Architettura radicale

Forse non abbiamo più gli strumenti e le capacità per valutare le avanguardie, fatto sta che per avere successo in Italia, è necessario prima il riconoscimento all'estero. In USA, per esempio.
Archizoom:
Maggio 1973 MoMA “Italy: the new domestic landscape”: “the group called Archizoom offers an empty room with a recorded voice alternating between description of destruction and perfect world”.
Superstudio:
MoMA: Architectural Studies and Projects. Aprile 1975.
The drawing center: “Visionary drawings: Architecture and Planning”. Gennaio 1979.

A ’60s Architecture Collective That Made History (but No Buildings) - The New York Times
 
Concordo... purtroppo.
:bow::p Ciao!!
 
E visto che sopra si citava Kubric lo ripropongo in Arancia meccanica, con musiche del Ludovicovan.

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Forse non abbiamo più gli strumenti e le capacità per valutare le avanguardie,

:clap::clap:

Spero che ritorni presto l'era del Cinghiale Bianco :o

la prima versione con il video, del brano di Franco, girato nel gennaio del 1980 a Cernusco, ci stava una racchia che aveva il ciclo e gli faceva male la testa, Franco invece aveva le balle girate perchè la notte prima a Milano gli avevano fregato la Golf appena comprata...

Spero che ritorni presto l'era del Cinghiale Bianco :o
 
Nell'attesa da sx a dx:
Francesco Messina, Giusto Pio, Franco Battiato, Alberto Radius (nel cui studio venne registrato l'album) e Donato Scolese.
Partecipò anche Tullio de Piscopo.

Ps, appiedati dopo il furto della macchina, l'ultimo assente perché accusato della sottrazione. :):p

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queste sì che sono pagine di un Forum culturale:o

Grazie:ave:
 
Book launch

GIANNI PETTENA

NON-CONSCIOUS ARCHITECTURE

Sternberg Press



28 Novembre 2018, ore 18.00

FM Centro per l’Arte Contemporanea - Sala Carroponte

via Piranesi 10 20137 Milano



Introduce Elisabetta Galasso

Intervengono Marco Scotini, Pierre Bal-Blanc, Luca Cerizza, Gianni Pettena


Evento in collaborazione con Galleria Giovanni Bonelli e Dipartimento di Arti Visive, NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano​


Mercoledì 28 novembre 2018, FM Centro per l’Arte Contemporanea apre la nuova stagione espositiva con una grande conferenza dedicata a Gianni Pettena, fra i maggiori esponenti e interpreti del movimento dell’Architettura Radicale italiano. La conferenza vedrà gli interventi di Marco Scotini, Direttore Artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea e Direttore del Dipartimento di Arti Visive NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano, Pierre Bal-Blanc, tra i curatori di Documenta 14, Luca Cerizza, curatore e responsabile CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli), e dello stesso Gianni Pettena. Per l’occasione verrà proiettato Intens, un film del 1971.

Non-Conscious Architecture trae ispirazione da una serie di fotografie, scattate da Pettena durante un viaggio del 1972 nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, che rivelano la possibilità di un’origine inconscia dell’architettura, ed è anche il titolo di un’estesa ricerca monografica pubblicata da Sternberg Press nel 2018, a seguito della personale dell’artista presso la Galleria Giovanni Bonelli di Milano, che verrà presentata per la prima volta. “I paesaggi dello Utah innanzitutto rappresentano per Pettena l’oggetto di una riflessione sul tempo, non più dimensione esclusiva della produzione, bensì luogo dove permettere all’accadimento, all’imprevisto generato dallo stato ozioso, di prendere forma”, scrive Scotini, curatore della monografia.

La conferenza ripercorrerà la carriera di Pettena, dai lavori più significativi del decennio 1966-77, un decennio cruciale per la sperimentazione artistica e sociale in Italia, fino alle esperienze più recenti, come Forgiving Architecture, delle strisce di plastica bianche applicate sulla facciata di un palazzo ad Atene nel 2009, o gli Archipensieri realizzati nel 2012 presso il CAC di Bretigny di Parigi, in modo da restituire appieno la complessità della figura di Pettena, critico e architetto ma soprattutto artista visivo. Inoltre verranno affrontati altri episodi fondanti della sua pratica artistica e intellettuale: L’anarchitetto, per esempio, un libro pubblicato nel 1973 ma ormai leggendario, sottolinea il desiderio di lasciare emergere il teatro rimosso e inconsapevole dell’architettura. Questa attitudine pone Pettena in relazione con le proposte, sviluppate negli stessi anni, da parte dei Land artist e in particolare da Robert Smithson e Gordon Matta-Clark. Quindi Pettena, attraverso una produzione che da decenni investiga molti dei temi centrali al contemporaneo, tra cui l’ecologia e la sostenibilità, riconduce i volumi architettonici alle condizioni naturali del paesaggio, riconfigura la performatività dell’urbano e, soprattutto, mette in atto un ostinato rifiuto del lavoro come sabotaggio nei confronti di un’architettura basata esclusivamente sulla funzione.

Gianni Pettena (Bolzano, 1940. Vive e lavora a Firenze) è un artista, architetto, designer, critico e storico dell’architettura, curatore di mostre e docente. Alla fine degli anni Sessanta a Firenze è tra i fondatori del movimento dell’Architettura Radicale Italiana insieme a Superstudio, Archizoom, UFO. Nel 1970 si sposta negli Stati Uniti, dove si dedica sia all’attività artistica che a quella accademica e realizza la sua prima

mostra personale alla John Weber Gallery a New York (1972). Importanti i ripetuti viaggi nel Sud Ovest del Paese, nello Utah dei deserti e della Monument Valley, e l’incontro con Robert Smithson con cui condivide l’interesse per i luoghi di risulta, le periferie, le discariche, gli smelter, le “architetture inconsce”. Negli USA indaga le relazioni tra natura e architettura scegliendo di sottoporre quest’ultima a processi trasformativi “naturali” che ne minano la permanenza, piuttosto che proiettare grandi segni artificiali sul terreno,

come Smithson e altri Land Artists avevano scelto di fare in quegli anni. La sua ricerca si colloca oltre la dialettica dell’avanguardia e la produzione di linguaggi autonomi, rifiuta i confini tra le discipline, orientandosi verso uno spostamento continuo di premesse, di modalità operative e di comunicazione.

Il suo libro L’anarchitetto, pubblicato nel 1973, segnerà le generazioni a venire. È il primo architetto radicale a cui il Frac Centre di Orléans dedica una grande antologica nel 2002, arricchita da una monografia. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il Barbican Centre di Londra, il PAC di Milano, il Museion di Bolzano, il Frac Centre di Orléans, il Centre Pompidou di Parigi, Metz e il CCA di Montreal.

FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano è un nuovo spazio espositivo dedicato all’arte e al collezionismo in grado di rispondere alle nuove modalità di presentazione della Collezione e delle differenti forme della creazione contemporanea. La sua vocazione è quella di una struttura che raccoglie in un unico contesto tutti i soggetti e le funzioni connesse alla valorizzazione dell’arte, alla sua esposizione e conservazione. Quale spazio espositivo, deposito, istituto di ricerca e centro di restauro, FM ospita collezioni private e archivi d’artista e dà vita a un programma culturale ed educativo innovativo.

Situato all’interno dello storico complesso industriale dei Frigoriferi Milanesi, FM Centro per l’Arte Contemporanea, sotto la direzione artistica di Marco Scotini, è presieduto da un board internazionale di esperti: Charles Esche (direttore del Van Abbemuseum di Eindhoven), Hou Hanru (direttore artistico del MAXXI di Roma), Vasif Kortun (docente, curatore e storico dell’arte, Istanbul), Grazia Quaroni (Director of Collections, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi), Enea Righi (collezionista).

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Il libro sull'esperienza di Global Tools | Artribune

OK!
SOVVERTIRE LA DIDATTICA ISTITUZIONALE
Un lavoro certosino di raccolta di materiali, documenti, testi che i curatori hanno assemblato e restituito. Tutto comincia dal 12 gennaio 1973 presso la redazione di Casabella, dove Archizoom Associati, Remo Buti, Riccardo Dalisi, Ugo La Pietra, 9999, Gaetano Pesce, Gianni Pettena, Rassegna, Ettore Sottsass Jr., Superstudio, Ufo e Zziggurat fondano la Global Tools, un sistema di laboratori per la propagazione dell’uso di materie e tecniche naturali e relativi comportamenti. I contributi di Maurizio Lazzarato, Franco Raggi e altri impreziosiscono il lavoro di ricostruzione di un’esperienza che si propone di inventare nuove tecniche di esistenza e un nuovo modo di vivere il proprio tempo. È nel mitico seminario di Sambuca Val di Pesa, nella casa/chiesa di campagna del compianto Roberto Magris/Superstudio che i componenti del gruppo si ritrovano per discutere su come realizzare il sistema Global Tools. Un programma di quattro giorni con le relazioni dei vari gruppi di lavoro organizzati attorno a temi ampi come: costruzione, corpo, comunicazione, teoria e sopravvivenza.
Tutto è finalizzato a sovvertire, eliminare “la didattica istituzionale, considerata nella impossibilità storica di reperire nuovi criteri validi per il futuro. La scuola non è fatta di edifici scolastici belli o brutti. Non si applica a orario fisso… In definitiva la scuola consiste nel vivere invece che nell’imparare”, scrive Alessandro Mendini su Casabella nell’articolo intitolato Un uomo è una scuola.
 

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Speravi in un intervento serio...
:):p Ciao!!

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Prima che i meccanismi improduttivi del capitale inaugurassero, nella vita quotidiana, una sociologia dell'appartenenza I Passages splendevano nella Parigi dell'impero come grotte fatate.
Nel 1817 chi entrava nel Passage des Panoramas era sorpreso, di fianco, del canto della sirena della luce a gas e adescato, di fronte a odalische in forma di lampade a olio.
L'improvviso accendersi della luce elettrica cancellò l'illibato chiarore di questi passaggi, che improvvisamente divennero difficili da trovare come se da cieche finestre guardassero dentro di sé.

Walter Benjamin. I Passages di Parigi.

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Esistendo sul FOL un thread dedicato all' Architettura ma non nello specifico qui nella sezione "Investimenti in arte e collezionismo" dove scriviamo regolarmente noi "Amici dell'Arte" mi piace comunque pubblicarlo anche qui nel bel thread aperto dall'Amico Alessandro Celli ma dedicato nello specifico all' "Architettura Radicale".

La mia utlima (interessantissima) lettura:


Urss anni '30-'50. Paesaggi dell'utopia staliniana.
Editore: Mazzotta

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Si tratta del catalogo dell'esposizione di Torino (Accademia Albertina, via Accademia Albertina 6, 3 aprile-29 giugno 1997). La mostra è stata organizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Russkij Mir.
 
Superstudio, « Monumento Continuo, Un Lago di nuvole tra eterne montagne » , 1969.

Progetto Manifesto dell'architettura radicale, il "Monumento continuo" è progettato come un modello di urbanizzazione globale. Questa griglia tridimensionale percorre la superficie della terra attraverso metropoli, montagne e oceani.
Con queste proiezioni "Dystopiques", superstudio costruisce la rappresentazione sintetica e critica di un'umanità entrata nell'era dell'immagine, della rete e della comunicazione totale.
 

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Dopo il lago e le montagne passiamo al mare con Marco Zanuso.
:):p Ciao!!

Tutto il progetto sembra essere scavato da un enorme blocco di pietra: la struttura e l’arredamento sono un tutt’uno e definiscono gli spazi per abitare attraverso una successione di spazi vuoti, alcuni coperti e altri scoperti.
Il rapporto con l’esterno è demandato alle aperture sapientemente dimensionate e posizionate: l’unica grande porta definisce il passaggio tra interno ed esterno, mentre una serie di piccole aperture inquadrano il paesaggio circostante.

Quando architettura e natura si fondono nel paesaggio

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Per Scarpa l’acqua deve essere accolta all’interno degli edifici, che ne accarezzano la dinamicità e custodiscono il suo continuo scorrere, quasi che non vi possa essere altra difesa che il saper convivere con questa inafferrabile e fluida realtà e lasciare che essa interferisca e sia parte dell’architettura.

Lavorò anche a Milano: si adoperò in una Pinacoteca di Brera, in un Castello Sforzesco e in una Gam fortemente colpiti dai bombardamenti, per rendere i loro percorsi più chiari e facilmente fruibili.
Ancora oggi si studiano le sue soluzioni espositive, come quella che adoperò per la grande mostra su Piet Mondrian allestita a Palazzo Reale di Milano nel '57.
Non a caso è considerato tra il migliore allestitore di mostre in Europa e collaborò a lungo con Arturo Martini, Marcel Duchamp e Lucio Fontana.

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«Possiamo dire che l'architettura che noi vorremmo essere poesia dovrebbe chiamarsi armonia, come un bellissimo viso di donna.
Ci sono forme che esprimono qualche cosa.
L'architettura è un linguaggio molto difficile da comprendere, è misterioso, a differenza delle altre arti, della musica in particolare, più direttamente comprensibili...
Il valore di un'opera consiste nella sua espressione: quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto.»

Carlo Scarpa.

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Quando un artista passa a miglior vita dispiace sempre perché perdiamo qualcosa di speciale.
Nel caso di Superstudio la triste notizia si accompagna ad un'altra a parer mio ancora peggiore ma già nota, come ebbi a parlarne con lo stesso Cristiano quando l'ho conosciuto: la presa d'atto che un movimento così importante, ed unico, dal quale molte scuole di architettura di tutto il mondo hanno preso ispirazione, qui in madre patria non sia mai stato ricordato come meritava.

Come sempre all'estero ci arrivano sempre molto prima

Superstudio, Gian Piero Frassinelli, Cristiano Toraldo di Francia, Alessandro Magris, Roberto Magris, Adolfo Natalini. The Continuous Monument: Alpine Lakes, project (Perspective). 1969 | MoMA
 
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