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Regina Jose Galindo mi piace molto. Bravo ad averla segnalata.
Diego Miguel Mirabella (1988) focalizza la sua ricerca sul rapporto tra poesia e linguaggio e sulla traduzione visiva di questi due concetti. La letteratura teatrale, gli scrittori e gli elementi della costruzione letterale e teatrale hanno infatti un’influenza diretta sul lavoro del giovane artista. Affascinato dalla tecnica ornamentale del mosaico marocchino, nel 2017 da vita al progetto “But me” che lo porta a lavorare con con artigiani locali a Fès, in Marocco: “Consegno frasi, parole e segni ad artigiani locali che le scolpiscono all’interno della decorazione islamica. Trasformato in arte, il linguaggio diventa un ornamento”. In questo ciclo di opere ricorda qualcuno...
Gestito dal bravissimo Norberto Ruggeri di Studio Sales è già presente in importanti collezioni
Vedi l'allegato 2705756
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Che ne pensate del lavoro di Matteo Montani? Trattato da gallerie di rilievo tra cui Valentina Bonomo a Roma e Luca Tommasi ha quotazioni importanti ma non impossibili soprattutto nelle opere di formato ridotto. Negli ultimi anni lavora quasi esclusivamente su carte abrasive intelate. Mi sto riproponendo di approfondirne la poetica anche se resto sempre restio a spendere cifre di un certo tipo su nomi non storicizzati; ma a naso (e qui però potrei sbagliarmi) mi pare tra i pittori italiani nati nei ‘70 uno dei più interessanti...
Jeppe Hein
artista danese i cui invita gli spettatori ad attivare lo spazio espositivo.
′′ Voglio dimostrare che il lavoro non è nulla da solo, è solo ciò che lo informa il pubblico. Il ruolo dello spettatore porta il pezzo al centro dell'attenzione"
Jeppe Hein – CV
e invece no, avevo citato solo Driant Zeneli e dunque mancava Regina Jose Galindo
Regina José Galindo nasce nel 1974 a Città del Guatemala, dove vive e lavora.
I suoi lavori esplorano in maniera universale le implicazioni etiche dell’ingiustizia sociale, delle discriminazione di sesso e razza e degli altri abusi causati dalle relazioni inique dominate dal potere nella società di oggi.
Ha preso parte a numerose manifestazione tra i quali: le edizioni 54, 53, 51e 49 della Biennale di Venezia ecc.... dove ha anche ricevuto il Leone d’oro in occasione delle 51ª Biennale di Venezia nel 2005, nella categoria “young artist”.
I lavori di Regina fanno parte di importanti collezioni, tra i quali: Centre Pompidou, Guggenheim’s Collection, Tate Modern, ecc...
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Vedi l'allegato 2724860
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e invece no, avevo citato solo Driant Zeneli e dunque mancava Regina Jose Galindo
Regina José Galindo nasce nel 1974 a Città del Guatemala, dove vive e lavora.
I suoi lavori esplorano in maniera universale le implicazioni etiche dell’ingiustizia sociale, delle discriminazione di sesso e razza e degli altri abusi causati dalle relazioni inique dominate dal potere nella società di oggi.
Ha preso parte a numerose manifestazione tra i quali: le edizioni 54, 53, 51e 49 della Biennale di Venezia ecc.... dove ha anche ricevuto il Leone d’oro in occasione delle 51ª Biennale di Venezia nel 2005, nella categoria “young artist”.
I lavori di Regina fanno parte di importanti collezioni, tra i quali: Centre Pompidou, Guggenheim’s Collection, Tate Modern, ecc...
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Grazie Cris,
Interessante e molto in linea con la filosofia di Prometeo..
Hai informazioni sulle quotazioni ?
Grazie
La prima volta che vidi il lavoro di Regina Galindo fu a qualche Biennale fa (parecchie fa ormai mi sa... ), in esposizione all'Arsenale.
Ebbi modo di conoscerla in occasione dell'ultima Documenta a Kassel, dove era presente proprio con il video di lei che corre con il carrarmato alle spalle, ma soprattutto con una performance in cui lei era messa al centro di una stanza bianca e c'erano delle armi (mitragliatrici/fucili militari) che erano poste sui lati della stanza, con l'impugnatura che passava all'esterno tramite delle fessure. Dall'esterno di quella sala si era invitati ad imbracciare le armi, usare il puntatore e a spararle.
Le armi erano vere armi militari, ovviamente scariche, però la sensazione di puntare un'arma verso qualcuno e sparare alla Galindo è stata qualcosa di molto forte.
Dopo la sua performance (eravamo forse una dozzina in tutto) ha invitato alcuni dei presenti, tra cui anche me, a sostituirsi a lei e a entrare nella piccola stanza bianca. Devo dire che anche passare dall'altra prospettiva mi ha fatto una certa impressione, con le armi puntate addosso dai quattro lati, ma ho trovato più inquietante entrare nel ruolo di carnefice piuttosto che in quello di vittima.
Fa pensare...
PS. La performace mi ha in qualche modo ricordato un po' una celebre performace della Abramovic, che era però diversa.
GrazieDai 15k a salire
.Diego Miguel Mirabella (1988) focalizza la sua ricerca sul rapporto tra poesia e linguaggio e sulla traduzione visiva di questi due concetti. La letteratura teatrale, gli scrittori e gli elementi della costruzione letterale e teatrale hanno infatti un’influenza diretta sul lavoro del giovane artista. Affascinato dalla tecnica ornamentale del mosaico marocchino, nel 2017 da vita al progetto “But me” che lo porta a lavorare con con artigiani locali a Fès, in Marocco: “Consegno frasi, parole e segni ad artigiani locali che le scolpiscono all’interno della decorazione islamica. Trasformato in arte, il linguaggio diventa un ornamento”. In questo ciclo di opere ricorda qualcuno...
Gestito dal bravissimo Norberto Ruggeri di Studio Sales è già presente in importanti collezioni
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@Loomax come dire, sono d’accordo ma sono anche di parte perché ho un lavoro di Andrianomearisoa a parete, preso prima della Biennale
Ehh Schlesinger è molto interessante più per i lavori fotografici che per le combustioni (a mio parere, eh)...
lo metto qui
non perchè mi piace, anzi
ma per evidenziare le differenti forze in campo
Home | salmantoor
adesso al Whitney
Salman Toor: How Will I Know | Whitney Museum of American Art
ovvero in rampa di lancio pel mercato americano
Salman Toor (b. 1983)
, Rooftop Party with Ghosts 1
| Christie's
Direttamente dal Miart2020
Ronald Ventura
"Cerco di creare qualcosa che attiri lo spettatore [...] che guardando attentamente, può riuscire a vedere anche qualcos'altro. Bisogna guardare l'opera più da vicino." RV
Conosciuto per l'incrocio di iperrealismo, cartoni animati e graffiti con temi storici e pop, Ventura tende a sconvolgere le immagini commerciali che trova nelle riviste creando la visione di un mondo fantastico che oltre ad essere surreale, suggerisce i pericoli reali affrontati dall'umanità: dal consumismo all'inquinamento e alla guerra. Il suo lavoro ritrae scene di disordini caotici combinando le mitologie tradizionali occidentali e asiatiche con simboli culturali contemporanei. Lavorando sia nella pittura che nella scultura, spesso vi è un misterioso senso di espansione nelle opere di Ventura, con oggetti e modelli che si muovono verso l'esterno.
Trattato in Italia da Primo Marella Gallery
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