LeonardoIann
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Credo anzitutto che @gabriban intendesse evidenziare due aspetti critici delle case d'asta: le vendite non finalizzate (ossia non andate a buon fine, principalmente per "dietrofront" dell'acquirente), e le vendite che @mmt chiama "fittizie": semplicemente aggiudicazioni che risultano nelle banche dati, e nel sito della casa d'aste, ma che in realtà non corrispondono a nessuna vendita (questo può succedere soprattutto quando chi compra coincide con chi vende, o è un fiduciario, per così dire, di chi vende ).
A queste criticità possiamo senz'altro aggiungere un altro meccanismo distorsivo dei risultati d'asta, che è quello per cui gli invenduti diventano "fantasmi" , e quindi ne sparisce ogni traccia.
Nel primo caso perché è considerata una criticità il "dietrofront" dell'acquirente? Ci saranno valide ragioni forse?
Ma queste "distorsioni" si verificano anche con le grandi case d'asta quali Christie's e Sotheby's? A prescindere da ciò sto cercando di capire, nel valutare un'artista, quanto incidono questi meccanismi. Cioè, una vendita fittizia forse può "danneggiare" la scelta dei collezionisti nel breve termine. Ma nel lungo il trend penso sia comunque chiaro a prescindere da una vendita fittizia o meno? Se i dati disponibili sono solo verificabili tramite le case d'asta (quindi con artprice et similia) allora non resta che guardare nel lungo termine e vedere l'andamento di quell'artista. Penso che la valutazione del mercato sia sempre valida nel lungo sebbene ci siano delle distorsioni. Magari non rifletterà mai il reale andamento ma si avvicina. Illuminatemi pls.
Per quanto riguarda gli invenduti che diventano "fantasmi", si ha questo fenomeno perché quel quadro danneggerebbe l'artista suppongo?