Secondo me basterebbe triplicare la frequenza delle linee del passante, creando di fatto una supermetro di tutta l'area urbana milanese.
Almeno nelle ore di punta, treni ogni 10 minuti o anche meno, anzichè ogni mezz'ora. Se necessario si potenziano le infrastrutture, si aggiungono binari eccetera. Meglio spendere soldi per queste cose che per banchi a rotelle e bonus monopattini.
La maggior facilità di spostamento e il minor effetto "carro bestiame" porterebbe in molti a spostarsi volentieri dalla città all'hinterland, con effetto positivo sui prezzi e senza bisogno di tetti ai prezzi, che tanto non fanno altro che causare il subaffitto in nero.
Sicuramente un miglioramento del TPL è un vantaggio per tutti: toglie traffico, aumenta accessibilità a lavori e servizi.
Personalmente credo un miglioramento sia necessario, soprattutto per garantire una maggior sicurezza (i passanti di sera son ben peggio dell'ATM) e per offrire ai passeggeri un'esperienza dignitosa.
Sono però molto scettico sul fatto che un TPL efficiente possa mitigare i prezzi. Vedendo altre città con trasporto migliore di Milano, non mi pare abbia l'effetto desiderato.
A mio avviso l'hinterland ha i seguenti problemi:
- logistico si, ma più che altro perché diversi paesi non hanno un grande servizio di trasporto pubblico. Più che il passante a maggior frequenza si necessità di creare degli hub di trasporto efficaci. Se uno deve fare auto+treno+atm ci mette una vita. Allontanandosi dalla città la cosa diventa più onerosa tolte le stazioni con treni diretti;
- tessuto sociale: l'hinterland è la nuova periferia e si è formata di conseguenza. Moltissimi paesi rimangono popolari, con i problemi analoghi a quelli delle periferie Insomma, se uno non vuole abitare alla Barona, difficilmente troverà chissà quanto gradevole Rozzano, per cui finirà in uno dei vari compound dove i prezzi tengono fuori i poveri;
- dormitorio: diversi comuni non hanno anima. Nessun centro vero, comunità locale inesistente, tessuto sociale senza radici ne particolari interessi al luogo dove vive. Per alcuni è uno scoglio piuttosto importante. Non aiuta in questo senso una certa spersonalizzazione: la maggior parte di questi comuni sono tendenzialmente uguali tra loro e sembrano un grande paesone non ben definito dove sussistono centri commerciali.
In generale sussiste una dinamica specifica che vede arrivare giovani studenti o lavoratori in città. Stanno in città perché fuori, senza legami, si sparerebbero.
Dopo qualche anno si formano una rete sociale, magari mettono su famiglia e escono dalla città. O meglio, si spostano dove si possono permettere casa: qualcuno a Bonola/S.Leonardo, qualcuno a Cologno e così via.
Questi ragionevolmente continueranno a preferire Rozzano a Lodi, con buona pace dei treni diretti, semplicemente perché una volta che hai 35 anni e hai fatto 10 volte il centro di Lodi sei stufo e non conosci nessuno.