Aste Il Ponte

155% di rivalutazione,:sborone:

e grazie al c_________o :o se metti base di partenza a 100 euro diventa una pagliacciata.

ridere.jpg
 
Non mi riferivo alla bravura, ma alle ca... che scrivono nei comunicati stampa :rolleyes:
(ma ormai tutto fa brodo)
Fa parte del gioco,questo accade anche nella vita quotidiana

Nei negozi fra pochi giorni si vedrà SALDI AL 50 % 70 %…..alla fine sono si o no il 20/25%

il mondo è tutto un brodo,il mondo è tutta na tirata di xxxx 🙈

😁
 
155% di rivalutazione,:sborone:

e grazie al c_________o :o se metti base di partenza a 100 euro diventa una pagliacciata.

ecco svelato il vero motivo delle stime basse farlocche: possono sabotare questo indice di performance e vantarsene in pubblico, così da apparire una casa d'aste che è bravissima nel generare rivalutazione rispetto alle altre concorrenti, credo che sia questo l'unico vero motivo per questo comportamento poco comprensibile
 
a me la politica delle stime errate del Ponte, non piace, non vendo con loro, non compro da loro.
 
Idem proprio per quel motivo.
 
La politca del Ponte può piacere o non piacere, sicuramente è molto aggressiva come approccio, ma sul fatto che le basi siano "farlocche" è tutto da vedere, e secondo me piuttosto improbabile.

Provate a sottoporre loro qualcosa in vendita, e vedrete che, qualora venga reputato per loro interessante, vi diranno che la loro strategia è quella di prendere in carico con riserve basse e stime basse. Se al venditore sta bene, prendono inaffidamento partendo da poco, altrimenti non sono interessati a prendere in affidamento.

Del resto, ci sono anche dei lotti aggiudicati effettivamente alla base, quindi appunto alla riserva.

Personalmente non ho mai comperato dal loro nè venduto, ma ricordo che anni fa provai a proporre qualcosa e la rispota fu quella.
E sinceramente non è nemmeno la sola casa d'aste a chiedere riserve particolarmente raso terra, anzi.
Detto questo, la mia opinione è che in ogni caso se un'opera merita, ha senso anche affidarla partendo dal basso per permettere di far fare gara. Certo, è pur sempre un rischio per il venditore.
 
la base d'asta può essere anche 10 Euro, ma la stima deve essere corretta.
Qualsiasi altro commento è inutile.
 
la base d'asta può essere anche 10 Euro, ma la stima deve essere corretta.
Qualsiasi altro commento è inutile.
Non la vedo necessariamente così, a meno che non sia esplicitata anche la riserva.
Se mi si dicesse stima 10-15.000 indicando la base d'asta ad esempio in 5.000 allora sarei d'accordo.

Viceversa se non viene esplicitata a parte la riserva, ma viene indicata una stima 5.000-10.000 euro, come compratore so regolarmi sulla base d'asta a 5.000 e valuto la partecipazione di conseguenza, anche se poi l'opera ne valesse 20.000, perchè in astratto essendo la riserva 5.000 potrebbe anche andare venduta a quella cifra.
 
Bisognerebbe sentire i proprietari dei lotti INVENDUTI cosa ne pensano del fatto che le loro opere siamo state , per giunta,SOTTOSTIMATE : un bel deprezzamento a 360’ !!non c’è che dire!Neppure la scusa di attaccarsi alla base ( e stima, ovviamente) troppo alta possono avere!
Questo sempre a mio modesto parere!
:nono:
 
caro Biagio,

se tu fai il commerciante comprendo le tue parole, diversamente non ritieni sia soltanto un metodo per alimentare una potente campagna promozionale e far risaltare il loro clamoroso successo ????

"155% di rivalutazione dei prezzi base" hanno riportato a gran voce :angel: :angel: :angel:
 
Mi permetto di dire la mia in merito. Credo che la sintesi sia che questa casa d'asta guarda i numeri e vada sulla quantità e li gira a proprio favore facendo appunto campagna pubblicitaria, oltre che utili (guadagna 2 volte). Fa i suoi interessi non essendo una onlus.
Il venduto è oltre il 90% se non erro e lo reclamizzano (ehi proprietario, con noi la tua opera la vendi sicuro e bene è il messaggio)...I proprietari degli invenduti pochi per la verità in effetti si vedono beffati con relative opere un pò "sputt......" passatemi il termine. Stima bassa, base bassissima e nonostante questo invendute. Dovranno tenersele per un bel pò prima di "ripulirle". Ma per il successo qualcuno deve farne le spese....
Il compratore invece sa che questa casa d'aste fa stime basse e anche se compra al doppio della stima media pensa di avere fatto un affare a prescindere. Poi magari lo fa veramente.
Piaccia o no vige il libero mercato e ognuno usa le sue armi...
 
Bisognerebbe sentire i proprietari dei lotti INVENDUTI cosa ne pensano del fatto che le loro opere siamo state , per giunta,SOTTOSTIMATE : un bel deprezzamento a 360’ !!non c’è che dire!Neppure la scusa di attaccarsi alla base ( e stima, ovviamente) troppo alta possono avere!
Questo sempre a mio modesto parere!
:nono:
I proprietari saranno scontenti della mancata vendita, ma della riserva e della stima erano già consapevoli prima dell'asta.

Quindi, se non c'è stata la vendita vuol dire che in questo momento la base e anche la stima sono state reputate alte, il chè è il contrario di ciò di cui ci si sta lamentando qui... quindi nel caso di mancata vendita evidentemente le stime non solo non erano basse ma evidentemente alte... o sbaglio?
 
caro Biagio,

se tu fai il commerciante comprendo le tue parole, diversamente non ritieni sia soltanto un metodo per alimentare una potente campagna promozionale e far risaltare il loro clamoroso successo ????

"155% di rivalutazione dei prezzi base" hanno riportato a gran voce :angel: :angel: :angel:
Ale, in primis non faccio il commerciante, ma anche lo facessi non cambierebbe nulla.
A me NON interessa minimamente ciò che una casa d'aste fa per suo marketing. Faranno ciò che ritengono meglio per la loro azienda e per il loro lavoro, ma sinceramente a me o a te o a altri collezionisti, che ce ne importa?
Ripeto: a me ZERO. Se anche sbandierassero il 1555% anzi che il 155% a me non sposta di una virgola.

Quello che a me interessa DA COLLEZIONIONISTA è capire da quanto parte in asta una data opera e se posso quindi essere o meno potenzialmente interessato a partecipare.
Di tutto il fruscio intorno, veramente non mi interessa proprio nulla.
Compreso il discorso delle stime a ribasso o dei comunicati stampa.

Le case d'asta mi interssano unicamente per comperare e/o molto raramente per valutare di vendere; non mi interessa passare la vita a lamentarmi o a fare le pulci.
C'è qualcosa da comperare e la base è interessante? Provo a partecipare. Questa è per me un'asta.
Non sempre le stesse inutili chiacchiere ad ogni sessione...
 
I proprietari saranno scontenti della mancata vendita, ma della riserva e della stima erano già consapevoli prima dell'asta.

Quindi, se non c'è stata la vendita vuol dire che in questo momento la base e anche la stima sono state reputate alte, il chè è il contrario di ciò di cui ci si sta lamentando qui... quindi nel caso di mancata vendita evidentemente le stime non solo non erano basse ma evidentemente alte... o sbaglio?
Perdonami Biagio, un'opera può andare invenduta per diversi motivi, non solo per questioni di stime e prezzi di riserva, non ultima il fatto che IN QUEL MOMENTO quell'autore non "tira" ,ma non per questo la devi avere indietro( per giunta ) deprezzata!:no:
Lo so, è solo una sottostima parziale sul totale delle case d'asta, ma,pensaci, se tutte seguissero quest'esempio, arriveremo ( noi collezionisiti ) a fare ...bingo al contrario!:asd:
poi, per carità, è ovvio che siamo in un mercato libero e si fa quello che si vuole! è ovvio che se non ti va non vai a cedere le tue opere a questa casa d'aste... tutto chiarissimo!!
...ma, come dicevo, è giusto che chi dissente da questa politica "particolare" di battage pubblicitario e modus operandi non solo si astenga dal mettere proprie opere in tali piattaforme, MA STIGMATIZZI ( in modo corretto, ovviamente!), laddove gli pungesse vaghezza di farlo, anche al cospetto di altri collezionisti, sperando, magari, di far proseliti in tal senso ed arrivare ,in tal modo, a far quantomeno riflettere la casad'aste su tale... " metodologia".
Detto questo, un salutone ed "hasta siempre" con Alighiero!OK!
 
Ale, in primis non faccio il commerciante, ma anche lo facessi non cambierebbe nulla.
A me NON interessa minimamente ciò che una casa d'aste fa per suo marketing. Faranno ciò che ritengono meglio per la loro azienda e per il loro lavoro, ma sinceramente a me o a te o a altri collezionisti, che ce ne importa?
Ripeto: a me ZERO. Se anche sbandierassero il 1555% anzi che il 155% a me non sposta di una virgola.

Quello che a me interessa DA COLLEZIONIONISTA è capire da quanto parte in asta una data opera e se posso quindi essere o meno potenzialmente interessato a partecipare.
Di tutto il fruscio intorno, veramente non mi interessa proprio nulla.
Compreso il discorso delle stime a ribasso o dei comunicati stampa.

Le case d'asta mi interssano unicamente per comperare e/o molto raramente per valutare di vendere; non mi interessa passare la vita a lamentarmi o a fare le pulci.
C'è qualcosa da comperare e la base è interessante? Provo a partecipare. Questa è per me un'asta.
Non sempre le stesse inutili chiacchiere ad ogni sessione...
Ciao Biagio,
sarei in accordo con quello che scrivi tu, salvo che mi sembra che le cose siano molto più opache in generale. Faccio un esempio che conosco bene e di cui conosco con certezza i fatti. Sottolineo che si tratta di un'altra casa d'aste, ma è un'esperienza per me molto significativa. C'è un'opera che mi interessa, la base è bassa rispetto alle richieste di galleria, 4mila. La stima non è ridicola, ma è misurata più sulla base che sul valore commerciale (parte dal doppIo della base, e aggiunge un 20% circa, quindi 8-10 mila). Partecipo all'asta (in questo caso solo online) con un paio di offerte, poi vedo che ad ogni offerta dopo un po' arriva un filotto di 2-3 rilanci e poi una pausa, e allora decido di stare a guardare. Questi rilanci superano la stima minima (arrivano a circa la metà della forchetta di stima). Mi convinco che qualcuno ha preso l'opera. La verità? L'opera è tornata a casa del suo proprietario, la riserva era evidentemente più alta anche della stima minima, e quei rilanci "a comando" erano un tentativo della casa d'aste di spostare in alto la gara. Certo se io avessi ritenuto che per l'opera valeva la pena di spendere magari 11 mila euro (+ diritti) magari me la sarei aggiudicata, ma tutta questa "messa in scena" me le ha fatte veramente girare, e ho deciso che con quella casa d'aste ho chiuso per sempre.
 
Provate a sottoporre loro qualcosa in vendita, e vedrete che, qualora venga reputato per loro interessante, vi diranno che la loro strategia è quella di prendere in carico con riserve basse e stime basse. Se al venditore sta bene, prendono inaffidamento partendo da poco, altrimenti non sono interessati a prendere in affidamento.

Del resto, ci sono anche dei lotti aggiudicati effettivamente alla base, quindi appunto alla riserva.
a me è chiarissimo perché LORO seguano questa strategia, non è mi per niente chiaro perché i venditori accettino di subirla, ci sono tanti altri posti dove provare a vendere senza svalutare pubblicamente quanto si possiede. Evidentemente hanno statistiche di vendita convincenti perché altrimenti non riesco a trovare un solo motivo valido per seguirli in questa loro strategia di cui sono gli unici reali beneficiari
 
Perdonami Biagio, un'opera può andare invenduta per diversi motivi, non solo per questioni di stime e prezzi di riserva, non ultima il fatto che IN QUEL MOMENTO quell'autore non "tira" ,ma non per questo la devi avere indietro( per giunta ) deprezzata!:no:
Lo so, è solo una sottostima parziale sul totale delle case d'asta, ma,pensaci, se tutte seguissero quest'esempio, arriveremo ( noi collezionisiti ) a fare ...bingo al contrario!:asd:
poi, per carità, è ovvio che siamo in un mercato libero e si fa quello che si vuole! è ovvio che se non ti va non vai a cedere le tue opere a questa casa d'aste... tutto chiarissimo!!
...ma, come dicevo, è giusto che chi dissente da questa politica "particolare" di battage pubblicitario e modus operandi non solo si astenga dal mettere proprie opere in tali piattaforme, MA STIGMATIZZI ( in modo corretto, ovviamente!), laddove gli pungesse vaghezza di farlo, anche al cospetto di altri collezionisti, sperando, magari, di far proseliti in tal senso ed arrivare ,in tal modo, a far quantomeno riflettere la casad'aste su tale... " metodologia".
Detto questo, un salutone ed "hasta siempre" con Alighiero!OK!
Ciao Galak! Capisco quello che intendi, e sono ben consapevole che si valutino queste strategie e impostazioni con posizioni differenti.
Ci sta!
La mia posizione è sempre molto basica: è una strategia lecita? Si. Dal loro riscontro aziendale funziona? Si.
Poi sta al cliente, in base alle visioni individuali, che sia venditore o compratore regolarsi di conseguenza.
Ma mi pare che sia piuttosto palese che la politica su cui la casa d'aste abbia puntato per differenziarsi è questa.

Poi, capisco benissimo i vari punti di vista, mia impressione è che sia come ostinarsi a critirare le scelte di un ristorante che funziona e dove la gente continua ad andare, quando molto semplicemente se a uno quel ristorante non piace per mille motivi, basta che non ci vada.
Ma finchè il ristorante funziona, mi pare chiaro che abbia ragione il ristoratore con i suoi clienti piuttosto che quelli che lecitamente non vanno a cenarci. Ma anche chi non ci va a cena può essere soddisfatto e andare in altri ristoranti.
 
Ciao Biagio,
sarei in accordo con quello che scrivi tu, salvo che mi sembra che le cose siano molto più opache in generale. Faccio un esempio che conosco bene e di cui conosco con certezza i fatti. Sottolineo che si tratta di un'altra casa d'aste, ma è un'esperienza per me molto significativa. C'è un'opera che mi interessa, la base è bassa rispetto alle richieste di galleria, 4mila. La stima non è ridicola, ma è misurata più sulla base che sul valore commerciale (parte dal doppIo della base, e aggiunge un 20% circa, quindi 8-10 mila). Partecipo all'asta (in questo caso solo online) con un paio di offerte, poi vedo che ad ogni offerta dopo un po' arriva un filotto di 2-3 rilanci e poi una pausa, e allora decido di stare a guardare. Questi rilanci superano la stima minima (arrivano a circa la metà della forchetta di stima). Mi convinco che qualcuno ha preso l'opera. La verità? L'opera è tornata a casa del suo proprietario, la riserva era evidentemente più alta anche della stima minima, e quei rilanci "a comando" erano un tentativo della casa d'aste di spostare in alto la gara. Certo se io avessi ritenuto che per l'opera valeva la pena di spendere magari 11 mila euro (+ diritti) magari me la sarei aggiudicata, ma tutta questa "messa in scena" me le ha fatte veramente girare, e ho deciso che con quella casa d'aste ho chiuso per sempre.
Ho capito più o meno il discorso. Parli di un'altra casa d'aste, in cui un'opera che ti interessava aveva una riserva superiore alla stima minima.
Premesso che non so quale sia la casa d'aste, il fatto che siamo abituati a considerare la riserva come valore non superiore alla stima minima non è una regola imposta da nessuno. E' semplicemente una buona abitudine, e per alcune case d'asta è un principio messo bianco su nero nelle condizioni di partecipazione. Ma appunto, pur capendo - e condividendo! - che tu ci sia rimasto a dir poco infastidito, bisognerebbe vedere se la casa d'aste nelle sue condizioni specificava o meno qualcosa in merito.
Comunque avrebbe dato fastidio anche a me...
 
a me è chiarissimo perché LORO seguano questa strategia, non è mi per niente chiaro perché i venditori accettino di subirla, ci sono tanti altri posti dove provare a vendere senza svalutare pubblicamente quanto si possiede. Evidentemente hanno statistiche di vendita convincenti perché altrimenti non riesco a trovare un solo motivo valido per seguirli in questa loro strategia di cui sono gli unici reali beneficiari
Posso dirti che ero interessato ad un'opera in un'altra casa d'aste, ma ritenevo la stima alta e speravo l'opera partisse da un prezzo inferiore alla stima minima. Invece è partita dalla minima, ed è andata invenduta.
Morale: percentuali di invenduto dell'asta vicini al 50%.
(Ho anche fatto un'offerta post asta, che è stata rifiutata, pazienza!)

Qualcuno qui invece ha scritto che il venduto del Ponte è circa il 90%, quindi l'invenduto è il 10%.

Al di là dei comunicati stampa, il dato più significativo mi pare sia questo.

Detto questo, piuttosto c'è un tema sottostante per l'affidatario: la linea tra la vendita e la svendita.
Ma qui sta a chi vende/affida fare le proprie considerazioni.

Del resto, anche in questo caso la lettura è duplice: quando c'è un venditore scontento, c'è un compratore molto contento...
 
il venduto del Ponte è circa il 90%
ma il venduto del Ponte, alle stime che fanno, per i venditori sarebbe tutt'altro che un successo!
Ed è proprio qui che casca l'asino...sembra che la mission del Ponte sia far contenti i compratori mentre è chiaro che i clienti siano anche e soprattutto i venditori, non capisco come riescano a convincere loro...partire da stime così basse è un rischio in più in cambio di poco o niente, boh
 
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