Alighiero Boetti III

ah beh,

di sicuro se lo aveva preso quando costavano 5 milioni di Lire da Telemarket
sarà felice:D:D:D:D
 
ah beh,

di sicuro se lo aveva preso quando costavano 5 milioni di Lire da Telemarket
sarà felice:D:D:D:D
Basterebbe prendessi te stesso a termine di paragone: se tu vendessi oggi il tuo arazzino, prenderesti circa 3 / 4 volte (o più) rispetto a quanto lo hai pagato, senza dover arrivare ai tempi di Telemarket.

Se poi tu lo mettessi in asta e facesse "solo" il doppio sarebbe in ogni caso una valorizzazione di investimento come se ne trovano poche in qualsiasi settore.

Del resto, visto che a te l'investimento in arte dichiaratamente non interessa (anche se non fai altro che parlarne...), potresti essere felice anche dandolo via al prezzo di acquisto ;)
 
non ne sarei tanto sicuro credimi.

Lo pagai poco più di venti mila euro ma non credo riuscirei a prenderne quaranta (puliti eh).
 
non ne sarei tanto sicuro credimi.

Lo pagai poco più di venti mila euro ma non credo riuscirei a prenderne quaranta (puliti eh).
Fai così: chiedi ai tuoi numerosi contatti quanti tra loro hanno comperato un'opera di un autore qualunque a 20.000 euro per cui oggi realizzerebbero suppergiù il doppio di quanto investito.

Vedrai che tra gli artisti italiani non si va tanto oltre rispetto a Boetti, Salvo, Accardi, Schifano e poco altro... e aggiungerei che tutti e quattro questi nomi 10 anni fa si potevano comperare anche ben al di sotto dei 20.000 euro, e se si andasse ancora più indietro nel tempo le cifre diverrebbero quasi simboliche rispetto alle attuali quotazioni, che in ogni caso possono sicuramente nuovamente salire ulteriormente.

Tornando dunque all'arazzo da Phillips, la soddisfazione del venditore dipenderà da quanto avrà a suo tempo pagato, mentre mi viene da dire che sicuramente potrà essere già felice colui che lo ha acquistato adesso.

Aggiungerei una constatazione, che forse può apparire banale, ma non lo è: non esiste un singolo artista moderno/contemporaneo il cui andamento di mercato nel tempo sia tracciabile seguendo una linea perfettamente obliqua tendente verso l'alto.
Nemmeno Picasso o Warhol che sono i due artisti in assoluto con mercato più forte, men che meno i "nostri" Fontana o Boetti o Manzoni o Burri.

Anche per questo se uno colleziona arte è opportuno che conosca approfonditamente non solo gli artisti che desidera ma anche il loro mercato, per capire ad esempio quando è il momento di cogliere delle opportunità o quale possa essere un buon momento per vendere (nel caso sia questa l'esigenza).
 
Ringraziando ancora @Stefano Perrini per il reportage sul MIART 2024, faccio qui di seguito un "collage" delle opere di Boetti da lui fotografate e presentate in occasione della fiera.
Interessante notare la presenza di diverse opere su carta, alcune veramente notevoli per importanza e rarità.

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trent'anni fa, come oggi.

anche da lassù, il genio resta ad osservarci

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Ringraziando ancora @Stefano Perrini per il reportage sul MIART 2024, faccio qui di seguito un "collage" delle opere di Boetti da lui fotografate e presentate in occasione della fiera.
Interessante notare la presenza di diverse opere su carta, alcune veramente notevoli per importanza e rarità.

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Grazie a te, Biagio.

Relativamente alle prime due opere, mi permetto di riproporre un tuo intervento di tre anni fa (allora ti riferivi ad un passaggio in asta). Francamente, mi ero completamente scordato di questa serie fino alla visita a miart. Forse ripassare il tuo vecchio intervento può essere utile anche ad altri, oltre che a me:

La "Clessidra, Cerniera e Viceversa" per me è splendida.
E' un'opera appartenente ad un ciclo molto raro e probabilmente ancora poco noto, realizzato nella prima metà degli anni '80.

Questa è una citazione di Boetti in relazione a questa serie:
"Non credo che potrei fare qualcosa di più concentrato, più denso, più diversificato, più completo, perché c'è calligrafia, testo, poesia, questo fatto visivo dell'apertura... l'essere strappato in molto pezzi e trovare l'unità nel negativo, nel vuoto. "

Nella grande retrospettiva al MOMA/Tate Modern / Reina Sofia venne esposta una "Clessidra" analoga (link), con la seguente descrizione:

"Boetti was right-handed; he used his left hand to transcribe these thoughts about time and its passage because it forced him to write slowly and therefore be more conscious of his thought process. He flipped the page over and tore four triangles outward from the center, folding the flaps over to expose the text. This is one of Boetti’s most private works and one he felt brought together many of his ideas about binary systems—including order and disorder, chance and reason, and improvisation and structure. Of it he said, “I don’t believe I could do anything more concentrated, denser, more diversified, more complete, because there’s calligraphy, text, poetry, this visual fact of the opening out . . . the being ripped into many pieces and finding unity in the negative, in the void.” "

Vedi l'allegato 2762493

Le "Clessidre" nascono dopo il primo soggiorno Giapponese di Boetti, avvenuto nel 1980, e lo si può percepire sia nella concezione "Zen" che nella piegatura della carta.
L'opera proposta da Boetto ha due ulteriori caratteristiche molto interessanti, ossia il rafforzato richiamo al Giappone dopo il secondo soggiorno nel 1985, presente non solo nella piegatura della carta, ma anche del cerchio rosso (che si apre e si frammenta sulla carta strappata), a cui si aggiunge la presenza dello spazio vuoto, stavolta a forma di quadrato.
Poesia pura...

Vedi l'allegato 2762496
 
Grazie a te, Biagio.

Relativamente alle prime due opere, mi permetto di riproporre un tuo intervento di tre anni fa (allora ti riferivi ad un passaggio in asta). Francamente, mi ero completamente scordato di questa serie fino alla visita a miart. Forse ripassare il tuo vecchio intervento può essere utile anche ad altri, oltre che a me:
Grazie per le citazione Stefano!

Devo dire che la Clessidra presentata da Sprovieri è veramente molto bella.
Tra l'altro sul più recente volume del Catalogo Ragionato, dedicato alle opere su carta fino al 1987, ci sono delle "Clessidre" bellissime e anche del tutto inedite.

Quella a destra, pubblicata a tutta pagina combina la Clessidra ponendola al centro di uno schema "Tra sè e sè". Capolavoro!

Sono tipologie di opere che raramente si vedono sul mercato ma aggiungerei anche che raramente si vedono nelle mostre o sulle pubblicazioni e continuo ad auspicare che prima o poi si possa vedere una mostra pubblica incentrata proprio su questi cicli di opere su carta!
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.... con il politicamente corretto che sta appiattendo la cultura americana spero guardino solo le letterine e i bei colori, senza chiedersi il significato della frase.... 'sti ammericani:wall:
 
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