile da spiegare.
 
da 60 valore stimato a 30 valore ancora alto ....

ma cos'è questa labilita' di giudizi. ??'

perché dovrebbe scendere a 25 ???

troppo umorali .
 
da 60 valore stimato a 30 valore ancora alto ....

ma cos'è questa labilita' di giudizi. ??'

perché dovrebbe scendere a 25 ???

troppo umorali .

Tranquillo, guarda il titolo potrebbe tornare anche a 19, ma la verità e' che nessuno lo sa.
Non farti condizionare da quello che leggi, pensa con la tua testa perché nessuno di loro lo può sapere.
 
Tranquillo, guarda il titolo potrebbe tornare anche a 19, ma la verità e' che nessuno lo sa.
Non farti condizionare da quello che leggi, pensa con la tua testa perché nessuno di loro lo può sapere.


Nessuno lo sa, vero. Ma si può sapere quanto a spanne varrebbe senza appeal-vendita. Perchè così ha sempre fatto in passato. Il mercato alla fine sulle medie di lungo periodo non è fesso.


Di sicuro a sconto sulla somma delle parti (in questo caso al 95% terreni). Quindi con terreni da 25 a 35, a sconto dalla media. Potrebbe essere 25 o 30 o 20.
 
Bankitalia: Bonifiche Ferraresi senza pace. Ma cordata Vecchioni forse si ripresenterà

di Sergio Luciano


(Il Ghirlandaio) Roma, 7 mar. - Lo stress non abita in via Nazionale. Almeno, così si direbbe valutando la lunga storia della tentata vendita delle Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana, 5400 ettari coltivati per il 92% a cereali, quotata in Borsa, che la Banca d’Italia controlla da decenni per il 62% del capitale ma che, oggettivamente, non ha alcuna competenza né voglia di tenere ancora nel proprio patrimonio. E di fatti l’ha appunto messa in vendita. Una specie di privatizzazione, visto che in fondo la Banca d’Italia è un’istituzione pubblica. Che però …speriamo non sia una metafora di come andranno le prossime privatizzazioni statali. Già, perché questa tentata privatizzazione data dal 7 maggio del 2013 e dopo undici mesi non accenna ancora ad essere coronata da successo. E la Banca d’Italia tutto sembra fuorchè ansiosa di definire la faccenda: ma si vedrà meglio più avanti perché.

Intanto è preliminare chiedersi cosa comporta, o comporterebbe, la riuscita della vendita della Bonifiche Ferraresi. E chi potrebbe comprarsela e per farne che. Va detto subito che alla scadenza del bando di vendita, il 21 febbraio scorso (scadenza già prorogata una volta, perché la prima era andata deserta) s’è presentata una sola offerta. Un’offerta organizzata da un imprenditore agricolo vero, di nuova generazione, il quarantaseienne Federico Vecchioni, già presidente della Confagricoltura, consigliere d’amministrazione del Mediocredito (gruppo Intesa) e per pochi mesi coordinatore di Italia Futura su mandato di Luca di Montezemolo. E’ strano che non ci siano stati concorrenti? No, perché l’azienda costa tanto (si vedrà) ma fattura meno di 10 milioni e rende meno di 500 mila euro all’anno, e non ci sono sul mercato molti operatori capaci di disegnare una strategia credibile per metterla a regime.

Ecco, Vecchioni è tra questi. E’ uno che di agricoltura moderna capisce, e molto. Diciamo così: “Sa come si fa”. Ed ha messo insieme una cordata seria, innegabilmente, anche se non ne sono stati ancora resi noti tutti i nomi. Oltre a lui, la Fondazione Cariplo con un investimento di 50 milioni, Carlo De Benedetti (a titolo personale, e non come Cir) e Beniamino Gavio, entrambi con 20 milioni di euro. Tutti insieme per tirar fuori quasi l’intero valore della capitalizzazione di Borsa, circa 210 milioni, per rilevare dalla Banca d’Italia il 52,37% - lasciandole il 10% - e naturalmente fare l’Opa. L’idea della cordata era di pagare il 55% del controvalore in contanti e il restante 45% in obbligazioni decennali al tasso fisso del 4%.

Alla Banca d’Italia quest’offerta non è sembrata congrua, perché il bando prevedeva l’alienazione totale della quota posseduta e per contanti, non parzialmente in titoli: “Questo Istituto, sin dall'inizio della procedura di vendita, ha chiarito l'intenzione di dismettere in blocco l'intera partecipazione”, ha chiarito via Nazionale in un comunicato, “e ha, successivamente, precisato che avrebbe considerato progetti di integrazione industriale a condizione che consentissero comunque l'uscita della Banca dalla società in un congruo lasso di tempo. L'offerta presentata, considerato che non riguarda la cessione in blocco dell'intera partecipazione, che non si configura come un progetto di integrazione industriale e che prevede modalita' di pagamento soggette ad un significativo rischio finanziario, non risponde ai requisiti richiesti". Zero a zero e palla al centro, dunque, si ricomincia: Bonifiche Ferraresi andrà comunque venduta, si riapriranno i termini della gara o ne verrà bandita una nuova.

C’è un punto curioso, nella nota di Bankitalia: quello in cui si definisce l’offerta della cordata Vecchioni come avulsa da “un progetto di integrazione industriale”. In realtà è vero il contrario. Per quanto Vecchioni, sobriamente ed opportunamente, abbia preferito non parlarne, si sa che la sua idea ruota tutta attorno a una decisa valorizzazione industriale dell’asset, ed alla successiva estensione della scommessa ad altre aziende aggregabili, fermo restando che la Ferraresi è la più grande. Un’agricoltura integrata in filiera con gli sbocchi agroindustriali dei prodotti, diversificata dove il mercato premia e non concentrata sulle poche redditizie colture cerealicole, un completamento del business con le rinnovabili – solare su serra, forse, o biomasse – tra le due aziende agricole situate nella Provincia di Ferrara ed una in provincia di Arezzo.

Un genere di sfida agroindustriale che fino ad oggi è completamente mancata, in un’Italia contraddistinta da un tessuto agrario polverizzato, poco meccanizzato, e sostanzialmente sussistenziale salvo che in pochi quadranti e in poche filiere. Il progetto su Bonifiche Ferraresi si candidava – ma il tempo al passato è probabilmente un errore perché la cordata si ripresenterà – a divenire un polo aggregante di medie e medio-grandi aziende agricole italiane in cerca di gestione. Ce ne sono tante, e avrebbe senso aggregarle.
 
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Reazioni: mkg
vedremo se si ripresenterà con offerta più bassa, allora si che ci sarà da ridere

per il resto, segnalo 3° seduta negativa, con volumi sostenuti ma decrescenti, tiene banco il supp a 30.4

;)
 
Va detto subito che alla scadenza del bando di vendita, il 21 febbraio scorso (scadenza già prorogata una volta, perché la prima era andata deserta) s’è presentata una sola offerta.

Anche questa era cosa nota?
 
Sapete quale sarebbe la cosa da fare PIU' ECONOMICA per BANCA D'ITALA VERGOGNA: dare un 100mil di euro in regalo a chi se la prende gratis, perché anche regalata è una perdita. Mi sembra non faccia una piega questo discorso.
Provate a dire il contrario se avete coraggio...:D
 
Anche questa era cosa nota?

Sembra chiaramente un articolo "pro-Vecchioni"...

il "salvatore della patria"... quel bravo ragazzo... giovane... "che sa come si fa" ...

(to be continued)

ps: è singolare apprendere cose non note non da comunicati ufficiali ma da articoli di giornale.

pps: se quanto appreso fino ad ora è vero... Generali era assente a luglio... poi dentro per integrarsi e poi se ne è tirata fuori?:mmmm:
 
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