Abolire le pensioni di anzianità inps/inpdap: i risparmii

Per questo preferisco il sistema di molti paesi dove semplicemente la pensione non c'è.

In un sacco i posti lo stato di pensione passa a tutti l'equivalente dei nostri 300-400 euro (giusto 2 spicci per mangiare qualcosa). Fine.

Poi mette a disposizione vari conti correnti speciali (generalmente dove non si pagano le tasse) e "suggerisce" alla gente di investire per conto proprio li per farsi da soli una pensione. Ovviamente le banche offrono parecchie soluzioni in merito per chi non vuole fare da solo.
Ma cosi facendo i soldi seguono sempre il mercato e non si creano schemi ponzi come il nostro.

Non ho dubbi che in paesi come l'Italia sia impossibile perchè non si accetta l'idea che poi chi non ha fatto niente (spendendo tutto e non sapendosi auto-gestire) finisca per strada, come è giusto che sia.
 
Per te è normale che un 70enne abbia una pensione superiore allo stipendio di un 30enne con mutuo e famiglia?
Si perchè uno che ha lavorato una vita intera divrebbero dargli anche un premio....semplice...
 
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Per questo preferisco il sistema di molti paesi dove semplicemente la pensione non c'è.

In un sacco i posti lo stato di pensione passa a tutti l'equivalente dei nostri 300-400 euro (giusto 2 spicci per mangiare qualcosa). Fine.

Poi mette a disposizione vari conti correnti speciali (generalmente dove non si pagano le tasse) e "suggerisce" alla gente di investire per conto proprio li per farsi da soli una pensione. Ovviamente le banche offrono parecchie soluzioni in merito per chi non vuole fare da solo.
Ma cosi facendo i soldi seguono sempre il mercato e non si creano schemi ponzi come il nostro.

Non ho dubbi che in paesi come l'Italia sia impossibile perchè non si accetta l'idea che poi chi non ha fatto niente (spendendo tutto e non sapendosi auto-gestire) finisca per strada, come è giusto che sia.

Si..si...ma tu lavoreresti altrettanto fino a 70 anni per poi prendere la fame?
Tutti bravi a fare le riforme agli altri...
 
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Si..si...ma tu lavoreresti altrettanto fino a 70 anni per poi prendere la fame?
Tutti bravi a fare le riforme agli altri...

Se potessi tenermi i soldi che pago di contributi si, volentieri. Perchè è più giusto cosi per me.
 
Si perchè uno che ha lavorato una vita intera divrebbero dargli anche un premio....semplice...

I vecchi non sanno che farsene dei soldi e infatti accumulano sui conti correnti e in immobili, soldi accumulati togliendoli ai giovani che riducono i consumi, non investono in aziende e non fanno figli

Goditi il premio
 
Se potessi tenermi i soldi che pago di contributi si, volentieri. Perchè è più giusto cosi per me.

Hai il mio totale appoggio ma è una battaglia persa. Io non verso più. Ho fatto in modo di percepire solo dividendi o buste paga estere.
Se poi rompono troppo le scatole, levo proprio le tende. È un sistema marcio che merita solo di fallire.
 
Si..si...ma tu lavoreresti altrettanto fino a 70 anni per poi prendere la fame?
Tutti bravi a fare le riforme agli altri...

dai un'occhiata qui

Pensioni, quanto incide la revisione dei coefficienti di trasformazione

Per chi non lo sapesse il contributivo puro funziona in maniera abbastanza semplice. Si prende il monte contributi, si rivaluta per l'equivalente dell'incermento del pil (ciao core...) e si moltiplica per il coefficiente. il totale ti dà la pensione ANNUALE.

Prendiamo chi qui viene considerato un privilegiato (che poi non lo è manco per il piffero ma comunque...). Il tipico vincitore di un concorso pubblico che a 37 anni finalmente vince il suo concorso e prende il suo ral di 25K mensili (che poi netti significa 18150 annuali + la riduzione del cuneo di 1200. divisi in 13 mensilità sono +o- i canonici 1500 netti oltre -se è fortunato- i buoni pasto)
supponiamo che vada in pensione a 67 anni dopo 30 anni di contributi.
semplifichiamoci i conti e supponiamo che la rivalutazione data dall'incremento del pil eguagli l'inflazione (ad oggi è una stima MOLTO OTTIMISTICA, ma comunque la cosa ci permette di ragionare in prezzi correnti. L'importante è che teniamo conto del fatto che è molto più probabile che le cose vadano PEGGIO rispetto al ragionamento a prezzi correnti invece che MEGLIO).
Ora, 67-37=30. Sono gli anni di contributi
A fondo pensioni si versa il 33% (una parte la versa il dipendente -circa il 9-9.5% a seconda dei contratti- e il resto il datore di lavoro). Inoltre (sempre a seconda dei ccnl) sono obbligatori una serie di assicurazioni (anf, malattia, maternità, cig, naspi e via discorrendo). Tali soldi (che pesano dal 7% al 15% del ccnl) NON concorrono al fondo pensione, finanziano però eventi che possono succedere durante il lavoro (malattia maternità disoccupazione ecc..), NON vanno quindi considerati nel conto pensione.

Ora, 25*.33.30=247500

247500*.0,0575=14231.25
(0.0575 l'ho preso dalla tabella postata)

tolta l'irpef ce ne andiamo a circa 12500 euro l'anno di pensione.

lascio a te il piacere di rifare i conti con anni diversi di uscita dal mondo del lavoro

è anche facile fare i conti su "quanto" ci voglia per semplicemente rientrare dei soldi messi (se facciamo il conto al lordo otteniamo 17,39 anni che sommato ai 67 fa 84,39).

La cosa che rende furiosi è che tale latrocinio di stato (sono pronto a scommettere che nessuno si farebbe volontariamente una assicurazione a tali condizioni!) serve a mantenere i diritti acquisiti di chi ha maturato una pensione molto più ricca e calcolata con criteri molto più "larghi"

se fai i conti di "quanto" arriverà a prendere di pensione chi invece non è privilegiato (redditi più bassi, "buchi" contributivi, presenza di lavoretti saltuari come lavoro occasionale e così via) viene da piangere.

Ora, toccare i diritti acquisiti è sempre cosa molto complicata, in quanto sai dove parti e non sai dove arrivi, ma riformare il sistema pensionistico e rivedere determinate disparità è una cosa che andrebbe fatta e anche di corsa.

Alla luce di questo ti renderai conto del fatto che chi è dall'altro lato della barricata "tifa" per un sistema pensionistico radicalmente diverso, basato su una pensione unica per tutti a una certa età che garantisca la sussistenza e poi chi vuole risparmia in vita.

Ovviamente trovare la quadra non è semplice, ma di certo non si può andare avanti così anche perchè con le pensioni da fame che toccheranno a chi oggi è col contributivo puro col piffero che le speranze di vita rimarranno di 85/90 anni e quindi è facile che chi oggi è col contributivo puro non riveda nemmeno i soldi che ha versato unendo al danno la beffa

p.s.
dai conti salta fuori che quota cento non conviene se non si abbia almeno il misto con un significativo periodo di retributivo, in quanto andando in pensione prima si becca un coefficiente più basso. In taluni casi MOLTO più basso)

p.s.2 (la vendetta)
lascio immaginare le conseguenze di un aumento dell'inflazione non seguito da un equivalente aumento del pil o peggio ancora di uno scenario di stagflazione...
 
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Ilfughi
L esempio da te fatto è di quello che ha vinto il concorso pubblico...
Ma allora sei sicuro che il problema sia il privato che ha lavorato per oltre 40 anni o altri come da te riportato?
Bisogna distinguere qui...
 
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Pensioni, quanto incide la revisione dei coefficienti di trasformazione

Per chi non lo sapesse il contributivo puro funziona in maniera abbastanza semplice. Si prende il monte contributi, si rivaluta per l'equivalente dell'incermento del pil (ciao core...) e si moltiplica per il coefficiente. il totale ti dà la pensione ANNUALE.

Prendiamo chi qui viene considerato un privilegiato (che poi non lo è manco per il piffero ma comunque...). Il tipico vincitore di un concorso pubblico che a 37 anni finalmente vince il suo concorso e prende il suo ral di 25K mensili (che poi netti significa 18150 annuali + la riduzione del cuneo di 1200. divisi in 13 mensilità sono +o- i canonici 1500 netti oltre -se è fortunato- i buoni pasto)
supponiamo che vada in pensione a 67 anni dopo 30 anni di contributi.
semplifichiamoci i conti e supponiamo che la rivalutazione data dall'incremento del pil eguagli l'inflazione (ad oggi è una stima MOLTO OTTIMISTICA, ma comunque la cosa ci permette di ragionare in prezzi correnti. L'importante è che teniamo conto del fatto che è molto più probabile che le cose vadano PEGGIO rispetto al ragionamento a prezzi correnti invece che MEGLIO).
Ora, 67-37=30. Sono gli anni di contributi
A fondo pensioni si versa il 33% (una parte la versa il dipendente -circa il 9-9.5% a seconda dei contratti- e il resto il datore di lavoro). Inoltre (sempre a seconda dei ccnl) sono obbligatori una serie di assicurazioni (anf, malattia, maternità, cig, naspi e via discorrendo). Tali soldi (che pesano dal 7% al 15% del ccnl) NON concorrono al fondo pensione, finanziano però eventi che possono succedere durante il lavoro (malattia maternità disoccupazione ecc..), NON vanno quindi considerati nel conto pensione.

Ora, 25*.33.30=247500

247500*.0,0575=14231.25
(0.0575 l'ho preso dalla tabella postata)

tolta l'irpef ce ne andiamo a circa 12500 euro l'anno di pensione.

lascio a te il piacere di rifare i conti con anni diversi di uscita dal mondo del lavoro

è anche facile fare i conti su "quanto" ci voglia per semplicemente rientrare dei soldi messi (se facciamo il conto al lordo otteniamo 17,39 anni che sommato ai 67 fa 84,39).

La cosa che rende furiosi è che tale latrocinio di stato (sono pronto a scommettere che nessuno si farebbe volontariamente una assicurazione a tali condizioni!) serve a mantenere i diritti acquisiti di chi ha maturato una pensione molto più ricca e calcolata con criteri molto più "larghi"

se fai i conti di "quanto" arriverà a prendere di pensione chi invece non è privilegiato (redditi più bassi, "buchi" contributivi, presenza di lavoretti saltuari come lavoro occasionale e così via) viene da piangere.

Ora, toccare i diritti acquisiti è sempre cosa molto complicata, in quanto sai dove parti e non sai dove arrivi, ma riformare il sistema pensionistico e rivedere determinate disparità è una cosa che andrebbe fatta e anche di corsa.

Alla luce di questo ti renderai conto del fatto che chi è dall'altro lato della barricata "tifa" per un sistema pensionistico radicalmente diverso, basato su una pensione unica per tutti a una certa età che garantisca la sussistenza e poi chi vuole risparmia in vita.

Ovviamente trovare la quadra non è semplice, ma di certo non si può andare avanti così anche perchè con le pensioni da fame che toccheranno a chi oggi è col contributivo puro col piffero che le speranze di vita rimarranno di 85/90 anni e quindi è facile che chi oggi è col contributivo puro non riveda nemmeno i soldi che ha versato unendo al danno la beffa

p.s.
dai conti salta fuori che quota cento non conviene se non si abbia almeno il misto con un significativo periodo di retributivo, in quanto andando in pensione prima si becca un coefficiente più basso. In taluni casi MOLTO più basso)

p.s.2 (la vendetta)
lascio immaginare le conseguenze di un aumento dell'inflazione non seguito da un equivalente aumento del pil o peggio ancora di uno scenario di stagflazione...

Perfetto. Sopratutto l'ultima considerazione potrebbe avere risvolti devastanti.
 
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Per chi non lo sapesse il contributivo puro funziona in maniera abbastanza semplice. Si prende il monte contributi, si rivaluta per l'equivalente dell'incermento del pil (ciao core...) e si moltiplica per il coefficiente. il totale ti dà la pensione ANNUALE.

Prendiamo chi qui viene considerato un privilegiato (che poi non lo è manco per il piffero ma comunque...). Il tipico vincitore di un concorso pubblico che a 37 anni finalmente vince il suo concorso e prende il suo ral di 25K mensili (che poi netti significa 18150 annuali + la riduzione del cuneo di 1200. divisi in 13 mensilità sono +o- i canonici 1500 netti oltre -se è fortunato- i buoni pasto)
supponiamo che vada in pensione a 67 anni dopo 30 anni di contributi.
semplifichiamoci i conti e supponiamo che la rivalutazione data dall'incremento del pil eguagli l'inflazione (ad oggi è una stima MOLTO OTTIMISTICA, ma comunque la cosa ci permette di ragionare in prezzi correnti. L'importante è che teniamo conto del fatto che è molto più probabile che le cose vadano PEGGIO rispetto al ragionamento a prezzi correnti invece che MEGLIO).
Ora, 67-37=30. Sono gli anni di contributi
A fondo pensioni si versa il 33% (una parte la versa il dipendente -circa il 9-9.5% a seconda dei contratti- e il resto il datore di lavoro). Inoltre (sempre a seconda dei ccnl) sono obbligatori una serie di assicurazioni (anf, malattia, maternità, cig, naspi e via discorrendo). Tali soldi (che pesano dal 7% al 15% del ccnl) NON concorrono al fondo pensione, finanziano però eventi che possono succedere durante il lavoro (malattia maternità disoccupazione ecc..), NON vanno quindi considerati nel conto pensione.

Ora, 25*.33.30=247500

247500*.0,0575=14231.25
(0.0575 l'ho preso dalla tabella postata)

tolta l'irpef ce ne andiamo a circa 12500 euro l'anno di pensione.

lascio a te il piacere di rifare i conti con anni diversi di uscita dal mondo del lavoro

è anche facile fare i conti su "quanto" ci voglia per semplicemente rientrare dei soldi messi (se facciamo il conto al lordo otteniamo 17,39 anni che sommato ai 67 fa 84,39).

La cosa che rende furiosi è che tale latrocinio di stato (sono pronto a scommettere che nessuno si farebbe volontariamente una assicurazione a tali condizioni!) serve a mantenere i diritti acquisiti di chi ha maturato una pensione molto più ricca e calcolata con criteri molto più "larghi"

se fai i conti di "quanto" arriverà a prendere di pensione chi invece non è privilegiato (redditi più bassi, "buchi" contributivi, presenza di lavoretti saltuari come lavoro occasionale e così via) viene da piangere.

Ora, toccare i diritti acquisiti è sempre cosa molto complicata, in quanto sai dove parti e non sai dove arrivi, ma riformare il sistema pensionistico e rivedere determinate disparità è una cosa che andrebbe fatta e anche di corsa.

Alla luce di questo ti renderai conto del fatto che chi è dall'altro lato della barricata "tifa" per un sistema pensionistico radicalmente diverso, basato su una pensione unica per tutti a una certa età che garantisca la sussistenza e poi chi vuole risparmia in vita.

Ovviamente trovare la quadra non è semplice, ma di certo non si può andare avanti così anche perchè con le pensioni da fame che toccheranno a chi oggi è col contributivo puro col piffero che le speranze di vita rimarranno di 85/90 anni e quindi è facile che chi oggi è col contributivo puro non riveda nemmeno i soldi che ha versato unendo al danno la beffa

p.s.
dai conti salta fuori che quota cento non conviene se non si abbia almeno il misto con un significativo periodo di retributivo, in quanto andando in pensione prima si becca un coefficiente più basso. In taluni casi MOLTO più basso)

p.s.2 (la vendetta)
lascio immaginare le conseguenze di un aumento dell'inflazione non seguito da un equivalente aumento del pil o peggio ancora di uno scenario di stagflazione...

Sono 961 euro al mese. Se hai casa di proprietà, ci vivi
Non a Roma o Milano, ma in provincia ci vivi.
Sulla riforma del sistema sono totalmente d accordo
 
Bisogna vedere come attuano la riforma...
Se devo andare col contributivo non ha neppure senso mettere un età minima...
 
Sono 961 euro al mese. Se hai casa di proprietà, ci vivi
Non a Roma o Milano, ma in provincia ci vivi.
Sulla riforma del sistema sono totalmente d accordo

guarda il punto non è se ci vivi o non ci vivi. Il punto è se la guardi come una mera assicurazione (perchè piaccia o no questo è) non e conveniente farla nemmeno per sbaglio. E il gigantesco guadagno che l'inps fa con il sistema contributivo serve a finanziare l'esistente e i diritti maturati con (relativamente!) pochi versamenti.
Mettiti dall'altro lato della barricata e ti renderai conto che ci vuole poco a considerarli privilegi...

Con questo non voglio dire che bisofnerebbe passare tutti domani al contributivo puro, ma solo che bisogna rivedere il sistema.
 
guarda il punto non è se ci vivi o non ci vivi. Il punto è se la guardi come una mera assicurazione (perchè piaccia o no questo è) non e conveniente farla nemmeno per sbaglio. E il gigantesco guadagno che l'inps fa con il sistema contributivo serve a finanziare l'esistente e i diritti maturati con (relativamente!) pochi versamenti.
Mettiti dall'altro lato della barricata e ti renderai conto che ci vuole poco a considerarli privilegi...

Con questo non voglio dire che bisofnerebbe passare tutti domani al contributivo puro, ma solo che bisogna rivedere il sistema.

Pensione sociale a tutti a 65 anni, a questa si aggiunge la quota proporzionale allo storico contributivo.
Basterebbe questo per rendere le cose eque e semplici
 
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Pensioni, quanto incide la revisione dei coefficienti di trasformazione

Per chi non lo sapesse il contributivo puro funziona in maniera abbastanza semplice. Si prende il monte contributi, si rivaluta per l'equivalente dell'incermento del pil (ciao core...) e si moltiplica per il coefficiente. il totale ti dà la pensione ANNUALE.

Prendiamo chi qui viene considerato un privilegiato (che poi non lo è manco per il piffero ma comunque...). Il tipico vincitore di un concorso pubblico che a 37 anni finalmente vince il suo concorso e prende il suo ral di 25K mensili (che poi netti significa 18150 annuali + la riduzione del cuneo di 1200. divisi in 13 mensilità sono +o- i canonici 1500 netti oltre -se è fortunato- i buoni pasto)
supponiamo che vada in pensione a 67 anni dopo 30 anni di contributi.
semplifichiamoci i conti e supponiamo che la rivalutazione data dall'incremento del pil eguagli l'inflazione (ad oggi è una stima MOLTO OTTIMISTICA, ma comunque la cosa ci permette di ragionare in prezzi correnti. L'importante è che teniamo conto del fatto che è molto più probabile che le cose vadano PEGGIO rispetto al ragionamento a prezzi correnti invece che MEGLIO).
Ora, 67-37=30. Sono gli anni di contributi
A fondo pensioni si versa il 33% (una parte la versa il dipendente -circa il 9-9.5% a seconda dei contratti- e il resto il datore di lavoro). Inoltre (sempre a seconda dei ccnl) sono obbligatori una serie di assicurazioni (anf, malattia, maternità, cig, naspi e via discorrendo). Tali soldi (che pesano dal 7% al 15% del ccnl) NON concorrono al fondo pensione, finanziano però eventi che possono succedere durante il lavoro (malattia maternità disoccupazione ecc..), NON vanno quindi considerati nel conto pensione.

Ora, 25*.33.30=247500

247500*.0,0575=14231.25
(0.0575 l'ho preso dalla tabella postata)

tolta l'irpef ce ne andiamo a circa 12500 euro l'anno di pensione.

lascio a te il piacere di rifare i conti con anni diversi di uscita dal mondo del lavoro

è anche facile fare i conti su "quanto" ci voglia per semplicemente rientrare dei soldi messi (se facciamo il conto al lordo otteniamo 17,39 anni che sommato ai 67 fa 84,39).

La cosa che rende furiosi è che tale latrocinio di stato (sono pronto a scommettere che nessuno si farebbe volontariamente una assicurazione a tali condizioni!) serve a mantenere i diritti acquisiti di chi ha maturato una pensione molto più ricca e calcolata con criteri molto più "larghi"

se fai i conti di "quanto" arriverà a prendere di pensione chi invece non è privilegiato (redditi più bassi, "buchi" contributivi, presenza di lavoretti saltuari come lavoro occasionale e così via) viene da piangere.

Ora, toccare i diritti acquisiti è sempre cosa molto complicata, in quanto sai dove parti e non sai dove arrivi, ma riformare il sistema pensionistico e rivedere determinate disparità è una cosa che andrebbe fatta e anche di corsa.

Alla luce di questo ti renderai conto del fatto che chi è dall'altro lato della barricata "tifa" per un sistema pensionistico radicalmente diverso, basato su una pensione unica per tutti a una certa età che garantisca la sussistenza e poi chi vuole risparmia in vita.

Ovviamente trovare la quadra non è semplice, ma di certo non si può andare avanti così anche perchè con le pensioni da fame che toccheranno a chi oggi è col contributivo puro col piffero che le speranze di vita rimarranno di 85/90 anni e quindi è facile che chi oggi è col contributivo puro non riveda nemmeno i soldi che ha versato unendo al danno la beffa

p.s.
dai conti salta fuori che quota cento non conviene se non si abbia almeno il misto con un significativo periodo di retributivo, in quanto andando in pensione prima si becca un coefficiente più basso. In taluni casi MOLTO più basso)

p.s.2 (la vendetta)
lascio immaginare le conseguenze di un aumento dell'inflazione non seguito da un equivalente aumento del pil o peggio ancora di uno scenario di stagflazione...

La conclusione è che iniziare a lavorare a 37 anni non da diritto ad una pensione alta.
E' giusto così.

L'INPS non è un'assicurazione, ma deve essere sostenibile per non continuare a fare deficit per pagare pensioni (ovvero per non farla divenire uno schema ponzi).

L'alternativa non è pensioni più alte, l'alternativa è finire come il Venezuela.
 
è anche facile fare i conti su "quanto" ci voglia per semplicemente rientrare dei soldi messi (se facciamo il conto al lordo otteniamo 17,39 anni che sommato ai 67 fa 84,39)....

Tautologico, secondo te il coefficiente nel contributivo da dove viene, se non proprio dall'aspettativa di vita, che fa si che il coefficiente cambierà in base all'età di uscita dal mondo del lavoro?

La cosa che rende furiosi è che tale latrocinio di stato (sono pronto a scommettere che nessuno si farebbe volontariamente una assicurazione a tali condizioni!) serve a mantenere i diritti acquisiti di chi ha maturato una pensione molto più ricca e calcolata con criteri molto più "larghi"

Il sistema contributivo è l'unico sistema giusto, per una serie di ragioni. Tra 40 anni, quando non esisteranno più pensionati retributivi nè misti, continuerà ad essere usato come standard, quindi non c'entra niente che attualmente finanzia, tramite il sistema ripartitivo (usato da tutti I paesi del mondo a parte un paio), i pensionati retributivi-misti.

Ovviamente trovare la quadra non è semplice, ma di certo non si può andare avanti così anche perchè con le pensioni da fame che toccheranno a chi oggi è col contributivo puro col piffero che le speranze di vita rimarranno di 85/90 anni e quindi è facile che chi oggi è col contributivo puro non riveda nemmeno i soldi che ha versato unendo al danno la beffa

Questa invece è semplicemente una sparata senza senso.
 
La conclusione è che iniziare a lavorare a 37 anni non da diritto ad una pensione alta.
E' giusto così.

L'INPS non è un'assicurazione, ma deve essere sostenibile per non continuare a fare deficit per pagare pensioni (ovvero per non farla divenire uno schema ponzi).

L'alternativa non è pensioni più alte, l'alternativa è finire come il Venezuela.

Tecnicamente è già uno schema Ponzi: se tutti facessero come me (non verso), andrebbe immediatamente in bancarotta.
 
Tautologico, secondo te il coefficiente nel contributivo da dove viene, se non proprio dall'aspettativa di vita, che fa si che il coefficiente cambierà in base all'età di uscita dal mondo del lavoro?



Il sistema contributivo è l'unico sistema giusto, per una serie di ragioni. Tra 40 anni, quando non esisteranno più pensionati retributivi nè misti, continuerà ad essere usato come standard, quindi non c'entra niente che attualmente finanzia, tramite il sistema ripartitivo (usato da tutti I paesi del mondo a parte un paio), i pensionati retributivi-misti.



Questa invece è semplicemente una sparata senza senso.

In tutti i paesi avanzati i contributi vengono accantonati e tesaurizzati. Non sono virtuali come in Italia. Al limite esiste una pensione minima su base retributiva. Pensioni di qualche migliaio di euro al mese pagate con sistema retributivo, senza investimento di quanto versato, è un unicum mondiale, credo (pronto ad essere smentito, ma è talmento assurdo che sarà difficile smentirmi).
 
Si sta già andando per forza di cose verso la privatizzazione della pensione...
Il problema è che oggi il lavoratore medio versa il 30% del suo stipendio (di cui il 10% pensione e il 30% in tasse che lo Stato usa anche per pagare pensioni) e deve inoltre farsi la previdenza integrativa per avere una pensione a 67-70 anni decente (non buona).
Senza contare che ile aziende devono versare il doppio per i propri dipendenti, incentivando così la non occupazione o il lavoro in nero (ove possibile).
Il modello americano è un buon sistema, io preferirei il classico versamento minimo ed il resto è di tua competenza.
In questo modo si cercherebbe anche di migliorare la personal finance della popolazione italiana che è la più bassa d'Europa.
 
Si sta già andando per forza di cose verso la privatizzazione della pensione...
Il problema è che oggi il lavoratore medio versa il 30% del suo stipendio (di cui il 10% pensione e il 30% in tasse che lo Stato usa anche per pagare pensioni) e deve inoltre farsi la previdenza integrativa per avere una pensione a 67-70 anni decente (non buona).
Senza contare che ile aziende devono versare il doppio per i propri dipendenti, incentivando così la non occupazione o il lavoro in nero (ove possibile).
Il modello americano è un buon sistema, io preferirei il classico versamento minimo ed il resto è di tua competenza.
In questo modo si cercherebbe anche di migliorare la personal finance della popolazione italiana che è la più bassa d'Europa.

Ma se uno col contributivo volesse andarsene in pensione a 60 anni con 600 euro, lo consentiresti? Il contributivo deve portare alla massima libertà di uscita
 
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